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La nascita della pubblicità mediata

Prima dello sviluppo dei media, la notorietà degli individui e degli eventi era legata alla condivisione di un luogo comune. Ma lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha creato forme di pubblicità assai diverse da quelle tradizionali basate sulla compresenza.

La caratteristica di queste nuove forme è che, grazie alla grande accessibilità delle informazioni resa possibile dai media, la notorietà di individui, azioni ed eventi non è più legata alla condivisione di uno stesso luogo. È possibile rendere pubblica un'azione registrandola e trasmettendola ad altri.

L'invenzione della stampa ha creato una nuova forma di pubblicità legata alle caratteristiche della parola stampata e della sua produzione e diffusione. Come tutte le altre forme di pubblicità mediata, anche quella creata dalla parola stampata è indipendente dalla condivisione di uno stesso luogo. Anche la TV separa.

La pubblicità dalla condivisione di un luogo comune e dalla comunicazione dialogica caratteristica dell'interazione faccia a faccia. Come il cinema, è soprattutto la vista il senso che la tv mobilita. La tv consente sia di vedere persone, azioni ed eventi, sia di ascoltare le parole o i suoni. La notorietà delle persone torna a legarsi alla possibilità che essi siano visti e ascoltati da altri. Le azioni e gli eventi ripresi dalla tv possono essere visti da un insieme di individui molto più ampio, individui collocati in contesti diversi e tra loro lontani.

Il controllo della visibilità: con lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione, in particolare la stampa, i detentori del potere politico si sono dovuti occupare anche della loro auto-rappresentazione di fronte a un pubblico non fisicamente presente e in misura sempre maggiore. Essi sfruttarono i nuovi mezzi di comunicazione per costruire un'immagine di sé che potesse trasmettere ad altri lontani. Nelle

condizioni politiche e sociali di oggi, i leader delle società liberal-democratiche non hanno scelta: devono sottomettersi alla legge della visibilità. Rinunciare al controllo della propria immagine trasmessa dai media equivale a un suicidio politico o a una manifestazione di cattiva fede. Gaffe, scandali e altre fonti di guai: a prescindere da quanti sforzi essi compiano, i leader politici non sono in grado di controllare completamente la loro visibilità; l'immagine di sé che trasmettono può sfuggire loro di mano e talvolta persino andare a loro svantaggio. L'impossibilità di controllare pienamente la propria visibilità rappresenta una fonte costante di guai per i leader politici. Poiché un gesto imprudente o un'osservazione inopportuna può generare conseguenze disastrose, se ripreso e trasmesso a milioni di spettatori. Le gaffe sono il risultato dell'incapacità dell'individuo di controllare il.

proprio comportamento, e dimostrano perciò che egli non domina la situazione o i suoi stessi sentimenti. Le gaffe e gli eccessi diventano manifestazioni pubbliche di incompetenza e di mancanza di autocontrollo di fronte a un pubblico. Le ragioni per cui la partecipazione di un politico a una trasmissione televisiva può andare a suo svantaggio anziché a suo favore sono diverse. Il problema deriva da un giudizio errato riguardo ai modi in cui le persone che la seguiranno interpreteranno la trasmissione. La fuga di notizie sono quelle informazioni o azioni che si dovrebbero tenere per sé o nascoste e vengono invece improvvisamente immesse nell'ambito del pubblico e rese visibili a un gran numero di riceventi. In genere, si tratta di un'informazione o azione che, per il fatto stesso di diventare visibile in questo modo, compromette l'immagine pubblica che l'individuo desidera mostrare. Talvolta le fughe di notizie conducono all'esplosione di scandali,

Tale termine lo si utilizzava per esprimere indignazione o offesa morale. Scoppia uno scandalo quando certe attività mantenute fino a quel momento nascoste o segrete, e che possono essere eseguite solo finché restano tali, vengono improvvisamente scoperte e rese visibili attraverso i media.

Capitolo 5

Teoria dell'imperialismo culturale: Schiller ha elaborato la propria tesi in un periodo in cui l'egemonia americana nel sistema mondiale sembrava salda. Gli Stati Uniti apparivano il cuore militare e industriale del mondo del dopoguerra. Tuttavia, rispetto al periodo successivo alla guerra, tale tesi fornisce una spiegazione solo parziale delle complesse e mutevoli relazioni tra potere economico, politico, militare e simbolico. Inoltre, a prescindere dai limiti della tesi di Schiller ciò che appare dubbio è che la si possa applicare con qualche ragione al mutato contesto mondiale della fine del 20esimo secolo. È sufficiente considerare la sfera economica:

gli ultimi 10 anni sono stati testimoni di un profondo processo di ristrutturazione globale, un processo che ha eroso la posizione degli Stati Uniti come potenza industriale dominante. L'economia globale è diventata multipolare: vi hanno assunto un ruolo di crescente importanza l'Europa e il Giappone. Anche le relazioni tra potere politico hanno mutato di forma. Il crollo dei regimi comunisti dell'Europa orientale hanno creato una situazione geopolitica del tutto nuova. Negli affari internazionali giocano un ruolo importante organizzazioni sopranazionali come le Nazioni Unite e la Comunità europea. Che il potere economico sia passato di mano lo si vede, considerando il crescente ruolo dei capitali stranieri sul mercato americano. Per quanto Hollywood resti un importante centro di produzione di film e spettacoli televisivi, molti dei suoi studi sono di proprietà di compagnie di origine straniera. Riflettendo sul suo lavoro 25 anni dopo, Schiller ha accolto.

alcune di queste obiezioni e riconosciuto che la tesi dell'imperialismo culturale non può più essere sostenuta nella sua forma originaria. Ha ammesso che le relazioni di potere a livello internazionali sono mutate. Schiller riconosce che le grandi imprese internazionali hanno assunto un ruolo di crescente importanza nell'industria delle comunicazioni globali, e che il capitale d'investimento ha cominciato a provenire da un insieme di fonti sempre più vario. La revisione di Schiller della tesi dell'imperialismo culturale è un modo per riconoscere la globalizzazione delle attività economiche senza rinunciare ad insistere sull'egemonia della cultura mediale americana. Un secondo problema della tesi riguarda una delle assunzioni di base. Egli tende ad assumere che, prima dell'invasione elettronica condotta dagli Stati Uniti la maggioranza dei paesi del Terzo mondo avesse tradizioni indigene autentiche ed eredità culturali.

noncontaminate dai valori imposti dall'esterno. Ciò che l'invasione elettronica mette a rischio è l'integrità culturale di società deboli, i cui patrimoni nazionali, regionali, locali e tribali sono minacciati di estinzione dall'espansione delle comunicazioni elettroniche moderne. Dovremmo riconoscere che la globalizzazione della comunicazione attraverso i mezzi elettronici è solo il più recente di molti altri incontri culturali. Molte delle culture del mondo di oggi sono culture ibride, risultato dall'intreccio di valori e credenze. Il terzo anello dell'argomentazione di Schiller è il modo di intendere l'influsso dei prodotti dei media sui cittadini del Terzo mondo. Egli sostiene che la programmazione televisiva delle emittenti di tipo commerciale propaganda valori consumistici e che a loro volta tali messaggi creano desideri e alimentano motivazioni fino a imbrigliare i loro destinatari in un sistema

di produzione e scambio di tipo occidentale. Schiller cerca di inferire da un’analisi dell’organizzazione sociale dell’industria dei media quali conseguenze potranno avere i messaggi trasmessi sugli individui che li ricevono. Liebes e Katz hanno esaminato la ricezione di Dallas presso diversi gruppi etnici israeliani, confrontando le loro risposte a quelle di gruppi sociali statunitensi e giapponesi. Essi hanno dimostrato che gruppi diversi trovano modi differenti di dare un senso al programma. Essi hanno scoperto che i gruppi oggetto della loro indagine ricostruivano i programmi seguiti in modo differente.

Diffusione globale: come argomentazioni influenzate dal marxismo, la tesi dell’imperialismo culturale mette al primo posto il potere economico e in buona misura considera il potere simbolico come uno strumento nelle mani delle imprese commerciali. La globalizzazione della com. non ha cancellato il carattere locale dell’appropriazione, ma ha creato un nuovo genere

di base era che la società fosse un sistema razionale e ordinato. Tuttavia, con il passare del tempo, questa visione è stata messa in discussione e sono emerse nuove prospettive che hanno portato a una ridefinizione della teoria sociale. Una di queste prospettive è stata l'approccio postmoderno, che ha messo in evidenza la complessità e la frammentazione della società contemporanea. Secondo questa prospettiva, la società non può essere compresa attraverso un'unica teoria o un'unica spiegazione, ma richiede una pluralità di approcci e interpretazioni. Un altro approccio importante è stato quello della teoria critica, che ha messo in luce le dinamiche di potere e le disuguaglianze presenti nella società. Secondo questa prospettiva, la teoria sociale deve essere orientata verso il cambiamento sociale e la trasformazione delle strutture di potere. Infine, c'è stata anche una maggiore attenzione alla dimensione culturale della società. La teoria sociale ha iniziato a considerare l'importanza dei simboli, dei significati e delle rappresentazioni nella costruzione della realtà sociale. In conclusione, la teoria sociale classica ha subito una serie di trasformazioni e nuovi approdi che hanno ampliato la sua portata e la sua comprensione della società contemporanea. Questi nuovi approcci hanno contribuito a una maggiore consapevolezza delle complessità e delle sfide della società moderna.dell'illuminismo era il rifiuto della tradizione considerata fonte di mistificazioni, ostacolo al progresso umano. Marx, influenzato dall'avversione illuministica, sosteneva che essa era un velo che nascondeva le relazioni sociali, oscurandone la vera natura, e scorgeva nel modo di produzione capitalistico una dinamica capace di squarciare il tessuto tradizionale della vita sociale. Weber riteneva che lo sviluppo industriale sarebbe stato accompagnato dall'abbandono delle concezioni del mondo tradizionale. Le idee di Marx e Weber hanno esercitato un'influenza sulle successive riflessioni a proposito del destino della tradizione. Le teorie della modernizzazione hanno accolto la tesi dell'opposizione tra società tradizionali e moderne e assunto che un passaggio dal primo al secondo sarebbe stato a una direzione. Alcuni sociologi hanno proposto la tesi che sostiene che molte istituzioni sarebbero dipese dalle tradizioni delle società premoderne x aspetti di.grande importanza. Il processo di modernizzazione entrerebbe in una fase in cui le vecchie tradizioni verrebbero di
Dettagli
Publisher
A.A. 2005-2006
18 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Amoon di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Buonanno Milly.