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La libertà di stampa e l'editoria italiana

Tuttavia se le carte costituzionali e i costituzionalismi liberaldemocratici affermano la necessità di evitare ai pubblici poteri di manipolare la libertà di stampa, questi ultimi hanno cercato di condizionarla ai propri fini intuendo la sua grande capacità di influenzare le masse. È tipico dei regimi autoritari di cercare di controllare la libertà di stampa così da indirizzare l'opinione pubblica verso i valori proposti dal regime e reprimere le voci dissenzienti.

A differenza di altri media, l'editoria quotidiana e periodica nel nostro paese ha tradizionalmente goduto, almeno nel periodo repubblicano, di una buona riuscita in termini di pluralismo. I problemi dell'editoria italiana emergono sotto il profilo della produttività soprattutto se consideriamo l'avanzamento di altre forme di comunicazione che utilizzano tecnologie digitali, emerge la riduzione del ruolo del quotidiano tradizionale come strumento di informazione.

E comunicazione. Inoltre a questo si aggiunge il fatto che l'editoria è l'unico settore che risente dei periodi di calo degli investimenti pubblicitari.

L'art. 28 dello Statuto Albertino afferma che la stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi, e questa affermazione contiene parte degli elementi che caratterizzano la tutela di questa libertà nella concezione liberale. Questa stessa affermazione troverà poi attuazione con l'Editto della stampa, dalla quale ricaviamo la distinzione tra:

  • stampa comune (la legge sancisce di depositare una copia presso l'autorità giudiziaria)
  • stampa periodica (l'obbligo di comunicare l'inizio delle pubblicazioni, con una serie di informazioni legate al divieto di stampa anonima e l'obbligo di nominare un gerente responsabile che assume la funzione di responsabile per i reati sia per gli articoli anonimi che per quelli firmati).

La stagione critica della

La libertà di stampa prende avvio nel periodo della prima guerra mondiale, quando la necessità di impedire la diffusione di notizie di carattere militare si tradusse nell'introduzione di un modello di censura preventiva che rimase poi in vigore anche nel dopoguerra. Questa involuzione troverà poi largo seguito nel periodo fascista; nasce in questa fase una disciplina giuridica che mira al: - sequestro amministrativo preventivo - obbligo di autorizzazione degli stampati - divieto di affissione di stampati offensivi della morale, della pubblica decenza, del buon costume - responsabilità affidata al gerente nominato dal prefetto - istituzione dell'albo dei giornalisti dove l'iscrizione è subordinata ad una serie di requisiti negativi con l'obbligo di certificazione sulla condotta politica dell'interessato in modo da assicurare l'allineamento politico di ogni giornalista con il regime. L'obiettivo principale

Il seguito dal governo è quello di impedire la diffusione attraverso la stampa di idee difformi da quelle del partito fascista. Questa strategia trova completamento nel fornire forme di sostegno economico al settore. La costituzione repubblicana dedica un'attenzione del tutto particolare alla stampa rispetto a quella prestata agli altri media. Le ragioni che spingono a tale attenzione sono di tipo socio-politico, infatti si vuole cercare di evitare che si riproducano forme di controllo autoritario dei pubblici poteri sulla libertà di stampa analoghe a quelle avute nel periodo fascista.

L'art. 21 cost. è prevalentemente concentrato sull'esercizio della libertà di stampa: "la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure"; l'autorizzazione alla pubblicazione degli scritti viene rimandata alla discrezionalità dell'autorità amministrativa, la censura deve essere esercitata attraverso un controllo preventivo.

obbligo di registrazione della stampa a garanzia di terzi, si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria (Riserva di giurisdizione) onel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva con l'intervento delle sole fonti primarie (Riserva di legge assoluta quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre 24 ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle 24 ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto la legge può stabilire, cono norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Diversamente da quanto avvenuto per la radiotelevisione, la stampa ha seguito sin dall'origine il

modellodell’impresa privata: -sostegno economico [finanziamento diretto (fondi verso quelle imprese editrici diparticolare valore che pubblicano quotidiani o periodici qualificati come giornali di forze politiche) efinanziamento indiretto: forme di credito agevolato come la riduzione dell’ IVA, la riduzione dellespese telefoniche, telegrafiche e dei trasporti, regolamentazione della distribuzione e della vendita(evitare situazioni di privilegio o discriminazione in favore o a danno di determinate testate, per quantoriguarda la vendita esiste una regolazione restrittiva della concorrenza a tutela del pluralismoinformativo.Il quadro legislativo dell’informazione a mezzo stampa si completa con l’attuazione dei principicostituzionali di trasparenza e pluralismo.Il principio di trasparenza è sancito dall’art 21 con la quale si indica che la legge può stabilire che sianoresi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica col fine diconsentire la conoscibilità degli assetti finanziari e proprietari delle imprese permettendo di individuare le persone fisiche a capo di queste imprese e contemporaneamente assicura il diritto dell'informazione del cittadino e il rispetto della disciplina ANTITRUST. Un alto grado di trasparenza è indice sul valore stesso del pluralismo. Il principio di trasparenza è applicabile a tutti i mezzi di comunicazione di massa. Gli obblighi di trasparenza consistono in primo luogo all'iscrizione al registro degli operatori di comunicazione (ROC); i soggetti obbligati a tale iscrizione sono tutti gli operatori della radiotelevisione, delle telecomunicazioni e dell'editoria elettronica. La registrazione presso il ROC comporta una serie di obblighi tra cui: il deposito annuale del bilancio, la comunicazione di ogni modificazione che comporti un cambiamento dell'assetto societario e azionario; obblighi non dissimili sono previsti per le concessionarie.

pubblicitarie. Nel campo dell'informazione l'esigenza è quella di garantire e promuovere un adeguato grado di pluralismo nel settore. In questo campo viene a essere vietato non solo l'abuso ma prima ancora il raggiungimento della posizione dominante.

Si considera giornalista colui che provvede alla raccolta, elaborazione o commento di notizie destinate a essere diffuse tramite organi di informazione; il giornalista quindi non si limita a fornire e diffondere una notizia, ma svolge un'attività di mediazione intellettuale e di elaborazione della notizia.

La Corte ha ribadito la legittimità dell'esistenza di un "ordine dei giornalisti" che ha il compito di salvaguardare, nell'interesse della collettività, la dignità professionale e la libertà di informazione e critica dei propri iscritti. La legge sull'ordinamento professionale dei giornalisti distingue:

  • giornalisti professionisti (coloro che esercitano in
attività fondamentale per la democrazia: l'informazione. Pertanto, è importante garantire che i giornalisti siano qualificati e rispettino determinati standard professionali. L'iscrizione all'ordine dei giornalisti è obbligatoria per coloro che svolgono attività giornalistica in modo continuativo e retribuito. Questo include sia i giornalisti pubblicisti, che lavorano per conto terzi, sia i giornalisti professionisti, che lavorano per un'azienda editoriale. La legge prevede alcuni requisiti per poter essere iscritti all'ordine dei giornalisti. Per i pubblicisti, è necessario aver svolto attività giornalistiche non occasionali e retribuite per almeno due anni. Per i giornalisti professionisti, invece, è richiesta una laurea in giornalismo o una qualifica equipollente. L'iscrizione all'ordine dei giornalisti è stata oggetto di controversie. Alcuni giornalisti non iscritti e anche alcuni editori hanno contestato l'obbligo di iscrizione. Tuttavia, la corte ha giustificato l'iscrizione come un mezzo per salvaguardare la professione del giornalista e la libertà di informazione e critica. Questa posizione potrebbe non essere del tutto convincente se si considera che la tutela del giornalista dal proprio datore di lavoro è generalmente garantita attraverso la rappresentanza sindacale. Tuttavia, la professione del giornalista è unica nel suo genere, poiché si occupa dell'esercizio esclusivo di un'attività fondamentale per la democrazia. Pertanto, è importante garantire che i giornalisti siano qualificati e rispettino determinati standard professionali.

libertà costituzionale; la migliore garanzia dell'autonomia del giornalista viene individuata proprio nell'assenza dei limiti di eccesso alla professione oltre che nella netta separazione tra autorità pubblica e libertà del giornalista. La più efficace indicazione dei doveri del giornalista è contenuta nella l. 69/1963 che affida all'ordine tutte le funzioni inerenti alla tenuta dell'albo come iscrizione, modifica e cancellazione, nonché quelle inerenti alla disciplina degli iscritti con l'obbligo di emettere sanzioni disciplinari a fronte della violazione dei doveri del giornalista. I poteri dell'ordine si sviluppano nei confronti dei soli iscritti all'albo. Esistono soltanto 2 tipi di qualifiche contemplate dall'ordinamento giuridico: i giornalisti professionisti (coloro che esercitano in modo continuativo ed esclusivo la professione di giornalista, pena cancellazione dall'albo) e i pubblicisti.

(coloro che svolgono attività giornalistica non occasionale e retribuita ma che hanno anche altri impieghi). Può essere iscritto nell'elenco dei pubblicisti chi abbia svolto attività giornalistica retribuita per almeno 2 anni. A questi elenchi si affianca il registro praticanti. Infine esiste un elenco speciale in cui sono iscritti i giornalisti stranieri residenti in Italia e coloro che pur non essendo giornalisti o pubblicisti sono direttori di periodici o riviste a carattere tecnico professionale o scientifico. L'ordine risulta composto in due livelli: regionale o interregionale (sono previsti i consiglieri regionali dell'ordine eletti dai professionisti e dai pubblicisti regolarmente iscritti all'albo. Restano in carica 3 anni e possono essere rieletti; ciascun consiglio regionale elegge al proprio interno un presidente e un vicepresidente) e nazionale (è previsto un consiglio nazionale dell'ordine con sede presso il ministero della

giustizia; i consiglieri nazionali durano in carica 3 anni e possono essere rieletti e non possono contemporaneamente far parte di un consiglio regionale). Tra i compiti dell'ordine quello più significativo è rappresentato dall'e

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
20 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto privato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Scannicchio Nicola.