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Tra gli principali schemi assumono una importanza particolare, oltre a quello della figura
umana, quelli spaziali: la linea scura in basso, della terra e la traccia azzurra in alto, del cielo.
Queste 2 linee testimoniano il bisogno e la consapevolezza del b. dell’esistenza di punti fermi al di
là della sua persona, di coordinate sicure che determinano una strutturazione dello spazio e dei
rapporti tra gli oggetti e le persone.
Lo schema è soggetto a numerosi aggiustamenti e cambiamenti ed è legato al valore
emozionale delle diverse esperienze. Un oggetto molto ingrandito rispettivamente agli altri di una
stessa rappresentazione, ne indica il particolare valore emozionale e affettivo (anche la maggiore o
la minore accuratezza dei dettagli di una figura). L’utilizzazione normale dello schema si
differenzia da quella stereotipata che nasce da una condizione di disadattamento emotivo; quella
normale è sempre modificata invece la ripetizione ossessiva genera staticità. Non si tratta di
esprimere la realtà nei schemi grafici ma la propria visione affettiva e cognitiva del mondo. I
bambini con insufficienza mentale arrivano raramente alla fase dello schematismo.
2.3.La rappresentazione della figura umana. Il modo con cui un b. rappresenta la figura umana e se
stesso è fonte di molte informazioni: il livello cognitivo, le capacità percettive, la capacità di
rappresentazione mentale della realtà, l’aspetto affettivo- emozionale. Perciò le rappresentazioni
grafo-pittoriche vengono spesso utilizzate come test proiettivi, cioè capaci di rendere visibili aspetti
della personalità del b. La figura umana viene rappresentata all’inizio con una traccia circolare che
viene arricchita, man mano con l’età, da vari dettagli (occhi, bocca, naso, braccia, gambe). Gli
aspetti emozionali possono determinare omissioni e inadeguatezze nella rappresentazione grafica.
Tali inadeguatezze sono spesso il prodotto di meccanismi difensivi come la negazione o lo
spostamento, utilizzati in situazioni conflittuali pesanti. La negazione si traduce, al livello grafico,
nell’omissione di aspetti della realtà che generano conflitti (personaggi della famiglia o dettagli del
volto e del corpo). Ad esempio gli occhi disegnati eccessivamente grandi possono alludere ad un
atteggiamento della figure di cura eccessivamente intrusivo. Oppure sono omessi dei particolari
davanti ai quali il b. si sente inadeguato (i b. sordi omettono le orecchie nel disegno oppure le
enfatizzano). Con lo spostamento si assegnano ad altri parti di sé indesiderate o considerate
negative. Dai test proiettivi basati sul disegno, specialmente della famiglia, si ricavano delle
informazioni utili:
• L’ordine di comparsa della figure sembra procedere dalla persona più significativa a quello
che lo è di meno (si vede anche come si vede il b. all’interno della famiglia)
• La maggiore o minore attenzione e cura della realizzazione delle figure riflettono il rapporto
affettivo che il b. ha con loro; le omissioni o le cancellazioni riguardano spesso personaggi
con i quali il b. ha un conflitto (fratellino- rivale) o personaggi visti come insignificanti;
quando riguardano la propria persona esprimono un vissuto di esclusione.
• Le organizzazioni dello spazio grafico riflettono altrettante suddivisioni degli ambiti di vita (
2 elementi disegnati come separati o uniti all’interno di un “contenitore” comune).
Per comprendere meglio il test della famiglia, se il disegno riflette la propria famiglia cosi come la
vive oppure una proiezione dei propri desideri (famiglia ideale), si fa un “intervista” composta da
una serie dei domande standardizzate (Corman prevede una serie di domande: descrivere i
personaggi rappresentati, l’attività che svolgono ecc).
3.La sensibilità ritmico- musicale. E’ importante utilizzare con bambini affetti da disabilità la
musica come oggetto- mediatore tra bambino e adulto o tra i bambini, per stimolare indirettamente
esperienze intellettive e affettive altrimenti precluse (il canale auditivo è più attivo rispetto a quello
verbale). Per educare la percezione acustica si parte dalla ricerca guidata dall’ambiente sonoro
quotidiano (il vento, il rumore di un torrente, la voce umana, ecc), poi si fanno sentire delle melodie
ad andamento lento e dei ritmi ternari che sollecitano dei movimenti rotatori (adatti per attività di
coppia adulto/bambino). Le musiche ritmate incoraggiano la condivisione con altri bambini. Le
prime proposte di brani musicali codificati potrebbero essere quelli che si avvicinano ai rumori
quotidiani, come “Simfonia dei giocattoli” di Haydin. L’efficienza della musica rispetto ad altri
canali si basa su i suoi 3 aspetti principali: melodia (parla all’affettività), ritmo (inserisce l’aspetto
critico di tipo cognitivo) e armonia. Per tutti i bambini, la validità della pedagogia basata sulla
musica è legata a due ragioni: risponde all’esigenza del b. di sentirsi sempre un’unità dinamica (di
impegnare tutto se stesso) e la sua traduzione il linguaggio grafico, verbale o mimico- gestuale
favorisce lo sviluppo della creatività.
4. I prerequisiti generali e specifici per l’apprendimento della matematica. Le prime
competenze matematiche traggono origine dall’azione diretta, dalla manipolazione finalizzata a
confronti e trasformazioni scoprendo le relazioni tra le cose o creando di nuove. Alla base delle
competenze matematiche più mature sta quella che Piaget definisce reversibilità, la capacità di
percorrere, mentalmente, l’azione eseguita, fino a ritornare al punto di partenza. Con il pensiero
reversibile il b. diventa capace di creare schemi mentali sulla base della proprie azioni e di
interpretare i risultati (da 7 anni). La differenza fondamentale tra ricognizioni percettive e
operazioni mentali sta nel fatto che le prime sono costanti e le seconde sono invece flessibili (si
possono trasformare e cambiare). Nell’ambito logico-matematico il b. non è cosi stimolato come
nell’ambito linguistico (racconti, televisione ecc). Per capire la nozione di numero, il b. deve capire
le nozioni di classificazione e di seriazioni. La classificazione, basata sulla capacità di scoprire
uguaglianze e diversità, è alla base del pensiero analitico e alla capacità creative. La seriazione
presuppone il confronto tra gli oggetti e non solo lo scoprire se ciascuno di essi possiede una
determinata qualità. La regressione a livelli di funzionamento precedenti è spesso legata alla paura
di avventurarsi in ambiti sconosciuti oppure la paura di giudizi e dell’insuccesso.
4.1.Egocentrismo e percezione dello spazio. La costruzione del mondo percettivo e mentale del b.
dipende dal superare la fase egocentrica (ciò che vale per sé vale per tutti) e di poter assumere vari
punti di vista. La conoscenza spaziale del b. ha delle leggi egocentriche come: l’inclusione, la
chiusura, la vicinanza, la lontananza, la separazione, la somiglianza, la direzione e la regolarità.
Queste leggi implicano un rapporto spaziale definito “topologico”. Secondo la geometria euclidea
un quadrato è una figura composta da 4 lati uguali formanti 4 angoli di 90°. Secondo quella
topologica, un quadrato è una figura chiusa. Piaget osserva che prima di 4 anni il b. non può
concepire il concetto di linea dritta, tracciando solo linee curve e ondulate. Il passaggio
dall’universo rappresentato a quello compreso, ciò all’intelligenza di tipo analitico, presuppone un
buon orientamento e una buona organizzazione spaziale (un buon possesso dei riferimenti
topologici). Tale strutturazione risulta più o meno gravemente danneggiata in quasi tutti i b.
portatori di handicap (oppure in quelli con carenze di stimolazioni ambientali e affettive).
4.2.L’organizzazione temporale. Secondo Piaget il b. concepisce a lungo il tempo come legato allo
spazio a cui però si aggiungono il movimento e la sequenza causale delle successioni degli
avvenimenti (prima di 6 anni i b. negano l’uguaglianza dei tempi di movimento delle 2 bambole,
affermando che la più veloce impiega più tempo dell’altra). Il concetto di tempo come universale e
continuo è difficile da capire e i b. con ritardi non pervengono mai (possono acquisire il vocabolario
di ore, giorni ecc). La costruzione della nozione di tempo si svolge contemporaneamente con
quello dello spazio. Per Piaget, il b. può ordinare gli avvenimenti temporali quando si libera
dall’egocentrismo sia spaziale (passaggio dallo spazio topologico a quello euclideo), sia mentale
(usa il perché causale), sia sociale (svolge attività di gruppo). Ci sono delle attività o giochi che
contemplino il concetto di sequenza temporale “implicita” che puntano su 2 termini: uno si
modifica mentre l’altro rimane stabile (figure con una pianta in crescita). E’ probabile che la
nozione di tempo si formi parallelamente a quella dell’immagine mentale con l’imitazione differita,
il gioco simbolico, la grafica, il linguaggio ma è il movimento dell’immagine mentale che genera la
nozione di tempo.
4.3.Le capacità logiche: classificazione e seriazione. Queste capacità si sviluppano senza
stimolazioni particolari ma vengono acquisite in relazione sia a esperienze ripetute di
manipolazione di oggetti concreti, sia alla capacità di osservarli, di cogliere analogie e differenze.
Secondo Piaget, si possono individuare 3 tappe nell’acquisire la capacità classificatoria: verso i 3
anni il b. fa raggruppamenti per somiglianza, poi fa dei raggruppamenti “assoluti” (non concepisce
che un intero può far parte di un intero più grande) e successivamente le classificazioni tengono
conto delle dimensioni (più difficile da utilizzare rispetto al colore o alla forma). La seriazione è
legata al trovare un criterio di sistemazione. Le classi sono legate a rapporti simmetrici, all’avere
una caratteristica comune, mentre la serie a rapporti asimmetrici, poiché si fonda su un criterio di
ordine che distingue le classi. Piaget individua 3 fasi nella genesi della capacità di seriazione
(all’inizio costruisce solo frammenti di serie; a 6 anni confronta gli elementi 2 a 2; dopo i 6 anni
riesce operare metodicamente seriazioni).
5. La lettura e la scrittura: prerequisiti specifici, difficoltà, ritardi e disturbi.
L’intervento rieducativo.
5.1.La lettura. La comprensione di un testo scritto presuppone l’accesso al significato letterale e la
capacità di inserire il messaggio al proprio bagaglio di conoscenze. Nella lettura sono in gioco
anche elementi simbolici e concettuali relative alle leggi che regolano l’esistenza umana ma anche
conoscenze sulla ling