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Narratori e Modalità del Racconto
Narratore-Storia:
- Narratore Eterodiegetico: Omero, Sherazade, Marcel Proust
- Narratore Omodiegetico: Ulisse (Odissea IX-XIII)
Narratore rispetto al racconto:
- Presenza/assenza del narratore dentro alla storia: omo/eterodiegetico
- Esempi:
- Sherazade: principessa che racconta le storie de "Le mille e una notte".
- Narratore intradiegetico: è personaggio di una storia, ma ne narra altre.
- Narratore eterodiegetico: non compare nelle storie che racconta.
- Proust: narratore di 1° livello, che è anche presente nella storia.
- Ulisse: presente nella storia (protagonista), narra le sue stesse storie.
Modalità del Racconto: funzione del narratore dentro al racconto
Tabella di Segre (simile a Génette)
4 combinazioni possibili:
- Autore presente come personaggio, ma che racconta avvenimenti dall'esterno
- Autore assente, che analizza dall'interno
- Autore presente ma che analizza dall'esterno
- Autore assente, che analizza dall'esterno
- onnisciente: esterno, ma sa tutto (storia dall'inizio alla fine, i movimenti interni che determinano le azioni dei personaggi, i loro sentimenti)
- Diffuso nell'800- Crea suspense : per mantenere l'attenzione del lettore
- Include aspetti + intimi: sentimenti e psicologia dei personaggi
- MA tra '800 e '900 ci sono cambiamenti = opera di Freud: idea dell'inconscio: se non conosci te stesso come può conoscerlo il narratore? rifiuto vecchia ide di narratore onnisciente
- Nel '900 prende forma il monologo interiore (Henry James, Virginia Woolf, Joyce..)
- Idea di "novel", romanzo, nato in Inghilterra
- Henry James parla di punto di vista luogo da cui vediamo la storia, ma in modo soggettivo (contiene l'opinione di chi vede).
- Joyce propone un modello di 4 tipi di narratore:
- Interno alla storia
- Testimone: interno alla storia MA esterno alla psicologia del personaggio
- Protagonista
- Esterno alla storia: semplice spettatore
testimone: che sa (e dice) come un personaggio: condivide la quantità di info che conosce.
3. Narratore esterno: che sa meno del personaggio: si limita a osservare e descrivere.
Rapporto tra narratore e personaggio. Coinvolge anche i problema della distanza: narratore che coincide con personaggio è più vicino.
FOCALIZZAZIONE (Janette)
In un testo narrativo abbiamo:
Voce narrante: chi parla, chi racconta la storia (narratore intra/extra diegetico).
+ focalizzazione: chi vede, ovvero la prospettiva attraverso la quale la storia è narrata
Il punto di vista o focalizzazione è la posizione scelta dal narratore per raccontare gli eventi: la prospettiva attraverso la quale la storia è narrata può appartenere al narratore oppure a uno o più personaggi.
1. Focalizzazione zero: il narratore ne sa di più dei personaggi (narratore onnisciente che produce un'assenza di focalizzazione)
2. Focalizzazione interna: il narratore ne
1. Fissa: la storia è raccontata secondo il punto di vista di un solo personaggio dall'inizio alla fine
2. Variabile: punto di vista di più personaggi (Mme Bovary)
3. Multipla: uno stesso fatto viene raccontato contemporaneamente attraverso i diversi punti di vista dei personaggi (romanzi epistolari)
3. Focalizzazione esterna: il narratore ne sa meno dei personaggi (es: Verga come verista non fa un'analisi dei suoi personaggi, si limita a descrivere, finge di non sapere). Il narratore ha quindi lo stesso punto di vista del lettore. Anche nei romanzi polizieschi
DIEGESI vs. MIMESI
Diegesi: riproduzione filtrata attraverso il racconto. Parti narrative
Mimesi: imitazione. Riproduzione diretta. (es: descrizione scudo di Achille nell'Iliade). Procedimento quasi pittorico: attraverso le parole viene imitato un oggetto della realtà con
Le parole. Parti descrittive: le parti mimetiche interne al racconto sono le descrizioni (quando la narrazione si ferma e viene descritto un luogo, un personaggio...).
Discorso narrativizzato: il narratore sintetizza il dialogo, le battute riportandole a sé. Può essere anche un discorso tra due personaggi che intervengono in prima persona con le loro parole: il poeta si fa parte e assume la voce dei personaggi.
Discorso diretto: personaggio che parla in prima persona, dialoga con altri (io/tu). Possibilità di inserire i discorsi.
Mimetica: procedimento attraverso il quale gli autori imitano persone che agiscono e operano. Ed infatti è possibile imitare a volte narrando, sia diventando un altro, come fa Omero, sia restando se stesso senza mutare; altre volte in modo che gli autori imitano persone che agiscono e operano. L'arte per Aristotele è imitazione (mimesi).
Si può imitare narrando (epica) oppure imitando le persone che agiscono (teatro). Entrambi i generi sono...
fondati sulla mimesi: quella più "pura" è quella del teatroIL TEMPO
Tempo del racconto e tempo della storia: c'è una distinzione
Tempo della storia: ordine cronologico effettivo dei fatti narrati
Tempo del racconto: tempo che troviamo quando leggiamo un testo narrativo, in cui ci immergiamo
Il narratore trasforma il tempo della storia nel tempo del racconto
"il tempo diviene 'tempo umano' nella misura in cui è articolato in un racconto; d'altro canto, il racconto raggiunge il suo pieno significato quando diviene una condizione dell'esperienza temporale". (P. Ricoeur, Tempo e racconto).
Mette in un rapporto tempo e racconto: il tempo implica in qualche modo il racconto e viceversa. Dimensione temporale che unisce queste due dimensioni.
L'elemento aggiuntivo è quello del tempo umano, dimensione antropologica del tempo: l'uomo è immerso nel tempo.
Ci leghiamo ad un filone della
< p > filosofia moderna del 900, l'esistenzialismo: filosofia che ha messo al centro del suo studio l'esistenza dell'uomo e che ha affermato che la temporalità è il fatto centrale dell'esistenza (Hideger: "essere è tempo"): l'uomo è temporale, tutto quello che lo riguarda è legato al tempo quindi l'uomo ha bisogno di introdurre una dimensione temporale anche nel suo rapporto con la realtà. QUINDI il tempo è ciò che consente all'uomo la comprensione della realtà che viene messa in un ordine (cronologico). Spesso il racconto coincide con la storia di una vita. Il romanzo di formazione racconta la storia della formazione di un personaggio, spesso dalla sua infanzia alla maturità. La biografia anche. Quindi nel racconto il tempo è fondamentale. Il tempo diventa ciò che articola il racconto, ma il racconto dà un senso al tempo. Reciproca intersezione. < /p >tra temporalità e narrazione: una non può prescindere dall'altra. Il processo di rielaborazione che il narratore compie interviene su alcuni elementi che riguardano la cronologia: Anacronie: ci sono degli sfasamenti, delle modifiche dell'ordine temporale tra racconto e storia. 1. Queste modifiche possono andare all'indietro: analessi (flashback: Iliade: Ulisse racconta con un flashback quando arriva alla corte dei Feaci una parte di storia che Omero aveva saltato perché era partito in medias res.) 2. O in avanti: prolessi. Anticipazione di eventi futuri rispetto al tempo del racconto (es: profezie) Anisocronie: riguarda la durata 1. Pausa: TR > TS (TS = 0) Intervento diretto del narratore per commentare. Il tempo del racconto può procedere indipendentemente dal tempo della storia. 2. Scena: TR = TS I due tempi sono uguali. TR segue il TS. Es dialoghi: il racconto imita fedelmente la realtà, il tempo della storia. 3. Sommario: TR < TS Eventi- Ellissi: TR < TS ( TR = 0)
Qualcosa della storia viene taciuto, non viene raccontato. - TEMPI COMMENTATIVI E TEMPI NARRATIVI
Il tempo del verbo esprime il rapporto tra tempo in cui si parla e narrazione ( rapporto tra narratore e narrazione).
Il tempo verbale definisce anche la posizione del narratore rispetto alla storia:
1. Tempi commentativi: esprimono la prospettiva del narratore che non è più del racconto, ma del commento (il narratore interviene commentando la vicenda).
Presente- Futuro- Passato prossimo
2. Tempi narrativi: tempi in cui i eventi vengono raccontati.
Passato remoto- Imperfetto- Trapassato prossimo- Trapassato remoto