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IL NUCLEO

◊ Pratiche consolidate: regole scolastiche.

◊ Programma occulto: oltre alle norme esplicite, i sociologi hanno individuato molte pratiche consolidate e attività

ricorrenti che svolgono un ruolo centrale nella socializzazione a un modo di scelte consumistiche e di regolazione

burocratica. Tali pratiche includono gli studenti a rinunciare ai loro impulsi immediati e a imparare ad essere

pazienti; a valorizzare l’ individualismo e i successi conseguiti individualmente; a gestire efficacemente i rapporti

con l’ autorità e le esigenze di valutazione; ad orientarsi nei modi burocratici di percepire se stessi e gli altri.

Le attività scolastiche che comportano il “mettersi in fila” abituano gli allievi alla pazienza.

Le pratiche scolastiche socializzano gli alunni anche a una vita di valutazione basata sulle prestazioni individuali.

La costante reiterazione del modello a tre fasi (assegnazione dei compiti, prestazione, valutazione) rafforza la

propensione a distinguere i propri sforzi da quelli degli altri ed evidenzia il valore del “successo” nelle società

moderne.

Le pratiche scolastiche socializzano anche all’ accettazione dell’ autorità: obbedienza e sottomissione fanno parte

della vita lavorativa.

Le scuole e le famiglie come sedi di socializzazione

Le scuole sono strutturalmente adeguate per preparare gli individui ad agire in ambienti burocratici impersonali.

Esse hanno due vantaggi rispetto alle famiglie:

Le aule scolastiche sono le prime burocrazie orientate alle prestazioni in cui i bambini passano molto tempo. I

1. maestri sono i primi “datori di lavoro” dei bambini e i compiti scolastici costituiscono la loro prima “occupazione”.

Un’ aula scolastica ospita molti più bambini di quanto non faccia una famiglia, ed è quindi luogo di relazioni

2. che si sviluppano.

Gli anelli esterni: l’ educazione morale

◊ L’ educazione morale non è completamente scomparsa dalle scuole pubbliche.

◊ In una ricerca sulla vita nelle aule scolastiche in California è emerso che:

I valori dell’ operosità e della perseveranza dinanzi alle avversità risultavano essere valorizzati sia dall’

­ interazione con gli alunni avviata dagli insegnanti, sia nei testi di letteratura e di studi sociali;

Altri valori tradizionali (onestà, gentilezza, compassione) erano meno evidenti;

­ La stragrande maggioranza degli insegnanti crede che le scuole dovrebbero insegnare alcuni valori morali

­ fondamentali, fra cui l’ onestà, la puntualità, la responsabilità e l’ operosità.

Le scuole cercano di far sì che gli scolari abbiano una buona autostima e il rispetto per la diversità.

­

Il successo dell’ educazione morale

◊ Molti studiosi della socializzazione danno per scontato che un messaggio ripetuto più volte verrà assorbito,

specie se il messaggio stesso viene sostenuto dalla famiglie e dalla cultura popolare.

◊ Tuttavia: lanciare insulti ai docenti “cattivi” quando non possono sentirli è un’ attività molto comune; anche barare

sulle prove è frequente.

◊ La cultura morale dominante nelle scuole è dunque ben accetta soprattutto fra coloro che si stanno muovendo

verso i vertici della società ed occupano la fascia intermedia della struttura sociale.

La socializzazione fuori dall’ aula

Il cortile scolastico rappresenta una parte assai importante della socializzazione infantile: esso è un’ introduzione

alle reti sociali informali. Le esperienze scolastiche fuori dall’ aula preparano i giovani alla vita adulta in quanto

insegnano loro come imporsi e controllarsi fra amici e colleghi.

¤ L’ autorità degli adulti può essere presente sotto forma di sorveglianti, ma si tratta di un’ autorità relativamente

secondaria.

¤ Molti bambini si mescolano fra di loro, per cui in linea teorica è possibile coltivare un elevato numero di relazioni

con altri bambini.

¤ Di solito i membri dei gruppi di gioco hanno la stessa età, ma non sono parenti né abitano vicino l’ uno all’ altro.

Il cortile e la vita sociale informale

¤ Nel cortile i bambini devono imparare a far fronte ai prepotenti, ai gregari, alle spie, ai falsi amici, agli snob e ad

altri tipi che ci sono familiari. Decidere come comportarsi dinanzi a questi tipi contribuisce ad affinare la capacità di

giudizio. 23

¤ Da molto tempo, alcuni sociologi hanno interpretato le esperienze del cortile come un importante complemento

alla socializzazione in aula.

¤ Secondo Parsons:

Chi acquisisce un elevato status in cortile ma non in aula venditori, addetti alle relazioni pubbliche,

­ imprenditori, attori e attrici;

Chi acquisisce un elevato status in aula ma non in cortile scienziato, ingegnere, professore, giornalista della

­ carta stampata, impiegati pubblici, quadri tecnici;

Chi riesce bene sia in aula che in cortile manager di grandi aziende, alti dirigenti, rettori universitari, medici,

­ avvocati, imprenditori di ricerca, politici ecc.

◊ Benché dia la possibilità di fare prove con la propria identità, il cortile non è affatto un ambiente privo di

stratificazione. Anzi, alcune disuguaglianze sono più evidenti nel cortile che in aula. Ad esempio, i docenti tentano

di mettere insieme maschi e femmine, ma in cortile maschi e femmine tendono invece ad aggregarsi in gruppi

distinti.

◊ Il cortile può essere un luogo in cui alcune relazioni sociali (legate all’ aggressività di genere) si riproducono con

maggiore facilità che in aula.

Divisioni sociali del cortile: “mitico”/“sfigato”, sportivo/secchione, ragazza ­ maschiaccio/ragazzo – effeminato.

◊ Nonostante tutta la sua violenza verbale, il cortile costituisce comunque un’ arena di sperimentazione e

cambiamento. È un luogo dove i bambini si allenano a costruire e a rompere relazioni sociali e collaudano nuove

identità che potrebbero rivelarsi gratificanti; è un luogo dove i bambini imparano a servirsi dell’ aggressione verbale

per combattere le etichette sgradite e per imporre gerarchie di status.

La società adolescenziale e le scuole

◊ Mano a mano che i bambini si trasformano in adolescenti, le amicizie diventano una parte sempre più rilevante

degli incentivi per andare a scuola.

◊ Affinché la cultura dell’ alienazione adolescenziale possa penetrare in profondità, il divario fra il mondo degli adulti

e il mondo degli adolescenti deve essere ampio, così come deve essere parecchio il tempo che gli adolescenti

passano esclusivamente assieme ai coetanei.

Svezia vige un certo equilibrio fra i gruppi di riferimento che influiscono sulle identit à adolescenziali: famiglia,

scuola, comunità locale e gruppo amicale. Ciascuna di queste quattro forze socializzanti occupa legittimamente un

determinato periodo del giorno o della settimana.

Giappone l’ istruzione scolastica assorbe una parte cospicua del tempo e delle energie mentali per i giovani, il

ruolo del gruppo pari è circoscritto per tutto il periodo dell’ istruzione secondaria.

USA la societ à adolescenziale gode di una certa autonomia ormai da molto tempo. Nel corso del tempo, l’

importanza dei gruppi dei pari adolescenziali è aumentata. Le fonti dello status nella società adolescenziale

continuano a essere fortemente non accademiche. Le basi fisiche del dominio – le capacità sportive e un bell’

aspetto – rimangono cruciali. Classifica della popolarità: alunni più attraenti, atleti, membri di gang, studenti

intelligenti, grande massa trascurata dei ragazzi impopolari e sconosciuti.

Culture antiscolastiche

◊ Seppure siano esagerate, le preoccupazioni adulte per l’ alienazione adolescenziale non sono del tutto infondate.

Forse un quinto o un quarto degli adolescenti sono profondamente alienati dalla società degli adulti di ceto medio, e

le scuole ubicate nelle comunità più povere di solito hanno a che fare con quantità maggiori di questi adolescenti.

◊ Il grado di immersione nella cultura adolescenziale è strettamente legato a certi tipi di “comportamenti

problematici” tanto sgraditi agli adulti: il fumo, l’ uso di parolacce, il vandalismo, l’ uso di droghe e alcool, gli

abbandoni scolastici e le gravidanze.

L’ alienazione può essere circoscritta?

◊ Alcuni affermano che il miglior modo per ridurre l’ alienazione adolescenziale è controllare l’ influenza delle

culture antiscolastiche con stringenti mezzi di sicurezza e un’ applicazione severa delle norme.

◊ Le scuole dovrebbero formare docenti capaci di relazionarsi con gli studenti in modi non stigmatizzati e di

assegnare compiti che siano pertinenti alla luce delle loro probabili vite future.

Capitolo 5: Le scuole e la selezione delle opportunità

◊ Scolarizzazione di massa serviva a dotare gli individui di un’ alfabetizzazione di base e di qualche capacit à di

calcolo, a rinsaldarne la moralità e a farne cittadini leali. Quindi, era di natura non economica.

◊ Oggi la scuola è centrale nel processo di classificazione e di allocazione delle persone in funzione del lavoro, e

ciò vale per tutte le società industrializzate. Non tutti i ragazzi studiano come dovrebbero, ma tutti per definizione

ottengono una valutazione in base alla loro resa. Per questa ragione, la selezione sociale è il risultato più ovvio del

sistema scolastico.

◊ N.B.: La scuola è importante sia per la mobilità sociale sia per la riproduzione delle disuguaglianze.

◊ Un laureato statunitense percepisce redditi superiori dell’ 86% rispetto ai connazionali che sono solo diplomati;

altrove il beneficio ammonta al 50%; in Danimarca i laureati guadagnano “solo” il 25% in più rispetto ai diplomati; in

Italia la laurea procura vantaggi di reddito meno marcati rispetto a quanto osservato altrove.

◊ USA:

¤ 1910 solo il 15% otteneva il diploma.

¤ 1940 70% di diplomati (di questi, il 15% frequentava l’ universit à).

¤ 1970 il 40% dei diplomati frequentava corsi universitari.

¤ Abraham Lincoln espresse l’ idea del self­made man.

¤ Alla fine del XIX secolo il destino del self­made man divenne sempre più precario, perché il paese non era più

dominato da piccoli imprenditori, piccoli proprietari e bottegai, ma sempre più persone erano impiegate in grandi

aziende.

¤ Tra le due guerre mondiali sempre più giovani cominciarono a diplomarsi, a causa di un’ improvvisa sete di

conoscenza, dei cambiamenti nella struttura occupazionale e dei maggiori incentiv

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
37 pagine
21 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher agregori di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della pedagogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Gaudio Angelo.