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STEMI.
Le cellule miocardiche gravemente danneggiate dall'ischemia
rilasciano in circolo macromolecole presenti nel loro
citoplasma.Queste molecole sono la creatina fosfochinasi
isoenzima-MB possiede una sensibilitá ed una specificitá del
95%.Aumenta in 4-8 ore,raggiunge il picco dopo 24 ore e
ritorna ai valori normali entro 1,5 - 3 giorni.
La quantitá di CK-MB(fosfochinasi MB) é in proporzione al
danno.
Un altro enzima presente durante l'évento infartuario e'la
lattato deidrogenasi o LDH1.
Solitamente per misurare la quantita dell'isoenzima 1 si usa
il rapporto tra lattato deidrogenasi 1 e 2,se questo aumenta
é indice di un evento necrotico a carico del cuore.
1 Il test del rapporto LDH1/LDH2 é stato
sostituito dai dosaggi delle troponine-I fibre che regolano
la contrazione del muscolo cardiaco e scheletrico,aumentano
in 4-6 ore hanno il picco in 15-24 ore e ritornano alla
norma in 9-15 giorni,hanno una sensibilitá e una specificitá
di circa il 95%.
Un altro enzima utile per la diagnosi di un evento
infartuario é l'áspartato aminotransferasi (o aspartatato
transaminasi o SGOT o AST).La aspartato transaminasi (AST o
ASAT aspartato aminotransferasi, chiamata
anche SGOT o GOT ,dall'inglese Serum Glutamic Oxaloacetic
Transaminase) è un enzima appartenente alla classe
delle transferasi che catalizza la seguente reazione:
⇔
L-glutammato + ossalacetato α-chetoglutarato + L-aspartato
Esistono due isoenzimi di aspartato transaminasi chiamati
GOT1 e GOT2(chiamata anche ALT). La GOT1 è un isoenzima
citoplasmatico che si trova soprattutto nei globuli rossi e
nel miocardio. Questo isoenzima sposta l'equilibrio verso la
formazione di glutammato. La GOT2 è un isoenzima
mitocondriale che prevale nel fegato e che sposta
l'equilibrio verso la formazione di α-chetoglutarato.
Nell'uomo la concentrazione ematica di AST è ampiamente
utilizzata a scopo diagnostico: i valori normali
(riscontrabili con un esame del sangue) presenti in un
maschio adulto variano da 10 a 45 U./litro, nelle donne tra 5
e 31 U./litro.Quando uno dei tessuti che si servono
di AST viene danneggiato, infatti, le cellule
diventano necrotiche e rilasciano in circolo tutti
gli enzimi in esse contenute, tra cui AST stessa. La sua
concentrazione plasmatica dipende evidentemente
dall'estensione del danno tissutale. Dopo danni severi, i
livelli di AST possono alzarsi in 6/10 ore e rimanere alti
per circa 4 giorni. Il test sui livelli di AST è svolto
solitamente insieme con quello per i valori di ALT. Il
rapporto tra i due enzimi (AST:ALT) spesso può dare
un'indicazione sommaria sulla localizzazione effettiva del
danno. Sia ALT sia AST sono indicatori affidabili di danno
epatico.
Ce da precisare inoltre che nessun marker biochimico é del
tutto specifico,é possibile avere falsi positivi per malattie
muscolari e renali.
Quando non é possibile individuare il danno miocardico usando
i suddetti esami biochimici é possibile ricorrere alla
scintigrafia,viene somministrato un tracciante radioattivo
come il tecnezio pirofosfato che localizza il tessuto
necrotico e visibile dopo 48-72 ore, o puo essere usato un
tracciante radioattivo come il tallio che si deposita sul
tessuto normale lasciando scoperta la macchia necrotica,in
questo caso se il test é positivo la macchia perdura piu di
24 ore.
Un altro metodo utilizzato per il rilevamento di un area
infartuata é l'ecografia che identifica l'area necrotica
senza pero distingue cicatrici recenti da quelle vecchie.
Nell'infarto miocardico,le disfunzioni si verificano subito
dopo i primi secondi del danno ischemico,il muscolo diventa
meno estendibile,riducendo il riempimento diastolico quindi
aumenta la pressione di riempimento per aumentare
l'estensione,cio influisce sulla contrattilitá.
La contrattilitá alterata fa diminuire la gittata sistolica e
si verificano anomalie elettrocardiografiche.
Nella maggior parte degli infarti miocardici acuti si
verificano una serie di complicanze come
aritmie,insufficienza cardiaca,pericarditi,tromboembolie,
shock cardiogenico e rotture cardiache.
LE ARITMIE
Con il termine aritmia si definisce un alterazione della
frequenza o della regolaritá del battito cardiaco,prodotta da
un anomalia nella formazione o conduzine di un impulso
elettrico.
Quando parliamo di anomalie nella formazione dell'impulso
elettrico possiamo riferirci ad
una alterazione dell'automaticitá a livello del nodo
• seno atriale
di un affioramento del pacemacker latenti in altre parti
• del sistema di conduzione
o alla comparsa di entrambe le situazioni come la
• comparsa di foci ectopici per aumentata eccitabilitá di
alcune zone miocardiche
Le anomalie della propagazione (o conduzione) dell'impulso si
hanno in conseguenza ad un rallentamento, o arresto,
dell'impulso stesso durante il tragitto dal centro segnapassi
dominante ai centri secondari.
Chiarite le alterazioni, le aritmie si possono classificare
in almeno due modi:
in base alla sede d'origine del disturbo in
• sopraventricolari e ventricolari.
in base ai caratteri fisiopatologici delle alterazioni
• in tachicardie,extrasistole,flutter,fibrillazioni e
bradicardie.
La tachicardia (dal greco "veloce" e "cuore", detta
anche impropriamente, tachiaritmia, in quanto il ritmo
pur essendo accelerato è regolare), è una forma di
accelerazione del battito cardiaco, con aumento della
frequenza dei battiti cardiaci e pulsazioni sopra i 100
battiti al minuto a riposo o senza alcuna forma
di stress psicofisico.Le tachicardie possono essere
atriali e ventricolari.
Le tachicardie atriali sono dette anche tachicardie
• atriali parossistiche,composte da un ritmo veloce e
regolare del cuore, che spesso insorge improvvisamente e
ha durata variabile da pochi minuti ad alcune ore; può
richiedere la somministrazione di farmaci endovena per
essere terminato. E’ causata da un circuito di rientro
all’interno del nodo atrioventricolare o attraverso una
connessione elettrica anomala come nel caso della
sindrome di Wolff-Parkinson-White(caratterizzata da un
fascio accessorio atrioventricolare), che sostiene
un’attivazione continua nel circuito e quando si
interrompe cio’ avviene improvvisamente. Questa è la
forma di tachicardia piu’ frequente nei giovani adulti;
e quando la tachicardia è molto rapida, oltre alla
palpitazione può causare vertigini e svenimenti.
Le tachicardie ventricolari sono causate da impulsi
• elettrici anomali che originano dai ventricoli,
specialmente nei pazienti che hanno avuto infarti o
hanno dilatazione del cuore. La terapia con farmaci è
inefficace e spesso anche dannosa. La terapia
con Ablazione è la più efficace e radicale perché
elimina i “punti ipereccitati” da dove originano gli
impulsi anomali.
L'extrasistole è un battito cardiaco prematuro, ossia
una contrazione del muscolo cardiaco che avviene prima
del previsto, alterando la successione regolare dei
battiti nel ritmo sinusale. L'impulso nasce quasi sempre
in sedi diverse dal nodo seno-atriale (dette
sedi ectopiche), che è il luogo d'origine fisiologica
dell'attività elettrica del cuore. Le extrasistoli
possono essere isolate, cioè comparire in maniera
sporadica, o avere una cadenza regolare, ad esempio
comparire dopo ogni battito sinusale
(extrasistoli bigemine) o ogni due battiti sinusali
(extrasistoli trigemine). Possono presentarsi anche
sotto forma di "scariche" di due (coppia), tre
(tripletta) o più extrasistoli (extrasistoli "a
salve").In base alla sede di origine, le extrasistoli
vengono comunemente distinte
in extrasistoli atriali, giunzionali e ventricolari.
Le extrasistoli atriali si originano nelle fibre
• muscolari degli atri. Sono di norma prive di conseguenze
e comuni anche in sogetti con il cuore
sano.All'ECG questi impulsi anomali appaiono come onde
P premature, con morfologia differente rispetto alle
onde P sinusali. Gli impulsi possono arrivare ai
ventricoli attraverso le normali vie di conduzione (in
tal caso alla P anomala segue un regolare complesso
QRS), oppure possono bloccarsi nel nodo AV che si trova
ancora in periodo refrattario (extrasistole atriale non
condotta). Oppure possono giungere ai ventricoli in un
momento in cui il nodo AV è uscito dal periodo
refrattario, ma una delle due branche si trova ancora in
fase refrattaria; in tal caso lo stimolo raggiungerà i
ventricoli attraverso l'altra branca, per cui si
verifica un complesso ventricolare con morfologia
tipo blocco di branca. Questo tipo di conduzione genera
un "meccanismo di rientro", per cui si parla
di extrasistole atriale parossistica condotta con
rientro.
Nelle extrasistoli giunzionali l'impulso origina
• nel fascio di His e va ai ventricoli dando luogo a un
complesso QRS di morfologia regolare. Può verificarsi la
retroattivazione degli atri, o lo stimolo può
estinguersi, "scontrandosi" con quello sinusale nel nodo
seno-atriale.
Nelle extrasistoli ventricolari questo tipo di
• contrazioni premature (sovente abbreviate in CVP o
Contrazione Ventricolare Prematura) l'impulso origina
nei ventricoli, a valle della biforcazione del fascio di
His. All'ECG si rilevano complessi QRS larghi, non
preceduti dall'onda P e pertanto chiaramente
distinguibili da quelli sinusali. Anche in questo caso
può verificarsi o non verificarsi la retroattivazione
degli atri.
Il flutter atriale (flutter in inglese significa battito
• rapido, movimento rapido) puo essere una aritmia
sopraventricolare con contrazione dell'atrio del
cuore molto rapida e ben organizzata, dove la frequenza
atriale può arrivare a 250-350 impulsi al minuto.
Generalmente si instaura un blocco nella conduzione
atrioventricolare, per cui la frequenza percepita è
normalmente di circa 150 battiti al minuto.A causa del
rallentamento della conduzione dell'impulso attraverso
il nodo atrioventricolare, non tutte le attività
elettriche del flutter si trasmettono dagli atri
ai ventricoli.
Generalmente il rapporto tra l'attività elettrica degli
atri e quella dei ventricoli è 2:1, talvolta 3:1 o 3:2,
molto raramente 1:1 (di solito quando la frequenza del
flutter è stata portata, attraverso la somministrazione
di farmaci, sotto i 200 battiti al min