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Restauro". I punti salienti includono:

● Rispetto per l'originale: Il restauro deve mirare a preservare l'integrità dell'edificio

senza aggiungere nuovi elementi che possano alterarne il significato storico​.

● Distinzione tra vecchio e nuovo: Ogni intervento deve essere chiaramente

riconoscibile, in modo da evitare confusioni tra l'originale e le parti restaurate. Questo

può essere fatto, ad esempio, usando materiali differenti o incisioni che indichino l'epoca

del restauro​.

● Restauro minimo: Boito sosteneva che fosse meglio consolidare e riparare piuttosto

che ricostruire. Solo quando strettamente necessario si poteva intervenire con aggiunte,

ma queste dovevano essere facilmente distinguibili dall’originale​.

b) Restauri esemplari secondo Boito

Un esempio pratico dell’approccio di Boito è il suo lavoro sulla Porta Ticinese a Milano, dove,

seguendo i principi filologici, evitò aggiunte eccessive, limitandosi a consolidare le parti

esistenti​. L'influenza di Boito e della sua Carta del Restauro è ancora visibile nelle normative

contemporanee, che insistono sulla riconoscibilità degli interventi​.

4. Restauro storico: Cesare Brandi e l'interpretazione della materia

Il restauro storico si sviluppa in Italia nel XX secolo grazie a Cesare Brandi (1906-1988), il

quale introduce l'idea che l'opera d'arte debba essere trattata non solo come un documento

storico, ma anche come un oggetto artistico con un proprio valore estetico.

a) Principi del restauro storico

● Autenticità della materia: Brandi insiste sulla conservazione della materia originale,

ritenendo che ogni intervento debba rispettare la "patina" storica dell'edificio, cioè i segni

lasciati dal tempo.

● Riconoscibilità dell'intervento: L'intervento di restauro non deve alterare l’aspetto

estetico dell’opera, ma deve essere riconoscibile e rispettare l’autenticità dell’originale​.

● Valore estetico e storico: Brandi vede il restauro come un atto critico che deve tenere

conto del significato estetico e storico dell’opera. Il restauratore deve quindi cercare di

mantenere sia l'integrità storica che quella artistica​.

b) Restauri storici

L'opera di Brandi ha influenzato numerosi restauri in Italia e ha portato alla formulazione di

teorie che si applicano sia all'architettura che alle arti visive. La sua filosofia è oggi alla base del

restauro critico e conservativo, che mira a bilanciare la protezione del materiale originale con la

necessità di interventi funzionali​.

PRATICA

1. Genesi e caratteristiche del materiale lapideo

Il materiale lapideo, naturale o artificiale, è da sempre uno degli elementi costitutivi più

importanti nell'architettura storica. La sua genesi e classificazione derivano dalla comprensione

dei processi geologici e dalla tipologia delle rocce.

a) Classificazione delle rocce

Il materiale lapideo è suddiviso in tre grandi categorie a seconda della loro origine:

● Rocce magmatiche: Derivano dal raffreddamento e dalla solidificazione del magma. Le

rocce intrusive (come il granito) si formano dal raffreddamento lento sotto la superficie

terrestre, mentre quelle effusive (come il porfido) si solidificano rapidamente in

superficie.

● Rocce sedimentarie: Si formano attraverso il deposito e la sedimentazione di materiali

provenienti dall'erosione di altre rocce. Tra queste ci sono le rocce detritiche (come

l'arenaria) e quelle chimiche (come i calcari), che sono particolarmente utilizzate come

materiali da costruzione.

● Rocce metamorfiche: Sono rocce che si sono trasformate a causa di alte pressioni e

temperature, come il marmo, originato dalla trasformazione del calcare.

b) Caratteristiche e distribuzione dei materiali lapidei

Ogni tipo di roccia ha caratteristiche fisiche e chimiche diverse, che ne influenzano la durabilità

e la lavorabilità:

● Granito: Una roccia magmatica intrusiva molto resistente, usata per colonne e altri

elementi architettonici a Milano.

● Arenaria: Una roccia sedimentaria molto usata in Toscana, conosciuta per la sua facilità

di lavorazione ma anche per la sua vulnerabilità all’erosione.

● Ceppo lombardo: Un conglomerato usato principalmente nella Lombardia, noto per la

sua durezza e resistenza.

La composizione chimica e la struttura cristallina delle rocce influenzano il loro

comportamento in condizioni di esposizione agli agenti atmosferici e alle sollecitazioni

meccaniche.

2. Processi di produzione dei leganti storici

I leganti sono materiali che, mescolati con acqua e aggregati, creano un composto plastico

che, indurendosi, diventa solido. I leganti storici utilizzati nell'architettura variano in base

all’epoca e alla disponibilità dei materiali.

a) Gesso

Il gesso è uno dei leganti più antichi, utilizzato già dagli Egizi per costruzioni come le piramidi.

La sua produzione richiede temperature più basse rispetto alla calce, rendendolo

particolarmente conveniente. Il gesso veniva cotto a temperature moderate (150-200°C) per

ottenere solfato di calcio, che, mescolato con acqua, creava una pasta facilmente lavorabile e

rapida ad asciugarsi.

● Usi del gesso: Nell'antichità veniva utilizzato per intonaci e decorazioni, e persino per

creare superfici trasparenti nei templi.

b) Calce

La calce è un altro legante molto utilizzato, ottenuto dalla cottura del calcare a circa 900°C. Il

processo di produzione coinvolge due fasi:

1. Calcinazione: La roccia calcarea viene riscaldata fino a ottenere ossido di calcio (calce

viva).

2. Idratazione: L'ossido di calcio viene poi mescolato con acqua, formando calce spenta o

idrata.

La calce è stata largamente usata per malte da muratura e per intonaci, poiché è molto

resistente e durevole, ma ha un processo di indurimento relativamente lento. La sua versatilità

le ha permesso di essere utilizzata per leganti sia in edifici monumentali che in costruzioni più

modeste.

c) Cemento

Il cemento, introdotto più tardi rispetto alla calce e al gesso, è un legante idraulico che indurisce

anche in presenza di acqua. La sua diffusione su larga scala avvenne con l'invenzione del

cemento Portland nel XIX secolo, rivoluzionando le tecniche costruttive.

3. Processi di degrado dei materiali

I materiali lapidei, come qualsiasi altro materiale da costruzione, subiscono nel tempo processi

di degrado a causa di agenti fisici, chimici e biologici.

a) Degrado chimico

● Alterazione da piogge acide: Le piogge acide sono ricche di anidride solforosa (SO2)

che deriva dalla combustione di combustibili fossili. Essi accelerano la degradazione dei

materiali lapidei. Più precisamente, questi acidi reagiscono con i carbonati presenti nelle

rocce, trasformandoli in solfati solubili che causano il distacco di parti della superficie

(sopratutto nei calcari e nei marmi).

● Carbonatazione: Un altro fenomeno è la carbonatazione, che colpisce particolarmente

la calce. Questo processo si verifica quando l'anidride carbonica (CO2) nell'aria reagisce

con il calcio presente nei leganti, formando uno strato di carbonato di calcio sulla

superficie che può proteggere il materiale, ma anche causare fessurazioni.

b) Degrado fisico

● Ciclo gelo-disgelo: L'acqua che penetra nelle fessure dei materiali lapidei può

congelarsi e, espandendosi, causare microfessurazioni o distacchi, deteriorando

rapidamente le superfici.

● Erosione: L'azione combinata di vento, pioggia e particelle in sospensione può erodere

gradualmente le superfici lapidee, riducendo la leggibilità degli elementi decorativi.

c) Degrado biologico

● Attacco di organismi biologici: Muschi, licheni e alghe possono proliferare sulle

superfici lapidee, specialmente in aree umide o poco esposte al sole. Questi organismi

non solo degradano il materiale con le loro radici, ma possono anche intrappolare

umidità e accelerare i processi chimici di degrado.

Riferimento: Recupero e restauro degli edifici storici: Il testo descrive il deterioramento dei

manufatti architettonici realizzati con materiali tradizionali (e moderni) dovuto all'inquinamento

atmosferico, affermando che è importante comprendere la natura dei fenomeni di alterazione e

degrado per preservare la loro conservazione.Ogni edificio, infatti, si compone di elementi

costruttivi, intesi in senso lato come insiemi di materiali e di manufatti, dotati di proprietà e

caratteristiche particolari che, una volta posti in opera, per effetto di ~enomeni di nat~r~

"complessa", possono subire trasformazioni che alterano_ il loro as~tto or'.g1- nario (poiché

agiscono sul: "grado e tipo di finitura a cui sono stati ~rtati al momento della posa in opera") e le

loro caratteristiche specifiche (resistenza, porosità, colore, ecc.).

4. Elementi costruttivi e tecnologici degli edifici storici

Gli elementi costruttivi degli edifici storici sono il risultato di secoli di tradizione costruttiva, con

tecniche che variano notevolmente a seconda dei materiali disponibili e delle influenze culturali.

a) Strutture murarie

Le murature storiche erano spesso realizzate con materiali disponibili localmente, come il

mattone o la pietra, e legate da malte di calce o gesso. Le murature portanti sono l'elemento

strutturale principale degli edifici storici e si sviluppavano con tecniche come:

● Apparecchiature murarie: La disposizione dei blocchi o dei mattoni nelle murature. Un

esempio classico è l'opus quadratum, dove i blocchi di pietra vengono posizionati in

corsi regolari.

● Volte e archi: Tecnologie come l'arco e la volta, sviluppate dagli Etruschi e dai Romani,

permisero la costruzione di edifici più grandi e complessi. Le volte a botte e le volte a

crociera erano comunemente utilizzate nelle cattedrali e nei palazzi medievali.

b) Coperture

Le coperture storiche variavano in base alle regioni e ai materiali disponibili:

● Tetti alla lombarda e alla piemontese: Questi tetti differiscono per la disposizione delle

orditure principali e secondarie. In Lombardia, ad esempio, i tetti spesso avevano una

struttura più pesante, adattata alle esigenze locali di resistenza alle intemperie.

● Capriate: Le capriate in legno sono state ampiamente utilizzate nelle coperture storiche,

specialmente nei grandi edifici come le chiese. Questi elementi strutturali permettevano

di coprire grandi luci senza bisogno di appoggi intermedi.

c) Finiture e decorazioni

Le decorazioni e le finiture erano un elemento fondamentale dell’architettura storica, e

comprendevano:

● Elementi decorativi in pietra: Scolpiti o applicati alle facciate degli edifici. Ad esempio,

a Milano erano comuni le decorazioni in cemento decorativo,

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Publisher
A.A. 2024-2025
9 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/19 Restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bonale2003 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di conservazione dell'edilizia storica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof De Stefani Lorenzo.