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MORFOLOGIA

Studia la struttura della parola

Analisi che studia le unità minime di prima articolazione e il modo in cui si combinano per dar luogo alle parole

Definizione approssimativa: minima combinazione di elementi minori dotati di significato come morfemi (almeno uno).

Criteri di definizione

  • Ordine dei morfemi costituenti è fisso (es. gatto e non o-gatt).
  • Confini di parola sono contrassegnati da punti di pausa nel discorso.
  • Di solito separata/separabile nella scrittura (in quella moderna).
  • Fondamentalmente, la pronuncia di una parola non è interrotta e di solito ha un unico accento primario.

Definizione "protòtto": nelle varie lingue si comporta in modo diverso, conta anche che non abbia un significato lessicale e, in italiano, è soggetto alla flessione.

Prova di commutazione

Unità minima di prima articolazione, la minima associazione di un significante e un significato (pezzo più piccolo di una lingua portatore di un significato proprio).

Es.: la parola "dentale" è costituita da tre morfemi: "dent", "al(e)" e "e".

  1. In altre parole portando quel significato ("al"), usata per ricavare aggettivi da sostantivi.
  2. "e" è la terza singolare.

Per scomporre la parola in morfemi basta confrontarla con parole apparentemente simili e vedere se sinonimi (turrettini) rettifiano un diverso significato (es. in studente, "dent" non è un morfema).

Morfema e allomorfo

Il morfo rappresenta la forma concreta (ossia il significante) di un morfema.

Quindi, si dovrebbe dire che il morfema del singolare è realizzato dal morfo.

Allomorfo è invece la variante formale di un morfema, ovvero tutte le forme in cui si può realizzare uno stesso morfema.

-abile -ibili -ubile sono allomorfi dello stesso morfema, col valore funzionale di formare aggettivi con un significato di potenzialità (mangiabile, furibile, leggibile ecc.).

Cause: Lo sviluppo diacronico, ovvero le evoluzioni nella forma delle parole e dei morfemi, dentro rivoluzioni fonetiche e grafie di una parola (es. dal latino all'italiano).

Per avere un'allomorfia occorre che ci sia una certa vicinanza fonica tra i morfi o molte volte, deriva da modificazioni soniche date da "incontro" di alcuni fonemi (es. sub "inflor" --> s'inflor).

Sono allomorfi dello stesso morfema per ragioni foniche in "illectio" -in, divesive -il.

Suppletivismo: In questo fenomeno, un morfema lessicale è sostituito da un morfo di forma completamente diversa (e spesso di diversa origine etimologica). Il significato resta comunque lo stesso.

Es. "andai" la forma lessicale si manifesta in "andai" e "idrocavo" dello stesso significato ma di diversa origine etimologica (cadare, equino, frodare, ferrare, ecc.).

Nel suppletivismo rientrano anche i casi in cui la base in diacronia e la storia per stratificazione storica si fanno due forme diverse (uno che si tramanda l'altro che viene subito variato nel sviluppo fonetico).

Alterazione

Rientra nella derivazione

  • Suffissale: aggiungendo al
  • lessicale della base lessicale
  • (ad es. valutiamo – generalmente)
  • (es. accrescitivo “dormone”, diminutivo “gattino” ecc.)

Lessico con formati da basi aggiuntivi, con derivazione e suffissazione (con suffissi adottati che corrisponde a una delle coniugazioni “adoperazione”)

Sono detti “parasintetici” (ad. “abbellire”, “imbarcare” ecc.)

Criteri classificazione parole derivate:

  • Tenere conto del processo di derivazione;
  • della classe lessicale di base;
  • e di risultato
  • es: “viaggio” → suffisso nominare bivocale
  • “amoreggiare” → suffisso derivare bivocale

Possono esserci casi in cui coppie di parole verbo/nome/aggettivo hanno la stessa radice lessicale e sono privi di suffissi. In questo caso non è possibile stabilire la parola primitiva ma, nel caso di nome/verbo, è spesso presumibile che la base sia il verbo (es. cambiare - cambio, “giocare - gioco”)

Nel caso di aggettivo - verbo, è invece presumibile che sia aggettivo in quanto il verbo indica l’azione di far assumere la qualità espressa dall’aggettivo la parola primitiva (es. “caldo - scaldare”)

  • Basi/derivati (Es. mano)
  • Par adoperate (Es. marina)
  • Par derivate (Es. imbarcare)
  • Unità polisemantiche (Es. Mano alta)

Conversione / Derivazione Zero

-(A/I/U)TOR-

  • Nominale Deverbale (V → DN)
    • (Educatore, Fumatore)

-(A/I/U)(+O(R))-

  • Nominale Deverbale (V → DN)
    • (Annaffiatoio, Osservatorio, Scolatoio)
  • Aggettivale Deverbale (V → ADJ)
    • (Liberatorio, Propiziatorio)

-(A/I/U)TRIC-

  • Nominale Deverbale (V → DN)
    • (Ammatrice, Massaggiatrice)

-(A/I/U)TUR-

  • Nominale Deverbale (V → DN)
    • (Blindatura, Cancellatura, Apertura)

-(A/I/U)ZION-

  • Nominale Deverbale (V → DN)
    • (Comunicazione, Espressione, Concentrazione)

Criteri per il riconoscimento del sintagmi

1) Mobilità

Un gruppo di parole rappresenta un sintagma se le parole che lo costituiscono si muovono congiuntamente all’interno di una frase.

es. La scorsa settimana mio cugino ha comprato una macchina nuova.

Lo si muova da posizione iniziale a finale

Mio cugino ha comprato una macchina nuova la scorsa settimana.

Costit. Testa                          è un sintagma (se proviamo a muovere solo la testa o i costituenti del sintagma, otterremo frasi sgrammaticate)

es. *La scorsa mio cugino ha comprato la macchina nuova sintagmi

2) Scissione

Un gruppo di parole rappresenta un sintagma se può essere separato dal resto della perifrasi costruendo una struttura chiamata frase scissa (isolando il sintagma per mezzo di una struttura come “che”).

es. È mio cugino che ha comprato una macchina nuova la scorsa settimana.

Il sintagma può essere isolato, le singole parole che lo compongono no.

3) Enunciabilità in isolamento

Un gruppo di parole rappresenta un sintagma se da solo può costituire un enunciato, cioè se può essere pronunciato in isolamento.

  • A. Chi ha comprato una macchina nuova?
  • B. Mio cugino.

FRASI SCISSA

"Il ladro ruba la macchina" permette di spezzare in due parti la frase in "è il ladro che ruba la macchina".

Non tutte le lingue consentono dislocazioni e frasi scisse (in italiano sì).

FOCUS: punto che fornisce la maggior dose di info nuove

Solitamente si trova in posizione iniziale o finale, la parte saliente "i migliori siamo noi!", "Siamo noi i migliori!" (dislocazione a destra e sinistra)

GRAMMATICA GENERATIVA

Competenza di frasi nucleari e regole per trasformare in frasi complesse

Secondo i generativisti è innata

Secondo i comportamentisti è invece frutto del contatto con altri parlanti (dipende quindi dal contesto)

Analisi di una frase

Analisi in costituenti

  • Modi in cui sono organizzati tra loro i gruppi di parole che formano una frase
  • Sintagma nominale: costr. intorno a un nome (testa)
  • Sintagma verbale: costr. intorno a una predicazione (testa)
  • Sintagma preposizionale: ha come testa una preposizione
  • Ogni nodo può essere formato da sottocostituenti

Schema valenziale

  • Ogni predicato ha un certo n° di valenze
  • 1a valenza: soggetto → occupa la prima valenza del predicato
  • 2a valenza: compl. ogg/luogo/altro: deve occupare una valenza del predicato
  • Circonstanziali: non sono direttamente implicati dal significato del verbo/sono esterni allo schema valenziale

Ruoli semantici

  • Frase vista unicamente dalla prospettiva del significato
  • Agente: ruolo semantico che nell'elemento descritto si fa parte attiva e provoca ciò che accade (es. Gianni mangia una mela)
  • Paziente: coinvolto nell'azione senza interazione attiva, subisce o è interessato da ciò che accade o, se trovato in una certa condizione
  • Beneficiario: chi trae beneficio dall'azione, a vantaggio del quale va a ricadere quanto successo nell'avvenimento (es. Gianni regala un libro a Luisa)
  • Strumento: entità inanimata mediante la quale avviene l'azione, o che internamente o che è parte normale nella svolta dell'azione (Gianna taglia la mela col coltello)
  • Destinazione: entità verso la quale si dirige attività espressa nel verbo, o che cos'è in tutti i motti o obiettivo di qualsiasi attività espressa nel prodotto (es. Luisa parte per Milano)
  • Località/l'orientamento: dove l'azione è sistemata (Gianni abita in campagna)
  • Entità: che si muove in rel. all'attività espressa dal predicato
  • Sperimentatore: entità toccata da o che prova, un certo stato o processo psicologico (es. A Luisa piacciono i gelati)
Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
37 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jluk04250 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di linguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof di giovine paolo.