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DA AGGIUNGERE A QUESTA SLIDE:
Esempi di cellule epatiche non parenchimali sono le cellule di Kupffer.
I protooncogeni in condizioni normali favoriscono la crescita cellulare come nel caso delle epatectomie ma in oncologia se
questi protooncogni diventano anarchici favoriscono l'insorgenza del cancro.
Le cicline servono a far progredire il ciclo cellulare dalla fase G1 alla fase di sintesi del DNA o fase S.
IPERPLASIA PATOLOGICA
L'iperplasia patologica si può avere per esempio in determinati contesti in cui c'è una iperstimolazione ormonale.
IPERPLASIA PATOLOGICA BENIGNA DELL'ENDOMETRIO:
• A livello endometriale per esempio si può avere una iperplasia dovuta a squilibri ormonali nel comparto
estrogeniprogesterone. Queste iperplasia possono portare anche al sanguinamento endometriale.
IPERPLASIA BENIGNA DELLA PROSTATA
• IPERPLASIA DOVUTA AD AGENTI VIRALI:
• Pensiamo ad esempio al papilloma virus che è in grado di favorire un insorgere di risposte iperplasiche che
dal punto di vista anatomopatologico si estrinsecano come formazioni verrucoidi. Le formazioni
verrucoidi sono poprio i papillomi e devono essere controllate se non direttamente asportate perchè
rappresentano una condizione preneoplastica.
IPERTROFIA
Aumento delle dimensioni cellulari ma senza replicazione cellulare. Si ha un aumento della sintesi delle componenti
strutturali delle cellule per cui la cellula aumenta le sue dimensioni. Queste cellule possono avere dei nuclei con maggior
contenuto di DNA perchè non vanno in mitosi.
Nella donna gravida l'aumento delle dimensioni dell'utero è notevole e a questo processo concorrono sia l'ipertrofia che
l'iperplasia.
Il volume medio della cavità uterina in condizioni normali è intorno ai 46 ml durante la gravidanza arriviamo ai litri per
garantire lo sviluppo fetale. IPERTROFIA DEL MIOCARDIO:
IL FATTORE NATRIURETICO ATRIALE: questo fattore è espresso in condizioni di ipertrofia cardiaca perchè
durante lo sforzo le cellule sono in grado di esprimere questo fattore che ordinariamente non dovrebbe essere espresso.
L'ipertrofia del miocardio è innescata da:
stimoli meccanici: ci sono recettori di stiramento in grado di sentire a livello meccanico lo sforzo
fattori di crescita:
agenti vasoattivi:
Possiamo osservare a sinistra dei recettori meccanici che avvertono lo stiramento e probabilmente vi è l'intervento anche di
particolari molecole che sono le integrine. Ci sono gli agonisti come angiotensina e adrenergici e dei fattori di crescita.
α
Tutto questo si traduce in una risposta di trascrizione di molecole che favoriscono l'ipertrofia delle cellule del miocardio.
Vengono però anche espressi geni che nella vita adulta non dovrebbero essere espressi, questo è importante per poter
rispondere al nuovo stimolo.
Ad esempio nel cuore dell'embrione ANF è espresso sia a livello atriale che ventricolare ma dopo la nascita l'espressione
ventricolare viene inibita: L'espressione di ANF riduce il sovraccarico emodinamico.
E' importante ricordare però che entro certi limiti l'ipertrofia è fisiologica (ne è un esempio il "cuore dello sportivo"). Invece
l'ipertrofia patologica può portare ad un'alterazione della funzionalità inoltre l'aumento della massa miocardica non è
supportato da una buona circolazione sanguigna quindi il tessuto miocardico è predisposto a fenomeni ischemici.
ATROFIA
Diminuizioni delle dimensioni cellulari dovute prevalentemente alla perdita di componenti cellulari. Quando viene
coinvolto un numero sufficiente di cellule, l'intero organo o tessuto diminuisce di volume.
ATROFIA FISIOLOGICA: abbiamo risposte atrofiche per esempio durante lo sviluppo embrionale in comparti anatomici
come il dotto tireoglosso e la notocorda. Vi sono anche l'atrofia uterina post partum, l' atrofia dell'endometrio, epitelio
vaginale e della mammella in menopausa.
ATRO FIA PATOLOGICA:
Durante l'atrofia si verifica una riduzione delle componenti strutturali della cellula e della funzionalità cellulare. Nel
muscolo atrofico le cellule contengono meno mitoondri e meno miofilamenti nonchè un reticolo endoplasmatico ridotto.
Nei tessuti ischemici se l'apporto ematico diventa inadeguato persino a mantenere in vita le cellule atrofiche,
sopravvengono danno e morte cellulare. L riduzione di massa dell'organo può essere dovuta anche ad apoptosi (morte
programmata), la quale può essere indotta dagli stessi stimoli.
Quali sono i segnali biochimici?
IPERTROFIA, IPERPLASIA ED ATROFIA SONO QUELLE FORME DI ADATTAMENTO CHE UN
TESSUTO PUO' GENERARE NEL MOMENTO IN CUI IN UN TESSUTO E' ALTERATA LA FASE DI
ACCRESCIMENTO. LE CELLULE PERO' POSONO ADATTARSI ANCHE CAMBIANDO IL LORO
FENOTIPO: IN QUESTO CASO NON PARLIAMO PIU' DI ALTERATO ACCRESCIMENTO MA DI
ALTERAZIONI DEL DIFFERENZIAMENTO CELLULARE E NE E' UN ESEMPIO LA METAPLASIA.
METAPLASIA
Modificazione reversibile nella quale un tipo cellulare differenziato (epiteliale o mesenchimale) viene sostituito da un atro
tipo cellulare differenziato. Accade ciò soprattutto in presenza di condizioni ambientali sfavorevoli: soggetti che hanno
reflusso gastroesofageo e fumatori.
Questo tipo di metaplasia
è tipico dei soggetti affetti da reflusso gastroesofageo.
Anche in questo caso come nel precedente ci può essere una predisposizione all'insorgenza di neoplasie maligne come un
adenocarcinoma ghiandolare.
Perchè si ha la metaplasia? Tutto parte dalla componente stamilale che subisce un processo di riprogrammazione e da un
tipo di epitelio si passa ad un altro. E' scorretto quindi pensare che la risposta metaplasica sia dovuta ad un cambiamento
fenotipico di un tipo cellulare differenziato. Le celule staminali verrebbero stimolate a differenziarsi in modo anomalo da
una combinazione di fattori di crescita, citochine e componenti della matrice extracellulare. Sono coinvolti geni tessuto
specifici e del differenziamento. DISPLASIA
Si ha a livello del comparto tissutale una profonda disorganizzazione. Se per esempio vi è un epitelio pluristratificato in
cui si possono identificare le varie porzioni (basale, apicale ecc) con le rispettive specializzazioni. Ma nella displasia si
osserva un disordine di questa istoarchitettura. Pensiamo anche agli epiteli di rivestimento in cui la displasia può
sconfinare nel carcinoma. Parliamo di carcinoma in situ quando è ancora preservata la membrana basale quindi non ha
ancora disintegrato la membrana basale per dare origine all'invasione locale dei tessuti circostanti. Una delle fasi della
disseminazione metastatica di un tumore maligno come il carcinoma prevede che dal carcinoma in situ si debba passare
alla disintegrazione delle componenti della membrana basale; le cellule neoplastiche vanno ad invadere il tessuto
circostante dando le metastasi a distanza.
Immaginiamo una biopsia a livello vaginale. All'estrema sinistra abbiamo un tessuto normale. Se abbiamo poi delle
alterazioni come delle metaplasie e se la situazione persiste si può passare ad una fase displasica in cui l'architettura del
tessuto non è più mantenuta. Alla fine si può ottenere il carcinoma in situ e poi l'invasione locale. All'estrema destra le
cellule ormai cancerose stanno attraversando la membrana basale.
Fino ad ora abbiamo studiato forme di adattamento cellulare ma se lo stimolo persiste o diventa di una certa intensità si
ha la comparsa di un danno cellulare. Il danno a lungo andare può portare ala morte cellulare, vi è un punto di non
ritorno oltre il quale non si può più recuperare il tessuto e si parla di danno irreversibile. La morte può avvenire per necrosi
o apoptosi e ultimamente è stato introdotto un nuovo termine cioè la necroptosi.
Rispetto alle caratteristiche di una cellula normale, la cellula che sta subendo un danno ha delle connotazioni
morfologiche particolari come il rigonfiamento cellulare in particolare si parla di "rigonfiamento idropico" a causa
dell'accumulo di acqua e liquidi vari. Una cellula che sta subendo un danno ha i mitocondri ed il reticolo endoplasmico
gonfi. Anche sulla superficie della cellula possono formarsi dei rigonfiamenti. La cromatina può addensarsi. In questa fase
la cellula è passata ad una condizione di cellula danneggiata ma ancora in modo reversibile. Se vi è la possibilità di
recuperare la cellula può tornare alle condizioni normali. Se non si può verificare il ripristino delle condizioni iniziali la
cellula può andare incontro a morte. Si giunge alla morte in quanto il rigonfiamento è particolarmente accentuato, si può
avere una picnosi del materiale nucleare dunque un aumento del compattamento della cromatina e la rottura delle
membrane lisosomiali quindi a lungo andare si ha la distruzione del nucleo (cariolisi) e la frammentazione della membrana
cellulare.
Cosa può indurre un danno cellulare?
NB: L'ischemia è diversa dalla ipossia. L'ischemia si verifica quando non arriva sangue a causa di un fenomeno ostruttivo
quindi non arrivano nè ossigeno e nè nutrienti. Con ipossia si intende una carenza di ossigeno.
Se noi consideriamo ciò che succede a livello di un comparto tissutale durante l'evoluzione del danno è ovvio che
• vi è una fase iniziale di reversibilità in cui possiamo recuperare le cellule danneggiate anche se comunque stiamo
perdendo la funzionalità della cellula perchè si hanno delle alterazioni morfofunzionali. Nel momento in cui
passiamo al danno irreversibile ci sono alterazioni biochimiche, morfologiche, macroscopiche. Pensiamo per
esempio all'infarto del miocardio, se consideriamo per esempio gli enzimi del danno cardiaco saranno precoci
infatti un prelievo possiamo osservare se c'è stata la morte cellulare. Il danno a livello biochimico dunque
possiamo osservarlo prima dell'alterazione strutturale e prima del segno clinico anche. Quindi possiamo osservare
i marcatori di danno miocardico prima che compaia il segno clinico (necrosi del tessuto miocardico). Invece le
alterazioni a livello macroscopico sono le ultime che possiamo vedere.
Nella necrosi le cellule si distruggono ("si spappolano"): si ha una distruzione massiva disordinata con la fuoriuscita di
tutte le componenti cellulari compresi gli enzimi degradativi dei lisosomi. Nell'apoptosi dalla cellula prendono origine i
corpi apoptotici che vengono captati dalle cellule macrofagiche.
Il tessuto necrotico è un tessuto inf iammato!!!!!!!! Perchè? Quando c'è necrosi c'è infiammazione perchè tutte
le componenti cellulari che vengono liberate nel tessuto circostante sono fortemente proinfiamamtorie, irritano il tessuto e
richia