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L’orario dei professori dovrebbe avere un senso didattico. Gli insegnanti della scuola primaria
lavorano 24 ore settimanali. La psicologia dell’educazione è la possibilità di creare persone che
sviluppino la loro potenzialità. L’alunno deve riuscire a sviluppare la sua potenzialità. La funzione
dell’educazione è tirar fuori le potenzialità dei bambini.
L’obbligo scolastico è fino ai 16 anni.
L’insegnante deve fidarsi dell’alunno, che possa cambiare. Se parto dal presupposto che tanto non
serve a niente parti già demotivato. Un’insegnante non può vergognarsi dei propri alunni.
Il docente assente deve compilare un documento con la sua valutazione. Viene di solito sostituito
con il collega di un’altra classe o di una materia affine. Bisogna fare una valutazione autentica che
rispetti le capacità dell’alunno. Scuola d’infanzia
Nella scuola d’infanzia il rapporto con le figure educanti è visto soprattutto in termini di
attaccamento. L’insegnante assume il ruolo di continuità con la relazione parentale, si sostituisce
alla madre nei vari momenti della vita scolastica, nel contenimento emotivo cercando di garantire
stabilità e coerenza. Così l’insegnante deve saper riconoscere al bambino i suoi vissuti emotivi,
tenerli distinti dai propri e soprattutto tollerarli, elaborarli e restituirli al bambino in forma gestibile e
sostenibile. In altri termini all’insegnante è richiesto un coinvolgimento di dimensioni affettive
profonde. Il bambino giunge a scuola con un un suo stile di attaccamento, con un suo bagaglio di
modelli operativi interi con cui entra in relazione con l’insegnante che, a sua volta è dotato di
sistemi analoghi, molto più strutturati, stabili e rigidi.
Uno dei compiti fondamentali dell’insegnante è quello di dare all’alunno una base sicura.
Scuola elementare
Nella scuola elementare i ruoli degli adulti in casa e a scuola si differenziano più nettamente e
conducono ad una maggiore articolazione del mondo sociale del bambino. L’insegnante svolge
attività essenzialmente legate all’apprendimento: presenta contenuti, assegna compiti, controlla e
valuta acquisizioni e rendimento. In altri termini svolge una serie di atti formali che lo conducono ad
assumere ruoli di “saggio”, di “censore”, o di “giudice”. L’insegnante diviene una persona con
aspettative precise cui il bambino sente di dover corrispondere per ottenere effetti positivi, sia in
termini intrapsichici che interpsichici. Per molti bambini però l’inizio della primaria può essere
traumatico. Scuola media
Nella scuola media appaiono centrali le sfide che l’alunno, alle soglie dell’adolescenza, pone alla
relazione insegnante-alunno. Calo motivazionale, comportamenti disturbanti e disturbati,
comportamenti deviati, diventano contestualmente oggetti e strumenti della relazione. La relazione
insegnante-alunno va incontro al deterioramento. L’adolescente è più critico a livello personale,
percepisce meno l’insegnante come risorsa, è maggiormente attratto e distratto dal gruppo, va
incontro ad ansie e sconfitte. Di contro l’insegnante vede nell’adolescenza un elemento di
necessaria criticità, cui è in qualche modo rassegnat0.
Charmet individua nella scissione tra sé effettiva dell’adolescente e ruolo sociale di studente uno
dei motivi più seri di crisi dell’attuale sistema scolastico. La conseguenza è una specie di anestesia