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DICHIARAZIONE DI PRINCIPI INTERNAZIONALI DI CATALOGAZIONE
Dichiarazione di Parigi del 1961.
La Dichiarazione di Parigi, comunemente nota come "Principi di Parigi", venne approvata dalla Conferenza internazionale sui principi di catalogazione nel 1961. L'obiettivo imposto dalla conferenza era quello di servire una base per la standardizzazione internazionale della catalogazione, obiettivo che è stato sicuramente raggiunto: la maggior parte dei codici di catalogazione, elaborati in tutto il mondo, ha seguito i Principi rigorosamente o almeno ad un grado elevato.
Nei Principi di Parigi del 1961 confluiscono le riflessioni di Charles A. Cutter, di Ranganathan (per il quale il catalogo deve ottimizzare le modalità di ricerca dell'utente, conformandosi di fatto alle prime quattro "Leggi della Biblioteconomia"), di Eva Verona e di Lubetzky. Di grande rilevanza fu il dibattito che sorse attorno ai loro due approcci contrapposti rispetto alla funzione.
Principi fissa quindi le funzioni del catalogo e il mio di assolverle, limitamenti alla scelta e alla forma dell'intestazione. Il documento si divide in 12 punti, di cui qui ripropongo una sintetica presentazione tratta dalla traduzione italiana a cura di Diego Maltese:
2. Scopo della definizione dei Principi.
1. I principi qui stabiliti si applicano soltanto alla scelta e alla forma delle intestazioni e delle parole d'ordine nei cataloghi di libri stampati, combinate, in unica sequenza alfabetica, schede sotto i nomi degli autori e, quando questi son inadatti o insufficienti, sotto i titoli delle opere.
Funzioni del catalogo.
2. Il catalogo dev'essere uno strumento efficace per accertare:
2.1 Se la biblioteca contiene un libro identificato per mezzo del suo autore e titolo, o per mezzo del titolo soltanto o, nel caso in cui l'autore e il titolo siano insufficienti ad identificare il libro, un sostituto del titolo.
2.2 Quali opere di un particolare autore e quali
edizioni di una particolare opera esistono nella biblioteca. Struttura del catalogo. 3. Per assolvere alle funzioni sopra elencate, il catalogo deve avere almeno una scheda per ogni libro catalogato e più di una scheda per un libro qualsiasi tutte le volte che sia necessario nell'interesse dell'utente o in ragione delle caratteristiche del libro. Tipi di schede. 4. Le schede possono essere schede principali, schede secondarie e rinvii. Le Leggi della Biblioteconomia sono quattro:- I libri si devono usare.
- Ad ogni lettore il suo libro.
- Ad ogni libro il suo lettore.
- Risparmia il tempo dell'utente.
quest’ultima.4.3 Le schede sotto forma di rinvio indirizzano l’utente verso un altro punto del catalogo.Uso di più schede.
5. Le funzioni del catalogo (espresse nel punto 2) sono assolte in modo efficace se:
5.1 Il catalogo fornisce una scheda per ogni libro sotto un’intestazione che derivi dal nome dell’autore odal titolo così come figurano le libro in questione.
5.2 Il catalogo, nel caso ricorrano forme diverse del nome dell’autore o del titolo, produce una schedaper ogni libro sotto un’intestazione uniforme.
5.3 Il catalogo produce opportune schede aggiuntive e/o rinvii per ogni libro che lo richieda.
Funzione dei diversi tipi di schede.
6. scheda principale
6.1 La per opere schedate sotto il nome dell’autore deve essere fatta sottoun’intestazione uniforme.
scheda principale
6.2 La per opere schedate sotto il titolo può collocarsi o sotto il titolo così comecompare sul libro stesso (con una scheda secondaria sotto
un titolo uniforme), oppure con schedesecondarie o rinvii sotto gli altri titoli. rinvii.
6.3 Le schede sotto altri o varianti del nome di uno stesso autore devono presentarsi come schede secondarie.
6.4 Le schede sotto altri titoli per una stessa opera devono prendere la forma di schede secondarie
6.5 Le si devono creare sotto i nomi di coautori, collaboratori, etc. e sotto i titoli di opere che abbiano la scheda principale sotto il nome di un autore (quando il titolo costituisce un'informazione alternativa per l'identificazione).
Scelta dell'intestazione uniforme.
7. L'intestazione uniforme di regola, dev'essere il nome (o la forma del nome) o il titolo più frequentemente usati in edizioni delle opere catalogate o in citazione. Quando esistono edizioni in lingue diverse, si deve dare un'intestazione basata su edizioni nella lingua originale.
Autore personale singolo.
8. La scheda principale per ogni edizione di un'opera di un unico autore
deve essere fatta sotto il nome dell'autore. Si deve creare una scheda secondaria o un rinvio sotto il titolo di ogni edizione in cui il nome dell'autore non compaia sul frontespizio. L'intestazione uniforme consiste nel nome con cui l'autore è più frequentemente identificato. Si danno le seguenti eccezioni:
- Si deve preferire come intestazione uniforme un altro nome o altra forma quando essi sono divenuti d'uso comune.
- Se necessario, si devono aggiungere ulteriori elementi di identificazione per distinguere l'autore da altri con lo stesso nome.
Schede sotto enti collettivi.
- La scheda principale per un'opera deve essere fatta sotto il nome di un ente quando l'opera è espressione del pensiero o dell'attività collettiva dell'ente, oppure quando la formulazione del titolo o del frontespizio, è chiaramente implicito che l'ente è collettivamente responsabile del contenuto.
Che ne garantisce l'anticipabilità. Altro elemento trattato nel codice, è l'ordinamento delle schede. Maltese propone che l'ordinamento trascuri l'intestazione principale quando la scheda si trova sotto l'intestazione secondaria. Questa considerazione pone però la necessità di superare il raggruppamento tradizionale dei cataloghi (prima le schede con un autore, poi le schede fino a tre autori, poi le schede secondarie).
DOPO E OLTRE I PRINCIPI DI PARIGI
Dichiarazione di Principi Internazionali di Catalogazione del 2009.
Dopo oltre quarant'anni dall'emanazione dei Principi di Catalogazione, divenne opinione diffusa che il documento del 1661 non rispondesse in modo adeguato alle problematiche poste dal catalogo reazione e informatizzato del nuovo millennio. Lo scenario, già a partire dal XXI secolo, risultava infatti molto cambiato. L'universo bibliografico si era infatti ampliato, includendo una varietà di
Prima inconcepibile: il catal