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HAYDN
Sinfonie divise in tre periodi:
1. [~1760] Periodo delle sinfonie Und Drang (impeto e tempesta, pre romantico);
2. [~1780] Periodo delle sinfonie parigine, più ricche di elementi popolareggianti;
3. [~1790] Periodo delle sinfonie londinesi, più ricercate dal pov formale (lo rendono un
compositore popolare)
Le sinfonie si caratterizzano per molti elementi:
come prende forma la forma sonata: è meno chiaro, ci son ancora le propaggini barocche (basso
• continuo, alternanza soli/tutti); ha aspetti ancora retrò;
s’identifica per l’humor che si perde nelle generazioni successive + sottotitoli [ex: il pendolo]
•
Aspetti originali di Haydn:
No ambiguità, composizioni nette;
• No emozioni violente, mostly wov s;
• No capacità di trasformare completamente i temi.
•
La creazione (1796-1798)
[oratorio: composizione per orchestra, coro o solista che si propone di raccontare una vicenda
tratta dalla sacre scritture] Il testo è stato scritto da un aristocratico (Swieten ma anche Lindlsey)
che vuole stimolare l’extramusicalità di Haydn. La differenza tra l’extramusicalità di Haydn e quella
di Vivaldi è che in Haydn l’elemento descritto è il mezzo per esprimere altro, mentre in Vivaldi è
fine a se stesso (in questo caso la bellezza del creato come rappresentazione dell’amore divino).
Ne La creazione, la luce rappresenta l’apparizione dello spirito divino, gli uccelli la bellezza del
creato in pieno cantiere, l’ascesa del sole la metafora di una forza superiore alla quale l’uomo può
solo adeguarsi con deferenza. L’imitazione si sposta dall’esteriorità della natura all’intensità del
sentimento. ➝
Comincia con La rappresentazione del Caos: non esiste un tema senso di disordine che solo lo
spirito divino metterà a posto con la sua luce (figura del “fiat lux” del coro).
Brani d’ascoltare: n.1 La rappresentazione del Caos; n.2 l’Aria con Coro (Raffaele); n.13 Coro con
soli; n.21 Recitativo (Raffaele); n. 34 Coro finale.
MOZART
AMBIGUITÀ: maggiore interesse di Mozart. Nel teatro viene fuori molto forte:
Nozze di Figaro (1786), la classe dei poveri prende in giro quella dei signori (difficile nell’ancièn
➝
regime) ma Mozart è interessato all’emozione e non all’aspetto sociale. L’ambiguità sta nel lieto
fine amaro, quando il conte d’Almaviva che ha al servizio Figaro e Susanna, chiede di avere la
prima notte di nozze e giunto il giorno, Susanna si scambia con la contessa (con la quale poi il
conte si scuserà);
Così fan tutte (1789): due coppie i cui uomini si travestono per sedurre la fidanzata dell’altro
➝ ➝
riuscendoci; don Alfonso aveva quindi ragione quando aveva detto che “così fan tutte” si
chiude con un brindisi amaro;
Il flauto magico, le cose cambiano a metà;
➝
Don Giovanni (1787), scena tragica in una commedia.
➝
Sinfonia in Do M K. 310
Forma sonata: forma compositiva del primo movimento e avvolte degli altri che vengono definiti
come composti in forma sonata. Essa è bitematica e tripartita (esposizione, sviluppo, ripresa).
Nell’esposizione, esposto T1, segue un ponte modulante che porta al secondo tema alla
dominante (nella sinfonia, molto + scorrevole ma anch’esso percorso da un singolare affanno, in
Do M) seguito da una coda, nella quale si conferma la tonalità della dominante. Lo sviluppo è dove
viene elaborato o T1 o T2 o tutti e due. Alla fine dell’esposizione a volte questa viene ripetuta.
Nello sviluppo della k. 310, le elaborazioni a cui viene sottoposto T1 sono 3: e passano attraverso
una nuova esposizione in tonalità maggiore, un episodio contrappuntistico che al basso presenta
un batti o accelerato derivante dal T2, una riproposizione scheletrica del tema principale. Nella
ripresa si riascolta tutto il materiale dell’esposizione con una differenza perchè entrambi i temi
sono in tonalità principale.
Sinfonia in sol m K. 550
Il secondo tema è più leggero, nella coda influenza il primo. Sviluppo fa capire come siano
veramente i temi. Sentimenti appassionati e dolorosi.
1. Molto Allegro; figura di tre note dal ritmo anapestico (T1) e dal significato oscillante, poi
modificato con un impulso martellante; T2 in Si b M con archi, clarinetti, fagotti e passaggi
cromatici, contrasto infantile; torna a dominare T1 con un grido dei violini che lo rendono
instabile; lo sviluppo ha diverse tonalità, ripassa il tema anapestico in continuo sviluppo
➝
(violenza delicatezza): prima elaborazione ha un contrappunto drammatico, la seconda testa
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tema + dolce, la terza nuovo episodio drammatico (grido lamento); il passaggio nella ripresa
è un’eco tra flauti e clarinetti; la transizione del T1 introduce un nuovo episodio con balzi
selvaggi per tutti li strumenti + figurazioni ascendenti e discendenti, torna T2 in tonalità minore
con maggiore inquietudine; coda arricchita da un passaggio drammatico.
2. Andante; in Mi b M tema seguito da due idee melodiche, assume toni un po’ cupi a volte,
finezza strumentale e ambiguità psicologica, alla fine siamo col fiato sospeso; trapassi
d’atmosfera espressiva per la figura di 2 biscrome che appare per la prima volta come
elemento poco appariscente e poi ritorna in tutto il movimento; continua l’ambiguità: la
pulsazione delle due note diventa + impetuosa nello sviluppo mimando urti d’angoscia (sussulti
del cuore).
3. Minuetto; carattere fatalistico cupo e di tensione nervosa, non esattamente ballabile. Gioco di
strumentazione con l’alternarsi dei colore che emergono dagli strumenti a fiato e non rompono
l’atmosfera di fondo, mancano trombe e timpani. Severità tragica. Il trio è + leggero. [unico non
in forma sonata];
4. Allegro Molto; in forma sonata, corsa frenetica di due temi, il primo fatto di balzi e piroette, il
secondo liscio e scorrevole incapace di imporre la propria delicatezza contro la furia ritmica.
BEETHOVEN
Tre periodi:
composizioni giovanili (fino al 1800): prima sinfonia, primi tre concerti, sonata (caratterizzata
• dall’invenzione tematica, no simmetria (tema mononota), introduzioni complesse, espressivi
senza rispettare le regole, bipolarismo portato agli estremi)
periodo eroico (1800-1817), sinfonia n. 5 (eseguita per la prima volta nel 1808), dalla sinfonia
• eroica (la prima era per Napoleone).
terzo stile, caratterizzato da bitematismo/bipolarismo, tre temi come nella sinfonia n.9 contro
• ➝
l’opera III (un tema), temi gruppi tematici per cui ogni tema ha motivi secondari che incidono,
torna alla melodia cantabile (diversa dalla fase centrale), temi ampi lunghi non possono essere
➝
elaborati in maniere sintetica per cui le forme si dilatano revisione strutture formali: la forma
sonata non va + bene, si spacca ed è + difficile trovare le sezioni, interesse per la polifonia e il
contrappunto + riscoperta Bach (fughe, canoni, imitazioni), ambiguità difficile da seguire ed
ascoltare soprattutto per i significato del pezzo: caratterizza le opere moderne (‘900) per questo
non furono capite dai contemporanei.
Sinfonia n. 5 in do m op. 67
1. senso di sintesi (mattone/tema #1) 2. percorso dal negativo al positivo, dal minore al maggiore
3. continuità tra i movimenti (new!) soprattutto 3/4 movimento che dà un senso di ciclicità. “Sinfonia
del destino”: le prime 4 note solo il destino che batte alla porta. E’ la raffigurazione del contrasto
universale tra Male e Bene.
I mov.: straordinaria economia di mezzi. i temi sono diversi ma le note/materiali sono uguali. Il
tema esplode violento nello sviluppo. l’ultima coda è come un 2° sviluppo. nella ripresa c’ un oboe
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da solo + cambia tempo; perchè? solitudine dell’uomo davanti al destino supplica che però non
viene accettata.
II mov.: a volte sembra fermarsi e riecheggia il tema del destino negli archi (@2:45).
III mov.: Allegro/Scherzo (scherzo - trio - A’) basato su due elementi melodici (1° 2° 1° Tema I
movimento). La differenza tra A e A’ è che il primo ha gli ottono il secondo i legni/pizzicato e cambia
il timbro.
IV mov.: nuovo tema fanfara con tutti gli ottoni, no negativo ma inno all’ottimismo in Do M (perchè
la musica è strumento di guarigione)
1. Allegro con brio; tema introdotto da quattro note prolungate dal punto coronato; rumoristico
breve e lapidario: 4 note ripercosse con un salto di discendente di 3^ minore; ultima nota
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prolungata dalla corona il tema irrompe in sala; il tema tende a moltiplicarsi, ribattuto una
decina di volta dall’orchestra (archi e 2 flauti,oboi,clarinetti,fagotti,corni,trombe e timpani); 2T:
dondolamento implorante in Mi b M che perisce sotto i gruppi di 4 note. Nello sviluppo
l’iterazione ritmica e le progressioni spasmodicamente tese dai rapporti tonali accentuano la
violenza del discorso che sembra estinguersi in un lamento spossato; inizia la ripresa che lo
riporta in primo piano + violento che mai: forza inarrestabile, sovrasta il lamento solitario
dell’oboe che arresta il discorso in una richiesta di tregua (implorazione umana), riprende la
forza bruta che travolge il 2T per affermarsi senza contrasti nella coda.
2. Andante con moto; tutto sembra calmarsi: canto delle viole e i violoncelli in La b M è caldo e le
risposte dei fiati sono calme e rassicuranti ma poi l’orchestra esplode e diventa + ~trionfale-
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marziale, un secondo motivo porta ad una fanfara nella tonalità chiara di Do M prima
prospettiva di vittoria ancora lontana però, perchè torna il T1. Temi ripetuti e variati, il primo
trasformato vistosamente; i bassi lasciano affiorare sommessamente le note del ritmo del
destino: minaccia;
3. Scherzo allegro; dopo una frase strisciante di violoncelli e contrabbassi torna il ritmo del
destino; corni accendono la luce che martellano in fortissimo il ritmo fatale che dilaga; poi al trio
centrale dello scherzo c’è episodio fugato che parte nei violoncelli e nei contrabbassi con
effetto massiccio che si oppone alla brutalità del ritmo fatale e conclude molto leggero; ripresa
dello scherzo, il tema è svuotato, ridotto ad una cosa leggera, quasi come fosse sulle punte:
note staccate dei legni pizzicati degli archi pulsano pianissimo e il tema martellante, alleggerito,
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si arena progressione di 6 note che sale in alto in una fanfara trionfale. Bene > Male; alla
fine dello sviluppo ricompare la parte finale dello scherzo con il ritmo fatale leggero e in
crescendo; Tema strisciante - Fugato costruttivo - Tema strisciante/tema del destino.
4. Finale. Allegro. (collegatissimo al movimento precedente.); sfolgo