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Estratto del documento

Il suo interesse per l’architettura nasce dal padre, scalpellino. L’incontro con la grande architettura

avviene nel 1907, quando Mies approda nello studio di Peter Behrens, uno dei maestri

dell’architettura del tempo, dove lavora al anco di Gropius e per breve tempo anche di Le

Corbusier. Da Behrens apprende l’idea di architettura come «arte di costruire», oltre ad un «senso

profondo della grande forma», ossia la forma monumentale, evocativa dello spirito del tempo.

Nel 1912 lascia lo studio di Behrens e l’anno successivo apre la propria attività a Berlino. Sono

anni in cui si dedica alla ricerca teorica, scrive su importanti riviste d’avanguardia ed è autore di

progetti-manifesto. Si afferma, dunque, come una delle principali personalità dell’architettura

tedesca, cosa che gli vale un ruolo di primo piano tra i docenti del Bauhaus, la scuola d’arte,

design e architettura.Quando, a metà degli anni ‘30, il governo nazista dichiara apertamente la

propria ostilità ai programmi del Bauhaus, Mies, allora direttore della scuola, è costretto a chiuderla

e a lasciare l’Europa per gli Stati Uniti. Qui, dove la sua fama è già notevole, diviene preside della

scuola di architettura Armour Institute of Technology di Chicago, dove formerà intere generazioni di

giovani.

Opere

Edi ci per uf ci , ,

open space ambienti di lavoro ampli, ordinati, luminosi e non suddivisi.

fi fi fi fi fi fi fi fi fi

Il Padiglione di Barcellona

, costruito per l’Esposizione Universale del 1929, è la sintesi di

una lunga ricerca sull’abitazione e segna dei “punti di non ritorno” nella disciplina della

composizione architettonica e nelle tecniche costruttive: il pilastro a croce in acciaio, la

separazione degli spazi attraverso setti ortogonali indipendenti, la de nizione dello spazio della

casa attraverso l’uso di un recinto che la separa dalla strada.

Il ne del governo tedesco era quello di mostrare al mondo le possibilità delle nuova architettura, e

al contempo doveva essere il segno della vocazione alla pace che la Germania era stata capace di

esprimere dopo la ne della Prima Guerra Mondiale.

L’edi cio concepito da Mies è formato da un volume a pianta rettangolare, basato su un modulo

quadrato, nel quale gli spazi uiscono, uno nell’altro, senza suddivisioni rigide. Questo corpo

principale è collegato da un passaggio esterno a un piccolo edi cio di servizio, realizzato in mattoni

intonacati, che contiene due uf ci e i servizi igienici.

Tutto il complesso è impostato su un podio rivestito in travertino romano, che lo ‘solleva’ rispetto al

suolo formando una piastra sopraelevata.

I due edi ci sono coperti da tetti piani formati da lastre molto sottili; quello del padiglione principale

è realizzato con una struttura incrociata di travi a doppia T in acciaio ed è supportato da otto

pilastri cruciformi in acciaio cromato e da una serie di pilastri scatolari occultati nelle pareti. Questa

soluzione, unita al colore bianco fa sì che la copertura sembri “galleggiare”.

All’interno del padiglione principale un setto rivestito in onice rosso-dorato è posto

longitudinalmente allo spazio. All’ apparente semplicità della pianta dell’edi cio, Mies contrappone

l’uso di materiali di pregio per dare valenza espressiva alle super ci, seguendo in questo la lezione

di Adolf Loos. Oltre all’onice e al travertino laziale, l’architetto sceglie di usare anche due tipi di

marmo verde. Anche le vetrate hanno colori diversi, dal trasparente neutro al fumé, dal verde

bottiglia sino al vetro nero specchiante che riveste il fondo della piscina interna.

Un’importante elemento del progetto è l’acqua. Mies include nel padiglione due specchi d’acqua.

Quello più grande, che si trova all’ingresso, ha la funzione di ri ettere il padiglione e di conferirgli

fi fi fi fi fl fi fl fi fi fi fi

ulteriore leggerezza visiva; il secondo, più nascosto e privato, si trova all’estremità est dell’edi cio

.

e dialoga con “La ballerina”, scultura in bronzo di Georg Kolbe

Mies van der Rohe e Lilly Reich disegnarono per il padiglione anche tutti gli arredi, in particolare

una poltrona in acciaio lucido e pelle trapuntata color avorio, la celebre Sedia Barcellona.

Villa Tugendhat

1929-1930, Brno Cecoslovacchia

La pianta libera qui è riservata esclusivamente dalla zona giorno articolato ancora una volta da pilastri

cruciformi. Il soggiorno si apriva su una vista panoramica della città mentre nel lato breve verso una serra.

L’abbassamento meccanico della lunga parete di vetro trasformava quindi l’intera area di soggiorno in un bel

vedere, allo stesso tempo la serra, agiva come un elemento di risalto naturale all’interno di uno schema

simbolico come una mediazione tra interno é esterno.

Casa per la mostra della Costruzione 1931

I .

n questo progetto la pianta libera viene estesa al blocco delle camere da letto

Lake Shore Drive Buildings Apartments di Chicago (1948-‘51)

Mies inventa il cosiddetto curtain wall, un sistema di facciata realizzato in

lastre di vetro sostenute da telai d’acciaio. Una novità epocale che

rivoluziona il rapporto tra interno ed esterno degli edi ci – prima di allora

esisteva solo la tradizionale muratura con nestre. Sparisce la tamponatura

e appare la struttura portante.In questi casi tutta l'architettura dipende, dalle

proporzioni di un singolo elemento, il pannello ripetuto ritmicamente. La

concezione strutturale e costruttiva di Mies è qui nalizzata anche ad

ottenere dei piani liberi in cui, fatti salvi i vincoli degli elementi distributivi

verticali, gli alloggi possano organizzarsi con estrema libertà volumetrica.

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Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
5 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flam22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Portoghesi-tuzi Stefania.