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CAPITOLO 4.3: PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA E TEORIA DELLA RAZIONALITA’
LIMITATA
Le critiche ai principi della teoria della direzione amministrativa, spiegano secondo Simon, la
necessità di un approccio diverso, fondanto su una concenzione diversa dell'organizzazione.
Osserva, infatti, Simon che il processo decisionale non si risolve soltanto nella formulazione dei
obiettivi generali, ma pervade tutta l'organizzazione e che la realizzazione di un'organizzazione
efficacie ed efficiente, implica meccanismi di influenza in grado di generare comportamenti
coordinati.
La progettazione organizzativa quindi, riguarda la definizione dei meccanismi attraverso I quali
influenzare l’attività decisionale (che pervade in tutta l’azienda) delle persone.
CAPITOLO 4.3.1: PROCESSO DECISIONALE
Il comportamento delle persone (le loro decisioni) anche in ambito organizzativo è intenzionale
(cioè rivolto ad uno scopo) e razionale (fondato sulla scelta delle alternative che portano al
raggiungimento degli obiettivi stabiliti), oltre che fondato su giudizi di fatto (cioè giudizi verificabili
in termini di vero-falso o giusto-sbagliato) e giudizi di valore (cioè fondati su valori etici e quindi non
verificabili).
A livello individuale e a livello organizzativo, il processo decisionale può essere rappresentato come
una catena mezzi-fini , e cioè una concatenazione di obiettivi e strumenti, dove l'adeguatezza del
mezzo al fine è oggetto di giudizi di fatto e la desiderabilità del fini è oggetto dei giudizi di valore.
Come si svolge il processo decisionale? Alla razionalità oggettiva/assoluta, Simon contrappone la
razionalità limitata, cioè un modello descrivvico invece che normativo del comportamento
decisionale che specifica che le persone fanno e non ciò che dovrebbero fare. Esistono quindi dei
limiti alla razionalità delle azioni: limiti di conoscenze, di capacità o di obiettivi (cioè le persone
agiscono limitatamente alle loro conoscenze, capacità o obiettivi). Pertanto, l’uomo identifica e fa
la scelta che ritiene soddisfacente limitatamente alle sue competenze/capacità/abilità.
Il processo decisionale può seguire due diversi criteri:
Il modello razionale, approccio logico, individua gli step da seguire nel processo decisionale.
Si basa sui seguenti presupposti:
o Problema chiaro e non ambiguo
o Obiettivo singolo e ben definito
o Le alternative sono note
o La preferenza e i bisogni sono chiari e immutabili
o Il tempo e le risorse sono accessibili e abbondanti
o Decisione condivisa
Questi presupposti non sono sempre riscontrabili nella realtà e pertanto, questo modello
non può essere applicato nel concreto 23
E’ un modello composto da 4 fasi:
1. Identificazione del problema
2. Ricerca di soluzioni
3. Scelta di una soluzione ottimizzante
4. Valutazione della soluzione
E’ un modello ottimizzante one best way ed è uno strumento formativo
Il modello normativo, identifica il processo che i manager adottano nel prendere decisioni.
Delina il modello che effettivamente viene adottato nel concreto
CAPITOLO 4.3.2: MECCANISMI DI INFLUENZA
Se, quindi, la razionalità oggettiva è impossibile, è peraltro possibile migliorare la qualità delle
decisioni che vengono assunte. In altri termini, l'organizzazione può regolare il comportamento dei
suoi membri specificando le premesse di fatto e di valore, sulle quali si basano le loro decisioni. I
meccanismi di influenza, attraverso i quali l’organizzazione può ridurre i limiti alla razionalità,
comprendono:
La divisione del lavoro, riduce le conoscenze e le capacità richieste, adeguandole a quelle
possedute dalle persone
Le procedure, studiando e formalizzando delle routine per lo svolgimento di determinate
attività
L’autorità, fa accettare a una persona che il suo comportamento sia guidato e deciso da
un’altra persona
Le comunicazioni non autoritarie, le comunicazioni fra persone non devono essere solo di
tipo autoritario ma devono anche essere dei suggerimenti e delle persuasioni
I sistemi informativi, sia formali che informali, consentono i flussi di informazioni rilevanti
per i processi decisionali
La formazione e l'indottrinamento, entrambi comportano una interiorizzazione delle
influenze, sotto forma di capacità e conoscenze (formazione) e di identificazione con
l’organizzazione (indottrinamento); consentono alla persona di assumere da sola e in
autonomia decisioni in linea con gli obiettivi dell’azienda
CAPITOLO 4.4: TEORIA/ECONOMIA DEI COSTI DI TRANSAZIONE – LA LOGICA
DELL’APPROCCIO TRANSAZIONALE
L'economia dei costi di transazione si propone di spiegare perchè e quando si hanno relazioni tra
organizzazioni (coordinate dal mercato) o relazioni intra-organizzative (coordinate dalla gerarchia)
e, più in generale, di spiegare il perchè e il quando delle diverse organizzazioni organizzative.
Le basi di questa teoria risalgono agli anni '30, ma il suo sviluppo si deve soprattutto a O. Williamson.
L'economia dei costi di transazione adotta un approccio microanalitico, utilizzando come unità di
analisi la transazione. La transazione viene definita come "il trasferimento di un bene o servizio
24
attraverso un'interfaccia tecnologicamente separabile". Quindi, ogni problema che possa essere
posto, direttamente o indirettamente, come problema contrattuale, può essere interpretato come
una transazione ed analizzato attraverso l'approccio transazionale.
Se si escludono le condizioni di concorrenza perfetta, dove il prezzo contiene tutte le informazioni
rilevanti e la cui consocenza è sufficiente per realizzare a costi nulli il coordinamento, negli altri casi
il governo delle transazioni comporta sempre dei costi. Pertanto è necessario, considerare le
caratteristiche delle transazioni che allontanano dalla concorrenza perfetta.
I costi di transazione comprendono: i costi decisionali, i costi distributivi e i costi di cambiamento.
I costi decisionali riguardano l'assorbimento di risorse personali e informative per individuare
l'alternativa d'azione desiderata.
I costi distributivi riguardano l'assorbimento di risorse personali e informative per assicurare gli
attori sull’equità della distribuzione dei risultati della transazione.
I costi di cambiamento concernono, da un lato, l'impianto (progettazione e realizzazione) dei
meccanismi decisionali e distributivi di una forma di governo delle transazioni diversa da quella
esistente e, dall'altro, l'abbandono della forma di governo esistente.
Secondo Williamson la "minimizzazione" (nel senso di riduzione o economizzazione) dei costi di
transazione viene realizzata assegnando selettivamente le transazioni (che differiscono tra loro per
varie caratteristiche) alle forme di governo (che differiscono nei loro costi e nella loro capacità di
adattamento).
I costi di transazione non sono di facile stima.
CAPITOLO 4.4.1 IPOTESI SULLA NATURA UMANA
Williamson sottolinea l'importanza di assumente ipotesi realistiche sulla natura umana e lo fa
caratterizzandola in termini di razionalità limitata e di opportunismo.
L'ipotesi di razionalità limitata, afferma che gli attori economici sono intenzionalmente razionali
ma che lo sono solo limitatamente. I limiti alla razionalità sono sia neurofisiologici sia espressivi o di
linguaggio.
L'opportunismo esprime il perseguimento del proprio interesse con frode, dolo o inganno,
fornendo informazioni parziali o distorte e formulando promesse non credute da chi le fa. Si tratta
quindi di un comportamento "più forte" della motivazione a perseguire il proprio interesse che
rappresenta un'ipotesi molto freguente della microeconomia e in altre scienze sociali. Esistono due
tipi di opportunismo: opportunismo ex-ante e opportunismo ex-post. 25
CAPITOLO 4.4.2: CARATTERISTICHE DELLE TRANSAZIONI
Le caratteristiche della transazioni che, da un lato, segnano il grado di allontanamento dalla
situazione di concorrenza perfetta e, dall'altro, determinano, l'efficienza comparata delle forme
alternative di governo, comprendono:
La specificità delle risorse, si riferisce agli investimenti durevoli che sono effettuati per
supportare particolari transazioni e il cui costo opportunità nel migliore uso alternativo è
molto inferiore; può riguardare: le risorse fisiche, le risorse umane, le risorse organizzative e
quelle localizzative. Questa specificità delle risorse provoca un aumento dei costi di
transazione di tutte le forme di governo, pertanto è conveniente solo se I costi addizionali di
governo sono bilanciati dai risparmi nei costi di produzione o da un aumento di ricavi
L’incertezza, riguarda la previsione delle perturbazioni che possono influenzare la
transazione, rendendo impossibile formulare contratti esaustivi e rendendo necessari degli
adattamenti nei termini dei contratti stipulati. L’incertezza rende rilevante la diversa
capacità delle diverse forme di governo delle transazioni di rispondere alle circostanze e ai
fenomeni non prevedibili
La frequenza, esprime la ricorrenza delle transazioni. Essa incide sul grado di sfruttamento
delle forme di governo delle transazioni e quindi sulla possiblità di recuperare gli investimeti
effettuati
CAPITOLO 4.4.3: FORME DI GOVERNO DELLE TRANSAZIONI (LEGGERE?)
Quali sono le forme di governo delle transizioni individuate e studiate dalla teoria dei costi di
transazione, oltre alla polarità del mercato e gerarchia? Williamson articola le forme di
organizzazione interna e individua alcune forme intermedie o miste tra mercato e gerarchia.
Le forme di organizzazione interna sono:
Gruppo dei pari, cioè un’ organizzazione interna non gerarchica caratterizzata dalla
proprietà cooperativa dei mezzi di produzione e dallo svolgimento collettivo del lavoro
Gerarchia semplice, cioè un’ organizzazione interna gerarchica basata sull’adozione diffusa
del contratto di lavoro dipendente e che quindi prevede autorità fra gli attori interni
Forma unitaria (U-form), si caratterizza per un’articolazione interna fondata sulla funzione
svolta (acquisto, produzione, vendita ecc.) e che favorisce lo sviluppo di codici di
comunicazione specializzati
Forma multidivisonale (M-form), si caratterizza per un’articolazione interna fondata sul
prodotto, sul mercato o sull’area geografica. Le unità interne godono di rilevante autonomia
decisionale e da tesse dipendono le risorse/funzioni legate al prodotto, mercato o all’area
geografica assegnata e le unità sono responsabilizzate in termini di profitto