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Un’ importazione massiccia e senza discernimento del clero favorisce la sopravvivenza della burocrazie
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ecclesiastica nella propria colonia, che diventa ogni giorno sempre più separata e sempre più confortevole. Questa
immigrazione facilita la trasformazione dell’ antica “hacienda di Dio” in un supermercato del Signore, dotato di un
abbondante stock di catechismi, liturgie e altri mezzi della grazia.
Il popolo si accorge presto che la Chiesa è lontana, che gli è estranea, che è un affare specializzato, importato,
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finanziato all’ estero, il cui linguaggio è tanto più santo quanto meno è quello del paese.
Una gran parte del personale della Chiesa dell’ America Latina è attualmente impiegato in istituzioni private che
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sono al servizio delle classi medie e superiori, e spesso ne ricavano profitti sostanziosi. Questo succede in un
continente dove c’ è un bisogno estremo di professori, di infermiere e di aiutanti sociali nelle istituzioni pubbliche
che sono al servizio dei poveri. Una grande parte del clero è impegnata in funzioni burocratiche legate abitualmente
al trasporto dei sacramenti ed alle “benedizioni” superstiziose. La maggior parte di essi vivono in una miseria nera.
La teologia serve a giustificare questo sistema, il diritto canonico ad amministrarlo, ed il clero straniero a creare un
consenso mondiale in favore della sua conservazione.
I missionari corrono il rischio di essere utilizzati come pedine sullo scacchiere mondiale ed è male utilizzare il
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Vangelo per sostenere un sistema politico o sociale.
Gli USA attraverso la mediazione dei loro missionari foggiano l’ immagine pubblica della Chiesa. La venuta della
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Chiesa coincide con l’ arrivo dell’ Alleanza per il Progresso, con i progetti Camelot e CIA e la coincidenza sembra
santificarli!
il missionario americano, anche senza volerlo, è un agente segreto. Coscientemente e deliberatamente egli
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vuole portare all’ America Latina i valori della sua Chiesa.
C’ è pure un pericolo opposto: l’ America Latina non può più tollerare di servire da asilo liberali americani che
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non riescono a togliersi dai pasticci a casa loro, né da sbocco per apostoli troppo “apostolici” per compiere, con le
competenze professionali richieste, la loro vocazione nella propria comunità.
Il cattolico degli USA vuol essere impegnato in un programma ecclesiologicamente valido, e non in un
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programma che è insieme politico e sociale, che miri ad influenzare la crescita delle nazioni in via di sviluppo
secondo la dottrina sociale di non importa chi, anche se viene arbitrariamente presentata come quella del Papa.
Rinascita dell’ uomo epimeteico (1971)
Pandora era una dea della terra nella Grecia matriarcale della preistoria. Essa fece scappare tutti i mali dal suo
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vaso, ma chiuse il coperchio prima che potesse fuggire anche la speranza. La storia dell’ uomo moderno comincia
con la degradazione del mito di Pandora e termina con lo scrigno che si chiude da solo. È la storia dello sforzo
prometeico per creare istituzioni che bloccano l’ azione dei mali scatenati.
La Pandora originaria venne mandata sulla terra con un vaso che conteneva tutti i mali, e in più, come unico bene,
la speranza.
Per capire ciò che questo vuol dire dobbiamo riscoprire la differenza tra speranza e aspettativa:
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speranza: fede ottimistica nella bontà della natura;
aspettativa: contare su risultati programmati e controllati dall’ uomo.
I greci raccontavano anche la storia di due fratelli, Prometeo e Epimeteo. Il primo consigliò all’ altro di star
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lontano da Pandora; ma l’ altro non gli diede retta e la sposò.
Epimeteo significa “colui che capisce a posteriori”, sinonimo di “sciocco”, “ottuso”.
All’ epoca in cui Esiodo rinarrò questa storia i greci erano divenuti dei patriarchi moralisti e misogini, terrorizzati al
solo pensiero della prima donna. Essi costruirono una società razionale e autoritaria. Escogitarono istituzioni con le
quali contavano di tener testa ai mali scatenati. 3
L’ evoluzione del mito rispecchia il passaggio da un mondo in cui si interpretavano i sogni a un mondo in cui si
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facevano oracoli.
Per il primitivo il mondo era governato dal fato, dai fatti e dalla necessità. Sottraendo il fuoco agli dèi, Prometeo
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tramutò i fatti in problemi, revocò in dubbio la necessità e sfidò il fato. L’ uomo classico formò un contesto civilizzato
per una prospettiva umana. Era conscio di potere, sì, sfidare il fato, la natura, l’ ambiente, ma solo a proprio rischio.
L’ uomo ha conquistato il potere frustrante di chiedere qualunque cosa perché non riesce a immaginare niente
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che non possa essergli fornito da un’ istituzione.
L’ assurdità delle istituzioni è evidente se si prende ad esempio l’ istituzione militare: le armi moderne sono in
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grado di difendere la libertà, la civiltà e la vita solamente annientandole; la sicurezza, nel linguaggio dei militari, è la
capacità di toglier di mezzo la Terra.
L’ agricoltura moderna avvelena ed esaurisce il suolo. La “rivoluzione verde” è in grado, con le nuove sementi, di
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triplicare la produzione per ettaro, ma solo aumentando, in misura proporzionalmente ancor maggiore, l’ impiego di
fertilizzanti, insetticidi, acqua e energia.
Inesorabilmente, coltiviamo, curiamo, produciamo e scolarizziamo il mondo per farlo morire.
● L’ uomo è diventato il trastullo di scienziati, ingegneri e pianificatori.
● Il primitivo può incolpare qualche forza trascendente, ottusa e implacabile, mentre il turista è dominato dalla
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logica inesorabile della macchina.
Per il boscimano l’ evento procede dalle leggi della magia, per l’ americano da quella della scienza (esempio
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dell’ americano che investe il messicano).
Gli obiettivi delle istituzioni contraddicono infatti continuamente i loro prodotti. Il piano contro la povertà fa
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aumentare il numero dei poveri, la guerra in Asia quello dei Vietcong, l’ assistenza tecnica il sottosviluppo ecc.
La massa dei consumatori comincia ad accorgersi che quanto più può comprare, tante più delusioni le tocca
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ingoiare. Il consumatore esperto non ha modo di ritornare a una ingenua fiducia nelle tecnologie magiche. Troppe
persone hanno avuto brutte esperienze con computer nevrotici, infezioni prese in ospedale e ingorghi ovunque ci
sia traffico, per le strade, sulle rotte aeree o nei telefoni.
Neanche il riformatore sociale può tornare agli assunti degli anni Quaranta. È svanita la speranza di superare il
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problema della giusta distribuzione dei beni creando un’ abbondanza dei beni stessi.
Oggi, ciò che rende moderno un gusto, è il fatto di passar di moda ancora prima di essere soddisfatto.
Insegnanti, medici e assistenti sociali si accorgono che le loro prestazioni professionali, pur così diverse, hanno
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almeno un aspetto in comune: creano cioè ulteriori richieste degli interventi istituzionali da loro forniti, prevenendo e
superando le loro possibilità di fornire servizi istituzionalizzati.
Capitalismo per asserire la propria superiorit à, ostenta un tenore di vita più alto.
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Comunismo vanta un pi ù elevato tasso di sviluppo come indice del suo futuro trionfo.
Il dubbio che nel concetto di homo faber vi sia qualcosa di strutturalmente sbagliato si va sempre più diffondendo
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in una minoranza sparsa in tutti i paesi, comunisti, capitalisti e “sottosviluppati”. Questo dubbio è la caratteristica
comune di una nuova élite. Appartengono ad essa individui di ogni classe, reddito, fede e civiltà.
Prometeo “il preveggente” o “colui che fa avanzare la stella polare”. Egli sottrasse abilmente agli d èi il
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monopolio del fuoco, insegnò agli uomini a servirsene per forgiare il ferro, divenne il dio dei tecnologi e finì legato a
ferree catene.
Uomini epimeteici fratelli e sorelle pieni di speranza.
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Il mito dell’ istruzione (1992)
Illich dice di aver sempre pensato che la scuola rispondesse ad esigenze di altri e non ha mai preso seriamente
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la scuola. Tutto quello che ha imparato, l’ ha imparato fuori dalla scuola.
1956, diventato vicerettore dell’ Università Cattolica di Ponce a Puerto Rico si chiese: “Cos’ è tutta questa
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struttura creata intorno all’ istruzione?”.
Iniziò a pensare che la scuola fosse strutturata in modo ingiusto perché costringeva la gente ad andare a scuola
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e da lì cominciò a riflettere se avesse o meno un qualche senso.
Scolarizzazione in Puerto Rico: organizzata in modo tale che la metà degli studenti, provenienti dalle famiglie più
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povere, aveva una possibilità su tre di portare a termine i cinque anni di istruzione elementare che sono obbligatori
per legge.
La scolarizzazione a Puerto Rico serviva a consolidare l’ originaria povertà dei bambini con un nuovo, interiorizzato,
senso di colpa per non avercela fatta. Così è arrivato alla conclusione che le scuole finiscono per essere un sistema
che produce più emarginati che integrati.
Nella mente delle persone che le finanziavano e progettavano, le scuole avrebbero dovuto incrementare l’
uguaglianza. In realtà funzionavano come una lotteria: quelli che non ce la facevano non perdevano solo ciò per cui
avevano pagato, ma rimanevano segnati per il resto della loro vita come individui inferiori.
Si aspirava a ottenere almeno un diploma di scuola secondaria.
● Secondo Illich l’ idea di una scolarizzazione che garantisce l’ istruzione è tramontata nel corso degli anni
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Settanta.
Con “descolarizzazione” Illich non intendeva la separazione della scuola, poiché non ha mai voluto abolire le
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scuole.
Egli affermava che nella Costituzione americana gli americani hanno sviluppato il concetto di separazione delle
Chiese. La separazione implica il non ricevere denaro pubblico. La sua proposta era che invece di finanziare le
scuole, si dovrebbe obbligarle a pagare le tasse, così che la scolarizzazione diventasse un oggetto di lusso e
potesse essere riconosciuta come tale. In questo modo la discriminazione provocata dalla mancanza di
scolarizzazione non avrebbe più avuto l’ avallo della legge, al pari delle discriminazioni di razza o di sesso che
erano ormai riconosciute illegali.
Praticamente: Illich afferma che la scolarizzazione &egr