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CENTRALITA' DEL CLIENTE
1. L'organizzazione come oggetto di ricerca interdisciplinare
L'evoluzione dei diversi modelli organizzativi è diventato un campo d'indagine
interdisciplinare e oggetto di ricerca per numerose discipline, i loro temi
basilari di studio potrebbero essere così sintetizzati:
- il diritto, che delinea i confini dell'azione dei soggetti economici;
- la sociologia, che analizza la razionalità nell'azione organizzativa e
amministrativa;
- la psicologia che studia l'interazione tra individui;
- l'ingegneria, che analizza e progetta i sistemi informativi;
- l'economia, che approfondisce i caratteri e le modalità dell'efficienza e i
processi decisionali;
- ma anche altre discipline come l'informatica, l'architettura e la medicina.
La prospettiva classica considera le organizzazioni in senso meccanicistico,
mentre la prospettiva sistemica le considera come degli organismi, dei veri e
propri sistemi viventi, che si trovano inseriti in un ambiente più vasto con il
quale interagiscono.
In precedenza, la metafora dell'organismo aveva ristretto la teoria
organizzativa a una concezione ingegneristica preoccupata esclusivamente del
rapporto tra obiettivi, strutture ed efficienza, identificando l'organizzazione
con la metafora dell'orologio. Un meccanismo perfetto, nel senso di non
migliorabile e autorefenziale, che risolve al suo interno qualsiasi problema o
conflitto, per questo motivo non ha la capcità di adattarsi e di sopravvivere in
un ambiente interessato da notevoli cambiamenti.
La nuova concezione ha invece prodotto una concentrazione dell'attenzione
proprio sulle problematiche della sopravvivenza, e su quella dei rapporti
organizzazione-ambiente nonchè quella dell'efficacia organizzativa.
Nell'attuale scenario economico-sociale tutte le organizzazioni si trovano ad
operare in un contesto ambientale turbolento, altamente instabile, che cambia
velocemente con una significativa frequenza caratterizzata da elementi di
discontinuità.
2. Complessità organizzativa e teoria dei sistemi sociali
La nuova prospettiva euristica è stata introdotta nelle scienze sociali e in
quelle organizzative per comprendere più adeguatamente l'evoluzione delle
società e delle organizzazioni, attraverso elaborazioni teoriche come quelle di
complessità e di teoria dei sistemi sociali.
La teoria di Luhnmann si fonda essenzialmente, dunque, sull'analisi funzionale
del rapporto tra sistema e ambiente, e sull'analisi di quella differenza di
complessità tra questi 2 elementi, ma con l'acquisizione del concetto di
autopoiesi (i sistemi sono in grado di guidare i propri processi di
autoriproduzione) introduce una forma nuova di sistema: un sistema capace di
autoriprodursi. In questo quadro teorico il sistema per contrastare la crescente
complessità proveniente dall'ambiente deve poter incamerare a sua volta
complessità e tendere alla sua stabilizzazione.
Il rapporto tra sistema e ambiente è impegnato in una doppia strategia
selettiva: di riduzione della complessità interna e contemporaneamente, di
incorporazione di complessità dall'ambiente.
3. Dal modello meccanico al modello organico
Nel modello meccanico, che evoca la metafora dell'orologio o della macchina, le
funzioni, i compiti, le strutture organizzative, le mansioni e procedure, ed
infine i processi sono massimamente specificati e razionalmente interconnessi
attraverso un piano preordinato, allo scopi di assicurare la massima efficienza
globale e la massima prevedibilità e governabilità delle singole parti. E' una
grande macchina utile per produrre alti volumi (economia di scala) possibilmente
con poche variazioni delle caratteristiche del prodotto (rigidità fordista) da
immettere poi sul mercato (in crescita) o da parcheggiare nel magazzino, o sui
piazzali. Il modello organico, invece è un'organizzazione che assomiglia ad un
organismo al alto livello di complessità in cui le singole parti sono sistemi
aperti che svolgono si funzioni specializzate ma operano in base ad "ambiti di
autonomia" ed interagiscono fra loro: gli uomini sono componenti del sistema,
non solo risorse da utilizzare.
Questo modello organizzativo caratterizza quelle nuove configurazioni
economiche-organizzative-produttive che si sono delineate negli ultimi anni come
le imprese reti o le organizzazioni a rete.
In questi ultimi anni si assiste ad un singolare fenomeno, dovuto al fatto che
mentre nelle fabbriche vi è un diffuso abbandono delle forme estreme del
taylorismo, questo modello organizzativo conosce una nuova stagione nei servizi
(McDonald).
4. Sfida della qualità totale e Learning Organization
La variabile qualità nell'attuale contesto competitivo ha acquisito sempre più
una maggiore importanza, in particolare se assume le caratteristiche di qualità
totale. Per questa ragione, negli ultimi 3 decenni, si è diffusa pervasivamente
la necessità di assicurare una certificazione di qualità ai processi e ai
prodotti/servizi forniti ai clienti, quale garanzia di una determinata
reputazione aziendale, in termini di affidabilità, ascolto/dialogo con il
cliente, sicurezza e assistenza post-vendita.
Una sorta di rivoluzione culturale lanciata all'occidente dalle imprese
giapponesi. Tutto nasce dalla crisi che ha colpito la grande impresa taylor-
fordista occidentale ed i relativi modelli organizzativi verticalmente
intregati, che comincia ad esplodere già nei primi anni Settanta in tutto il
mondo, a seguito alle forti difficoltà messe in evidenza dallo schock
petrolifero.
Ohno (il padre del toyotismo), ha fatto accelerare ai giapponesi gli sforzi di
attivazione del processo di miglioramento del loro sistema di produzione snella,
già orientato alla produzione di piccoli lotti e ad una personalizzazione del
prodotto automobile alla Toyota.
La vera rivoluzione nella produzione industriale introdotta da Deming, consiste
nell'adozione di un metodo e di una procedura denominata Ciclo Pdca che prevede
quattro step consecutivi, rappresentati dalle seguenti attività: Plan
(pianifica), Do (metti in pratica), Check (controlla), Act (riscontra i
risultati, generalizza la procedura).
Il Ciclo Pdca si articola in 4 divere fasi, che comprendono:
- la prima fase, nella quale si prevede un'attività di pianificazione, in cui
viene analizzato il contesto di riferimento in cui si agisce;
- la seconda fase, dove il piano di lavoro elaborato deve essere articolato
operativamente ;
- la terza fase, nella quale, dopo aver reso operativo il piano operativo, passa
a misurare i risultati;
- la quarta fase, per mezzo della quale si svolge l'attività di fine tuning
dell'intervento realizzato e riscontrare il più elevato grado di corrispondenza
con i risultati attesi e verificare l'opportunità generalizzazione della
procedura sperimentata.
Può accadere a volte che il piano di lavoro devva essere rivisto, aggiornato o
addirittura abbandonato. Se opportunamento progettato, in molti casi raggiunge i
risultati attesi e allora le fasi vengono eseguite in modo tale da assumere le
cartteristiche di una nuova procedura operativa.
Un ulteriore contributo teorico e professionale alla cultura della qualità è
stato fornito da Juran. La sua attenzione si è rivolta alla gestione della
qualità e al coinvolgimento dei collaboratori negli obiettivi aziendali,
introducendo così una "dimensione umana" alle teorie della qualità totale.
Il complesso fenomeno della "qualità" si può distingure secondo lui in 2 grandi
aspetti:
- il primo si riferisce alle caratteristiche dei prodotti: una qualità alta
significa un gran numero di caratteristiche che soddisfano le esigenze dei
clienti;
- il secondo si riferisce al dato che una maggiore qualità si esplica in un
minor numero di difetti.
La crisi delle grandi imprese in occidente si afferma e si sviluppa proprio
perchè non viene adattato per tempo questo nuovo paradigma culturale,
organizzativo e produttivo. Tale situazione di grave crisi è riconducibile a 4
principali disfunzioni strategiche ed organizzative:
- rigidità nelle risposte al mercato (scarso riequilibrio-strategia/struttura);
- aumento dei costi di struttura e di supervisione;
- scarsa propensine agli investimenti;
- alti costi sociali indotti.
La crisi della grande impresa fordista sarebbe stata caratterizzata, dunque, da
2 particolari malattie: l'entropia, che brucia risorse e genera un eccesso di
costi di gestione interna; le politiche di conservazione delle posizioni di
nicchia. Un'istinto di conservazione, che ha ostacolato fondamentali processi di
innovazione e di adattamento, che hanno sortito un effetto negativo
nell'aderenza al mercato e nella capacità competitiva, ma anche ua mancata
politica industriale.
Una situazione di difficoltà strategica che, a quarant'anni di distanza, si
ripresenta in maniera strutturale segnatamente l'Italia. Negli ultimi 3 decenni
si è assistito ad un'esplosione di imprese di piccole e medie dimensioni (in
Italia oltre il 65% degli occupati è concentrato in piccole e medie imprese), a
fenomeni che hanno portato le grandi imprese a de-verticalizzarsi e "farsi
piccole", nonchè a quei fenomeni di specializzazione-integrazione flessibile
riscontrabili nei famosi distretti econominci situati nelle regioni costiere
della terza Italia.
In questo tipo di evoluzione economica ed organizzativa registrata nel contesto
italiano le variabili strutturali che hanno avuto maggior preso nella
trasformazione, sono state:
- il cambiamento dei criteri economici di condotta dell'impresa legato
all'accresciuta turbolenza del mercato. Ovvero il passaggio da un'economia di
scala ad un'economia ddella flessibilità;
- il processo di terziarizzazione all'interno delle imprese industraili e nel
sistema economico;
- l'estrema pervasività dell'innovazione tecnologica, che si è diffusa
gradualmente in tutti i settori economici.
In particolare nel passaggio da un'economia di scala ad un'economia della
flessibilità cambiano radicalmente i criteri di gestione delle imprese ed
asusumono significati diversi dal passato gli stessi concetti di efficacia
economica e di efficienza.
Questi mutamenti tendono a modificare fortemente sia la composizione numerica
dei lavoratori (aumentano gli impiegati e i tecnici e si riducono gli operai
tradizionali nel settore industriale), sia la composizione professionle (gli
operai diventano operatori di processo, si sviluppano le f