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TGF-β
Conferisce fenotipo trasformato (proliferazione in agar) a fibroblasti normali, ma inibisce
proliferazione di cellule epiteliali normali, di molte linee tumorali epiteliali, di cellule endoteliali,
neuronali, emopoietiche.
A volte effetti opposti sullo stesso tipo cellulare ( es. fibroblasti in diverse condizioni di coltura)
forse tramite induzione di altri fattori
Osteoblasti in coltura sono indotti a proliferare
In linee di glioma è autocrino (stimola la proliferazione). Oligonucleotidi anti-senso inibiscono la
proliferazione (più degli anticorpi, quindi probabilmente circuito interno)
TGF-β coinvolto nel differenziamento (di adipociti, mioblasti)
− Potente fattore chemiotattico e attivatore di macrofagi
− Stimola la produzione di componenti della matrice extracellulare (collagene, fibronectina)
− Riduce la produzione di enzimi proteolitici
− Up-regola produzione di inibitori di proteasi
− Up-regola espressione di integrine aumentando adesione a proteine della matrice.
Frequenti mutazioni in cellule di carcinoma le rendono non più suscettibili alla sua azione.
La perdita del recettore per TGF- β o alterazioni nella sua via di segnalazione possono rendere le
cellule insensibili all'azione inibitoria e favorire lo sviluppo tumorale anche rendendo le cellule
tumorali più competitive rispetto alle cellule normali inibite dal TGFβ .
IFNs 65
Modulano proliferazione e differenziamento di molti tipi cellulari
Viene attivata la sintesi di decine di proteine in risposta al trattamento con IFNs .
Inibiscono proliferazione di ampia varietà di cellule
Spesso citostatici piuttosto che citotossici
A volte stimolano la proliferazione
Up-regolano espressione MHC e altre molecole di membrana
CSFs
Molecole che regolano proliferazione e differenziamento delle cellule emopoietiche.
Numerosi tumori (oltre a quelli ematologici) e linee cellulari producono
CSFs in vitro e in vivo e reazioni leucemoidi nell'ospite
Producono G-CSF
• carcinomi della vescica
• epatomi
• mesoteliomi
• carcinomi squamo-cellulari
• glioblastomi
• sarcomi
Producono GM-CSF
• carcinomi polmonari
• carcinomi mammari
• epatocarcinoma
Producono M-CSF
• tumori ovaio
• tumori endometrio
• carcinomi mammari
Tumori umani che in vitro producono CSF, se inoculati in topi nude
inducono alterazioni ematologiche
La produzione di CSF può indurre la formazione di cellule mieloidi soppressive della risposta
immunitaria.
Suscettibilità ai CSF
Recettori per CSFs presenti anche su cellule non emopoietiche
es. G-CSF-R presente nella placenta, trofoblasto,cellule endoteliali, cellule di small cell lung cancer,
carcinoma della vescica, osteosarcoma
Nel carcinoma della vescica vi è simultanea presenza di G-CSF e di G-CSF-R: autocrinia
Linee da tumori ovaio producono CSF-1 (M-CSF) ed alcune hanno il recettore (c-fms). La
produzione di M-CSF è fattore di cattiva prognosi. CSF-1 esogeno stimola invasività.
Invasione
I meccanismi con cui le cellule tumorali riescono ad insinuarsi tra cellule normali e ad oltrepassare
barriere acellulari come le membrane basali sono:
• proliferazione/compressione
• minore coesione cellulare (alterazione sistemi adesione)
• minore adesione cellula-matrice
• alterata deposizione della matrice extracellulare
• degradazione della matrice extracellulare
Microambiente
Differenze tra microambiente tumorale e microambiente normale
66
Nel microambiente tumorale si ha:
• Ipossia (bassi livelli di ossigeno)
• Basso pH (condizioni acide)
• Massiva morte cellulare con rilascio di proteine
Microambiente tumorale
Ipossia:
• genera radicali liberi dell’ossigeno che portano a danni nel DNA
• causa minore efficienza dei sistemi di riparazione
Ne segue:
• aumento delle mutazioni e grande variabilità nella popolazione tumorale
• selezione delle cellule in grado di sopravvivere in condizioni critiche
Influenze del microambiente sulle cellule normali
Anche le cellule normali circostanti il tumore sono influenzate dal microambiente tumorale
• Ipossia (bassi livelli di ossigeno)
• Basso pH (condizioni acide)
• Fattori di crescita, Causano:
Mutazioni
◦ Disorganizzazione
◦
Danno cellulare ed ipossia attraggono macrofagi.
La polarizzazione di TAM a M2 è dovuta principalmente all’assenza di segnali che portano a M1
come
• IFN-gamma
• componenti batterici
alla presenza di fattori di polarizzazione M2 come
• IL-4 e IL-13 (prodotte da Th2),
• TGF-beta e IL-10 (prodotti da cellule neoplastiche, fibroblasti o Treg)
TAM
Favoriscono la proliferazione di cellule neoplastiche: producono fattori di crescita come EGF
Favoriscono l’angiogenesi e la linfoangiogenesi: produzione di VEGF, PDGF, TGF-beta, FGF,
MMP2, MMP7, MMP9, MMP12, cicloossigenasi 2. modulano la risposta infiammatoria e
l’immunità adattiva.
Causano modifiche nella matrice extracellulare: producono
• proteine della matrice,
• TNF-alfa che induce MMP,
• IL-1 beta che aumenta la metastatizzazione.
• proteasi (serin-proteasi, MMP, catepsine)
Si localizzano nelle zone ipossiche del tumore : ipossia induce espressione di molecole dipendenti
da HIF1 come VEGF, CXCL12 e CXCR4 che inducono la migrazione di TAM nelle zone poco
vascolarizzate ipossiche.
Livelli elevati di TAM correlano con cattiva prognosi
TAM si attaccano alle cellule tumorali e possono trasportarle in circolo
Le cellule tumorali producono fattori che inibiscono azioni positive di TAM
Alcuni macrofagi favoriscono la crescita tumorale promuovendo:
• la proliferazione
• la migrazione
• l’alterazione della MEC
• l’angiogenesi 67
• rilasciando radicali liberi e altri mutageni
MDSC (myeloid derived suppressor cells) lungo la via M2? Condividono alcuni marcatori.
Fenotipo di membrana CD11b+, CD11c+, Gr1+, IL-4Ra+.
MDSC sono attratte al sito tumorale da proteine S100 (proteine proinfiammatorie, prodotte anche
da MDSC stesse), sono attratte da GM-CSF agli organi linfoidi
Sopprimono la proliferazione di CD8 antigene specifici.
La loro attività è modulata da M-CSF, IL-6, VEGF, IL-10.
Interazione con i fibroblasti
Cellule stromali sono importanti nella proliferazione e nel differenziamento delle cellule epiteliali
durante il normale sviluppo mammario
Le interazioni cellule epiteliali-cellule mesenchimali sembrano importanti anche nella
cancerogenesi. I fibroblasti appartengono, come i linfociti, a diverse sottopopolazioni, con fenotipo
e funzioni peculiari (marker di superficie, sintesi di collageni, produzione di citochine)
Cellule stromali nei tumori o immediatamente adiacenti hanno caratteristiche diverse dalle altre
cellule stromali.
L'impianto simultaneo di MCF7 e fibroblasti mammari umani in topi nudi aumenta incidenza e
dimensioni tumore.
Fibroblasti infiltranti il cancro mammario facilitano la crescita delle cellule tumorali, inoculate nei
topi nudi, con maggiore efficienza rispetto ai corrispettivi fibroblasti della mammella sana
Terreni condizionati da fibroblasti ottenuti dal tumore o da cute sono più efficaci in vitro nel
promuovere la crescita di cellule di carcinoma mammario rispetto ai terreni condizionati da
fibroblasti provenienti da tumori benigni o da mammelle normali.
IGF-I solo parzialmente responsabile della proliferazione, non sembrano coinvolti EGF.TGFα,
bFGF.
Fibroblasti associati al cancro (CAF) hanno varie funzioni critiche:
• Deposito di matrice extracellulare,
• Regolazione del differenziamento delle cellule epiteliali
• Regolazione dell’infiammazione
Molecole prodotte dai fibroblasti:
MMP, HGF, IGF, NGF, EGF, WNT1, IL-1, MCP1(chemochina, monocyte chemotactic protein 1),
TGFbeta, FAP (fibroblast activation protein).
Cellule senescenti accumulano e secernono enzimi degradativi, citochine infiammatorie e growth
factor che rompono la struttura tissutale che così permette a cellule iniziate di esprimere il fenotipo
neoplastico.
Interazioni con cellule endoteliali
• Attivatore del plasminogeno
• collagenasi
• TIMP-1
• TIMP-2
• IL-6
• IL-8
• GCSF
• GMCSF
• SCF stem cell factor
• HGF
• MCP1 monocyte chemotactic protein 1
Stato di attivazione e diversi distretti 68
Infiammazione e cancro
L’infiammazione facilita l’insorgenza di certi tumori: carcinoma gastrico, del colon, del fegato,
della cervice uterina.
Infiammazione cronica dovuta a infezione:
• Carcinoma epatocellulare come evoluzione di epatite virale B e C.
• Carcinoma cervice uterina come evoluzione di infezione da Papilloma virus.
• Carcinoma gastrico come evoluzione di Helicobacter pylori
Altre infiammazioni:
• Carcinoma del colon come evoluzione della colite ulcerosa o morbo di Crohn
• Tumore all’esofago come evoluzione di reflusso esofageo
L’infiammazione facilita l’insorgenza di certi tumori: carcinoma gastrico, del
colon, del fegato, della cervice uterina.
Due legami tra infiammazione e cancro:
• alterazioni geniche che portano a infiammazione e cancerogenesi,
• infezioni virali/batteriche o patologie autoimmuni che innescano infiammazioni croniche
associate con lo sviluppo del cancro.
• Entrambe le vie attivano fattori trascrizionali di mediatori dell’infiammazione (ad esempio
NF-kB, STAT3, HIF-1) e leucociti dell’infiammazione.
Infiammazione
Cellule necrotiche (non apoptotiche o autofagiche) rilasciano nel microambiente segnali
proinfiammatori che possono reclutare cellule infiammatorie del sistema immunitario.
Sensibilità alle terapie
Il microambiente condiziona anche la risposta alle terapie:
• Diffusione del farmaco
• Metabolismo del farmaco
• Insorgenza di resistenza 69
Prof. Grilli
Programma/Contenuti
Cancerogenesi chimica: Generalità. Cancerogeni diretti e indiretti. Attivazione metabolica e
polimorfismo genico. Plurifasicità del processo di cancerogenesi. Iniziazione e promozione. Esempi
selezionati di cancerogeni chimici sintetici e naturali, organici e inorganici appartenenti alle classi
chimiche principali (benzo(a)pirene, aminodifenile, benzene, dimetilnitrosamina, aflatossine,
asbesto). Livelli di informazione necessari per la classificazione della pericolosità cancerogena per
l'uomo.
Cancerogenesi da agenti fisici: Radiazioni ionizzanti; tumori indotti nell'uomo e stima di potenza
di tale effetto e del rischio cancerogeno per esposizione definite.
Radiazioni eccitanti (UV); tumori cutanei indotti (epiteliali e melanocitari). Pericolo