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RELAZIONE TRA IPOTALAMO, IPOFISI E OVAIO
L’influenza a feedback esercitata dagli steroidi ovarici è indiretta. La secrezione
ormonale da parte dell’ipofisi anteriore è sotto l’influsso di un altro gruppo di
sostanze prodotte nell’ipotalamo in prossimità dell’eminenza mediana. Queste sono
note col nome di fattori liberatori di FSH e di LH, e la loro secrezione è controllata
dai livelli degli steroidi ovarici nel sangue. La presenza di questi centri, nell’encefalo,
concorre a spiegare l’influenza degli stati emotivi sulle funzioni ovariche.
SVILUPPO DELL’EMBRIONE ED ANNIDAMENTO
L’uovo fecondato, quando si trova ancora nella tromba di Falloppio, si divide
ripetutamente per formare una massa tonda di cellule, detta morula.
Successivamente a questo stadio, quando la morula raggiunge la cavità uterina
(intorno al settimo giorno dell’ovulazione e vi si annida completamente intorno al
quattordicesimo giorno dopo l’ovulazione), compare uno spazio eccentrico
risultante nella formazione di una sfera cava o blastocisti, con un monticello di
cellule in un certo distretto della superficie interna, la massa cellulare interna.
L’involucro esterno della blastocisti diventa il trofoblasto, responsabile della
nutrizione dell’embrione.
Fino a questo punto le secrezioni presenti nella tromba e nell’utero sono state
sufficienti per l’accrescimento iniziale dello zigote. L’ulteriore sviluppo richiede un
aumentato apporto di alimento e di ossigeno, e lo zigote deve accedere alla
fornitura del sangue materno annidandosi nella decidua. Durante i primi quattordici
giorni di gravidanza, l'accrescimento dell'utero e della decidua (endometrio
gravidico) viene mantenuto dal corpo luteo sotto l'influenza dell'ormone ipofisiario
luteinizzante. Dopo quattordici giorni il corion primitivo secerne un ormone
luteinizzante (gonadotropina corionica) che assume il controllo del corpo luteo e
inibisce l'attività ipofisiaria.
PAP TEST
Per azione degli estrogeni e del progesterone, nella mucosa vaginale si verificano
modificazioni cicliche che possono essere accertate esaminando uno striscio colorato.
Tali strisci possono essere usati, in certa misura, come guida approssimativa dello
stato ormonale della paziente.
Nella fase post mestruale le cellule sono principalmente del tipo pre cornificato e, con
il metodi di Papanicolau (Pap test), il citoplasma si colora di blu-verde.
Nella fase proliferativi l’aumentata concentrazione di estrogeno fa aumentare la
corneificazione e fa si che glicogeno compaia nelle cellule. Depositi bruni di
glicogeno compaiono nel citoplasma roseo. I nuclei sono piccoli e picnotici.
Nella fase secretoria le cellule cornificate diminuiscono di numero. Compaiono
cellule pre cornificate che danno un aspetto sporco allo striscio.
Durante la fase proliferativa il fluido vaginale è ricco di cloruro di sodio. Se si fa in
modo che uno striscio di fluido si essicchi, si formano tipici cristalli di sale. Questi
sono indice di attività estrogena. L’avvento della fase secretoria, dovuta all’azione del
progesterone porta come conseguenza ad una comparsa di tali cristalli.
Durante la fase secretoria il fluido vaginale diventa più mucide ed appiccicoso. Se si
usa un’ansa o una pinza per sollevare il muco depositato su un vetrino, l’altezza alla
quale il filamento di muco può essere sollevato, prima che si interrompa, è
un’indicazione dell’attività progesteronica. Il test ha un valore reattivo, in quanto i
risultati vengono alterati da fattori complicanti quali lo spurgo vaginale.
MENOPAUSA
La menopausa è la cessazione della mestruazione. Il periodo durante il quale la donna
subisce le modificazioni fisiche e psicologiche che si accompagnano al declino
dell’ovaio, viene più propriamente detto climaterio (fase critica): tuttavia, spesso il
termine menopausa viene usato per indicare l’intero processo.
Il meccanismo della menopausa non è del tutto chiarito: sembra che un deficit di
estrogeno ovario porti ad un deficit della stimolazione a feedback sull’ipotalamo, che
produce un deficit del fattore liberatore di LH, con conseguente mancanza di
ovulazione, assenza di inibizione progesteronica a feedback sull’ipofisi e aumentata
secrezione di FSH e altri ormoni ipofisari.
I sintomi di una donna in menopausa sono:
Disordini vasomotori (vampate di calore);
• Atrofia dei seni e del tratto genitale;
• Lombalgia e dolori articolari dovuti ad osteoporosi;
• Vasculopatie dovute ad aterosclerosi;
• L’aumento della stimolazione corticosurrenale può portare a obesità ed
• ipertensione;
L’aumento di somatotropina può portare a diabete o acromegalia;
• Possono verificarsi sintomi di ipertiroidismo;
• Possono presentarsi sintomi psicologici (depressione, instabilità emotiva,
• affaticamento, palpitazione, aumento o riduzione della libido).
AMNIOCENTESI
L’amniocentesi consiste nel prelievo di liquido amniotico mediante puntura tramite
via transaddominale. Può essere eseguita precocemente (tra la sedicesima e la
diciottesima settimana) per evidenziare malattie congenite del feto; l’amniocentesi
può anche essere eseguita oltre la ventesima settimana (denominata tardiva), per
valutare le condizioni del feto e la sua maturità. È un esame che permette di eseguire
studi sulle cellule desquamate del corpo fetale e sulle componenti biochimiche ed
enzimatiche del liquido amniotico. È un esame non del tutto privo di rischi, per cui si
esegue su indicazioni precisi e su una fetta di popolazione a maggior rischio:
• Nei casi in cui l’età materna supera i 35 anni, dal momento che le anomalie
cromosomiche (sindrome di down) sono maggiormente presenti in donne
aventi età maggiore di 35 anni;
• Di fronte ad anomalie cromosomiche da parte di uno dei genitori;
• Di fronte a malattie recessive legate al sesso;
• Nei casi di malattie metaboliche ereditarie;
• In caso di sospette malformazioni neurologiche.
I RISCHI DELL’AMNIOCENTESI
I rischi dell’amniocentesi constitono in aborto, parto pretermine, infezione del liquido
amniotico, perdita di liquido amniotico dai genitali.
L’amniocentesi è preceduta da un accurato esame ultrasonografico per localizzare la
placenta e stabilire il punto dove effettuare il prelievo del prelievo, dopodiché si
procede con una disinfezione della zona interessata, si delimita il campo operatorio
con telini sterili, si pratica un’anestesia locale con lidocaina o cloruro di etile. Il
prelievo di liquido amniotico viene effettuato con un ago lungo 9 cm, dotato di
specillo che viene infisso attraverso le pareti della cavità addominale, dopodiché
viene rimosso. Il liquido esce fuori dal cono dell’ago e viene raccolto, con un siringa
3
da 50 cm , in due contenitori sterili da avviare al laboratorio. Infine, si rimuove l’ago
e si controlla, mediante ecografia, l’attività cardiaca e i movimenti del feto. La
paziente dovrà rimanere al riposo per un paio di giorni.
IL PRELIEVO DEI VILLI CORIALI
È un alternativa all’amniocentesi precoce per indagini citogenetiche (cromosomiche),
biochimiche (enzimi e metabolici) e di genetica molecolare (analisi del DNA) su
frammenti di cellule del trofoblasto, le quali hanno le stesse caratteristiche genetiche
ed enzimatiche dell’embrione. È una tecnica invasiva che viene eseguita tra l’ottava e
la dodicesima settimana per via transaddominale o transcervicale. Il prelievo,
eseguito ambulatorialmente, è effettuato mediante una pinza da biopsia o un ago da
aspirazione, dopo disinfezione vaginale e sotto controllo ecografico onde evitare
complicazioni. I rischi sono rappresentati dall’aborto e dall’infezione endouterina.
FETOSCOPIA
È un esame che permette di vedere direttamente il feto nell’utero mediante un
apparecchio a fibre ottiche (needlescope). Tale apparecchio presenta una doppia via
che consente l’introduzione di un ago per il prelievo di sangue fetale dalla placenta e
l’introduzione di una pinza per la biopsia della cute del feto. Viene eseguita tra la
diciottesima e la ventesima settimana. Lo scopo di questo esame è:
• Effettuare una diagnosi precoce di emoglobimopatie a tutte le donne che
hanno già un figlio affetto da morbo di Cooley o gravide eterozigoti per questa
malattia nel caso in cui anche il futuro padre sia eterozigote;
• Visualizzazione diretta di malformazioni fetali (meningocele, ecc);
• Diagnosi di malattie legate al sesso di tipo metabolico.
Questo esame è eseguito sotto controllo ultrasuonografico, per individuare la zona
precisa del prelievo. Si disinfetta la cute, si ricopre il campo operatorio con dei telini
sterili, si infiltra xilocaina e si procede ad incidere la cute con un piccolo bisturi.
Dopodiché si introduce il trocar mediante un mandrino, si rimuove il mandrino e si
introduce il fetoscopio, mediante il quale si può osservare direttamente il feto.
Attraverso la branca ad y dei questo strumento si può inserire un ago o una pinza per
eseguire un biopsia di tessuto. Infine, si rimuove il trocar e si applica un tampone
sulla cute. Dopo tale esame la gravida dovrà assumere antibiotici o tocolitici.
Le complicanze sono rappresentate dalla rottura del sacco amniotico, dall’aborto
interno, dall’infezione del liquido amniotico, dal travaglio di parto pretermine, dal
distacco di placenta e da danni traumatici sul feto.
PLACENTOCENTESI
Consiste nel prelievo del sangue fetale mediante un ago da amniocentesi per
effettuare una diagnosi precoce intrauterina di emoglobinopatie e altre malattie
ematiche.
Viene introdotto un ago da amniocentesi per via transaddominale nella cavità
amniotica, si perfora la superficie fetale della placenta, in modo da indurre
sanguinamento nella cavità amniotica. Il sangue viene rapidamente aspirato, prima
che si diluisca. Il tutto, viene costantemente monitorato ultrasonograficamente. Il
campione ottenuto di liquido amniotico e di sangue materno viene esaminato dal
coulter, per valutare la percentuale di eritrociti fetali e separare le emazia fetali da
quelle materne. Si analizzano le catene beta degli eritrociti fetali, in modo da
diagnosticare eventuali talassemie o eventuali anemie falciformi.
FUNICOLOCENTESI
È un tecnica invasiva che consiste nel prelievo di sangue fetale tramite puntura di un
vaso del funicolo ombelicale. Si realizza per via transaddominale, dietro controllo
ecografico. Tali prelievi possono essere eseguiti dalla diciottesima settimana fino alla
gravidanza.
L’ago a cui si ricorre è del calibro di 16 gauge, si introduce