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I
- Ferro e zolfo: per il vetro AMBRA, marrone
a del vetro derivano dall’organizzazione amorfa dei suoi
inerzia chimic
sparenza ed
Le doti di tra
- Ossidi di cobalto: per il vetro BLU prime
materie
delle
vetrificazione
di
processo
il
attraverso
raggiunta
viene
che
costituenti
Le doti di trasparenza ed inerzia chimica del vetro derivano dall’organizzazione amorfa dei suoi
cristallina.
natura
di
e
inorganiche
costituenti che viene raggiunta attraverso il processo di vetrificazione delle materie prime
inorganiche e di natura cristallina.
Il vetro di tipo commerciale viene prodotto in FORNI DI FUSIONE. Il processo dal punto di vista
FUSIONE.
DI
FORNI
in
prodotto
viene
commerciale
tipo
di
vetro
Il
energetico è molto dispendioso.
PRIME
MATERIE PONTE
ACCENSIONE
DI
PORTE AFFINAGGIO
DI
ZONE FOREHEARTH DI
BOCCA
ESTRAZIONE
TRANCIATRICI
GOLA CADERE
FATTO
VIENE
BOLO
IL BOTTIGLIE
FORMA
MACCHINA
NELLA
Le materie prime premiscelate vengono inserite, in modo continuo, da una estremità del forno,
mentre le fiamme, che escono da porte di accensione dislocate lungo le pareti del forno, oppure in
testa, vengono direzionate sulla superficie del vetro. Le materie prime fondono a formare il vetro ad
una temperatura di circa 1510°C o più e il processo è accompagnato dal rilascio di anidride
carbonica proveniente dalla scomposizione dei carbonati.
I gas della combustione vengono fatti passare attraverso degli scambiatori che sono usati per
riscaldare l’aria o l’ossigeno freddi provenienti dall’esterno e per raffreddare i gas di scarto.
Alle alte temperature si formano anche ossidi di azoto, dannosi per l’ambiente. Alcuni forni recenti
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impiegano ossigeno invece di aria (fonte di azoto), eliminando una fonte di inquinamento e
riducendo la quantità di energia richiesta alla produzione. I gas liberati e le correnti di convenzione
servono a mescolare ed omogeneizzare il vetro.
Il vetro fuso passa sotto un ponte che trattiene le scorie e il materiale non fuso che galleggia sulla
superficie del vetro. Successivamente è inviato alla zona di affinaggio dove avviene l’eliminazione
del gas che si è prodotto.
Nella zona del “foreheart” la profondità della massa di vetro fuso passa da 15 cm a 5 cm circa e la
temperatura viene ridotta a 1200-1300°C. In questa fase è possibile l’aggiunta dei coloranti.
Il livello del vetro fuso alla bocca di estrazione è di circa 4 metri al di sopra del piano per la
fabbricazione delle bottiglie. Il vetro fuso viene lasciato cadere per gravità attraverso fori o scivoli e
tranciato in boli che vengono fatti cadere direttamente nella macchina forma bottiglie (vedi figura
slide precedente).
Le funzioni degli ingredienti
- Vetrificanti: SiO , B O , P O partecipano alla costituzione del reticolo (in sabbie e minerali silicei)
2 2 3 2 5
- Fondenti: carbonati e ossidi di Na, K, Li abbassano la temperatura di fusione
- Stabilizzanti: carbonati e ossidi di Ca, Mg, Ba, Zn, Pb, Al riducono la tendenza alla
devetrificazione
- Affinanti: quelli a base di nitrati favoriscono l’eliminazione della CO
2
- Il vetro è un materiale riciclabile al 100% e per innumerevoli volte. Utilizzando
Rottame di vetro:
100 kg di rottame di vetro, ovvero di frammenti vetrosi, si ricavano ben 100 kg di prodotto nuovo,
mentre occorrono 120 kg di materie prime vergini per avere 100 kg di prodotto nuovo. A tali
vantaggi vanno aggiunti anche i benefici ambientali ed economici derivanti dalla minore quantità
di energia utilizzata nella fusione. E’ importante sapere che per produrre nuovo vetro, utilizzando il
o. IL VETRO. Le caratteristiche
10% di rottame di vetro, si registra una riduzione del 2,5% di combustibile impiegato. Inoltre, con
l’inserimento dei cocci di vetro nella pasta di vetro, si riducono anche le emissioni in atmosfera
e connesse all’attività produttiva. Infatti le minori temperature di fusione del rottame vitreo implicano
la riduzione del volume dei fumi di combustione, delle emissioni di ossidi di azoto, polveri e
in campo elastico dando luogo alla “frattura
anidride carbonica. Per concludere, un impiego dell’80% di frammenti vetrosi porta a
iche non vengono assorbite ma si propagano
un’economia energetica del 20%.
ateriale a dispetto della forza notevole del legame
Le caratteristiche meccaniche Materiale fragile, si rompe in campo elastico dando luogo
Sforzo (stress)
(stress) alla “frattura fragile”. Le sollecitazioni meccaniche non
Materiale
Materiale vengono assorbite ma si propagano fratturando
metallico
metallico intensivamente il materiale a dispetto della forza notevole
Vetro
Vetro del legame silicio-ossigeno. La sua sensibilità agli sforzi
Materia
Materiale Materia
Materiale
eriali plastica
cellulosico plastica
cellulosico tensili (di trazione) sono amplificati da difetti e
discontinuità delle superfici che si manifestano, in
particolare, nelle fasi di raffreddamento.
Le caratteristiche termiche
Deformazione (strain) Quando un oggetto di vetro viene rapidamente
raffreddato, sulla sua superficie esterna si manifestano sollecitazioni tensili che sono compensate
Deformazione (strain)
da equivalenti sollecitazioni compressive sulla faccia interna più calda (Fig. a sx); al contrario,
nsili (di trazione) sono amplificati da difetti e da
quando è riscaldato bruscamente le sollecitazioni esterne sono compressive e quelle interne tensili
si manifestano, in particolare, durante le fasi di
(Fig. a dx).Queste sollecitazioni sono transitorie e si esauriscono raggiunto l’equilibrio termico tra i
vari punti. Caldo Caldo
Freddo Freddo Freddo
Caldo
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Il vetro (come tutti i materiali) è più sensibile alle sollecitazioni tensili e quindi il raffreddamento risulta
più pericoloso per l’integrità del contenitore. Per verificarne la resistenza, normalmente i contenitori
sono testati per la capacità di sopportare bruschi raffreddamenti immergendoli in acqua fredda a
21°C dopo una sosta di 5 min a 63°C.
Le caratteristiche ottiche
Il vetro incolore è un materiale trasparente nella regione visibile (380-750 nm).
Ciò significa che più del 90% della luce incidente viene trasmessa attraverso il vetro e solo un 10%
viene assorbita e riflessa dal materiale. Nei vetri a base di silicati, la trasmissione è limitata solo a
150 nm nella regione UV e a 6000 nm nella regione IR (infrarossa): ciò è dovuto all’assorbimento
della silice a quelle lunghezze d’onda.
La trasmissione può essere ridotta e controllata attraverso l’addizione di additivi coloranti come
ossidi metallici, sulfiti, e altri composti riportati in tabella. La maggior parte degli ossidi di metallo
(cobalto, nickel, cromo, ferro..) danno origine a bande di assorbimento non solo nella regione del
visibile ma anche in quelle UV e IR.
L’idoneità alimentare del vetro
Il vetro, come tutti i materiali di confezionamento deve rispondere a requisiti di IDONEITA’
ALIMENTARE. In genere il vetro ha una notevolissima inerzia chimica (solo l’acido fluoridrico e
soluzioni alcaline possono degradarlo significativamente) ma anch’esso è soggetto ad interazioni
con i prodotti cui viene in contatto.
- Il sodio presente nel reticolo amorfo NON è legato fortemente alla struttura e può essere rilasciato
se il vetro è soggetto ad attacco ACIDO (scambio ionico tra idrogeno ed ioni alcalini (Na, K) che
corrisponde a uno scambio ionico tra idrogeno e ioni alcalini (Na, K):
Na+ (vetro) + H2O → H+ (vetro) + NaOH
La velocità di quest’attacco, che comporta la rimozione degli alcali dagli strati superficiali del vetro,
è influenzata dalle caratteristiche di diffusione degli ioni alcalini.
- Più pericoloso è l’attacco ALCALINO perché comporta la rottura del reticolo e quindi rilascia
silicati ed è accelerato dalla temperatura.
L’esposizione a soluzioni basiche fortemente concentrate produce la dissoluzione del vetro a causa
della rottura dei legami a ponte Si–O–Si. Lo ione OH–, infatti, interagisce proprio con i reticoli di
silice: Si-O-Si + OH
- → Si-O + OH-Si .
Possiamo dividere in tre categorie il vetro che può andare a contatto con gli alimenti:
- Vetro A: vetro borosilicato e vetro sodico calcico, incolore o colorato.
- Vetro B: vetro sodico calcico anche opacizzato.
- Vetro C: vetro al piombo.
I contenitori in vetro (vasetti, barattoli, bottiglie, flaconi, ecc.) si producono attraverso due tecniche
non molto differenti tra loro:
- la tecnica soffio-soffio
- la tecnica presso-soffio
Entrambe le tecniche prevedono l’uso di due stampi, ossia di componenti tenuti insieme a formare
la camera chiusa nella quale si forma il contenitore: uno stampo FORMATORE che dà la forma
iniziale o “parison”. Tale stampo forma l’anello, l’imboccatura (la parte che riceve la chiusura) e un
corpo della bottiglia parzialmente formato; e uno stampo FINITORE nel quale si produce la forma
finita.
Lo STAMPO FORMATORE è costituito da due metà che combaciano a formare il corpo principale
del contenitore. Il fondo delle due metà dello stampo, contro cui si forma il fondo del contenitore è
chiuso da una piastra di colata.
L’anello del collare, che forma la parte filettata del contenitore, è incorporato allo stampo formatore.
La precisione nel fare aderire le due metà dell’anello del collare è molto importante, dal momento
che ogni giunto di separazione che dovesse sporgere potrebbe interferire con la corretta chiusura
e sigillatura.I contenitori di vetro prodotti con i due tipi di processo differiscono solamente nel modo
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di formare il parison. Il processo SOFFIO-SOFFIO viene usato per le bottiglie a imboccatura stretta,
mentre il processo PRESSO-SOFFIO viene usato per la fabbricazione di vasetti a imboccatura
larga. Recenti migliorie alla tecnica hanno consentito