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Poesie: Spesso il male di vivere ho incontrato
In questa poesia, Montale mette in luce la contrapposizione tra il Male e il Bene. Il testo può essere considerato come esempio del "correlativo oggettivo" montaliano. Egli spiega che spesso (e già con questo avverbio sottolinea la presenza inevitabile del male nel mondo) ha incontrato il male di vivere, in tre cose:
- nel gorgoglio del ruscello strozzato dalle rocce (si distanzia qui dalla tradizione, in quanto il "cantikiare del ruscello" era sempre stato interpretato in modo positivo);
- nell'incartocciarsi di una foglia secca bruciata dal sole;
- in un cavallo morto e stramazzato a terra.
Così facendo, Montale correla al Male sia il regno minerale, che quello vegetale, che quello animale, per sottolineare che l'esistenza del male è universale e in tutti i regni si manifestano il dolore e la sofferenza.
Inoltre, il motivo del "male di vivere", tipica condizione esistenziale umana, viene...
materializzato attraverso il verbo "ho incontrato" e reso così una presenza tangibile.
Nella II strofa, il poeta scrive poi ke gi nn conobbe altro Bene al di fuori del miracolo (infatti x->L'indifferenza Montale il Bene stesso è un miracolo) che la divina indifferenza fa nascere. è detta "divina" xke è prpr delle divinità, lontana dalla miseria dl mondo. Inftt, x Montale l'unica alternativa alla sofferenza, ke tormenta ttt gli esseri e s manifesta nlle cose+comuni, è 1 posizione d->Prpr distacco e d indifferenza, il rifiuto d lasciarsi coinvolgere sentimentalmente nlla pena. xqsto, il poeta correla l'indifferenza a 3 oggetti ke sn l'emblema tangibile d qst atteggiamento d'indifferenza:
- la statua x la sua fredda e marmorea insensibilità;
- la nuvola e il falco xke s levano alti al d sopra della miseria dl mondo->in qst modo Montale ribadisce cm l'esxienza dl Bene sia lontanissima
dll'esistenza terrena. X quanto riguarda la metrica, la poesia è composta da 2 quartine d'endecasillabi, ad eccezione dl verso finale che consta d2 settenari (d cui il 1° sdrucciolo). Da notare, è la contrapposizione tra i 3 emblemi del Male elencati nella prima strofa, e quelli del Bene nella seconda. A segnare questo studiato parallelismo è la rima "levato" del verso 8 (k indica 1 movimento dal basso vs l'alto), k è antitetica rispetto a qll dl'ultimo verso dlla prima strofa, dv s legge "stramazzato" (k presuppone il movimento inverso). movimento indica 1 elevarsi dalla condizione d male esistenziale, k xò nn indica 1 soluzione dl dramma, ma sl 1 ferma capacità d resistere, opponendo al dolore il distacco stoico e a male l'indifferenza.
MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO
In qsta poesia è rappresentato il paesaggio dll'entroterra ligure durante il mezzogiorno ma qsto momento nn è +
visto cm1 momento panico (cm'era invece in D'Annunzio), bensì cm fastidioso: ilcaldo, i rumori...le parole stesse k Montale usa nn hanno1suono dolce (il mare è "spezzettato", leQstoformike sn indaffarate,ecc...). mezzogg è il correlativo oggettivo dlla condizione generaleIldell'uomo e dlla sua vita, intrisa d sofferenze. quadro paesaggistico, infatti, propone il motivotipico d Ossi d Seppia: quello d1condizione umana desolata, prosciugata e svuotata d ogni slancioCaratteristicovitale. d qst poesia è k ttt le azioni k il soggetto vive sn rese cn l'infinito ke,essendo 1tempo verbale nn-determinato, nn kiarifica né il momento preciso, né il soggettoin qstmodo il poeta vuole dare a ciò k descrive 1senso d esxienza universale e snza tempo, quindid1exienza metafisica. X qnt riguarda la metrica, invece, egli scrive 4strofe d versi liberi cn rime eassonanze, qndi la sua rottura cn latradizione non è radicale. Nella prima strofa, Montale descrive il riposarsi all'ombra nelle ore più calde del pomeriggio, con il volto pallido e lo spirito assonnato, mentre si sta vicini al muro rovente di un orto. In quel momento si ascoltano, tra i pruni e gli sterpi (cespugli selvatici non colorati, né profumati), gli schiocchi, cioè i suoni secchi, prodotti dal canto dei merli e i fruscii dei serpenti. Nella seconda strofa, Montale descrive poi come si osservino, in quel momento, le file di formiche rosse tra le crepe del suolo o sulla veccia (pianta erbacea dai fiori rossi, usata come foraggio, i cui semi servivano un tempo per la panificazione). Il poeta dice che queste file di formiche a volte si rompono, mentre altre volte si intrecciano sulla cima di piccole montagnette di terra. Nella terza strofa, il poeta spiega poi che in questo momento si osserva, tra le fronde degli alberi, la luce palpitante di pezzi di mare in lontananza. Questo, mentre si sentono i versi tremolanti delle cicale provenire dalle colline brulle.strofa è quella che dà il senso della poesia, come si avvince subito dall'iniziale metafora del Sole che, nella tradizione poetica, è sempre stato il simbolo positivo di Dio, di ciò che dona luce/calore e quindi vita... mentre in Montale il Sole diviene il simbolo del male di vivere, a causa del calore che ci opprime e della luce che acceca/abbaglia. Infatti, il poeta dice che, camminando nel sole che abbaglia, si scopre con triste meraviglia come la vita e il suo faticoso cammino consistano semplicemente nel camminare accanto a un muro (con questo riprende il "rovente muro d'orto" del secondo verso) con in cima dei pezzi di vetro... ciò acuminati. Significa che per il poeta vivere significa stare al di là del muro della Vita/Natura... l'uomo vorrebbe scavalcarlo per scoprire il Senso/Principio/Origine. Il muro rappresenta la chiusura dell'uomo in una prigione esistenziale. NON CHIEDERCI LA PAROLA Questa poesia è una sorta di dichiarazione poetica di Montale.sviluppata cn tono colloquiale attraverso 3 Montale quartine formate da versi d varia lunghezza liberamente rimati. s rivolge al lettore, dicendo d nn chiedere ai poeti parole k definiscano in modo completo l'informe realtà umana e ke, cn lettere chiare/splendenti, la illustrino e la facciano risplendere cm1 croco (=fiore violaceo), sperso Sostanzialmente in mezzo ad1 prato polveroso. qui Montale dice d nn kiedere ai poeti1 chiaradefinizione d cs siano l'uomo e la sua realtà, xke il poeta 900esco nn è1 vate cn certezze daproporre. La II strofa è ambigua xke nn s capisce se egli voglia esprimere compatimento/critica neicnfr d chi se ne va sicuro, oppure se sia espressione d invidia vs qste xsone. Potrebbe anke celare1 critica al fascismo, visti gli anni in cui è stata composta, e alle certezze/verità assolute k Mussolini proponeva. Qsta ambiguità è data essenzialmente dalla prima parola dlla II strofa,
kInfatti,è1esclamazione: “Ah!”. Montale dice k il conformista, colui k cammina soddisfatto d sé exfettamente integrato nl mondo nn s accorge ke il Sole rovente proietta la sua ombra (=cioè la suaparte aggrovigliata e caotica, simbolo dl mistero dl reale e dello stesso animo umano) sopra1muroNellascrostato. III strofa, invece, Montale torna al tema della I. Infatti, s rivolge anco al lettoredicendo loro d nn domandare ai poeti la spiegazione k possa aprirli a nuovi mondi d conoscenze, kespliki la Verità, ma +tttosto d chiedere loro qke “sillaba secca e distorta come un ramo”, inIncorrispondenza al nostro animo umano/informe. qst modo Montale definisce la sua poesia,nella quale solo le parole secche e distorte possono esprimere la realtà, attraverso1linguaggio scabroe antimusicale. Il poeta ribadisce poi che i poeti possono dire al lettore solo ciò che non sono e ciòche non voglionoin qsto modo,attraverso i 2 "non", Montale spiega che i poeti possono esprimere solo la negatività della vita, ma non possono chiarirne il senso attraverso un messaggio positivo che propugni contenuti/valori. Qui, l'inutilità di ogni stanza, sul piano torico/metafisico, di cogliere con chiarezza ogni Verità o mistero del reale. I LIMONI Rivolgendosi direttamente al lettore in forma quasi confidenziale, il poeta introduce un tono discorsivo e sommesso, che corrisponde ai contenuti e alle caratteristiche della sua poesia, che tende alla colloquialità. Fin da subito, Montale spiega che i poeti laureati (cioè coronati di alloro, il cui simbolo è D'Annunzio) trattano solo di piante raramente nominate, come i bossi/ligustri/acanti. Egli, invece, ama le strade che sbucano sui fossi erbosi, dove nelle pozzanghere con poca acqua i ragazzi catturano qualche magra anguilla. Queste strade seguono le sponde dei fossi, passano tra i cespugli e conducono negli orti.in mezzo agli alberi di limoni. È molto preciso dal punto di vista geografico, infatti attraverso la sua descrizione sappiamo che egli sta parlando dell'entroterra ligure, dove la realtà è arida (e quindi negativa) a causa della scarsa presenza di acqua in laghetti/fiumiciattoli. Egli rifiuta la versificazione aulica/sublime, quale è quella ufficiale/tradizionale, propria dei "poeti laureati", fatta di nobili presenze e di termini selezionati. I limoni sono dunque il simbolo di tale rifiuto, emblema invece di una realtà nuda/aspra, ma intensamente viva/colorata. La seconda strofa spiega che è meglio se i canti forti/vivaci degli uccelli si spengono nell'aria (=se c'è silenzio) perché, mentre si ascolta il fruscio dei rami nell'aria quasi immobile, si sente meglio il profumo dei limoni che non si solleva da terra (dicendo questo, Montale si avvicina ai poeti decadenti i quali, sapendo leggere i significati delle cose, raggiungiamo l'Assoluto. Montale invece.Le cs sn cm 1prigionein cui l'uomo rimane segregato) e fa scendere nel cuore una dolcezza inquieta (=xke l'uomo nn èmai totalmente in pace: egli è sempre tormentato da interrogativi sul senso dlla vita edll'esistenza)In qsto modo, x miracolo si spegne la guerra dei sentimenti contrapposti (=passioniconfuse k combattono dntr d noi) e anche ai poeti "poveri" (cioè nn laureati)arriva la loro parte dIlrikkezza, k è l'odore dei limoni. poeta descrive indi 1momento magico, d calma/pace/Latranquillità. III e la IV strofa sn poi le + filosofike. poiIII strofaMontale s rivolge ancora al lettore in modo colloquiale, cn il termine "vedi".spiega k in qsti momenti d silenzio le cose s lasciano andare e sembra che stiano x svelare il lorosegreto profondo(questo "sembrano" indica la vs d Montale cn i decadenti, xke x Montale l'uomoann potrà mai cogliere la vera essenza dlle cose).
Questo punto, il poeta spiega che allora noi caspettiamo di scoprire un sbaglio della Natura, il debole del mondo, l'&rs