Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
BIODISPONIBILITA’
Per biodisponibilità si intende la quota di alimenti ingerita che è effettivamente assorbita,
trasportata al sito di azione e convertita nella forma fisiologicamente (o tossicologicamente) attiva.
—> pertanto, un alimento è in grado di coprire il fabbisogno di un oligoelemento se questo è
presente non solo in quantità corretta ma anche in forma biodisponibile.
La biodisponibilità è influenzata da:
- fattori intrinseci o fisiologici (specie animale e genotipo, età, sesso, stato di salute…)
- fattori estrinseci alimentari (forma chimica del minerale, stato di ossidazione, solubilità…)
Pagina 29 di 37
CAPITOLO 13 - ALIMENTAZIONE E QUALITA’ DELLA VITA NELL’ANZIANO
L’alimentazione dell’anziano ha assunto in questi ultimi anni un’importanza sempre più rilevante
questo è dovuto a diversi fattori (es. l’aumento della vita media e del numero di persone anziane,
l’influenza della dieta sui processi involutivi…). L’organismo raggiunto il massimo delle prestazioni
funzionali attorno ai 30 anni, va incontro progressivamente ad un declino, più o meno accentuato,
cui corrisponde la perdita di strutture. Una caratteristica che si osserva nella popolazione anziana
è l’ampia dispersione dei parametri fisiologici. Non necessariamente l’anziano “sano” è privo di
malattia: artrite, artrosi, cardiopatie, perdita dell’udito etc sono affezioni frequenti che si
presentano spesso in associazione. Ne deriva che circa il 20% degli anziani non istituzionalizzati
presenta qualche difficoltà nello svolgere le attività, da quelle di base (per la cura di se stesso) a
quelle richieste per la cura della casa. Tuttavia, la presenza di malattie e deficit nell’anziano non
significa mancanza di salute. Il binomio salute/malattia si scinde nel caso dell’anziano, per il
quale la salute si identifica con l’autosufficienza. Anche se la dieta redatta è perfetta, non
porterà ad un aumento della salute dell’anziano. Il problema infatti non è prolungare la durata
della vita verso il suo potenziale massimo, ma di assicurare una vecchiaia degna di essere vissuta
(in salute). Il metabolismo basale si riduce del 10% tra i 51 e i 75 anni tuttavia il consumo basale
di ossigeno normalizzato per litro di acqua corporea non si riduce. Da ciò si evince l’importanza
della rimozione precoce dei fattori di rischio (astensione dal fumo etc)
Condizione migliore per abbassare la mortalità: BMI di circa 25
LE PRINCIPALI PROBLEMATICHE:
Il fabbisogno di nutrienti nell’anziano è condizionato dall’invecchiamento, ma anche dalle
alterazioni metaboliche secondarie e malattie acute o croniche. Nell’anziano i LARN sono uno
strumento indispensabile per la valutazione della qualità nutrizionale della dieta. L’assunzione
minima raccomandata di proteine è più alta nell’anziano. Folati, vitamina B6, B12 e D sono tra le
vitamine che hanno un ruolo particolarmente importante nel garantire l’adeguatezza della dieta in
età geriatrica, così come i minerali Na, K, Ca e Mg. Nell’anziano inoltre, può risultare difficile
raggiungere un livello sufficiente di assunzione di acqua.
‣ Carenze vitaminiche nell’anziano
- Vitamina D: carenza frequente. Provoca dolori ossei e muscolari, rischio di fratture. Una buona
quota della vitamina D deriva dalla sintesi della stessa grazie all’esposizione alla luce solare
(attività fisica all’aperto) un’altra dall’alimentazione.
- Vitamina K: i farmaci spesso vanno ad inibire l’attività del microbiota intestinale che riesce a
sintetizzare la vitamina K.
- Vitamina B6: carenza da malnutrizione e farmaci.
- Vitamina B12: anemia perciosiforme di facile riscontro tra gli anziani
- Acido folico: carenza di facile riscontro negli anziani disagiati e dediti all’alcol
INDICAZIONI NUTRIZIONALI
L’alimentazione negli anziani deve comportare una dieta “sobria” intendendo con tale termine
un’alimentazione utile, tollerata e ben accetta:
✓ utile perchè potrebbe costituire uno dei fattori per ritardare l’invecchiamento e curare le
malattie della propria vecchiaia
✓ tollerata perchè deve essere subordinata alle particolari capacità digestive
✓ bene accetta perchè non deve ingenerare la nausea e l’assuefazione con la persistente
monotonia Pagina 30 di 37
Non esiste un soggetto standard in grado di rappresentare come modello assoluto l’individuo
anziano. I LARN relativi all’energia possono dunque essere stimati sulla base di differenti valori
antropometrici e di vari livelli di attività fisica. E’ sempre bene calcolare i fabbisogni energetici di
individui o di gruppi omogenei di popolazione sulla base di informazioni precise relative al peso e
al profilo di attività.
FABBISOGNO IDRICO PER LA POPOLAZIONE ANZIANA
La disidratazione è un problema di rilievo comune nelle fasce più anziane della popolazione. Alla
sua genesi concorrono fattori fisiologici quali la perdita del senso della seta, la ridotta capacità del
rene a concentrare le urine… Le indicazioni fornite dai LARN si attestano come per gli adulti più
giovani su un AI di 2500 mL/die per gli uomini e di 2000 mL/die per le donne.
FABBISOGNO PROTEICO IN ETA’ GERIATRICA
La definizione dei fabbisogni proteici in età geriatrica risulta particolarmente difficile a causa delle
grandi differenze che si osservano negli anziani in termini di stato di salute, stato di nutrizione etc.
In generale in età avanzata l’utilizzazione delle proteine può essere migliorata attraverso una serie
di specifiche strategie che tengono conto non solo degli apporti assoluti di proteine con la dieta
ma anche della presenza di proteine di elevata qualità nutrizionale, della distribuzione di proteine
nei diversi pasti della giornata, della possibilità di specifiche integrazioni con leucina o aa
essenziali.
FABBISOGNO LIPIDICO IN ETA’ GERIATRICA
Gli acidi grassi saturi devono rappresentare <10% En e resta anche l’indicazione a mantenere al
minimo l’apporto di acidi grassi trans. L’importanza invece di garantire un sufficiente apporto di
PUFA n-3 nell’anziano è giustificata dal ruolo da essi svolto nella prevenzione delle malattie
cardiovascolari e probabilmente anche nella riduzione del rischio di declino cognitivo, demenza e
Alzheimer. Le indicazioni fornite prevedono un RI per i pufa n-3 totali di 0,5-2% En e un apporto
minimo di EPA e DHA > 250 mg/die.
FABBISOGNO DI CARBOIDRATI IN ETA’ GERIATRICA
๏ Carboidrati disponibili:
I CHO disponibili devono fornire il 45-60% dell’apporto totale della dieta mentre l’assunzione
di zuccheri deve restare al di sotto del 15%. Si aggiunge un RTD sulla preferenza da riconoscere
agli alimenti contenenti CHO a basso indice glicemico.
๏ Fibra:
Alla luce del gran numero di anziani che soffrono di stipsi, i LARN propongono un STD che fissa
un apporto minimo di fibra > 25 g/die. Adeguati apporti di fibra alimentare risultano anche
efficaci per un miglior controllo del metabolismo glucidico e lipidico.
๏ Micronutrienti:
Alcuni micronutrienti hanno una particolare importanza nella tutela e nella promozione dello
stato di salute in età geriatrica. Per ad es. la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari,
tumori etc. Peraltro, alla luce dei minori apporti energetici degli individui anziani, per
mantenere lo stesso livello di assunzione di un dato micronutrienti è necessario che ci sia un
aumento della sua densità nella dieta, cioè un rapporto più alto tra quantità del nutriente ed
energia. Pagina 31 di 37
FABBISOGNO IN VITAMINE
I LARN indicano un incremento dell’AR rispetto a quanto indicato per gli adulti più giovani pari a
0,4 mg/die negli uomini e 0,2 mg/die nelle donne di vitamina B6. Le evidenze sperimentali
indicano che la carenza di folati diviene più frequente con l’età e oltre a determinare anemia,
mostra anche una qualche relazione con il declino cognitivo. Comunque i LARN indicano una PRI
che non si modifica rispetto agli adulti più giovani e resta pari a 400 μg/die di folati sia per gli
uomini che per le donne.
MINERALI IMPORTANTI PER L’ANZIANO
✓ Calcio: l’assorbimento di calcio si riduce in modo sostanziale dopo la menopausa nelle donne e
in età geriatrica anche negli uomini, fenomeno che tende a influire negativamente sul bilancio
entrate-uscite del minerale. E’ pertanto molto importante il consumo di latticini in cui il
rapporto calcio/fosforo è ottimale per l’organismo. Per questo il valore di riferimento per gli
anziani viene aumentato di 200 mg rispetto agli adulti più giovani.
✓ Ferro: nell’anziano è molto frequente l’anemia causata da una combinazione di fattori, tra i
quali si può rilevare un ridotto assorbimento di ferro da parte dell’intestino. Inoltre questo
minerale è contenuto in alcuni alimenti che sembrano essere proprio quelli che l’anziano riduce
per vari motivi: elevato costo (carni), difficoltà di masticazione (frutta secca, cereali integrali)…
La PRI per il il ferro (10 mg/die) si riduce nelle donne in menopausa per le diminuite perdite
dovute all’assenza delle mestruazioni mentre non si hanno variazioni per quanto riguarda
l’uomo.
✓ Potassio: l’eccessivo uso di lassativi e di diuretici, una sudorazione abbondante possono far
sorgere la carenza di potassio, minerale di cui l’organismo ha molto bisogno negli anni della
vecchiaia, in cui la pressione sanguigna è instabile e l’utilizzazione dei liquidi corporei e delle
proteine è meno efficace ed il cuore più affaticato. Per il potassio i LARN indicano per l’anziano
un AI di 3,9 g/die, cioè ben al di sopra di quanto necessario a prevenire la semplice insorgenza
di ipopotassiemia.
✓ Sodio: pur rivestendo un ruolo importante nella chimica dell’organismo, in età avanzata deve
essere ridotto data anche la sua correlazione con la ritenzione idrica e quindi con
l’innalzamento della pressione arteriosa. L’RDT per il sodio fissato dai LARN si attesta al di sotto
di 1,6 g/die cioè < 4 g/die di sale.
PASTI EQUILIBRATI
Un pasto può dirsi equilibrato quando rispetta l’apporto necessario di carboidrati, proteine e
lipidi. I pasti principali sono 3 ma è bene non dimenticare che sono consigliati anche due leggeri
spuntini, uno a metà mattinata e l’altro a metà pomeriggio.
Colazione: se non c’è intolleranza, il latte è un alimento eccellente a tutte le età perchè ricco di
➡ ca