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Rivoluzione del 1848
Le resistenze opposte da Luigi Filippo al movimento volto ad ottenere un ampliamento del suffragio politico conducono alla "campagna dei banchetti". La rivolta scaturita dalla proibizione del "banchetto" nel 12° arrondissement si trasforma il 24.02.1948 in una Rivoluzione. Luigi Filippo abdica in favore del figlio ma i rivoltosi invadono la Camera e nominano un governo provvisorio che decide la convocazione di un'Assemblea Nazionale da eleggere a suffragio universale.
È la prima volta che si estende il diritto di voto a tutti i cittadini, ma le elezioni non daranno i risultati sperati dalla borghesia repubblicana: la nuova Assemblea Costituente composta da 9000 membri consta di soli 250 membri repubblicani caratterizzandosi così per una predisposizione decisamente conservatrice tendente ad escludere i ceti operai dalla vita politica e dai vantaggi sociali; per cui anche se sono i ceti operai che determinano il risultato.
7vantaggioso dei moti del 1848 contro Luigi Filippo alla fine è la borghesia che riesce a volgere a proprio vantaggio la situazione. L'indignazione dei ceti operai si acuisce con la svolgimento degli Ateliers Nationaux (istituti nati per far fronte alle esigente di richieste di lavoro dei numerosi disoccupati) suscitando una violenta reazione dei lavoratori parigini in particolare, determinando la formazione della Comune di Parigi alla quale però si contrappone la provincia di carattere conservatore. La lotta divampa e la Comune viene annientata grazie all'intervento repressivo della forza armata. Costituzione del 1848A tali avvenimenti succede l'approvazione di una nuova che afferma definitivamente la forma repubblicana con l'intento di dar vita ad un governo forte e capace di resistere alle sommosse popolari. La frammentarietà e la varietà delle correnti politiche che stanno alla base di questa Costituzione ne fanno una congestione di
principi spesso disparati e contraddittori. La forma di governo che si instaura è basata sicuramente su principi propri del regime parlamentare unitamente ad altre nozioni derivanti anche dal regime presidenziale degli Stati Uniti. La sostanziale innovazione riguarda il Parlamento non più bicamerale ma composto da un'unica Camera eletta a suffragio universale e diretto, con una durata fissa di 3 anni e che non può esser sciolta prima. L'Assemblea che costituisce il Parlamento detiene il potere legislativo mentre la funzione esecutiva è affidata al Presidente della Repubblica eletto anch'egli a suffragio universale e diretto per 4 anni.
Il regime così instaurato che apparentemente sembra impersonare una rigida separazione dei poteri (2 organi costituzionali entrambi elettivi e con durata fissa che non hanno poteri di reciproco arresto sull'esercizio delle rispettive funzioni) nella realtà del suo funzionamento non risponde
perfettamente a tale principio: la Costituzione sancisce che il Presidente nomina e revoca i Ministri, ma non chiarisce espressamente la responsabilità e su questo dubbio l'Assemblea, almeno inizialmente, tende a far valere la responsabilità politica dei Ministri instaurando così il principio di un regime parlamentare.
Questo sistema, così contaminato, che potrebbe evolversi in senso parlamentare è condizionato fortemente dagli eventi del 1850: il Presidente della Repubblica è Luigi Napoleone e le elezioni dell'Assemblea danno un'ampia maggioranza monarchica, distruggendo così i risultati ottenuti dai ceti operai con i moti rivoluzionari del 1848.
La crisi scoppia quando l'Assemblea vota una legge elettorale che esclude dall'elettorato attivo 1/3 dei cittadini, tutti appartenenti ai ceti meno abbienti; il Presidente Luigi Napoleone coglie l'occasione di un colpo di Stato e con un atto incostituzionale (la
Costituzione vigente (non gli conferiva tale potere) abroga la nuova legge elettorale e scioglie l'Assemblea costituendo un nuovo ministero; nomina una Commissione consultiva col compito di affiancarlo nella realizzazione di una nuova Costituzione (02/12/1851)
Costituzione del 1852 consacra il potere autoritario di Luigi Napoleone che immediatamente dopo diventa Imperatore col nome di Napoleone III. Gli istituti della forma di governo che risulta stabilita non sono fissati definitivamente essendo prevista un'ampia possibilità di modifica delle norme sotto la protezione del potere personale dell'Imperatore.
Intorno al 1860 tale regime tende ad accentuare il suo spirito autoritario: Napoleone III accorda una serie di concessioni che sul piano politico introducono progressivamente nel sistema elementi del regime parlamentare e sul piano sociale rendono possibile lo svilupparsi di associazioni operaie. Le successive liberalizzazioni promuovono anche il
progressivoformarsi e rafforzarsi di un’opposizione contraria a Napoleone III che riesce ad annullare ilsistema costituzionale del 1852 approfittando della sconfitta subita dalla Prussia. Nel 1870 siforma un governo di Difesa Nazionale che proclama la Repubblica e la fine del 2 ImperoNapoleonico.
Il periodo che succede è confuso e tormentato: dal 1871 al 1875 la situazione resta instabilecon un governo provvisorio.
Costituzione del 1875 la riforma costituzionale esce dallo stadio di incubazione e si manifesta in una serie di leggi costituzionali che nel loro complesso valgono sostanzialmente come una costituzione vera e propria. Con la prima di tali leggi (25.02.1875) la forma repubblicana prevale su quella monarchica e le funzioni di Capo dello Stato vengono attribuite al Capo della repubblica. Le leggi costituzionali del 1875 instaurano in Francia per la prima volta una forma di governo repubblicana con la tendenza verso il regime parlamentare. Il fulcro del sistema
è rappresentato:dall’esistenza dei Ministri, nominati dal Presidente e politicamente responsabili di fronte al Parlamento (controfirma ministeriale)
dall’istituto dello scioglimento
L’organo legislativo è composto da 2 Camere:
- Camera dei Deputati , 600 membri, elettiva a suffragio universale e diretta, della durata di 4 anni
- Senato , 225 membri, di cui 75 senatori a vita inamovibili eletti dall’Assemblea Nazionale e il restante da senatori preposti alla carica mediante elezioni di 2° grado; non decademai in una data fissa nel suo complesso: solo per 1/3 dei suoi componenti la durata incarica è di 9 anni.
Il Parlamento si caratterizza così per l’esistenza di una Camera, il Senato, a tendenza nettamente conservatrice destinata a neutralizzare le tendenze progressiste della Camera dei Deputati. Le 2 Camere nei loro rapporti realizzano un bicameralismo paritario: entrambe hanno gli stessi poteri e svolgono eguali funzioni.
L'unica eccezione per le leggi in materia finanziaria che debbono esser votate prima dalla Camera dei Deputati e poi dal Senato. La Costituzione del 1875 è frutto di un equilibrio instabile sia dal punto di vista istituzionale che di forma di governo. La situazione si evolve definitivamente a favore del Parlamento, forma di governo parlamentare di tipo assembleare. La revisione costituzionale del 1884 ha determinato:
- Abolizione dei senatori a vita
- La non revisionabilità della forma repubblicana
Nel 1940, nel corso della Seconda guerra mondiale, a seguito dell'occupazione tedesca, viene approvata la legge costituzionale che conferisce pieni poteri a Pétain a cui viene assegnato il compito di redigere una nuova Costituzione mai entrata in vigore: Vichy 1946.
Nel 1946 il Governo provvisorio guidato dal Generale De Gaulle convoca le elezioni per un'Assemblea costituente che elabora un testo costituzionale nuovo, inizialmente bocciato.
Nel referendum del 05.05.1946 e successivamente approvato dal corpo elettorale. La forma di governo riproduce i medesimi meccanismi del regime parlamentare a prevalenza del parlamento. Il Parlamento è costituito da 2 Camere:
- Assemblea Nazionale
- Consiglio della Repubblica
Il bicameralismo non è paritario: nel processo legislativo, il Consiglio possiede solo un limitato potere di veto sospensivo che può essere superato dall'Assemblea con una delibera a maggioranza assoluta.
Il Capo dello Stato esce notevolmente indebolito dal nuovo testo costituzionale: eletto per 7 anni dalle 2 Camere in seduta comune ed ha poteri essenzialmente notarili, formali.
Il procedimento di formazione del Governo consta di 3 fasi:
- Designazione del Presidente del Consiglio da parte del Presidente della Repubblica
- Fiducia a maggioranza assoluta da parte dell'Assemblea Nazionale
- Nomina del Presidente del consiglio e dei Ministri
L'istituto dello scioglimento anticipato
è disciplinato in modo restrittivo: è deliberato dal Consiglio dei Ministri, sentito il Presidente dell’Assemblea e adottato con decreto del Presidente della Repubblica a condizione che nell’arco di 18 mesi siano intervenute 2 crisiministeriali e non siano i primi 18 mesi di legislatura.
La questione di fiducia può essere negata sono con un voto a maggioranza assoluta dei membri dell’Assemblea Nazionale (art.49).
Per la prima volta è previsto un organo deputato al controllo di costituzionalità (mero controllo di forma, in realtà si occupa di promuovere l’accordo tra le Camere): il Comitato costituzionale, composto da 13 membri, 3 di diritto + 7 eletti dall’Assemblea + 3 eletti dal Consiglio.
Nel 1958 nasce la Costituzione che dà vita alla Quinta Repubblica e che manterrà alcuni principi fondamentali:
- Sovranità popolare
- Separazione tra i poteri
- Responsabilità politica del Governo vs il
La rielezione viene limitata ad un solo mandato.