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La guerra ispano-americana e il dibattito sull'imperialismo

Dopo la sconfitta a Manila, nel luglio seguì la distruzione della flotta spagnola di Cuba. A fine luglio, occupazione di Puerto Rico e richiesta di armistizio da parte della Spagna. Il 1° ottobre ebbero inizio i negoziati di Parigi. Ebbe inizio anche il dibattito sull'imperialismo che durò due anni e terminò soltanto nel 1900, con la campagna presidenziale che fu combattuta su questo tema. L'elemento centrale di tutto il dibattito fu il destino delle Filippine. Albert Beveridge, giovane politico repubblicano legato al big business, disse in un discorso del 1898: "Le fabbriche americane stanno producendo più del necessario per il popolo americano; il suolo americano sta producendo più di quanto siamo in grado di consumare; il fato stesso ha stabilito quale deve essere la nostra politica: il commercio del mondo dovrà essere e sarà nostro. E lo otterremo così come la nostra Madre ci ha insegnato. Creeremo stazioni."

commerciali in tutto il mondo come centri di distribuzionedei prodotti americani. Copriremo gli oceani con la nostra flottamercantile. Costruiremo una flotta militare a misura della nostragrandezza. Vaste colonie autogovernantesi cresceranno attornoalle nostre stazioni commerciali e all'ombra della nostra bandieratrafficheranno con noi. Le nostre istituzioni seguiranno la bandierasulle ali del commercio. E la legge americana,l'ordine americano,la civiltà americana si installeranno sulle plaghe fino ad oggiinsanguinate e desolate, ma da allora rese belle e risplendentigrazie a loro".

L'economista Charles Conant aggiungeva: "I grandi popoli civilihanno oggi i mezzi per far progredire le nazioni decadenti delmondo. La necessaria salvezza per questi paesi consiste in unosbocco per i suoi risparmi eccedenti. Se si vuole che l'eccedenzadi capitali sia impiegata in maniera fruttifera bisogna trovarenuovi mercati e nuove occasioni di

investimento". L'American Sugar Refining Company fu la più categorica contro l'imperialismo, dato che non voleva l'annessione di paesi che producevano zucchero, sulle cui importazioni vigevano tariffe doganali. Riuscì a impedire fino a 1898 l'annessione delle Hawaii e si batté contro quella di Cuba. La annessione delle Hawaii fu proclamata dal Congresso congiunto (così si evitava la maggioranza dei due terzi in Senato) il 7 luglio 1898. Molto più drammatico e decisivo il dibattito sulla annessione delle Filippine. Ragioni a favore: a) riluttanza ad "ammainare la bandiera"; b) la flotta tedesca di von Dietrichs aveva cercato di intralciare le manovre di quella Usa durante la battaglia di Manila, segno che lasciando le isole la Germania sarebbe intervenuta (nel 1899 per la modica cifra di 17 milioni di marchi si erano fatte cedere dalla Spagna le Caroline e le Marianne); Il 26 ottobre 1898, reduce da un tour negli stati.

occidentali dovetrovò sentimenti annessionistici, il presidente telegrafò alladelegazione di Parigi perché chiedesse l'annessione.

Il 10 dicembre 1898 il trattato fu firmato con l'indennizzo di 20 milioni di dollari. Ma ci voleva la ratifica del Senato e qui i due terzi si raggiunsero solo per la defezione di Bryan e altri antiimperialisti i quali pensarono che l'annessione potesse essere la strada per l'indipendenza. Non la pensarono così gli insorti Filippini che iniziarono sotto la guida di Emilio Aguinaldo tra illa lotta contro l'esercito Usa che si sarebbe4 e il 5 febbraio 1899 trasformata in un bagno di sangue.

Il fronte anti imperialista includeva le personalità più diverse, da Andrew Carnegie a Mark Twain, dall'ex presidente Benjamin Harrison al sindacalista Gompers.

Le tesi anti imperialiste erano: a) la Costituzione vieta annessioni; b) nelle colonie non vige un governo rappresentativo; c) le colonie creano

una casta di funzionari corrotti;

d) le colonie esigono un esercito stanziale;

e) le popolazioni di razze diverse avrebbero inquinato la purezza americana;

f) il liberismo economico è il miglior mezzo di penetrazione commerciale;

g) l'amministrazione delle colonie avrebbe generato più danni che benefici;

h) si veniva meno alla tradizione americana e ci si avvicinava ai metodi dell'Europa.

Il problema delle Filippine

Era in primo luogo di natura costituzionale: aveva diritto il Congresso di stabilire tariffe doganali con il paese annesso di recente? Se l'annessione fosse stata a pieno titolo questa avrebbe contraddetto la sezione 8 dell'Art. 1 della Costituzione: "Tutti i diritti, i tributi e i dazi devono essere uniformi in tutti gli Stati Uniti".

La Corte Suprema si pronunciò con i celebri Insular Cases del 1898 e 1901 in cui diceva che le annessioni "facevano parte integrante degli Usa senza che però fosse"

automatical’applicazione ad essi della Costituzione”. Il Congresso potevalegiferare a suo piacimento, essendo legato solo alle norme“fondamentali” della Costituzione, che non si diceva quali fossero.Sui prodotti Filippini esportati negli Usa fu applicato un astutosistema preferenziale, mentre su quelli Usa nelle Filippine, eccettoil riso, non fu applicata alcuna tariffa.

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
6 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/05 Storia e istituzioni delle americhe

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiakka87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Maione Giuseppe.