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LORO PARTI
Si definiscono:
1. Superficie interpalare: taglia la macchine secondo una superficie cilindrica con asse
coincidente a quello della macchina.
a. La superficie può essere sviluppata in piano producendo schiere (cascade) di
profili;
2. Piano meridiano: contiene l’asse della macchina; 85
Per analizzare l’interazione dinamica fluido-turbomacchina si fissano due sistemi di
riferimento, uno solidale alla cassa e uno al rotore.
1. La velocità di rotazione del rotore rispetto alla cassa valutata sulla superficie
interpalare scelta è quindi una velocità di trascinamento (U).
2. Per la velocità del fluido posso considerare quella relativa al rotore (w) o quella
assoluta (c).
3. Il cosiddetto triangolo delle velocità visualizza la somma vettoriale c=U+w
2-TURBOMACCHINE ASSIALI
2.1-COMPRESSORE
È costruito in più stadi (rotore+statore)
preceduti da un elemento statorico detto
“distributore” (inlet guide van). Quest’ultimo
ha il compito di indirizzare il flusso in modo
ottimale per il 1° stadio.
La velocità del fluido subisce variazioni
nell’attraversamento del compressore, ma si
mantiene costante in valor medio:
1. La velocità aumenta nei rotori grazie
allo scambio di potenza meccanica tra
essi e il fluido;
2. La velocità diminuisce negli statori
(riorganizzano la potenza del
fluido convertendo energia cinetica
in pressione).
Tra entrata e uscita di ogni stadio abbiamo
quindi una variazione di velocità nulla. Si
fa in modo che accada questo perché ci
interessa aumentare la pressione e non
l’energia cinetica (cosa che comporterebbe
anche un aumento di perdite).
I canali palari sono divergenti, sia nei rotori che negli statori e quindi in essi abbiamo diffusione
(essendo il flusso sempre subsonico nel compressore): 86
1. La pressione statica infatti, dopo
una prima discesa nel distributore
(funziona da ugello) cresce sia nei
rotori che negli statori.
2. Questa scelta è tipica dei
compressori, in cui conviene
mantenere un gradiente di
pressione positivo di entità
limitata per evitare fenomeni di
distacco dello strato limite.
Note:
1. Le palette statoriche sono calettate
sulla cassa del motore (housing);
2. Le palette diventano via via più corte negli
stadi. Questo si può capire dalla relazione
che ci dà la portata in condizioni
(̇ = ):
stazionarie la portata non
varia, la velocità assiale nemmeno e la
densità del fluido aumenta per cui l’area di
passaggio del fluido deve necessariamente
diminuire.
3. I profili del rotore sono indirizzati in modo
da essere “compatibili” con le velocità relative w (questo perché i rotore ruota con una certa
velocità tangenziale U) mentre quelli dello statore con le velocità assolute c;
4. I rotori sono formati da dischi su cui ho delle palette che possono essere:
a. Di pezzo (configurazione blisk): cioè saldate o, soprattutto per dischi piccoli, ottenute
per lavorazioni meccaniche del disco;
b. Montate: nel disco sono presenti delle cave in cui si innesta per scorrimento assiale la
radice “a coda di rondine” del rotore, e si fissa con una chiavetta di fermo (in modo
da impedire gli spostamenti assiali.
i. Il montaggio è con gioco per renderle smontabili e perché ciò è funzionale
contro i trafilamenti;
ii. Le palette e le cave sono numerate, in modo da poterle rimontare allo stesso
modo dopo uno smontaggio ed evitando così di dover riequilibrare l’albero. 87
2.2-VENTOLA
È un compressore assiale aperto composto
da un unico rotore. Ha le palette più
lunghe del compressore e quindi più
soggette a sollecitazioni flessionali. Per
questo si usano spesso degli anelli di
supporto intermedi che aumentano la
rigidezza dell’assemblato.
2.3-TURBINA
È anch’essa spesso realizzata in più stadi, inversi
rispetto al compressore (STATORE+ROTORE)
mentre la numerazione segue sempre lo stesso
ordine.
La velocità viene mantenuta circa costante (come
prima) mentre la pressione viene diminuita
aumentando l’energia cinetica. Di conseguenza
quindi lo statore deve funzionare e avere la
forma di un ugello (area convergente).
Spesso si usano rotori con profilo “a cucchiaio”
(configurazione ad azione), con un’area
interpalare circa costante: quindi la pressione
statica rimane costante in essi. Concentrando la
variazione di pressione solo negli statori ho
prestazioni migliori per la turbina;
1. Ciò può essere fatto solo per la turbina
perché i gradienti di pressione sono
negativi e quindi non si presentano
fenomeni di distacco dello strato limite; 88
2. Realizzando salti di pressione maggiori
in modulo rispetto a un compressore
posso limitare il numero di stadi della
turbina che infatti sono sempre in
numero molto minore rispetto a quelli
del compressore.
Note:
1. Per le stesse relazioni fatte prima sulla
formula della portata le palette
diventano sempre più grandi
avanzando lungo l’asse.
2. Il primo rotore è la parte più complessa
e costosa della turbina perché le palette
affrontano gas a temperature elevate (in
uscita dalla cdc).
3-TURBOMACCHINE RADIALI
3.1-COMPRESSORE RADIALE (o centrifugo)
Ogni stadio è costituito ancora da rotore+statore ma non è presente il distributore.
Il rotore è detto “girante” e nella sue architettura si distinguono due parti:
1. INDUTTORE (inducer): accoglie il flusso nella zona più vicina all’asse del motore e
lo invia ai canali palari con minori perdite possibili (quindi svolge il compito del
distributore);
2. Una seconda parte di architettura soltanto radiale: in questa zona avviene il
maggior aumento di pressione e velocità;
Lo statore, detto DIFFUSORE, è circonferenziale alla girante e distanziata da essa da
un’intercapedine.
1. L’intercapedine serve a evitare interferenza meccanica e a dare inizio a un primo
processo di diffusione. Infatti la velocità in uscita dalla girante è spesso supersonica,
quindi se avessi subito palette statoriche si svilupperebbero onde d’urto che causano
un crollo nella pressione totale. Con l’intercapedine invece il flusso può decelerare
fino allo stato subsonico.
a. Questi gioco però favorisce il trafilamento;
2. I canali del diffusore sono divergenti, quindi in essi si ha diffusione. 89
Uscita dal diffusore l’aria entra nel COLLETTORE, cioè un canale che raccoglie il flusso
compresso e lo indirizza al successivo stadio o alla camera di combustione (a volte sono
presenti tanti canali quante sono le camere di combustione).
Note:
1. Alcune configurazioni prevedono un diffusore non palettato: esternamente alla
girante c’è un ambiente libero in cui si ha diffusione. Queste configurazioni
richiedono però ingombri radiali maggiori e quindi si preferiscono quelle con le
palette. 90
3.2-TURBINA RADIALE
Il fluido caldo in pressione viene distribuito da un diffusore, i cui condotti funzionano da
ugello (convergenti), a un girante
3.3-CONFRONTO MACCHINE ASSIALI E RADIALI
1. Nelle applicazioni aeronautiche sono moto più diffuse le macchine assiali,
soprattutto per la semplicità con cui possono essere messi in serie:
a. Un singolo stadio radiale ha un rapporto di compressione maggiore dello
stadio assiale (fino a 4). Tuttavia la messa in serie di macchine radiali richiede
ingombri maggiori e maggiori perdite (per i numerosi reindirizzamenti del
flusso) quindi per rapporti di compressione richiesti maggiori di 4 si usano
macchine assiali in serie;
2. Le macchine assiali hanno anche rendimenti maggiori di quelle radiali. Ciò è dovuto
al fatto che le macchine radiali sfruttano l’accelerazione centrifuga (o centripeta)
nell’elaborare il flusso, coinvolgendo poco l’aerodinamica della macchina: ciò facilita
la progettazione dei profili palari ma comporta perdite maggiori.
Le macchine radiali sono spesso usate nelle APU (auxiliary power unit), ma non per altre
applicazioni aeronautiche. Esse vengono utilizzate però per sistemi di sovralimentazione dei
sistemi a pistone.
Per esempio i MOTORI TURBO sono motori sovralimentati in cui l’aria viene compressa con
un TURBOCOMPRESSORE mosso da una turbina radiale in cui si ha un’espansione dei gas
di scarico. Comprimendo l’aria entra ne mando una massa maggiore nei pistoni e ottengo
una potenza maggiore. 91
4-PRESTAZIONI STADI TURBOMACCHINE
4.1-RENDIMENTO
4.1.1-COMPRESSORE ASSIALE MULTISTADIO
Per ogni stadio generico possiamo definire il rendimento isoentropico:
−
, (−1)
=
, −
(−1)
Posso ipotizzare che per ogni stadio i rendimenti isoentropici siano tutti uguali (ipotesi
ragionevole visto che i vari stadi sono realizzati tutti allo stesso stato dell’arte):
= ∀
,
La compressione totale è data
dalla somma delle singole
compressioni, e quindi possiamo
esprimere in funzione del
rendimento isoentropico la
differenza di temperatura tra
ingresso e uscita della turbina:
− = ∑( − =
)
3 2 (−1)
1
= ∑( − )
, (−1)
Dall’analisi totale del compressore:
1 ( )
− = −
3 2 3 2
∑( −
Essendo dal grafico ,
( )
> −
) abbiamo:
(−1) 3 2
<
L’irreversibilità di ogni stadio si ripercuote negativamente in tutti i successivi. Per questo
che tiene conto delle perdite interne al singolo stadio è maggiore di quella totale.
1. Infatti in ogni stadio le irreversibilità causano un aumento di temperatura maggiore
rispetto al caso ideale e mettono il successivo stadio in condizioni sfavorevoli (s e T
di partenza più alte). 92
4.1.2-TURBINA MULTISTADIO ASSIALE
Per la turbina multistadio si procede allo stesso modo del compressore:
−
(−1)
= =
,
−
, (−1)
Con: − = ∑( − = ∑( −
) )
4 5 (−1) (−