vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
NECROSI
Il plasma diventa eosinofilo perché nel citoplasma gli RNA sono basofili e sono stati degradati e anche le proteine del citosol. Quindi si perde la basofilia in favore dell'acidità. Il nucleo è sottoposto ad un processo di degradazione con addensamento della cromatina che si frammenta (carioressi). Poi si ha rottura della membrana cariolisinucleare. Si rompono i lisosomi. All'interno dei mitocondri vi è materiale flocculare. Per avere il processo di lisi esiste un altro fenomeno che è accompagnato da infiammazione. Si formano figure mieliniche. Il tessuto necrofilo viene digerito dai leucociti dell'infiammazione.
Quanti tipi di necrosi esistono? Possiamo avere la necrosi coagulativa in cui il tessuto è quasi "imbalsamato" perché i processi di abbassamento del pH a seguito della produzione di acidi sono così intensi da denaturare anche le proteine a significato degradativo che non possono più funzionare.
Succede perché i lisosomi non possono funzionare. Ètipica negli infarti.-La (dovuta a batteri o funghi) perché possono agire i lisosomi e degradare ilnecrosi colliquativatessuto con deposizione di fibrina.-Un altro tipo di necrosi è la tipica dell’infezione tubercolare. La consistenza delnecrosi caseosatessuto necrotico e a forma di formaggio fuso. C’è un forte addensamento di componentiinfiammatorio con formazioni granulomatose. Quindi c’è un infiammazione cronica.-La è molto importante. È tipica delle pancreatiti fulminanti. A seguito di questo fattosteatonecrosisi ha liberazione massiccia delle lipasi pancreatiche vengono liberate in cavità peritoneale condigestione dei lipidi e liberazioni di ac. Grassi formando dei saponi.RIASSUMENDO attraverso l’ischemiaL’ischemia del miocardio è un modello classico che riassume tutti i danni cellulari. Fase di dannoreversibile associato a tutti ifenomeni coinvolti:
- ischemia
- Riduzione dell'Atp
- squilibrio di ioni
- comparsa di figure mieliniche che sono ammassi di lipidi
- aumento della glicolisi
- Abbassamento di ph
- diminuzione della quota di glicogeno