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Riconoscimento delle libertà positive (diritti collettivi);

o Minore separazione fra Stato e società e fra politica ed economia. Società come insieme di

o gruppi organizzati che esprimono bisogni, interessi e volontà diversificati.

Riconoscimento dei diritti sociali;

o Principio di uguaglianza sostanziale;

o Sovranità appartiene al popolo, concezione dominante è quella rappresentativa;

o

Finalità dello Stato: economia diventa oggetto di decisioni politiche e si parla di economia di

mercato sociale. Si qualifica lo Stato democratico come Stato sociale, per sottolineare la finalità di

operare per ridurre le diseguaglianze sociali. Assumono rilievo i partiti politici, canali di collegamento

tra comunità e soggetti pubblici. I cittadini, nel rapporto con lo Stato, si possono tutelare dagli abusi

dei pubblici poteri e gli vengono riconosciuti diritti positivi e sociali. La crisi dello stato democratico-

sociale si è affermata su tre terreni distinti: economico-sociale, politico e giuridico-costituzionale.

Sotto il primo profilo le ragioni della crisi si ritrovano nella globalizzazione dell’economia, nella

difficoltà dello Stato di fra fronte ai suoi compiti tradizionali; dalla globalizzazione e dallo sviluppo di

organizzazioni sovranazionali, come l’UE, è derivato un ridimensionamento del ruolo degli Stati-

nazione; inoltre gli Stati devono affrontare la sfida delle rivendicazione di autonomia da parte delle

collettività territoriali. Si propone quindi una riforma dello Stato sociale, che richiede un approccio

sovranazionale.

• Stato di modernizzazione: Stato che caratterizza i paesi in via di sviluppo a partire dal II

dopoguerra. Diviso in 4 differenti cicli:

Paesi dove si adottano costituzioni ispirate ai principi liberal-democratici che caratterizzano

o l’ex madrepatria (come in Messico e in India);

Paesi che attraverso colpi di Stato militari, instaurano regimi autoritari (come in Africa o in

o Asia);

Paesi sotto l’influenza dell’URSS;

o Stati di nuova democratizzazione, a partire dagli anni 80-90, provenendo da regimi autoritari

o o socialisti e che hanno aspettato per darsi una costituzione liberal-democratica (come nel

Sudafrica).

Le forme di governo

Elementi essenziali di democrazia:

• Separazione dei poteri;

• Fonti di informazione libera;

• Elezioni regolamentate;

• Rappresentanza politica, che si è evoluta dalla rappresentanza giuridica di stampo medioevale a

rappresentanza di tipo politico, vietando un mandato imperativo. In USA e GB il mandato può

essere revocato dai cittadini ai rappresentanti che non si comportano bene;

• Mercato economico libero;

• Sistema sociale articolato;

• Pluralismo politico istituzionale.

In base allo sviluppo di questi elementi, si suddividono i paesi.

Per forma di governo si intende come il potere pubblico è distribuito tra gli organi costituzionali. Esistono

varie forme di classificazione:

1. Criterio di Mortati:

a. Il modo di scelta del potere supremo, distinguendo tra:

i. forma diretta: potere deriva da altri;

ii. rappresentativa: potere è dato da un soggetto esterno;

b. Il modo in cui si forma la volontà del potere supremo, distinguendo tra:

i. Pura: potere concentrato in un organo unico;

ii. Mista: potere ripartito tra più organi;

c. Limiti e garanzie disposti dall’ordinamento per assicurare che l’azione degli organi

costituzionali si esplichi correttamente, distinguendo tra:

i. Interni: separazione dei poteri;

ii. Esterni: organo che contra l’azione degli altri organi costituzionali.

2. Criterio della separazione dei poteri: è considerato il presupposto teorico su cui siano fondate tutte

le Costituzioni a partire dall’800. Il concetto di separazione dei poteri nasce con Locke, il quale

affermava che nello Stato di natura l’uomo aveva diritti di libertà e uguaglianza ma non venivano

tutelati. Per passare allo Stato di diritto i poteri venivano separati e dati ad organi diversi (teoria poi

ripresa da Montesquieu per limitare i poteri del re). Francesi e Americani divisero i tre poteri

esecutivo, legislativo e giudiziario, creando Costituzioni in cui i diritti naturali venissero tutelati. A

seconda del modo in cui i rapporti tra poteri vengono delineati, avremo diverse forme di governo:

a. A separazione rigida dei poteri: non si prevedono collaborazioni tra i poteri, come nella

forma di governo presidenziale;

b. A collaborazione dei poteri: i tre poteri sono separati ma ci sono delle collaborazioni, come

nella forma di governo parlamentare;

c. A confusione dei poteri: desueta, presenta elementi di entrambe le forme, il governo è

commissario dell’assemblea.

C’è chi sostiene che i poteri non siano solo 3. Alcuni affermano che siano 5:

a. Potere esecutivo: spetta al Governo e ai capi di Stato;

b. Potere legislativo: spetta al Parlamento;

c. Potere amministrativo: che spetta alla Pubblica Amministrazione;

d. Potere giudiziario: che spetta alle Corti indipendenti;

e. Corte Costituzionale: che garantisce tutti i poteri dello Stato.

3. Criterio che spinge a ricercare il titolare dell’indirizzo politico: abbiamo tre forme di governo

a. Costituzionale pura:

i. Monarchica: forma di governo dove il titolare è il Re, i ministri restano in carica per

sua volontà;

ii. Repubblicana: forma di governo ove il titolare è il Presidente della Repubblica ->

Presidenziale;

b. Costituzionale parlamentare: il titolare è il governo, che deve avere la fiducia del parlamento.

In ha interesse chi sia il Capo dello Stato

i. Monarchica: monarchia parlamentare;

ii. Repubblicana: repubblica parlamentare;

c. Costituzionale direttoriale: che ha una sua forma solo repubblicana e si afferma

storicamente nel 1975. Attualmente è presente solo in Svizzera. Il Governo è detto del

Parlamento, ma resta in carica senza fiducia. Hanno quindi solo un rapporto iniziale.

4. Criterio che cerca l’esistenza della fiducia e dell’elezione diretta del Capo dello Stato:

Forma di Governo Rapporto fiduciario Elezione diretta

Parlamentare X -

Presidenziale - X

Direttoriale - -

Semipresidenziale X X

5. Criterio che divide le forme di governo in monistiche o dualistiche, attraverso la legittimazione degli

organi:

a. Monistica: parlamentare;

b. Dualistica: presidenziale, semipresidenziale, neoparlamentare, monarchia costituzionale;

6. Criterio che divide in forme mediate o immediate:

a. Mediate: cittadini eleggono rappresentanti che poi scelgono governo;

b. Immediate: cittadini, attraverso elezione dei rappresentanti, danno una preferenza sul capo

del Governo anche senza votarlo;

7. Criterio che individua se esiste il rapporto di fiduciario:

a. Fiducia: parlamentare; presidenziale;

b. Assenza di fiducia: direttoriale; presidenziale

Monarchia costituzionale pura

Caratterizza il passaggio dallo Stato assoluto a quello liberale. E’ forma dualistica, il re è titolare

dell’indirizzo politico. Nasce in Inghilterra e poi si espande in Europa. E’ sancita dal bill of rights, che

ribadisce gli antichi diritti dei sudditi ampliando i poteri del Parlamento. Nel resto dell’Europa occidentale

bisogna attendere la rivoluzione francese affinché la monarchia costituzionale trovi un suo effimero

riconoscimento: infatti nella Costituzione del 1791 viene riconosciuto al corpo legislativo e al re la qualità di

rappresentanti della nazione. Nelle costituzioni concesse dal monarca, però, si afferma la monarchia

costituzionale. E’ una forma dualistica, fondata sulla separazione del potere legislativo del parlamento ed

esecutivo del re: sono poteri con diversa legittimazione e che non si può parlare di poteri in equilibrio. Il re

infatti è titolare di prerogative che gli derivano dalla sua collocazione a vertice dello Stato, inoltre può

sciogliere le Camere e nomina i ministri, persone di sua fiducia e responsabili verso di lui. Il Parlamento

può pronunciarsi sulla destinazione delle entrate, condizionando così le scelte del Monarca. Si evolve nella

forma di Monarchia costituzionale parlamentare.

Monarchia costituzionale parlamentare

Il sovrano inizia ad astenersi dalla gestione del potere. Il governo resta in carica perché ha la fiducia del

Parlamento. Nasce sempre in Inghilterra, nel 1782 (Giorgio III era il Sovrano, Lord North si dimise dalla sua

carica perché non aveva la fiducia delle Camere, nonostante la volontà contraria del Re). Una cosa

analoga succede in Francia con la costituzione del 1830. Uno degli elementi caratterizzanti la forma

parlamentare è la controfirma ministeriale, il ministro si assume la responsabilità dei suoi atti. Il rapporto, in

Inghilterra, tra il ministro che controfirma e il Parlamento è, in una prima fase, giuridico: il Parlamento può

perseguire penalmente il ministro (Impeachment). E’ un sistema ancora oggi utilizzato in Inghilterra, USA e

altri paesi. Il rapporto si trasforma in un rapporto politico in una seconda fase, e il ministro è responsabile

politicamente nei confronti del Parlamento tramite il cosiddetto rapporto di fiducia. I due poteri, esecutivo e

legislativo, sono in equilibrio fino all’inizio del ‘900, quando si trasformerà in una forma monistica, ove

prevarrà o il parlamento o il governo. Nella forma parlamentare dualistica esistono due poteri e 3 organi:

esecutivo, legislativo; parlamento, governo e capo dello Stato. Questa forma si evolve e l’equilibrio si

perde: in alcuni paesi si avrà la prevalenza del Parlamento e in altri quella del Governo. Dal punto di vista

diacronico (cioè nel tempo) ha conosciuto quindi un passaggio da una forma dualistica ad una forma

monistica; dal punto di vista sincronico abbiamo forme di governo moniste, nelle quale prevale o il governo

o l’assemblea. La forma dualistica è solo storica.

Forma di governo Parlamentare assembleare

Prevale il parlamento;

Forma di governo Parlamentare secondo il Modello Westminster

Prevale il Governo

Forma di governo parlamentare

Nasce in Inghilterra spontaneamente. In Inghilterra manca una costituzione scritta e ciò comporta che i

rapporti tra gli organi costituzionali siano frutto di convenzioni, che forniscono un governo stabile. Gli altri

paesi tendono a ricercare ciò che rende stabile il governo inglese, traducendo nelle loro costituzioni scritte

le convenzioni che fanno funzionare il sistema anglosassone. Vengono introdotte all’interno delle

costituzioni regole che possano dare stabilità all’esecutivo. La cosiddetta razionalizzazione avviene

soprattutto nelle costituzioni del 900 per rispondere alla necessità di stabilizzare il Governo: vengono

previsti rapporti fiduciari (il Governo formato solo tramite un voto di fiducia del parlamento); si prevede un

sistema ele

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Scienze giuridiche IUS/21 Diritto pubblico comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher renzwk di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto costituzionale italiano e comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Caravale Giulia.
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