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Azioni di prepotenza

Essere raccontate, ma restano raggiungere un pubblico moltosempre abbastanza circoscritte vastoI bulli presentano medi livelli I cyberbulli presentano altiInibizione di disinibizione e disimpegno livellimorale di disinibizioneLa vittima manifesta alti livelliLa vittima manifesta mediVulnerabilità di vulnerabilitàlivellidi vulnerabilitàI bulli hanno feedback tangibili cyberbulli non hanno feedbackFeedback sulle conseguenze delle loro tangibili sulle conseguenzeazioni delle loro azioniI bulli manifestano processi I cyberbulli manifestanoConseguenza azioni deresponsabilizzazione processidi depersonalizzazioneLe prepotenze possono essere Le prepotenze possono essereChi mette in atto le attuate dal bullo, dal gregario e attuate da chiunque, anche daprepotenze dal bullo-vittima chi nella vita reale è unavittimaGli spettatori sono quasi Gli spettatori possono essereSpettatori sempre presenti presenti, assenti, conoscere lavittima o ignorare la

Questa permette di comprendere sia le motivazioni che spingono i cyberbulli a commettere azioni offensive e moleste sia le possibili ragioni che spingono un soggetto a scegliere di attuare questa specifica forma di intimidazione. Le prime sono riconducibili alla rabbia nei confronti delle vittime e/o del mondo, Le seconde sono rintracciabili nella possibilità di mantenere l'anonimato. Dunque, facile comprendere che ciò che differenzia sostanzialmente il bullismo tradizionale da quello elettronico è che quest'ultimo implica sempre azioni di prepotenza che violano alcune norme Legge sulla Privacy (D.L. 196 del 2003) e che, quindi, possono essere sanzionate da un punto di vista penale ed amministrativo.

1.2.2 - Le forme del cyberbullismo.

Il cyberbullismo è una forma di intimidazione che assume molteplici e specifiche modalità di manifestazione, che pur presentando caratteristiche proprie,

Hanno anche alcuni aspetti che si sovrappongono. È possibile identificare due grandi categorie di molestie on-line: cyberthreats (cyberminacce) e cyberstalking (cyberpersecuzione). Le cyberminacce fanno riferimento a messaggi maleducati, infamanti. Due peculiarità fondamentali delle cyberminacce sono la persistenza del comportamento (la prepotenza è reiterata nel tempo) e l'asimmetria di potere nella relazione cyberbullo - cybervittima. Ovvero, rispetto al cyberbullo, la cybervittima è sempre in one down e si limita a subire le molestie. Solo in casi molto rari, le cybervittime provano opposizione a chiedere al cyberbullo di smettere o, se possibile, replicano alle cyberminacce con messaggi che sono altrettanto offensivi con l'unico intento di far cessare le intimidazioni. Le cyberminacce possono essere dirette o indirette: le cyberminacce dirette sono sottocategorie:

cyberminacce dirette: quelle in cui una persona afferma la sua intenzione di voler fare del male a qualcuno o a se stesso,

cyberminacce indirette: l'intenzione di voler fare del male a qualcuno o a se stessa, ma costringono a leggere tra le righe,

persecuzioni: una sorta di molestia, intesa come l'atto di importunare qualcuno ripetutamente infastidendolo, assillandolo o prendendolo in giro. In particolare, la persecuzione assume la forma della molestia nel momento in cui diventa altamente intimidatoria ed include la violazione della privacy di qualcuno.

cyberpersecuzioni: fanno riferimento alla stessa cosa, ma fatta mediante l'utilizzo di forme elettroniche. Ovvero, il cyberstalker perseguita una persona inviandole messaggi minacciosi sul cellulare e/o sul computer in modo persistente.

Le minacce non fanno solo riferimento ad aggressioni fisiche, ma possono includere anche la diffusione in Rete di

materialeriservato riguardante la vittima. Generalmente, questa forma di molestia è facilmente riscontrabile nell'ambito di relazioni conflittuali tra coetanei o nel caso di rapporti di coppia interrotti. La maggior parte delle vittime di cyberbullismo riferisce che l'abuso si verifica anche nelle chat rooms: stanze virtuali in cui le persone spediscono e ricevono messaggi (chatting) per chiacchierare. In alcune chat rooms si chiacchiera intorno ad un tema particolare, in altre non c'è uno specifico tema conversazionale. Questi servizi, anche piuttosto diversi tra loro, hanno in comune due elementi fondamentali: il dialogo avviene in tempo reale e il servizio mette facilmente in contatto perfetti sconosciuti in forma anonima. A volte nelle chat rooms possono verificarsi flaming: spedizione di messaggi elettronici volgari e osceni ad una o più persone, oltre a episodi di verbali on-line tra contendenti che si affrontano ad armi pari e per uno scopo di battaglie strettamente correlato all'attività on-line condivisa. L'anonimato e la conseguente favoriscono l'emissione di risposte altamente aggressive nei confronti delle . L'outing . Ulteriori forme di intimidazione utilizzate sono l'outing spontaneamente informazioni private, registrarle e, successivamente, renderle pubbliche. In alcuni casi, il cyberbullo può sollecitare con l'inganno (trickery) la rivelazione di informazioni per poi diffonderle nella Rete o minacciare di farlo qualora la vittima non si rendesse disponibile ad esaudire le sue richieste. L'outing non presuppone necessariamente la conoscenza <"il cyberbullo deliberatamente mette on-line false informazioni> della vittima. Invece, nel trolling costringendoli a rispondere e a contribuire ad una conversazione che potrebbe servire a molestare una vittima". Una ulteriore tipologia di abusi on-line è quella in cui i cyberbulli si infiltrano negli account altrui spedendo e-mail anonime che attirano l'attenzione del ricevente. A questo punto, il cyberbullo può sostituirsi alla cybervittima e inviare e-mail allo scopo di darne una cattiva immagine, crearle problemi, danneggiare la sua reputazione, ecc. In questo caso si parla di impersonificazione. Vi è anche la denigrazione: ovvero, il cyberbullo decide di rovinare intenzionalmente la reputazione della vittima. Ciò può avvenire attraverso la creazione di siti web che contengono storie, scherzi e fotografie che ridicolizzano la vittima, oppure mediante la creazione di bash board (centro messaggi) in cui le persone esprimono i loro pensieri ed opinioni, generalmente malevoli e pieni di odio, nei confronti di altre persone. Una persona può

essere intimidata anche senza avere interazioni dirette con il bullo. Infatti, una persona che è intenzionalmente messa da parte da uno o più individui può essere considerata vittima di bullismo. Questa situazione meglio conosciuta come esclusione, è riscontrabile anche nel cyberbullismo ed è caratterizzata da alcuni cyberbulli che deliberatamente escludono qualcun altro (ad esempio, Facebook e dall'IM (Instant Messaging), dalle chat, dai siti di social networking MySpace) o dai giochi interattivi al fine di ferire i suoi sentimenti. Questa modalità prevaricatoria è, spesso, indicata dai giovani con il termine "bannare". L'esclusione rappresenta una vera e propria punizione poiché determina una riduzione della popolarità e, quindi, del potere. Un'altra tipologia è il cyberbashing o happy slapping. Questa è una forma estrema di cyberbullismo in cui i bulli aggrediscono fisicamente la vittima,

registrano l'aggressione sul telefonino e, successivamente, la diffondono in Rete affinché anche gli altri la possano vedere. Le aggressioni possono essere reali o recitate appositamente dai ragazzi. Il cyberbashing o happy slapping offre a tutti gli utenti della rete la possibilità di condividere (commentare, discutere, votare il video preferito, ecc.) online l'episodio pur non avendone preso attivamente parte.

1.2.3 - Caratteristiche dei principali protagonisti del cyberbullismo.

Nel fenomeno del cyberbullismo è possibile individuare essenzialmente tre ruoli fondamentali: il cyberbullo, la cybervittima e lo spettatore. Il cyberbullo è quel soggetto che attua prepotenze elettroniche nei confronti di una o più persone designate come bersaglio e che manifesta un atteggiamento favorevole verso l'aggressività. Anche se il tentativo di cercare di stilare un profilo dei cyberbulli risulta molto difficile, è possibile ipotizzare

che si tratta di preadolescenti e adolescenti svegli e tecnologicamente equipaggiati. Generalmente, "sono i classici nerds (secchioni) che vedono nelle prepotenze elettroniche la possibilità di vendicarsi anonimamente di chi in passato li ha infastiditi. La possibilità di mantenere l'anonimato rende il cyberbullo più audace e coraggioso nell'attuazione delle prepotenze. Inoltre, i cyberbulli sono persone ossessive e maniacali che difficilmente cambiano il loro modo di attuare le prepotenze. Ai cyberbulli piace ricevere attenzione e non gli interessa se questa sia positiva o negativa, ciò che per loro è importante è provocare qualcuno al fine di ottenere potere e controllo su quest'ultimo. Per di più, i cyberbulli sembrano quasi inconsapevoli della sofferenza e del danno che arrecano alle loro vittime perché la tecnologia funge da buffer, cioè, i cyberbulli non hanno la possibilità di vedere le conseguenze emotive delle loro azioni."

ferite derivanti dai loro tormenti. Il ruolo di vittima, invece, è assunto da quel soggetto che manifesta un atteggiamento passivo negli episodi di prepotenza. Hanno più probabilità di diventare vittime quei soggetti passivi, con bassa autostima e che hanno pochi amici. La fascia d'età in cui è più probabile che alcuni ragazzi possano diventare vittime di episodi di cyberbullismo è la preadolescenza, periodo in cui le modificazioni psicofisiche destabilizzano i ragazzi ed acuiscono il loro senso di insicurezza. Le cybervittime non sono persone con handicap fisici, bensì con handicap sociali. Si tratta di soggetti timidi e socialmente goffi, caratteristiche comportamentali che aumentano la possibilità che le cybervittime si sentano sole, umiliate ed insicure. Le cybervittime sperimentano principalmente sentimenti di vendetta, rabbia e senso di impotenza che, a loro volta, determinano delle cicatrici emotive profonde. Molte

cybervittime hanno costantemente i nervi a fior di pelle, sono i
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
46 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher KrazyGin di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Bagnato Karin.