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MORFOLOGIA
La morfologia rappresenta uno dei piani dell'articolazione del linguaggio; è costituita da unità dotate di significato autonomo. Studia i morfemi e i rapporti che ci sono tra le unità che formano la parola; studia la struttura della parola e rapporti delle unità all'interno della parola. La morfologia si occupa di studiare le variazioni che avvengono all'interno: - Di una parola (le declinazioni o le coniugazioni) - Di parole connesse tra di loro, tenendo conto dell'etimologia (composizione o derivazione) Morfologia derivativa è lo studio della formazione di nuove parole. Morfologia flessiva è lo studio delle modifiche che subiscono le parole nelle frasi. La morfologia soddisfa due principi: - Economia, che ci permette di usare gli stessi elementi un numero illimitato di volte per esprimere le stesse funzioni. - Coesione, indica le relazioni tra i diversi elementi della stessa frase, attraverso l'accordo.La morfologia basa il proprio funzionamento sulla scomposizione e sostituzione delle unità: Data una parola, possiamo sezionarla fino ad ottenere delle unità minime di prima articolazione, dotate cioè di significato autonomo, che prende il nome di prova di commutazione. A tal proposito, possiamo fare la distinzione di morfema, morfo e allomorfo:
- Morfo: è l'unità che si ottiene attraverso la scomposizione lineare, e fa riferimento alla sostanza, alla parte concreta.
- Morfema: è l'aspetto funzionale delle unità, e fa riferimento alla forma e alla funzione, ed è la parte astratta.
- Allomorfo: è la variante di un morfema, ed indica ciascuna delle forme diverse in cui si può presentare uno stesso morfema, senza provocare differenze funzionali. È rappresentato dall'allofono.
TIPI DI MORFEMI FUNZIONALI
Morfemi lessicali: sono un sistema aperto, e in continuo cambiamento, poiché
Il testo si arricchisce sempre di più di nuovi elementi;
Morfemi grammaticali sono un sistema chiuso, e non accolgono nuove entità;
Morfemi derivazionali sono parole che derivano da altre parole;
Morfemi flessionali indicano il genere o il numero di una parola (maschile, femminile, singolare, plurale..);
Un termine sinonimo di morfema è 'monema', si distinguono due grandi classi di monemi, che chiamano 'semantemi' quando sono elementi lessicali, e 'morfemi' quando sono elementi grammaticali;
La scomposizione lineare avviene in lingue come l'italiano, l'inglese o il latino. Nell'inglese esiste anche il morfema zero, non si può trasformare in plurale, non è visibile e non è espresso (sheep). In alcune lingue la scomposizione non è lineare, come nelle lingue indoeuropee (tedesche) o semitiche (arabo);
Morfema sostitutivo: i morfi non sono isolabili segmentalmente, consistono in mutamenti fonici, ad esempio foot diventa feet;
Morfemi soprasegmentali:
Un morfo si manifesta attraverso un tratto soprasegmentale, come la posizione dell'accento.
TIPI DI MORFEMI IN BASE ALLA POSIZIONE
I morfemi, in base alla posizione all'interno della parola, prendono vari nomi. I morfemi e i morfi grammaticali possono essere definiti come affissi, rispetto alla radice di una parola, costituita dal morfema lessicale, che possono essere:
- Prefissi, prima della radice, in italiano di solito sono derivazionali
- Suffissi, dopo la radice, prendono il nome anche di desinenze
- Infissi, all'interno della parola (non vi sono infissi in italiano)
- Circonfissi, circondano la radice
- Transfissi: si incastrano dentro la radice e creano discontinuità, sia dell'affisso sia della radice
TIPOLOGIA MORFOLOGICA
Vi sono delle caratteristiche profonde comuni a più lingue, che ci permettono di creare una tassonomia (un'analisi che evidenzia le regole di combinazione dei termini), in base a tipi morfologici:
- lingue isolanti: sono prive di morfologia,
hanno una morfologia molto ridotta. Es: cinese,
agglutinanti: hanno una morfologia molto sviluppata, ma ha due caratteristiche, lineare etrasparente. Es: turco, ordine lineare, il segno (il concetto) è trasparente e non può esseremodificato. I morfi sono monofunzionali.
lingue flessive: (lingue indoeuropee) sono lingue con morfologia sviluppata, il segnolinguistico è modificabile al proprio interno. Un morfo può contenere più funzioni, piùmorfemi. Ordine a incastro, il segno diventa opaco perché modificabile. Morfo cumulativo,unisce la serie di funzioni, es. essere maschile, singolare e nominativo.
polisintetiche: è una lingua che ha una sruttura della parola molto complessa, es. lingueagglutinanti, sono l’opposto delle isolanti, possono comparire due o più radici lessicali.
In senso tecnico e dal punto di vista della linguistica si parla più propriamente di categorie linguistiche, comune a tutte le
- Categorie:
- Nome
- Verbo
- Aggettivo
- Avverbio
- Nome:
- Genere: maschile, femminile, neutro
- Numero: singolare, plurale
- Caso: i valori assumono i morfemi flessionali. Categoria più tipica del nome.
- Esprime delle variazioni della forma della parola, che ci dicono qual è la funzione sintattica che tale parola svolge all'interno della frase. Si ha una forma base, naturale, ed altre forme che sono marcate, deviazioni della forma primaria. Il caso è tipico delle lingue flessive, le quali aggiungono degli affissi alla radice. Nella moderna linguistica la definizione di caso si è estesa ed è considerato come universale di tutte le lingue. Per le lingue indoeuropee i casi sono...
- I casi esprimono due tipi di funzioni:
- Grammaticali: di carattere astratto
- Logico-grammaticale, senza di apporto
di- prefissi al casoLocalistiche: carattere concreto, rapporti spaziali e temporali, che esprimono lo- stato di quiete e di movimento,
Categoria verbo:
Persona: nella cultura indiana, greca e latina la persona era il personaggio o la- maschera dell’azione teatrale. Quest’idea è stata ereditata dalla linguisticamoderna, secondo la quale la persona è un mezzo attraverso cui le lingue segnalanol’emittente (colui che prende la parola, “io”, prima persona, produce l’enunciato),e il destinatario (“tu”, colui al quale è diretto l’enunciato). I pronomi delle primedue persone sono privi di genere e possono riferirsi sia ad un maschile sia ad unfemminile. La persona è una categoria deittica, cioè può assumere dei soggetticoncreti, ma la funzione di emittente rimane invariata. Si oppongono alla terzapersona, che rappresenta un’entità che non partecipa all’atto comunicativo,definito
come una non persona. mentre il pronome di 3ª persona ha un’opposizione tra maschile, femminile e neutro. A questo proposito, possiamo anche distinguere il singolare e plurale. Il plurale rappresenta un ampliamento del singolare.
la persona si presenta anche nelle categorie degli aggettivi e dei pronomi possessivi. Queste due categorie indicano le relazioni che si stabilisce tra le persone e le frasi nominali.
LA SINTASSI
La sintassi è un aspetto della linguistica autonomo, e si occupa dello studio delle relazioni e delle funzioni degli elementi nella frase. È strettamente collegata alla morfologia, infatti spesso si parla di morfosintassi. L’unità di analisi è la frase.
Studiosi della sintassi:
Wackernagel linguista che ha rappresentato l’aspetto più avanzato della speculazione neo-grammaticale
Mathesius si occupò dello studio funzionalistico della sintassi
Bloomfield maggiore esponente dello strutturalismo americano,
Il suo approccio è di tipo distribuzionalistico, cioè studia la combinazione delle proprietà degli elementi che portano alla formazione di unità di livello superiore.
Chomsky considera la sintassi come lo studio dei principi e dei procedimenti con i quali le lingue costruiscono le frasi. Le parole si combinano tra di loro secondo una combinabilità larga, prerogativa della sintassi, diversa da quella stretta dei morfemi.
Due condizioni:
- Condizione di composizionalità: le parole, unità minime della sintassi (sintagmi), si combinano in sequenze infinite.
- Condizione di posizionalità: queste sequenze hanno un ordine che è pertinente, cioè significativo. Se l'ordine varia, varia anche il significato, oppure si ottengono frasi che non sono ammissibili grammaticalmente.
Dicotomia (coppie di concetti che si escludono a vicenda) della combinabilità larga~stretta:
Larga: cambiando l'ordine dei vari elementi...
della frase, il significato non- cambia;Stretta non è possibile la variazione della posizione-AMBIGUITÀ
Le frasi possono essere anche ambigue, perché sono ambigui i rapporti tra gli elementi della frase, cioè possono avere più di un significato. Per risolvere l'ambiguità, potremmo usare le parentesi tonde quadre e graffe, con lo stesso valore funzionale che queste hanno in algebra.
STRUTTURA GERARCHICA
Una caratteristica del linguaggio umano è la linearità, che viene resa esplicita dalla sintassi attraverso la rappresentazione della struttura gerarchica di una frase. Lo strutturalismo americano di Bloomfield opera attraverso la segmentazione e la sostituzione, che sono alla base dell'analisi sintattica. La frase viene scomposta in pezzi sempre più piccoli, che sono i costituenti della frase (analisi in costituenti immediati). I costituenti, che vengono isolati, formano il sottolivello di analisi superiore. Esistono
Modi diversi per rappresentare schematicamente l'analisi di una frase nei suoi costituenti:
- Con parentesi numerate
- A scatole
- Ad albero - è quella più diffusa, un albero è un grafo costituito da nodi da cui si dipartono rami; ogni nodo rappresenta un sottolivello di analisi della sintassi, e recail simbolo della categoria a cui appartiene il costituente di quel sottolivello.
Nella rappresentazione ad albero, usiamo dei simboli per indicare le categorie:
- Simboli valore
- F (oppure S) frase
- SN sintagma nominale
- SV sintagma verbale
- AUS ausiliare
- SP sintagma preposizionale
- N nome
- A articolo
- Quant quantificatore
- V verbo
- P pronome
- Part particella
- Mod modificatore
Nella teoria della grammatica trasformazionale standard (Chomsky), si parte dal presupposto che gli indicatori sintagmatici di base siano generati da regole a struttura sintagmatica (SS). Un sintagma è la minima co