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CAVERNE.
• Steatonecrosi: (o necrosi grassa) molto seria, si osserva quando il paziente ha gravi
infiammazioni come la pancreatite acuta fulminante. Il tessuto pancreatico (componente
esocrina) viene completamente distrutto e le lipasi pancreatiche rilasciate in cavità
addominale, dove provocano la degradazione dei lipidi del mesentere, con deposizione di
placche di sapone. Si fa si che si ha una alterazione dei lipidi, si formano degli esteri
saponificati con il calcio e non è raro individuare nella cavità addominale pezzi simili a
gesso che sono esteri lipidici che si sono complessaticon i calcio.
• Necrosi fibrinoide: si verifica al livello di grosse arterie in quadri patologici come le
vasculiti autoimmunitarie (es: malattia da siero). Si ha la deposizione di immunocomplessi
(complessi antigene-anticorpo) nel sottoendotelio e si ha il passaggio della fibrina che torna
quindi al vaso infiammato in questo caso il danno tissutale provoca la rottura della
membrana basale su cui poggiano gli endoteliociti e quindi il fibrinogeno presente nel
sangue passa nel tessuto presente intorno alla arteria generando un coagulo fibrinoide che
dà un aspetto rosa pallido alla lesione.
Danno cellulare: principi fondamentali.
• La risposta cellulare ad un danno dipende dal tipo di danno, dalla durata e dalla gravità
della noxa, nonché dal tipo di cellula (esempio la capacità di un epatocita di adattarsi ad
un'ischemia è molto maggiore a quella di un neurone della corteccia ad esempio, grazie
alla sua capacità di mettere rapidamente in atto una glicolisi anaerobia, che invece è molto
ridotta nel neurone).
Esempio: un’ischemia che dura poco tempo danneggia il miocardio in maniera ben meno
grave rispetto ad una ischemia cronica ripetuta nel tempo e questo si riflette poi sul
benessere del tessuto stesso. Oppure se consideriamo un determinato agente chimico
dannoso vi può essere che lo stesso agente chimico che genera un insulto in un soggetto
provoca un danno di un certo livello in un latro soggetto invece no, e qui rientra il
polimorfismo (un soggetto A rispetto a uno B può reagire in maniera diversa perché ci sono
polimorfismi tali per cui lui reagisce in maniera diversa rispetto al B. Oppure anche un
trattamento terapeutico tant’è vero che oggi si parla di medicina personalizzata, perché
soggetti rispondono in modo diverso al farmaco).
• Bersagli del danno cellulare:
Stabilità e integrità membrana cellulare
o respirazione cellulare e produzione di ATP (si danneggiano i mitocondri)
o sintesi proteica
o integrità del materiale genetico
o
I bersagli di uno stimolo dannoso sono i mitocondri ( importante per la dinamica vitale
della cellula ovvero la respirazione e quindi formazione di ATP; inoltre altro danno
cellulare può essere causato da ingresso di calcio (perché il calcio può attivare molti
enzimi pericolosi); inoltre importante è il danno membranale (perché la membrana è il
sistema che ci permette di mantenere l’integrità e l’individualità della cellula stessa);
inoltre importante è l’alterazione del folding proteico (le proteine devono assumere una
certa conformazione regolato da una serie di sistemi, quando viene meno un
ripiegamento corretto si ha una sofferenza cellulare).
• Un danno a carico di un dato bersaglio può portare con sé anche altri effetti secondari
(esempio: se danneggio la membrane cellulare, si ha ingresso di calcio che attiva enzimi
che possono danneggiare i mitocondri e quindi la respirazione cellulare).
Danno da deplezione di ATP, Danno mitocondriale, Danno da alterazione
dell'omeostasi del Calcio, Danno alle Membrane plasmatiche, Danno da ROS,
Danno ischemico-ipossico
Danno da deplezione di ATP
Bersaglio classico di danno cellulare è l'ATP. L'ATP è la benzina della cellula e serve per numerosi
processi: sintesi proteica, trasporto di membrana, metabolismo dei lipidi e molto altro. La
deplezione di ATP è quindi un meccanismo primario di danno cellulare. L'ATP può essere
prodotto tramite due processi:
• Fosforilazione ossidativa: produzione di ATP a livello mitocondriale, si associa la
riduzione di ossigeno nella catena respiratoria alla produzione di ATP.
• Glicolisi: tramite fosforilazione a livello del substrato si può ottenere ATP da glucosio e
glicogeno (previa sua degradazione a glucosio).
La deplezione di ATP si verifica a seguito di ischemia o di intossicazione da tetracloruro di
carbonio, barbiturici, paracetamolo.
Il glucosio viene scisso in seguito ad una serie di reazioni, perché se venisse trasformata in una
sola reazione la cellula si brucerebbe (perché l’energia associata a questo processo sarebbe
troppo elevata); invece c’è l’accoppiamento di reazioni graduali che permettono di avere substrati
per altre reazioni e anche energia.
La glicolisi avviene sempre, sia in condizioni aerobiche che anaerobiche. Il glucosio viene demolito a due molecole di
piruvato. In condizioni aerobiche il piruvato entra nel ciclo di Krebs, ed avviene la fosforilazione ossidativa, mentre in
condizioni anaerobiche il piruvato viene convertito in lattato (fermentazione omolattica). Nel ciclo di Krebs è possibile
completare l'ossidazione del piruvato ad anidride carbonica e tramite la fosforilazione ossidativa liberare molto più ATP di
quanto non se ne possa ottenere dalla sola glicolisi in condizioni anaerobiche. Nelle varie fasi del ciclo di Krebs infatti
vengono prodotti NADH e FAH2 . questi due trasportatori di elettroni partecipano alla catena respiratoria, dove cedendo
elettroni prendono parte alla fosforilazione ossidativa, ottenendo infine la riduzione dell'ossigeno ad acqua, ottenendo
infine ATP.
Quando la deplezione di ATP è al di sotto del 10% si ha un evento ischemico: si verifica una
riduzione della fosforilazione ossidativa (perché si consuma l’ossigeno) e la quota di ATP che
può venire prodotta dalla cellula stessa si riduce, e nel contempo essa non viene rifornita di
nutrienti.
Il danno dovuto deplezione di ATP è particolarmente evidente a carico della pompa sodio-
potassio, la quale smette di funzionare, con conseguente ingresso di acqua nella cellula. Si ha
anche ingresso di calcio (le pompe per il calcio che lo sequestrano nel reticolo endoplasmatico
liscio e lo pompano all'esterno della cellula smettono di funzionare) ed efflusso di potassio. Di
conseguenza la cellula si gonfia, lo stesso fa il reticolo endoplasmatico, i ribosomi si staccano dal
reticolo endoplasmatico, si formano i "blebs" e scompaiono i microvilli, mentre aumenta la glicolisi
anaerobia ("bisogna salvare il salvabile") e viene attivata la glicogeno fosforilasi con conseguente
demolizione di glicogeno e liberazione di glucosio usato per la glicolisi anaerobia. ciò tuttavia
porta ad accumulo di acido lattico e riduzione del pH cellulare. L'abbassamento del pH porta
ad un addensamento della cromatina del nucleo. Inoltre il distacco di ribosomi dal reticolo
endoplasmatico rugoso provoca riduzione della sintesi proteica e viene inibita la sintesi degli
enzimi necessari per la sintesi dei fosfolipidi di membrana con conseguente danno anche alla
membrana cellulare. Vi è pertanto una interconnessione tra vari elementi che portano ad un danno
cellulare serio.
Danno mitocondriale: avviene in seguito a ipossia, tossine (che agiscono direttamente sul
mitocondrio), oppure per esempio l’aumento del calcio che attiva enzimi in grado di distruggere il
mitocondrio, lo stress ossidativo, la degradazione di fosfolipidi (in questo caso si può avere
formazione di ceramidi in grado di danneggiare membrane mitocondriali). Il danno si traduce nella
formazione a livello della membran.a del mitocondrio del COMPLESSO DEL PORO DI
TRANSIZIONE della permeabilità membranaria (MPT), attraverso questo poro formato da
proteine, si dissipa il gradiente protonico responsabile della formazione di ATP e quindi si ha
deplezione di ATP. Inoltre si ha la fuoriuscita dalla membrana mitocondriale del citocromo c e
questo comporta lo scatenamento del processo apoptotico (morte per apoptosi).
Alla formazione di MPT concorre la ciclofilina in particolare la V. E si è dimostrato che se
utilizziamo farmaci come ciclosporina questa è in grado di impedire alla ciclofilina l’apertura del
canale.
Danno da alterazione dell'omeostasi del Calcio. (IL CALCIO NON E’ LIBERO NEL COMPARTO
CITOPLASMATICO, ma viene liberato solo in seguito a certe segnalazione; il calcio a livello
intracellulare ha una concentrazione bassissima rispetto al comparto extracellulare)
Il calcio nella cellula è sequestrato a livello mitocondriale, reticolo endoplasmico, e ci sono pompe
in grado di favorire questo sequestro di calcio in depositi intracellulari. In caso di ischemia si ha
aumento di calcio intracellulare perchè il calcio può entrare attraverso la membrana plasmatica che
è danneggiata e il calcio viene liberato dalle riserve mitocondriali e RE. Il calcio è dannoso perché
attiva una serie di enzimi, quali le ATPasi ( consumano ATP), fosfolipasi ( danneggiano le
membrane biologiche, si possono formare dei saponi che distruggono la membrana), proteasi
( distruggono proteine di membrana, ma anche strutturali) endonucleasi (possono disintegrare il
DNA nel nucleo).
Domanda: ma nella cellula muscolare non avviene l'attivazione di questi enzimi quando arriva lo
stimolo contrattile, che causa ingresso di calcio nella cellula? Risposta: nella cellula muscolare
la liberazione del calcio avviene al momento giusto e nel posto giusto, non casualmente nella
cellula.
Danno da alterazione della permeabilità delle membrane biologiche.
E' un evento che si manifesta precocemente nel processo di danno cellulare. Può verificarsi a
seguito di:
• deplezione di ATP
• attivazione di fosfolipasi attivate dal calcio
• azione di esotossine batteriche o proteine virali
• componenti litiche del complemento
• perforine
• agenti fisici e chimici
Il danno della membrana plasmatica porta a perdita dell'equilibrio osmotico e ionico.
Il danno di membrane lisosomiali, libera nella cellula sistemi enzimatici di digestione di RNA DNA e
proteine. La digestione delle proteine citoscheletriche porta inoltre a danno della membrana
cellulare (cane chi si morde la coda).
Il danno di membrane mitocondriali porta a riduzione della produzione di ATP e perdita di enzimi
coinvolti nella sintesi dei fosfolipidi di membrana, con conseguente danno anche alla membrana
plasmatica.
Anche i linfociti possono concorrere alla formazione di buchi su cellule bersaglio (cellula tumorale,
infettata da virus,…) e da qui riescono a passare proteine in grado di favorire l’apoptosi.
Danno da ra