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NARRAZIONE

Sensazione di raccontare un'idea più che una storia. Narrazione frammentaria, disarticolazione dell'intreccio. Polifonia, lavoro per accumulazione dati. Interesse nel principio compositivo fondato su aggregazione continua di maschere, temi, motivi. A parte il prologo, spazio e tempo non organizzati, principio di interscambiabilità tra le scene. Film - contenitore senza gerarchia tra eventi. Narrazione che sembra non avere un centro. Toto minimo centro ma eroe di un racconto con dimensione corale molto forte. Dimensione fiabesca parodica nel film.

come si inserisce nel Neorealismo?

Fatto più discusso di Miracolo a Milano:

Sorta di stilizzazione dell'immaginario neorealista, non un azzeramento (critica)

Il piano stilizzato e il piano stilizzante (forma) rimangono insieme, senza sfasature > cioè la forma della favola e parabola non negano immaginario neorealista ma lo problematizzano

Zavattini cerca non manipolazione ma

semplificazione della realtà > forma simbolica e fantastica del neorealismo, non tradimento di questo Stilizzazione villaggio dei baraccati ma incorporazione della carica morale del neorealismo Comunque impegno politico, si sta dalla parte del più debole Estetica del travestimento che incorpora estetica della trasparenza sul piano della stilizzazione Miracolo a Milano ci fa vedere insieme la veduta e il cannocchiale > ci fa vedere il materiale e la sua formalizzazione che non ne distrugge l'autenticità Claude Roi scrisse: "Allo spettatore di Ladri di biciclette si domandava di entrare nelle strade, nelle case, nei ristoranti; allo spettatore di Miracolo a Milano si domanda di estrare nel gioco" Critica su Miracolo a Milano Bersagliamento ideologico accanito su questo film > film accusato di essere comunista ma inizialmente vietato in Unione Sovietica finale Sguardi puntati soprattutto sul > che vuol dire verso un paese dove buongiorno vuoldireveramente buongiorno? (Di nuovo annullamento la distanza tra significante e significato)
Alcuni pensavano che i poveri andassero verso il paradiso, altri verso il comunismo.
Finale diverso dal libro e dalle varie versioni sceneggiatura > connotazione classista impedita dao censura (ricerca terra promessa impedita da cartelli “proprietà privata”)
Finale non consolatorio, non si va in paradiso MA invece > volo di sconfitta, sussulto estremo dio fronte a mancanza di alternativa, altrove
Messaggio comunque pesante e pessimistao > Denuncia di una situazione di solitudine> Perdita delle grandi speranze del primissimo cinema del dopoguerra
Cinema italiano Zavattini sul neorealismo–Pensiero disperso, non sistematicizzato > pensiero in atto, in azione non cristallizzato
Sempre legato a esperienza, contingenza. Ma rigore, organicità interni da anni 30 a anni 70
1934-35 – Prime esperienze di sceneggiatore con idee già anti narrative che si

Il cinema mondiale poggia per nove decimi sul romanzesco, sull'eccezionale: ma intorno alla natura di questo romanzesco noi non ci comprendiamo. I ciechi sono in grado di attendere avventure ben più profonde di quelle care ai soggettisti internazionali; essi soli permetterebbero e aiuterebbero la rivoluzione vera e propria: il film dell'uomo che dorme, il film dell'uomo che litiga, senza montaggio e oserei aggiungere senza soggetto. Un episodio senza centro e casuale. Poter tornare all'uomo come all'essere, "tutto spettacolo". Certi metraggi ottenuti piazzando la macchina in una strada, in una camera, vedere con pazienza insaziabile, educarci, che grande conquista, alla contemplazione del nostro simile, nelle sue azioni elementari. Vicino a noi siede il cieco, lo aiutiamo di quando in quando con le didascalie:

Ora l'uomo si passa una mano sulla faccia, il dito medio si è fermato sull'occhio; muove la bocca a sinistra... Il cinema dovrà scoprire le cose originarie e abbandonare il balordo concetto di inverosimile e di eccezionale che la letteratura sta buttando finalmente alle ortiche.

Sguardo di Zavattini non mimetico > sguardo dello straniamento, non percezione abituale della realtà > ricerca di nuovi sensi in realtà. No astrazioni, sempre fatti concreti > sogni terrestri, legati a materia.

Già ora Zavattini parla di sorpresa e meraviglia – parole chiave – che non sono più per le capacità fabulatorie ma basate sul rapporto conoscitivo tra soggetto che guarda e oggetto guardato. Urgenza conoscitiva che diventerà perno ossessivo su cui si baserà il pensiero di Z nel dopoguerra. Per lui la guerra = spartiacque con il passato. Ha distrutto le strutture della sua cultura, del suo pensiero, l'uomo.

Egli vorrebbe buttare via i libri del passato. Le parole hanno perso il contatto con le cose, ci vogliono parole nuove per questo nuovo tempo e gli artisti devono prendere nuove direzioni e devono cambiare le forme dell'estetica e dell'arte e sociali.

Forte responsabilità civile e morale di Zavattini

cinema come medium di massa forte carica sociale = neorealismo

Neorealismo per Zavattini

percorso di ricerca in primis dell'intellettuale

Ricerca di nuovi nessi tra società e cultura. Ma terreno senza certezze, dubbio e utopia motori

Cultura del neorealismo

cultura del dubbio che si apre al mondo ["apertura ad angolo piatto"]

Radicamento fisico nel caos dei fatti nello spazio del vissuto da parte dell'artista. Orizzonte fenomenologico in pensiero Zavattini condiviso con Sartre, Bazin, abate Ayfre Zavattini in comunicazione solo con Bazin (anche lunga corrispondenza 1951-54) Investitura conoscitiva ed esistenziale all'atto

artistico > sempre come interrogazione della realtà, relazione continua tra Io e l’Altro, soggetto e mondo del soggetto

No pensiero autoritario, si forma e si trasforma a contatto diretto con le cose.

Forte affettività verso il mondo, sembra come auspicare una comunicazione anche viscerale con il mondo, quasi un afflato evangelico-utopico, però vi è un carattere concreto fino alla deriva fisiologica, mai pensiero trascendente. Conoscenza che coincide con l’esperienza e si origina al “coito” con le cose

Corpo e fisicità > fondamentali nel percorso conoscitivo.

Cinema = strumento più adatto per esplorazione conoscitiva del mondo, diverso da letteratura.

Letteratura – arte dell’assenza, mediata dalla parola o Cinema – arte in presenza, che annulla le distanze (esperienze all’ avanguardia di Z)

Insoddisfazione del mezzo letterario > invece cinema come un'arte che ci permette di stare dentro le cose.

Percorso conoscitivo dentro quel mondo che si vuole conoscere. Rivelazione. Questo processo assume connotati religiosi della macchina da presa porta alla rivoluzione della realtà, non fa miracoli ma ha una capacità maieutica di attivare il processo conoscitivo- questo appare miracoloso, è la scoperta dell'altro che non viene presupposta a priori.

Zavattini e Bazin - termini rivelazione, ambiguità, mistero del reale - possibilità di un processo conoscitivo dagli esiti aperti, non prestabilito. Conta più la ricerca continua, il processo della domanda che i risultati per loro.

Necessità di liberazione del cinema da: strumenti industriali e canoni di rappresentazione istituzionalizzati, classici.

Zavattini in ambito sperimentale riprende il pensiero di Dzica Vertov e dice di voler rendere il cinema alla portata di tutti. La cinepresa del cineasta deve avere stessa libertà della penna dello scrittore. Zavattini dice

tutto io molto prima del manifesto della Nouvelle Vague.Problema = il cinema costa troppo, ha bisogno di un'industria dietro.Lontano da mercato e coercizioni di industria si potranno fare dei "film liberi come libri" per Z.Racconto romanzesco = primo impedimento alla conoscenza perché schema gerarchico di un racconto prestabilito > progressione di eventi stereotipati, personaggi marionette, standardizzati.Interpreti del cinema neorealista > presenze umane autentiche"L'arte deve essere espressa da un nome cognome vero e non falso. Di eroi più o meno immaginari ne ho piene le scatole. Io voglio incontrare quello che è il vero protagonista della vita oggi, voglio vedere come è fatto: se ha i baffi o no, se è alto o basso, voglio vedere i suoi occhi, voglio parlare con lui. Lo si guarderà lì sullo schermo con la stessa ansia, con la stessa curiosità per cui in una Piazza basta un capannello di gente a farci.

accorrere dove andare, che cosa è successo? Che cosa è successo a un uomo vero? Aiutare questo istinto di non solitudine è il compito del cinema, che ha intuito come il Neorealismo ha intuito, quale insostituibile e infinita esperienza venga dalle cose che si svolgono sotto i nostri occhi per naturale necessità. Io sono contro personaggi eccezionali, sono contro gli eroi: ho sempre sentito un odio estensivo contro di loro. Mi sentivo offeso, escluso insieme a milioni di altri esseri. Siamo tutti personaggi. [Siamo tutti artisti] Gli eroi creano complessi di inferiorità negli spettatori. È arrivata l'ora di dire agli spettatori che sono loro i veri protagonisti della vita. Il risultato sarà un richiamo costante alla responsabilità e alla dignità di ciascun essere umano. Bisogna far capire finalmente che all'anagrafe siamo tutti nominati e che quindi siamo tutti ugualmente interessanti. La radio dovrebbe trasmettere

"l'elenco di tutti gli italiani indistintamente per rinfrancarli."

"Gli spettatori sono i veri protagonisti della vita, gli eroi ci fanno sentire inferiori, legati all'idea del racconto tradizionale. Questi canoni classici della narrazione e rappresentazione sono dei limiti imposti al soggetto per questa immersione conoscitiva nella realtà."

"Il neorealismo è la coscienza del cinema" > tensione continua verso delle forme aperte, sperimentate di volta in volta nella loro singolarità e necessità.

Avversione contro ogni normativa che si spinge fin a organizzazione del lavoro cinematografico.

Lui è sceneggiatore, ma afferma che l'atto della regia è soggettivo: regista, sceneggiatore e soggettista non dovrebbero essere 3 figure distinte > dovrebbe esserci solo il regista, libero di creare.

"Il Neorealismo rompe tutti gli schemi, tutti i canoni, che non sono altro che codificazione di limiti. E' la

realtà che li rompe questi schemi, essendo infiniti i modi dell'incontro da parte dell'uomo di cinema con la realtà. Parlo proprio di andare in giro con la macchina da presa, di osservare il mondo attraverso l'obiettivo, di catturare attimi di vita e trasformarli in immagini che raccontano storie. È un modo unico di esplorare la realtà, di mettersi in relazione con essa e di comunicare con gli altri. Il cinema ci permette di vedere il mondo con occhi diversi, di scoprire nuovi punti di vista e di emozionarci con le storie che ci vengono raccontate. È un linguaggio universale che supera le barriere culturali e linguistiche, che ci unisce e ci fa sentire parte di qualcosa di più grande. Eppure, nonostante la sua potenza e la sua capacità di coinvolgere ed emozionare, il cinema non è solo spettacolo. È anche riflessione, critica, denuncia. È un modo per guardare dentro di noi, per interrogarci sulle nostre paure, i nostri desideri, le nostre contraddizioni. È un'arte che ci fa pensare, che ci stimola a riflettere sulle nostre vite e sul mondo che ci circonda. Ecco perché il cinema è così importante, perché ci aiuta a capire chi siamo e dove vogliamo andare.
Dettagli
A.A. 2020-2021
73 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tessa.tess.tess di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cinema italiano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Parigi Stefania.