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ANIMAZIONE

Entrata tra la fine degli anni 60, come una modalità con cui si organizzano e si

praticano delle attività. Animazione è diventata quasi sinonimo di gioco.

Animare: dare anima, dare vita. ->un qualcosa ha vita se si muove e se

 comunica. Animazione viene declinata sotto questi due aspetti. Movimento e

comunicazione identificano qualunque processo di animazione

Vita: movimento e comunicazione

 Il gioco è animazione, sempre. Qualunque gioco è animazione, perché

 qualunque gioco facciamo, è basato sul fatto che nel gioco c’è movimento e

c’è comunicazione. Praticando molti giochi diversi si imparano modalità di

comunicazione diverse

Il giocattolo: oggetto di animazione del bambino. -> giocattolo

 intendiamo un oggetto fatto apposta per il gioco infantile. Nella nostra

cultura, il giocattolo è un oggetto realizzato da adulti per il gioco dei

bambini. I giocattoli mettono in evidenza l’idea di gioco e di infanzia che

hanno gli adulti, perché appunto sono prodotti e realizzati dagli adulti.

Il bambino anima il giocattolo, gli da vita: lo muove, gli da la voce, ecc. il

bambino utilizza l’animazione, dare movimento e comunicazione, e lo fa

come attività ludica. Da questo punto di vista l’animazione è un linguaggio

che appartiene all’infanzia.

Due forme espressive storicamente codificate:

 Il teatro di animazione e di figura-> si chiama teatro di animazione

o perché anima dei giocattoli. Il teatro di figura

Il cinema di animazione-> cinema di animazione alla fine dell’800.

o Sono i cartoni animati. Disegna animato o cinema di animazione. Il

cinema non è solo il disegno

I due prototipi di giocattoli sono due: la palla e la bambola.

Dalla bambola derivano tutti i vari prodotti legati alla miniatura e al gioco

simbolico. Tutto ciò che è rappresentazione di qualcosa.

Altri significati di animare/animazione

Infondere coraggio, incitare

 Sviluppare una discussione

 Situazione o ambiente caratterizzato da agitazione, vivacità

 Essere animati da buona volontà, dalle migliori intenzioni

 Laboratorio di animazione-> laboratorio è un luogo dove si produce

 qualcosa. La parola laboratorio entra nella didattica proprio attraverso

attività di animazione

Il pittore anima i paesaggi con scene

 Modalità di intervento educativo e culturale -> figura dell’animatore

In Italia nasce nella seconda metà degli anni 60. È una modalità attività che

nasce nelle realtà extra scolastiche. Una delle prime realtà in cui il concetto di

animazione è stato dirompente sono stati gli ospedali psichiatrici.

Nel 1971 esce la rivista “Animazione sociale

Nel 1972 esce il primo libro dedicato all’animazione, “L’animatore socio-

culturale”. Libro francese.

CEMEA, 1937.

MCE, movimento di cooperazione educativa. Italia 1951. Movimento in cui

fanno parte gli insegnanti che condividono metodi attivi

L’animazione opera sul:

Tempo libero/divertimento (turismo, vacanze, feste, giochi)

 Dis-agio (anziani, giovani, immigrati, bambini ospedalizzati)

 Agenzie culturale (biblioteca, museo, teatro, scuola)

FARE ANIMAZIONE

Il tempo e lo spazio -> quello che conta è l’intensità dell’esperienza e

 come viene vissuta. Non ha i tempi della didattica.

Le risorse umane e materiali

 Le tecniche -> non bisogna essere dei professionisti in quel settore. Basta

 sapere il minimo indispensabile per fare animazione.

La metodologia

PSICOMOTRICITÀ

Identifica una modalità con cui si fa educazione motoria. Nasce soprattutto

dalla seconda metà del 900 ed è una modalità che nasce sul piano terapeutico.

Nasce in base alle scoperte per cui dei soggetti on dei problemi di tipo

psicologico, emozionale, avevano all’origine dei problemi legati al sistema

motorio.

Si è capito eh gli aspetti motori hanno un impatto significativo sullo sviluppo

della persona.

Lo sviluppo del bambino avviene con la continua interazione corpo-mente.

Quando il bambino si muove, è al tempo stesso che mentre fa delle azioni in

maniera ludica, è un bambino che pensa, eh vive delle emozione e che

comunica.

Il movimento non attiva degli aspetti solo meccanici, ma è un’attività globale.

La psicoterapia diventa una terapia educativa attraverso il movimento.

Si sono sviluppate scuole diverse di psicomotricità.

Fenomenologia del corpo (modo con cui viene inteso il corpo). Tutto è legato

a campi di relazione; il nostro corpo è sempre in relazione con gli altri, con il

mondo.

Esiste sempre un corpo in relazione con qualcosa.

Il bambino impara a comunicare e a parlare non perché elabora delle

 istruzioni formali, ma perché è sollecitato dai bisogni e dagli oggetti del

mondo. Sono gli oggetti dell’ambiente-mondo a indicare al corpo le sue

possibilità. -> è la realtà stessa che fa sì che il bambino si possa muovere. Il

bambino impara a camminare perché la sua relazione con il mondo lo

sollecita a camminare, nessuno glielo insegna. L’adulto da sostegno al

bambino. Anche imparare a parlare è una sollecitazione da parte

dell’ambiente.

Il termine COM-PRENDERE

 Per disporre del proprio corpo non è sufficiente la sua struttura funzionale

 anatomico-funzionale, ma serve un ambiente-mondo dove il corpo possa

muoversi e dare un senso alle azioni e alle cose

Prima che nello spazio e nel tempo le cose si dispongono secondo il

 significato che assumono per il corpo. Il rapporto spazio/copro si dispiega

sulla forma di possibilità o distanza dalle cose -> per un bambino le cose

sono innanzitutto vicine o lontane; il rapporto corpo-spazio è la prima

rivoluzione della concezione del mondo del bambino, cioè che le cose deve

prenderle non sono le cose che vanno da lui. Man mano che il bambino si

muove, capisce che può raggiungere le cose. Questo significa cambiare la

visione della realtà

Lo spazio corporeo.

 posizionale:

Non è le cose si dispongono sulla base di coordinate astratte,

o di un ordine geometrico, oggetti o che prescinde da ogni punto di vista

situazionale:

Ma è cioè sempre in situazione; si misura partendo dalla

o situazione in cui viene a trovarsi di fronte ai compiti che si propone e alle

possibilità dici dispone. essere corpo, non avere corpo.

Questo spazio corporeo è inteso come Il mio

essere corpo è quello che mi consente di esistere in rapporto con il mondo. Io

sono il mio corpo.

Questo è un cambiamento di prospettiva scientifica, e determina dei

cambiamenti radicali che sono ancora lontani dall’essere assunti; per esempio

la pedagogia nella scuola, il bambino non è il corpo. L’idea che il bambino

corpo non è ancora entrata a pieno nella pedagogia scolastica.

La centralità dell’essere corpo determina un cambiamento di prospettiva

radicale. idee per una fenomenologia pura e per una filosofa

Edmund Husserl,

fenomenologica.

“Ogni io non può prescindere dal percepire le cose sotto un dato orientamento,

per cui ogni la appare vicina o lontana, sopra o sotto, a destra o a sinistra. Ora,

per l’io, il copro proprio ha un posto privilegiato, perché porta con sé il punto

zero di tutti questi orientamenti. Infatti, tutte le cose del mondo circostante

hanno un loro orientamento rispetto al corpo, così come tutte le espressioni

dell’orientamento portano con sé questa relazione, per cui il corpo proprio si da

come costante latore del entro dell’orientamento”

“Per la prima volta constatiamo, a proposito del corpo proprio, ciò che vale per

tutte le cose percepite: e cioè che ha la percezione dello spazio e la percezione

della cosa, la spazialità della cosa e il suo essere di cosa non costituiscono due

problemi distinti…

Jean Le Boulch, ha declinato il concetto di corpo proprio, nella psicomotricità.

“Quando l’apprendimento motorio prende la forma di una meccanizzazione,

rende il corpo dell’uomo estraneo alla propria persona. Il nostro progetto di

apprendimento motorio si rivolge non al corpo come strumento della persona,

ma al corpo proprio. Questo termine di Merleau-Ponty presenta il duplice

vantaggio di affermare il nostro orientamento fenomenologico e di evitare

l’alternativa dualistica tra il corpo soggetto e il corpo oggetto”

A differenza di Aucurturier?? Le Boulch si concentra sul concetto del corpo in

ambito di educazione fisica.

“La scienza del movimento di ispirazione cartesiana tende a risalire al

complesso a partire dal semplice. Noi pensiamo che la scienza del movimento,

così come la concepiamo, consista nel considerare, nell’acquisire come dato

immediato il corpo quale unità fondamentale”

L’azione motoria è l’insieme di questi due aspetti.

Il corpo per il bambino nasce come una palla dal quale partono dei raggi (una

delle prime rappresentazioni dei bambini)

Attraverso il disegno il bambino pensa, è un modo attraverso cui il bambino

elabora la rappresentazione del proprio corpo.

Unisce alla padronanza motoria della capacità di tracciare segni ordinati, la

capacità psicologica della rappresentazione.

Le aree del gioco psicomotorio

Area del gioco tonico-muscolare: riconduce alle esperienze originarie, al

 primo dialogo tonico fatto di contatti e manipolazioni corporee -> giochi di

equilibrio e disequilibrio, rotolamenti, scivolamenti, cadute. Hanno dei

significati molto profondi,

Area del gioco pre-simbolico: privilegia la sensibilità visiva con le nozioni

 di presenza-assenza e le percezioni interne (pieno-vuoto). Oggetto

transazionale, nascondersi, costruire e distruggere. Questa ripetizioni di

questi giochi, sono legati ai concetti della presenza assenza.

Area del gioco sensomotorio: 2-3 anni, compare il disegno infantile, il

 bambino acquista consapevolezza sul proprio corpo e si procura piacere

attraverso il movimento in uno spazio che si dilata e si anima: saltare,

tuffarsi, girare su se stesso, arrampicarsi -> il bambino elabora i propri

vissuti.

Area del gioco simbolico: finzione e rappresentazione fantastica:

 rappresentare ruoli e personaggi della vita quotidiana o del mondo

fantastico, forte investimento emozionale nell’azione motoria -> fanno delle

attività carine di significato simbolico, trasforma oggetti. Le fasi successive

dei giochi non aboliscono quelle precedenti ma le comprendono. Man mano

che

Dettagli
A.A. 2019-2020
39 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sebastianovinella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia del gioco e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Farnè Roberto.