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P. 189, fig.882 si individua un blocco sagomato decorativo a cornice che
impedisce la vista del punto di discontinuità dal basso.
Fig.884 la muratura già sagomata per accogliere l’arco diventa
un’interfaccia tra arco e piedritto. La struttura funziona meglio
perché il carico è più omogeneo e non concentrato in un
determinato punto come accade ad es. nella figura a destra.
fig.885 notare la discontinuità del maschio murario.
piattabande
Le (p.192-192) hanno una forma
architravata, ma funzionano come gli archi. Il fatto che
siano così ribassate rende il loro comportamento simile
a quello dell’arco a sesto ribassato. Come è stato già
detto, più l’arco è ribassato, più sarà spingente. Per
questo motivo la piattabanda è spesso associata
all’arco di sordina (vedi def.), che migliora le
prestazione della struttura. A seconda di come
vengono sagomati i conci, si ha un comportamento a
trilite (architrave) o ad arco. LE VOLTE (p.194)
Semplici
* a botte (traslazione dell’arco, semicilindrica, rotazione di una retta r
-generatrice- attorno ad un’altra retta s complanare -asse di
rotazione-. Scarica in modo omogeneo spingente i carichi sui due
muri, prolungamento dei piedritti. Per aumentare la stabilità è
possibile attuare uno riempimento superiore e porre dei contrafforti
laterali. Le volte a botte con colonnato necessitano di un architrave
molto resistente: non è bene indebolire la muratura di sostegno.)
a vela (si tratta di una semisfera o di una calotta di sfera circoscritta
in un vano quadrato, senza le parti esterne al quadrato.)
Composte
* a crociera (la sua superficie è costituita da un’ossatura di quattro
archi perimetrali –portanti- e due diagonali. Il centro è chiuso da
una pietra detta chiave di volta. Gli spazi tra gli archi diagonali e
quelli perimetrali sono detti spicchi o vele.)
a lunetta (unione di due volte a botte di raggio
diverso, con assi generalmente perpendicolari e complanari. La
volta con raggio maggiore –principale- fa da elemento copertura
di un ambiente architettonico, e l'altra –secondaria- è utile per
creare un’apertura lungo la superficie della volta principale.
a padiglione (si ottiene, come per la volta a crociera,
dall'intersezione di due volte a botte, conservando però le parti in
comune a tali volte: non esistono quindi gli archi perimetrali.
Solitamente consiste nell'intersezione di due semiclindri di
rotazione ad assi orizzontali e perpendicolari tra loro.
a schifo (ottenuta sezionando una volta a padiglione con un piano
orizzontale sopra al piano d'imposta, che divide i sostegni
dalla volta vera e propria. Spesso non è portante –falsa volta-, ma
viene usata come supporto ad affreschi e decorazioni.)
LE CUPOLE (pag.233)
volta a calotta
La cupola è una con simmetria centrale, base poligonale, circolare
o ellittica e profilo a semicerchio, parabola oppure ovoidale.
La base su cui poggia la cupola può essere fatta di muri continui oppure da archi
su piedritti. Quando la base è cilindrica, l'imposta della cupola dovrà essere
circolare, quando la base è prismatica, la cupola sarà del tipo della volta a
padiglione. In diversi casi la struttura di base non segue esattamente la forma
della cupola, allora si rende necessario introdurre una serie di elementi di
raccordo detti pennacchi o trombe. Tra la cupola vera e propria ed il perimetro di
base viene a volte inserito il tamburo di forma cilindrica o prismatica nel quale
sono aperte ampie finestre. L'interno della cupola può essere inoltre illuminato da
un foro posto in sommità che può essere aperto, o chiuso da lucernario, o
sormontato da una lanterna, elemento di coronamento a somiglianza di piccolo
tempietto rotondo in genere finestrato.
Sono tre le componenti che intervengono nella costruzione di una cupola: la
prima è la forma, che definisce quello che sarà l’aspetto della costruzione, con la
sua geometria e la sua estetica; viene poi considerato l’equilibrio statico, con uno
studio mirato a prevedere la distribuzione dei carichi e degli sforzi; infine si arriva
alla prassi esecutiva, che valuta le tecniche costruttive del luogo e del tempo.
L’opera viene realizzata grazie all’apporto diverse figure, che vanno dal semplice
operaio (muratore, carpentiere, scalpellino o manovale) al capomastro muratore,
dal capomastro “allo scalpello” al sovrintendente –l’architetto, che può essere un
artista o un matematico-.
Ci sono diversi stratagemmi per favorire il raggiungimento dell’equilibrio statico in
una cupola. Innanzitutto è buona regola rastremare verso l’alto lo spessore della
calotta, alleggerendo anche i materiali nel salire, dalla pietra al mattone, senza
dimenticare di utilizzare inerti sempre più leggeri nelle malte. Esistono poi degli
elementi architettonici (come incatenamenti in ferro, pietra e legno, archi di
scarico e contrafforti) che hanno proprio la funzione di rendere più solida la
struttura. Non bisogna infine sottovalutare il corretto dimensionamento degli
elementi, facendo in modo che gli elementi portanti risultino più resistenti e quelli
portati più leggeri.
cupole apparecchiate
Le sono strutture composte da elementi tagliati per
occupare un posto ben determinato, formando una disposizione particolare e
sostenendosi proprio grazie alla qualità del taglio (volte sterfotoniche). Una cupola
può essere apparecchiata in diversi modi:
* Con piani di blocchi concentrici: la più comune, in opposizione alla disposizione
per piani d’imposta.
* A chiocciola: formata da file di blocchi o mattoni disposti in forma elicoidale.
* A pernacchio: formata da file di elementi che si assottigliano, con i giunti allineati
che convergono verso un punto superiore.
* Sul piano di una volta a crociera (o a vela): i blocchi o mattoni sono sistemati
sullo stesso piano di quelle della volta a crociera o a vela; talvolta si presenta
anche costolonata.
* A cilindri: formata da cilindri affiancati con i giunti montanti, che vanno
dall’imposta al culmine e separano i cilindri, allineati in piani verticali concentrici.
cupola “gettata”
La è in calcestruzzo e presenta centinatura o cassettatura
(talvolta “a perdere”). Il conglomerato viene indurito.
cupola in carpenteria
La è composta da pezzi di legno o di metallo assemblati
bidimensionalmente o tridimensionalmente.
cupola a costole portanti
La è formata da riempimenti in voltine su un’ossatura di
costoloni, ovvero archi in pietra a vista o nascosti nella massa muraria.
cupola a tubi fittili
La è composta da una quantità di piccoli tubi in terracotta
infilati uno sull’altro e disposti a spirale.
Tipi di cupole:
* A calotta *Ad apertura zenitale
* A bulbo * Su tamburo
* Costolonata * Su pennacchi
* A cupole sovrapposte * Su trombe
* A falsa volta
Tipi di decorazioni:
* A cassettoni * Dipinte (anche Trompe l’oeil)
* A costoloni a raggiera * Decorate a stucco o altri rivestimenti
Il Pantheon
Nel periodo romano le cupole venivano spesso realizzate in concrezione, il
cosiddetto opus caementicium. Esso veniva realizzato con strati sovrapposti di
calcestruzzo (confezionato con calce e pozzolana) con inerti, caementa, di
elevato peso specifico nelle zone inferiori ed inerti di peso specifico minore
procedendo verso l’alto, all’evidente scopo di conferire un’adeguata stabilità al
complesso strutturale. Spesso i caementa erano costituiti da mattoni, in una
disposizione organizzata su filari orizzontali. Nelle cupole in concrezione l’ossatura è
formata da elementi non ammorsati tra loro, i giunti dei quali sono riempiti di malta
e talvolta di ciottoli e sono aperti a V verso l’estradosso.
Eccezionale esempio, anche perché giunto intatto ai nostri giorni, la cupola del
Roma.
Pantheon di La struttura odierna, risalente alla ricostruzione adrianea della
prima metà del II secolo d.C., ha un diametro di 43,30 m ed è perfettamente
emisferica.
La fondazione è costituita da un massiccio anello di calcestruzzo con scaglie di
travertino largo 7,30 m e profondo 4,50 m. Dal piano di calpestio fino all’altezza di
12,30 m circa, la struttura muraria, spessa circa 6 m, risulta composta da strati
alternati di calcestruzzo con scaglie di travertino e tufo, rivestiti con uno spessore di
60 cm di frammenti di mattoni e paramento in mattoni. Dalla quota di 12,30 m
all’imposta della volta, a circa 21,80 m, la struttura è in strati alternati di
calcestruzzo con scaglie di tufo e scaglie di mattoni. Gli strati fino all’imposta della
cupola sono divisi da piani orizzontali di mattoni bipedali.
Lo strato superiore, fino alla quota di 33,55 m circa, è in calcestruzzo e materiale
fittile con piani di mattoni bipedali posti a distanze irregolari, mentre fino alla quota
di 35,80 m circa il calcestruzzo presenta inerti in tufo e frammenti di mattoni con
piani di pipedali sempre più distanziati. L’ultima parte della struttura, alta circa 7,40
m, è in strati alternati di calcestruzzo con scaglie di tufo e scorie vulcaniche
leggere.
Tutta la superficie intradossale della cupola presenta lacunari di alleggerimento. Si
individuano in tutto cinque ordini di cassettoni concentrici di alleggerimento della
massa muraria, i quali convergono verso l’oculus in sommita, che ha un diametro
di circa 9 m.
Cupola di Santa Sofia
Il 23 febbraio 532, pochi giorni dopo la distruzione della seconda basilica durante
Costantinopoli
la rivolta di Nika, l'imperatore Giustiniano I decise di costruire a
(oggi Istanbul) una nuova basilica completamente diversa, più grande e più
maestosa rispetto a quelle dei suoi predecessori. Giustiniano scelse come architetti
Isidoro di Mileto e il fisico e matematico Antemio di Tralle, Antemio, tuttavia, morì
nel primo anno dei lavori.
Questa nuova chiesa fu riconosciuta già all'epoca come una grande opera di
architettura. L'imperatore, insieme al patriarca Eutichio, inaugurò la nuova basilica
il 27 dicembre 537 con una celebrazione in pompa magna.
Terremoti accaduti nel mese di agosto 553 e il 14 dicembre 557 causarono
fessurazioni nella cupola centrale e nella semicupola orientale. La cupola
principale crollò completamente durante un terremoto successivo, avvenuto il 7
maggio 558, distruggendo l'ambone, l'altare e il ciborio. L'incidente si è dovuto
principalmente alla portante troppo alta e al carico enorme della cupola che era
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