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ROSA E CAROLINA AGAZZI (1866-1951/1870-1945)

Nascono in provincia di Cremona. Dopo ver frequentato la scuola normale di Brescia e

aver conseguito il diploma, insegnano a Nave rispettivamente in una scuola

elementare ed in un asilo infantile. L’incontro con il direttore didattico è importante 

grande sensibilità educative e incoraggia le due sorelle nell’attività didattica; entrano

in contatto con il metodo froebeliano e aportiano. Operano nel 1895 a Mompiano. Qui

avviano la trasformazione dell’asilo infantile in scuola materna. PUBBLICAZIONI di

La lingua parlata, L’abbici del canto

carattere pratico (guide, sussidi per insegnanti)

educativo, Come intendo il museo didattico, Guida per le educatrici. 1898 hanno

modo di partecipare ad un congresso pedagogico nazionale (Torino) e interviene con

una breve relazione Rosa critica il metodo Froebeliano e all’esperienza degli asili

aportiani.

“Finché avete locali che sembrano tane, maestre incolte, bambini mal nutriti

e più malamente educati, non osate parlare di asilo e di sistema italiano ”

“programma di lezioni aride, stucchevoli, tutte di un colore; sempre

FROEBEL

le stesse domande, sempre le stesse risposte, perfino lo stesso tono di voce. Oh

ma finitela una volta! Il bambino non è nato per diventare una marionetta; se

non sapete guidarne l’osservazione, il pensiero, l’azione, ritiratevi o studiate”.

“Visitate molti giardini Froebeliani vi ritroverete il materiale didattico ma non lo

spirito di Froebel; visitate gli asili del metodo sperimentale, vi troverete tutto

salvo la guida dell’esperienza. Uno dei grandi errori in cui siamo caduti noi si è

quello di aver confuso lo spirito del sistema Froebeliano col formalismo che lo

completa”.

“Vivere pei bimbi vuol dire educarli, quindi la maestra giardiniera cessa di essere

Educatrice Froebeliana ogni qualvolta la sua missione si stacca dall’intento della

Madre di Froebel, quando dà invece di prendere, quando istruisce invece di

“Aver ingegno, aver brio, non vuol sempre dire poter

LE MAESTRE:

 diventare buone e brave educatrici. Nell’educazione infantile il saper

fare lezioncine è l’ultimo requisito” occorre avere una preparazione.

“Esse rivolgendo ogni parte dell’insegnamento alla neonata memoria

del bambino, lo fanno agire come una macchina, lo annoiano, lo

stancano, lo …….“ non sono in grado di rapportarsi con i bambini in

maniera corretta

“ebbene ispirate all’educatrice i sentimenti di una madre modello,

MADRE

 

conceda ella ai bambini colla confidenza moderata rispetto, ampia libertà di

parola, rei intorno a sé la naturalezza, il brio, l’attività, la gara nell’affetto,

nell’operare, nell’immaginare, nel conversare e vedrete quanti motivi diversi i

SCUOLA

bambini stesso offriranno all’educatrice per attuare il suo sistema” 

MATERNA (l’educatrice deve avere le caratteristiche di una madre.

ASILI ogni comune dovrebbe avere un asilo proporzionato al numero di

 

bambini in modo che ogni maestra non ne abbia più di 50. Inoltre le famiglie

devono pagare una retta sussidiato dalle pubbliche amministrazioni. Servizio in

parte gratuito, in parte con la partecipazione minima della famiglia (“tenue”).

BAMBINO è un germe vitale che ispira al suo completo sviluppo. Vengono

 

proposte attività fisiche e pratiche (giardinaggio, lavarsi, rimboccarsi le

maniche, soffiarsi il naso, salire e scendere le scale). L’ambiente deve essere

familiare: una grande famiglia dove i più grandi aiutano i piccoli.

ORDINE sostituiscono ai numeri i “contrassegni” per distinguere ciò che

 

appartiene ad ogni bambino. Raffiguravano oggetti naturali, utensili usati nella

vita quotidiana, figure geometriche e offrivano una prima educazione

linguistica.

MUSEO DIDATTICO il miglior materiale da usare nelle lezioni o nei giochi

 

all’aperto è costituito da tutto ciò che può capitare nelle mani del bambino e

forma il materiale del museo didattico o “museo dei poveri” continuità del

materiale didattico

FINE DELLA SCUOLA MATERNA : sviluppo armonico del soggetto. Il

bambino è considerato attivo, per svilupparsi ha bisogno di un ambiente adatto (come

la casa). La scuola lo aiuta a osservare la vita e la realtà nella loro concretezza

partendo dagli esercizi di vita pratica.

1914 le istituzioni e le istanze più valide del metodo Agazzi vengono recepite nelle

Istruzioni e programmi per gli asili e i giardini d’infanzia promulgati da Credaro

1927 Giuseppe Lombardo Radice afferma che il metodo delle sorelle Agazzi è un

metodo geniale, modesto e genuino. Il suo giudizio è fondamentale, è un giudizio che

contribuisce alla distribuzione di questo metodo.

Fine anni ’50 viene emanato un documento che fa riferimento al metodo agazziano.

MARIA MONTESSORI (1870-1952)

Nasce in provincia di Ancona ma muore in Olanda. È fra le prime donne che si laurea in

medicina (Roma). I suoi interessi iniziali si occupano dei bambini minorati psichici. La

sua formazione culturale risente del clima positivistico e delle teorie dei medici

francesi Itard e Séguin. 1898 partecipa al Congresso pedagogico di Torino: qui esprime

una sua convinzione “il problema dei bambini deficienti, è un problema non medico

ma pedagogico”. Studia poi filosofia, antropologia ecc. e i metodi usati nell’educazione

dei bambini normali presso le scuole elementari. Ferruccio Montesano suo insegnante.

I due hanno una relazione e hanno un figlio ma non sono sposati (no socialmente

accettato).

1906 riceve un incarico da parte del Comune, viene incaricata di organizzare gli asili

nel quartiere di San Lorenzo a Roma (periodo in cui la città vede molta gente arrivare

alla ricerca del lavoro, costruzione case popolari)

L’esperienza più importante è la costituzione della “Casa dei bambini” (1907) 

ambiente nel quale i bambini si muovono in perfetta autonomia. L’esperienza si

moltiplica e il nome della Montessori acquista fama nazione e internazionale, grazie

alla pubblicazione dei suoi scritti, dei suoi molti viaggi e conferenze all’estero, al

sorgere di Enti per la diffusione del suo metodo. Vive in Spagna, Inghilterra, Olanda,

India contatto con Ghandi.

 Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione nelle

PUBBLICAZIONI 

Case dei bambini, Manuale di pedagogia scientifica, La pace e l’educazione,

L’educazione nelle scuole elementari, I bambini viventi nella Chiesa. Note di

educazione religiosa ( si occupa anche di educazione religiosa)

CARATTERISTICHE CASA DEI BAMBINI (autoeducazione e auto sviluppo)

L’educatrice è direttrice, deve possedere la conoscenza del metodo. Figura

 gradevole. Attenta all’ordine dell’ambiente, pulizia degli oggetti. Non insegna,

ma dirige l’attività: è in mezzo ai bambini, e passa da uno all’altro per

rispondere alle loro richieste.

Luoghi e oggetti sono tutti a grandezza del bambino = “a misura”

 I bambini svolgono soggettivamente e silenziosamente il lavoro. “Aiutami a fare

 il lavoro”. Autonomia controllata, protagonista della propria educazione

Materiale di sviluppo materiale che sviluppa le abilità sensoriali. Consente di

 

controllare gli errori. È finalizzato allo sviluppo di dimensioni diverse estetica,

limiti, ecc.). rigoroso e curato nei minimi dettagli

Il maestro è uno scienziato. Predispone l’ambiente, il materiale, aiuta il bambino

 procede in maniera sperimentale

“Lezioni di silenzio” coordinare e disciplinare l’attività dei bambini per cui non

 

c’è bisogno di premi e castighi

Montessori è convinta che i bambini abbiano capacità maggiori rispetto agli adulti. C’è

quindi una grande fiducia/ottimismo. Il bambino collabora alla costruzione della pace.

È contraria all’idea di Rousseau (pedagogia libertaria) lasciar fare al bambino quello

che vuole, non funziona.

Da formazione dell’uomo

Pregiudizi sul bambino è semplicemente obbediente, passivo. Può semplicemente

giocare. La M. dice che è in grado di fare da sé, costruire. Uno slancio dentro di sé.

Inoltre è in grado di assorbire

LA FORTUNA DEL METODO DELLA MONTESSORI ancora oggi esistono.

Rispettosa delle esigenze del bambino Fondamento scientifico alla pedagogia

 

CRITICHE secondo alcuni infatti i bambini vengono educati in maniera isolata, non è

sollecitato alla relazione sociale ma educato singolarmente; I singoli sensi vengono

sviluppati in maniera separata

Limitarne la libertà mediante l’uso di un materiale obbligato e da usare in modo

rigoroso

1968 scuola materna statale

RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Inghilterra (1780). Bambini lasciati a se stessi,

persone che lavorano in fabbrica, bambini inseriti nel mondo del lavoro ( piaga

sociale). Questo sfruttamento trova una certa attenzione, alcuni filantropi iniziano ad

interessarsi (filantropo, colui che ha risorse e decide di spendere gratuitamente a

livello sociale; avere una specie di ritorno, rimanere nella memoria) e a chiedersi come

i bambini possano essere sottratti e godersi un certo benessere. Si tenta la via

legislativa ed il ricorso a iniziative private.

ANDREW BELL (1753-1832) organizza una scuola di “mutuo insegnamento”;

direttore di un istituto educativo fondato dalla Compagnia delle Indie vicino a Madras

per l’educazione degli orfani dei militari inglesi morti in India. Moltissimi bambini ma

nessun collaboratore, copia quindi il metodo mutuo utilizzati dai maestri Indù

(all’aperto) i ragazzini più grandi aiutano il maestro. Quest’esperienza lo porta a

pubblicare un testo; il libro non ha particolare successo fino a quando Joseph Lancaster

pubblicizza le sue esperienze compiute in uno dei sobborghi più poveri di Londra in un

saggio pubblicato nel 1803: Improvements in Education as it Respects the Industrious

Classees of the Community. 1810 esce con un nuovo titolo, qui descrive

l’organizzazione scolastica che trova pronta accoglienza soprattutto negli ambienti

liberali.

Critiche rivolte a Lancaster: si contesta che l’insegnamento religioso proposto nelle

scuole non è adeguato al tempo.

MUTUO INSEGNAMENTO

Bambini divisi fra studenti e monitori secondo i diversi livelli di apprendimento

 La scuola è costituita da un’a

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
33 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Barons98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della pedagogia e dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Dal Toso Paola.