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SENSAZIONI LUMINOSE-morbidezza/durezza, calore/freddezza

SENSAZIONI TATTILI – Carattere affettivo

La musica, come qualsiasi forma di linguaggio, verbale o non verbale, ha facoltà di significazione, cioè può rinviare a "qualche cosa" che il linguaggio comune chiama "significato" (semaforo rosso = divieto, bicchiere = oggetto per bere). Anche le immagini, le parole o i gesti hanno questa facoltà. Esistono anche significazioni meno precise e meno codificate, eppure altrettanto importanti. Si pensi alle espressioni corporee che usiamo nelle interazioni quotidiane: sappiamo produrle e sappiamo interpretarle, anche se il loro significato non sempre è chiaro e univoco. Chi abbiamo di fronte "legge" queste cose nei nostri gesti e più o meno precisamente le capisce. La musica funziona in maniera analoga: organizza sistemi di suono che rinviano a "qualcos'altro" di non sonoro. L'esempio di Schubert ci ha

interpretare. Queste convenzioni possono variare a seconda del contesto culturale e storico, ma sono fondamentali per comprendere e comunicare il significato della musica. La musica, infatti, è un linguaggio universale che va oltre le parole e si rivolge direttamente alle emozioni e ai sentimenti. I caratteri affettivi musicali sono gli elementi che permettono di trasmettere e suscitare determinate emozioni nell'ascoltatore. Per esprimere questi caratteri affettivi, la musica utilizza una serie di elementi come il ritmo, la melodia, l'armonia, la dinamica e il timbro. Ognuno di questi elementi contribuisce a creare un'atmosfera e a comunicare un determinato stato d'animo. Ad esempio, un ritmo veloce e sincopato può trasmettere energia e vitalità, mentre un ritmo lento e legato può evocare sentimenti di tristezza o malinconia. Una melodia dolce e melodica può suscitare sentimenti di tenerezza e amore, mentre una melodia dissonante e sperimentale può generare tensione e inquietudine. L'armonia, invece, è l'insieme degli accordi utilizzati nella musica e può contribuire a creare un'atmosfera di serenità o di tensione. La dinamica si riferisce alle variazioni di volume e intensità nella musica e può influire sull'effetto emotivo che essa produce. Infine, il timbro è il colore o la qualità del suono e può contribuire a creare un'atmosfera particolare. In conclusione, i caratteri affettivi musicali sono gli elementi che permettono alla musica di comunicare ed evocare emozioni. Nonostante la difficoltà di definizione verbale, la musica riesce a trasmettere in modo diretto e immediato i suoi significati e a coinvolgere l'ascoltatore in un'esperienza emotiva unica.

Per capire, a seconda dei casi. In musica un certo tasso di imprevedibilità è sempre necessario, per evitare la noia e perché lo scopo di un'opera d'arte è quello di attirare l'attenzione sulla sua fattura. Anche la musica si basa su scelte aperte e inventive, di tipo non rigidamente prefissato. Da qui deriva la problematicità della sua interpretazione. La libertà di scelta di chi compone musica e i limiti di apertura di chi deve interpretarla sono indeterminati: le scelte compositive e interpretative si operano all'interno di un sistema di possibilità socialmente convenzionato. È solo all'interno di queste che le scelte si possono operare e che la loro interpretazione può muoversi. L'interpretazione di strutture musicali non si basa su connessioni logiche ma analogiche. Ogni tratto del suono può somigliare, cioè rinviare per analogia, a particolari vissuti umani che il processo.

Diinterpretazione è legittimato a evocare, e non necessariamente ogni immagine evocata appartiene alla stessa categoria semantica delle altre. Poiché i sistemi di analogia sono ampiamente liberi e non rigidamente regolati, il risultato rischia di essere quello di un coacervo di immagini entro le quali sembra difficile trovare un senso unitario.

Ma il senso che cerchiamo deve essere unitario, deve avere coerenza, altrimenti non è senso, ma insensatezza. Ciò che accomuna le varie immagini usate non è dunque il loro contenuto logico-concettuale, ma è l'affettività che ciascuna di esse evoca e che noi ascoltatori avvertiamo coerente con quella di tutte le altre.

Metalinguaggio

Interpretare il significato musicale usando parole significa di fatto usare il linguaggio verbale come "metalinguaggio". Il prefisso "meta" indica che si tratta in questo caso di un linguaggio (quello verbale) che parla di un altro linguaggio (quello musicale).

La descrizione verbale della musica è sempre inadeguata e impropria perché i due linguaggi hanno natura diversa: il pensiero, e il linguaggio che lo manifesta, hanno come scopo di dare ordine al mondo, di permettere un buon adattamento al reale organizzandolo in categorie logiche e concettuali. La musica non ha lo stesso scopo: la sua finalità è quella di manifestare verità affettive, e non logiche; i suoi contenuti alludono al modo con cui noi diamo senso al reale dal punto di vista dei nostri valori d'esistenza e dei nostri bisogni emozionali, e non delle categorie concettuali con cui lo organizziamo. Per questo le parole sono inadatte a descrivere il senso della musica: sono nate con un altro scopo. Le parole sono però l'unico mezzo con cui descrivere e comunicare agli altri la realtà che ci circonda e che abbiamo portato con noi. Dobbiamo usare parole, termini concettuali, anche per descrivere la situazione non concettuale della musica.

Dovremo usarle essendo consapevoli della loro inadeguatezza. Per parlare di musica non esiste solo il metalinguaggio delle parole: anche immagini figurative possono sforzarsi di riprodurre a modo loro ciò che una musica ha voluto dire. Ogni linguaggio possiede di fatto le sue specifiche potenzialità espressive, le sue connotazioni e le sue sfumature di senso e nessuna di esse coincide con quelle di un altro linguaggio, perché nasce da un materiale diverso che ha tradizioni proprie e possibilità specifiche. La musica ha un senso che è solo musicale: tutti i metalinguaggi sono strumenti utili per far capire agli altri ciò che si è capito, o anche per guidarli e stimolarli alla comprensione, ma non di più. Empatia Ogni ascoltatore possiede strumenti di comprensione e una competenza interpretativa che ha acquisito per abitudine all'ascolto. La nostra cultura musicale è complessa e molteplice: anche chi non sia abituato ad ascoltare

musicaclassica ne ha comunque conoscenza indiretta attraverso altri tipi di musica che possono avere in comune con essa alcuni procedimenti strutturali. L'"esposizione" ad essa avviene in forme indirette, ma sicuramente avviene, e a volte avviene senza che l'ascoltatore ne sia consapevole. Più difficile, anche se non escluso, è che un ascoltatore occidentale abbia orecchio anche parzialmente addestrato ad ascolti di musiche lontane dal nostro universo. L'esposizione, anche se saltuaria e indiretta, può creare competenze, sia pure ridotte o marginali.

Per interpretare un pezzo di musica non basta un atteggiamento neutro o astratto. Il carattere affettivo non si lascia cogliere se i suoi contenuti non vengono interiormente ricostruiti e fatti propri dall'ascoltatore. Questo sembra avere a che fare con l'empatia. Gli aspetti dell'esperienza estetica sono sentiti, compartecipati e non solo osservati e dunque il piacere estetico risiede

nel soggetto che osserva. Questa è una capacità innata, come dimostrano i rapporti dialogici fra madre e bambino nei primi mesi di vita. Il riconoscimento empatico di esperienze emotive altrui implica la capacità di cogliere e interpretare gli indizi che gli altri trasmettono attraverso diversi canali espressivi. In musica l'immedesimazione non è tanto con un personaggio (come avviene nelle narrazioni, ad esempio nelle favole) quanto con la musica stessa, che narra le proprie vicende. La naturalità dell'atteggiamento empatico è un'altra delle ragioni che possono spiegare l'esistenza di competenze immediate e intuitive come quelle che dimostrano bambini, ragazzi, adulti posti di fronte all'ascolto. L'apparato delle interpretazioni verbali assume la funzione di mediazione di esperienze cognitive: serve a capire meglio la natura delle esperienze affettive implicatene nell'ascolto, a precisarne la sostanza e il significato.

Contenuto e forse anche a stimolare la sua maturazione e il suo sviluppo. È dalla collaborazione degli aspetti affettivi e di quelli cognitivi dell'ascolto che può nascere una più approfondita e consapevole comprensione di ciò che si ascolta.

Ascolto creativo

Ascoltare musica non è un'attività passiva o neutra, bensì un esercizio impegnativo di partecipazione personale. La molla di questo impegno consiste nel provare piacere: l'ascolto musicale è auto gratificante. Lo scopo dell'ascolto è però lo scambio di esperienze. L'empatia musicale ha il ruolo di arricchire la nostra vita interiore facendoci partecipare alla vita interiore di altri esseri umani. L'esperienza dell'ascolto è però di per sé stimolante: se non si prova piacere a compierla significa che non si sta propriamente ascoltando. Quindi la fatica e l'impegno hanno un compenso di gratificazione.

Automaticamente incluso nell'ascolto stesso. Da un lato si tratta di compiere uno sforzo di tipo introspettivo: chi ascolta deve saper riconoscere e scoprire entro se stesso i caratteri affettivi che la musica ascoltata sembra voler comunicare. In secondo luogo si tratta di compiere uno sforzo metalinguistico: quello di trovare immagini, metafore, gesti e colori, ma soprattutto parole che possano spiegare il carattere affettivo della musica ascoltata. Il primo dei due fattori può essere agevolato prima di tutto dall'abitudine all'ascolto. Il compito di trovare le relazioni più fruttifere fra le strutture musicali e un carattere affettivo riconoscibile a cui esse rinviino, è difficile perché rimane sempre aperto e sempre problematico. È solo dopo ripetuti confronti collettivi che queste esperienze possono gradualmente assestarsi. Chi ha scarse esperienze d'ascolto di un determinato tipo di musica può essere inizialmente

Disorientato nel compito di connettere le strutture con i caratteri affettivi. È assolutamente indispensabile mettersi in campo e provare. La capacità di procedere per tentativi ed errori e per approssimazioni successive, di utilizzare soluzioni sempre aperte corrisponde a quel comportamento che gli studiosi di creatività hanno definito "pensiero divergente". Significa non cercare soluzioni uniche e convergenti, cioè definitive ed dogmatiche, lasciarsi vie aperte al confronto e alla discussione.

Altro aspetto specifico di creatività è quello che si riferisce al processo metalinguistico. Entrano in campo altri due aspetti tipici del pensiero creativo: la flessibilità, cioè la capacità di adattarsi a situazioni diverse e la fluenza, cioè la ricchezza di produzione mentale. Sono requisiti che si possono educare con l'esercizio.

Può essere una base di partenza utile per impratichirsi del campo. Ma pre

alla descrizione di un oggetto, di una persona o di una situazione. Possono essere utilizzati per arricchire il linguaggio e rendere più vividi i nostri discorsi o scritti. Vediamo quindi come suddividere gli aggettivi in categorie: 1. Aggettivi di tipo motorio: sono quelli che descrivono azioni o movimenti fisici. Ad esempio: veloce, lento, agile, saltante. 2. Aggettivi di tipo sensoriale: sono quelli che descrivono le sensazioni o le percezioni attraverso i cinque sensi. Ad esempio: dolce, amaro, profumato, rumoroso. 3. Aggettivi di tipo emozionale: sono quelli che descrivono le emozioni o i sentimenti. Ad esempio: felice, triste, arrabbiato, entusiasta. 4. Aggettivi di tipo comportamentale: sono quelli che descrivono il comportamento o l'atteggiamento di una persona. Ad esempio: gentile, generoso, egoista, paziente. Utilizzando queste categorie, possiamo arricchire il nostro vocabolario e rendere più interessanti le nostre descrizioni.
Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
22 pagine
33 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/07 Musicologia e storia della musica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ectoplasmon di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Musica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze letterarie Prof.