Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 42
Patologia: Lezione 04 Pag. 1 Patologia: Lezione 04 Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Patologia: Lezione 04 Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Patologia: Lezione 04 Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Patologia: Lezione 04 Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Patologia: Lezione 04 Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Patologia: Lezione 04 Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Patologia: Lezione 04 Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Patologia: Lezione 04 Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Patologia: Lezione 04 Pag. 41
1 su 42
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

DA AGGIUNGERE A QUESTA SLIDE:

Esempi di cellule epatiche non parenchimali sono le cellule di Kupffer.

I proto­oncogeni in condizioni normali favoriscono la crescita cellulare come nel caso delle epatectomie ma in oncologia se

questi proto­oncogni diventano anarchici favoriscono l'insorgenza del cancro.

Le cicline servono a far progredire il ciclo cellulare dalla fase G1 alla fase di sintesi del DNA o fase S.

IPERPLASIA PATOLOGICA

L'iperplasia patologica si può avere per esempio in determinati contesti in cui c'è una iperstimolazione ormonale.

IPERPLASIA PATOLOGICA BENIGNA DELL'ENDOMETRIO:

• A livello endometriale per esempio si può avere una iperplasia dovuta a squilibri ormonali nel comparto

estrogeni­progesterone. Queste iperplasia possono portare anche al sanguinamento endometriale.

IPERPLASIA BENIGNA DELLA PROSTATA

• IPERPLASIA DOVUTA AD AGENTI VIRALI:

• Pensiamo ad esempio al papilloma virus che è in grado di favorire un insorgere di risposte iperplasiche che

dal punto di vista anatomopatologico si estrinsecano come formazioni verrucoidi. Le formazioni

verrucoidi sono poprio i papillomi e devono essere controllate se non direttamente asportate perchè

rappresentano una condizione preneoplastica.

IPERTROFIA

Aumento delle dimensioni cellulari ma senza replicazione cellulare. Si ha un aumento della sintesi delle componenti

strutturali delle cellule per cui la cellula aumenta le sue dimensioni. Queste cellule possono avere dei nuclei con maggior

contenuto di DNA perchè non vanno in mitosi.

Nella donna gravida l'aumento delle dimensioni dell'utero è notevole e a questo processo concorrono sia l'ipertrofia che

l'iperplasia.

Il volume medio della cavità uterina in condizioni normali è intorno ai 4­6 ml durante la gravidanza arriviamo ai litri per

garantire lo sviluppo fetale. IPERTROFIA DEL MIOCARDIO:

IL FATTORE NATRIURETICO ATRIALE: questo fattore è espresso in condizioni di ipertrofia cardiaca perchè

durante lo sforzo le cellule sono in grado di esprimere questo fattore che ordinariamente non dovrebbe essere espresso.

L'ipertrofia del miocardio è innescata da:

stimoli meccanici: ci sono recettori di stiramento in grado di sentire a livello meccanico lo sforzo

fattori di crescita:

agenti vasoattivi:

Possiamo osservare a sinistra dei recettori meccanici che avvertono lo stiramento e probabilmente vi è l'intervento anche di

particolari molecole che sono le integrine. Ci sono gli agonisti come angiotensina e ­adrenergici e dei fattori di crescita.

α

Tutto questo si traduce in una risposta di trascrizione di molecole che favoriscono l'ipertrofia delle cellule del miocardio.

Vengono però anche espressi geni che nella vita adulta non dovrebbero essere espressi, questo è importante per poter

rispondere al nuovo stimolo.

Ad esempio nel cuore dell'embrione ANF è espresso sia a livello atriale che ventricolare ma dopo la nascita l'espressione

ventricolare viene inibita: L'espressione di ANF riduce il sovraccarico emodinamico.

E' importante ricordare però che entro certi limiti l'ipertrofia è fisiologica (ne è un esempio il "cuore dello sportivo"). Invece

l'ipertrofia patologica può portare ad un'alterazione della funzionalità inoltre l'aumento della massa miocardica non è

supportato da una buona circolazione sanguigna quindi il tessuto miocardico è predisposto a fenomeni ischemici.

ATROFIA

Diminuizioni delle dimensioni cellulari dovute prevalentemente alla perdita di componenti cellulari. Quando viene

coinvolto un numero sufficiente di cellule, l'intero organo o tessuto diminuisce di volume.

ATROFIA FISIOLOGICA: abbiamo risposte atrofiche per esempio durante lo sviluppo embrionale in comparti anatomici

come il dotto tireoglosso e la notocorda. Vi sono anche l'atrofia uterina post partum, l' atrofia dell'endometrio, epitelio

vaginale e della mammella in menopausa.

ATRO FIA PATOLOGICA:

Durante l'atrofia si verifica una riduzione delle componenti strutturali della cellula e della funzionalità cellulare. Nel

muscolo atrofico le cellule contengono meno mitoondri e meno miofilamenti nonchè un reticolo endoplasmatico ridotto.

Nei tessuti ischemici se l'apporto ematico diventa inadeguato persino a mantenere in vita le cellule atrofiche,

sopravvengono danno e morte cellulare. L riduzione di massa dell'organo può essere dovuta anche ad apoptosi (morte

programmata), la quale può essere indotta dagli stessi stimoli.

Quali sono i segnali biochimici?

IPERTROFIA, IPERPLASIA ED ATROFIA SONO QUELLE FORME DI ADATTAMENTO CHE UN

TESSUTO PUO' GENERARE NEL MOMENTO IN CUI IN UN TESSUTO E' ALTERATA LA FASE DI

ACCRESCIMENTO. LE CELLULE PERO' POSONO ADATTARSI ANCHE CAMBIANDO IL LORO

FENOTIPO: IN QUESTO CASO NON PARLIAMO PIU' DI ALTERATO ACCRESCIMENTO MA DI

ALTERAZIONI DEL DIFFERENZIAMENTO CELLULARE E NE E' UN ESEMPIO LA METAPLASIA.

METAPLASIA

Modificazione reversibile nella quale un tipo cellulare differenziato (epiteliale o mesenchimale) viene sostituito da un atro

tipo cellulare differenziato. Accade ciò soprattutto in presenza di condizioni ambientali sfavorevoli: soggetti che hanno

reflusso gastroesofageo e fumatori.

Questo tipo di metaplasia

è tipico dei soggetti affetti da reflusso gastroesofageo.

Anche in questo caso come nel precedente ci può essere una predisposizione all'insorgenza di neoplasie maligne come un

adenocarcinoma ghiandolare.

Perchè si ha la metaplasia? Tutto parte dalla componente stamilale che subisce un processo di riprogrammazione e da un

tipo di epitelio si passa ad un altro. E' scorretto quindi pensare che la risposta metaplasica sia dovuta ad un cambiamento

fenotipico di un tipo cellulare differenziato. Le celule staminali verrebbero stimolate a differenziarsi in modo anomalo da

una combinazione di fattori di crescita, citochine e componenti della matrice extra­cellulare. Sono coinvolti geni tessuto

specifici e del differenziamento. DISPLASIA

Si ha a livello del comparto tissutale una profonda disorganizzazione. Se per esempio vi è un epitelio pluristratificato in

cui si possono identificare le varie porzioni (basale, apicale ecc) con le rispettive specializzazioni. Ma nella displasia si

osserva un disordine di questa istoarchitettura. Pensiamo anche agli epiteli di rivestimento in cui la displasia può

sconfinare nel carcinoma. Parliamo di carcinoma in situ quando è ancora preservata la membrana basale quindi non ha

ancora disintegrato la membrana basale per dare origine all'invasione locale dei tessuti circostanti. Una delle fasi della

disseminazione metastatica di un tumore maligno come il carcinoma prevede che dal carcinoma in situ si debba passare

alla disintegrazione delle componenti della membrana basale; le cellule neoplastiche vanno ad invadere il tessuto

circostante dando le metastasi a distanza.

Immaginiamo una biopsia a livello vaginale. All'estrema sinistra abbiamo un tessuto normale. Se abbiamo poi delle

alterazioni come delle metaplasie e se la situazione persiste si può passare ad una fase displasica in cui l'architettura del

tessuto non è più mantenuta. Alla fine si può ottenere il carcinoma in situ e poi l'invasione locale. All'estrema destra le

cellule ormai cancerose stanno attraversando la membrana basale.

Fino ad ora abbiamo studiato forme di adattamento cellulare ma se lo stimolo persiste o diventa di una certa intensità si

ha la comparsa di un danno cellulare. Il danno a lungo andare può portare ala morte cellulare, vi è un punto di non

ritorno oltre il quale non si può più recuperare il tessuto e si parla di danno irreversibile. La morte può avvenire per necrosi

o apoptosi e ultimamente è stato introdotto un nuovo termine cioè la necroptosi.

Rispetto alle caratteristiche di una cellula normale, la cellula che sta subendo un danno ha delle connotazioni

morfologiche particolari come il rigonfiamento cellulare in particolare si parla di "rigonfiamento idropico" a causa

dell'accumulo di acqua e liquidi vari. Una cellula che sta subendo un danno ha i mitocondri ed il reticolo endoplasmico

gonfi. Anche sulla superficie della cellula possono formarsi dei rigonfiamenti. La cromatina può addensarsi. In questa fase

la cellula è passata ad una condizione di cellula danneggiata ma ancora in modo reversibile. Se vi è la possibilità di

recuperare la cellula può tornare alle condizioni normali. Se non si può verificare il ripristino delle condizioni iniziali la

cellula può andare incontro a morte. Si giunge alla morte in quanto il rigonfiamento è particolarmente accentuato, si può

avere una picnosi del materiale nucleare dunque un aumento del compattamento della cromatina e la rottura delle

membrane lisosomiali quindi a lungo andare si ha la distruzione del nucleo (cariolisi) e la frammentazione della membrana

cellulare.

Cosa può indurre un danno cellulare?

NB: L'ischemia è diversa dalla ipossia. L'ischemia si verifica quando non arriva sangue a causa di un fenomeno ostruttivo

quindi non arrivano nè ossigeno e nè nutrienti. Con ipossia si intende una carenza di ossigeno.

Se noi consideriamo ciò che succede a livello di un comparto tissutale durante l'evoluzione del danno è ovvio che

• vi è una fase iniziale di reversibilità in cui possiamo recuperare le cellule danneggiate anche se comunque stiamo

perdendo la funzionalità della cellula perchè si hanno delle alterazioni morfo­funzionali. Nel momento in cui

passiamo al danno irreversibile ci sono alterazioni biochimiche, morfologiche, macroscopiche. Pensiamo per

esempio all'infarto del miocardio, se consideriamo per esempio gli enzimi del danno cardiaco saranno precoci

infatti un prelievo possiamo osservare se c'è stata la morte cellulare. Il danno a livello biochimico dunque

possiamo osservarlo prima dell'alterazione strutturale e prima del segno clinico anche. Quindi possiamo osservare

i marcatori di danno miocardico prima che compaia il segno clinico (necrosi del tessuto miocardico). Invece le

alterazioni a livello macroscopico sono le ultime che possiamo vedere.

Nella necrosi le cellule si distruggono ("si spappolano"): si ha una distruzione massiva disordinata con la fuoriuscita di

tutte le componenti cellulari compresi gli enzimi degradativi dei lisosomi. Nell'apoptosi dalla cellula prendono origine i

corpi apoptotici che vengono captati dalle cellule macrofagiche.

Il tessuto necrotico è un tessuto inf iammato!!!!!!!! Perchè? Quando c'è necrosi c'è infiammazione perchè tutte

le componenti cellulari che vengono liberate nel tessuto circostante sono fortemente proinfiamamtorie, irritano il tessuto e

richia

Dettagli
A.A. 2017-2018
42 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martina.granatiero.3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia Generale ed Immunologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Conese Massimo.