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Uno degli edifici più importanti in questa area architettonica fu il “Crown hall”, costruito tra il 1952
ed il 1956. Si tratta della sede del dipartimento di architettura del campus universitario. La maglia
estremamente reticolare delle facciate e la fluidità spaziale interna sembrano, a primo occhio,
reminiscenze del periodo europeo pedestremente rimodellate in tono americano. In realtà, scompare
l'idea del doppio modulo in pianta e in facciata vista oltreoceano e tutto qui si riduce a una
modularità, basata sulle vetrate a “corten wall”, che vede l'inserimento di un unico modulo
suddiviso, a sua volta, in due elementi contigui nella parte sottostante a cui si sovrappone un
elemento verticale sempre vitreo. La struttura portante appare svincolata, per la prima volta,
dall'interno. Questo grande all'aggetto delle pareti esterne rispetto ai solai interni. Le grandi
finestrature modulari favoriscono quel mirabile effetto di luci ed ombre già visto nel periodo
europeo, secondo la consueta proiezione degli ambienti interni verso la natura esterna, natura che
stavolta è però antropizzata. Diverso è il trattamento anche del vetro: opaco nelle vetrate laterali
l'ingresso, lucido e trasparente in quelle centrali che accolgono l'entrata entro lo stabile
architettonico. “Crown hall”
Del periodo americano citiamo anche il “Minerals and metals Research Building”, del 1943.
“Minerals and metals Research Building”
Parliamo anche dell' “80 lake shore drive apartments”, sempre a Chicago, degli anni 1948-1951. In
quest'opera appare l'alternarsi dell'opacità dell'acciaio e della capacità di riflessione del vetro.
Inoltre il muro è reso secondo il mirabile e sempre presente insegnamento di Semper: come un
tessuto lavorato a telaio che avvolge l'intera struttura come fosse una capsula contenitiva. I servizi
vengono marcati in pianta, nei vari appartamenti, secondo solamente setti murari, non occupando
più un volume proprio e scatolare. In facciata la regolarità è solo presunta: infatti Mies lavorò le
campate vetrate in modo diverso, più strette quelle laterali e più larghe le due centrali. Questo
conferisce all'opera un'idea di morbidità contro la monotonia di uno sviluppo sempre uguale a se
stesso su una facciata in preminente sviluppo verticale.
“80 lake shore drive apartments”
Modello indiscusso del periodo americano fu la “Casa Farnsworth”, del 1946-1950 ad Illinois.
L'accesso è inserito su di una piattaforma, che consente la visione della casa in senso angolare,
secondo il modello greco del tempio classico. Lo spazio interno è totalmente fluido, secondo un
blocco a parete interna più bassa del soffitto (questo consentiva anche un'idea di fruizione aerea). Il
sorreggere il tetto è compito spettante solo alle pareti laterali. Il contenimento del volume interno è
percepito solo dall'interno, creando così un oggetto quasi smaterializzato (cui si somma anche il
rivestimento bianco degli elementi ferrei presenti in facciata). La casa vive sempre del rapporto con
l'esterno, già visto con il Padiglione e con la Casa Tugendhat.
“Casa Farnsworth”
Per la ben nota società produttrice di whisky americano, Mies progetta il “Seagram building”, a
New York, nel 1958. La richiesta della committenza era estremamente libera e offriva la possibilità
a Mies di spaziare come voleva, ma si richiedeva comunque un edificio simbolo per uffici che
avrebbe fatto vanto in tutta la città. Egli giocò una mossa trionfale e fortemente monumentale: per
accentuare la visibilità dell'edificio dalla strada, egli arretrò la facciata e dedicò lo spazio antistante
l'ingresso a due grandi vasche d'acqua laterali incorniciate da folte alberature. Idea del lusso e della
ricchezza dunque, fuse assieme a un'attenzione all'urbanistica veramente contemporanea. Mies volle
rendere comprensibile al fruitore il concetto di qualità materica, ponendo una scelta accurata dei
materiali da utilizzare. La facciata infatti è ricoperta di bronzo, i pannelli di vetro sono di cristallo
isolante, secondo lo schema a due strati relazionati da una struttura interna “alveolare”, l'accesso e
gli spazi principali sono rivestiti di marmo verde delle Alpi. Nel prospetto il ritmo è scandito in
modo omogeneo e la pianta è semplice e funzionale per un edificio amministrativo. Composto da
due volume incastrati a novanta grandi nel baricentro in pianta, il primo piano è sollevato mediante
pilastri puntiformi, disposti secondo l'idea della peristasi del tempio greco. Detti pilastri sono
modellati in modo tale da farli coincidere con il profilato d'angolo del corten wall. Anche qui il
significato che Mies imprime alla parola “struttura” è chiaro: una visione organicistica, secondo la
quale ogni singola “cellula” architettonica è concepita per essere relazionata alle altre e non vista
indipendente: è il Platone della Repubblica questo, rivisto come aveva fatto L.B.Alberti nella
facciata di palazzo Rucellai a Firenze. “Seagram building”