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(L’AUDIT CLINICO NON RICORDO SE LO ABBIAMO FATTO MA C’è SULLE SLIDE)
Audit clinico: processo finalizzato alla verifica sistematica delle pratiche assistenziali e degli
outcome dell’assistenza, in riferimento a standard predefiniti. È volto cioè a verificare se i
risultati della ricerca sono stati recepiti nella pratica e se non lo sono ha come scopo la
pianificazione di azioni da intraprendere per raggiungere la miglior pratica. È messo in
pratica da professionisti stessi come autovalutazione tra pari della pratica erogata !
confrontare la pratica corrente con standard costruiti attraverso la metodologia evidence
based e quindi riconoscere l’inappropriatezza dell’assistenza erogata. Metodologia
dell’audit clinico:
Definire la migliore pratica: se l’audit è eseguito nell’ambito dell’implementazione di
- linee guida la definizione del tema è fatta dalla LG, oppure viene costituito un
gruppo che, dopo revisione della letteratura, elabora gli standard (pratica clinica
migliore definita attraverso evidenze) e gli indicatori
Misurare la pratica corrente: scelta di un campione e raccolta dati, poi confronto
- con standard e indicatori
Raggiungere la migliore pratica: pianificazione delle azioni da intraprendere, poi
- ripetizione dell’audit per valutare il cambiamento.
Focus sul problema di audit clinico:
Scelta del problema: i criteri di scelta fanno riferimento all’importanza del problema
- in termini di incidenza, prevalenza, costi o rischi per i pazienti; deve essere inoltre
dimostrato che vi siano margini di miglioramento della prestazione e che essa sia
monitorabile e misurabile
Definizione degli standards: essi devono essere definiti a priori e possono riguardare
- la struttura, i processi o gli outcome. Questi ultimi sono preferibili la dove possibile,
altrimenti si possono utilizzare standard di processo che privilegiano aspetti della
cura particolarmente significativi per il raggiungimento di buoni risultati
Raccolta retrospettiva e prospettica di dati sulla performance: entrambi i metodi di
- raccolta dei dati possono essere utilizzati a seconda delle situazioni, consapevoli dei
limiti e dei vantaggi di ognuno
Identificazione delle aree con bassa performance e necessità di attivare iniziative di
- cambiamento: i risultati devono sempre essere portati a conoscenza degli operatori
coinvolti e devono essere discussi in modo da concertare le azioni da adottare nella
pratica clinica
Re-audit in seguito ai cambiamenti introdotti: è necessario verificare sempre l’esito
- di un cambiamento introdotto per valutarne l’efficacia e per incoraggiare ulteriori
modifiche
22/03/17
Il giusto funzionamento di una azienda dipende da tutta una serie di azioni sinergiche
compiute da tutti gli operatori complessivamente. Ogni volta che la persona entra nel
processo di presa in carico, devono essere svolte una serie di valutazioni che riguardano i
rischi clinici e non solo all’ingresso del paziente, ma anche quando cambia qualcosa nel
suo processo. Ogni reparto e setting agisce in maniera diversa, ma ci devono essere delle
linee di buona pratica che tutte le aziende devono obbligatoriamente rispettare. Bisogna
poi avere strumenti di registrazione della mia continuità assistenziale per valutare la reale
necessità del paziente. Il sistema di valutazione del sistema sanitario toscano, come la
valutazione della performance organizzativa in ambito sanitario, rappresenta uno
strumento per il miglioramento continuo della qualità dei servizi. Con in DGR 486/2005 “la
regione toscana ha sancito che il sistema di valutazione della performance costituisce uno
degli strumenti di governo del sistema sanitario regionale, valutazione di gestione delle
aziende sanitarie, in maniera omogenea su tutto il territorio regionale.” Il sistema è oggi
utilizzato per supportare i processi di pianificazione e programmazione a livello aziendale e
regionale ed è collegato al sistema incentivante per la direzione aziendale. Le aziende
toscane, a loro volta, hanno collegato lo strumento al loro sistema di budget interno. La
valutazione del MES costituisce una modalità di riflessione e valutazione di tutte le aziende,
non solo toscane ma che si estende a tutte le regioni che fanno richiesta perché è una
modalità più agevole rispetto alla valutazione del governo di sistema avendo un metodo
unico di valutazione. Questo sistema del MES è anche definito come sistema “bersaglio”, in
quanto i risultati della valutazione della performance aziendale per degli ambiti specifici
individuati, sono ripostati su un bersaglio con 5 diverse fasce che possono andare da una
fascia verde (performance ottima) a una fascia rossa (performance molto scarsa).Gli
ambiti analizzati sono 6 :
1. Valutazione dei livelli di salute della popolazione: gli indicatori presenti in questa
dimensione (ad esempio la mortalità nel primo anno di vita o mortalità per diverse
patologie) sono il punto di partenza e di arrivo di tutti i sistemi sanitari.
2. Valutazione della capacità di perseguimento delle strategie regionali: come ad
esempio l’applicazione del piano sanitario regionale e delle delibere regionali nei
tempi e nei modi richiesti.
3. Valutazione socio sanitaria: sono compresi i risultati di qualità, di appropriatezza, d’
efficienza, capacità di governo della domanda e di risposta del sistema sanitario sia
per attività dell’ospedale, che per attività del territorio e della prevenzione.
4. Valutazione esterna: da parte dei cittadini e degli utenti.
5. Valutazione interna: rilevazione di quello che il professionista dice rispetto alla
propria organizzazione. Valutazione del livello di soddisfazione del personale delle
aziende sanitarie, clima organizzativo (miglioramento dei risultati attraverso
coinvolgimento e responsabilizzazione degli operatori negli obiettivi di
miglioramento dei servizi erogati). Tutti noi partecipiamo periodicamente alla
valutazione del clima interno
6. Valutazione dell’efficienza operativa e della performance economico-finanziaria:
legata alla produttività delle risorse, quindi valutazione dell’efficienza operativa
riferita alla produttività delle risorse e all’utilizzo di strumenti gestionali orientati ad un
ottimale e razionale utilizzo delle risorse disponibili.
Tale strumento pone attenzione all’aspetto economico e quindi allo scopo di valutare il
raggiungimento da parte delle aziende di obiettivi di tipo economico finanziario (utilizzo
razionale ed efficiente delle risorse) ma ha anche lo scopo di valutare la capacità da
parte delle aziende di creare valore al fine di offrire al cittadino servizi di alta qualità clinica
ed organizzativa. Un elemento positivo è rappresentato dalla pubblicazione (stampa, siti
aziendali e regionali) dei risultati della valutazione della performance delle singole aziende
al fine di promuovere la trasparenza nei confronti del cittadino e consentire all’utente di
avere a disposizione dati e informazioni al fine di eseguire comparazioni e delle scelte
consapevoli.
23/03
PROCESSI DI ACCREDITAMENTO E AUTORIZZAZIONE:
L’accreditamento va a valutare i processi organizzativi dell’azienda. Ci sono una serie di
requisiti e meccanismi operativi che devono essere misurati in un azienda. Entrambi i
percorsi sia di accreditamento che di certificazione, sono fatti per prima cosa con una
attestazione da parte dell’azienda in cui viene dichiarato che siamo in possesso di alcuni
specifici requisiti e dopo di chè delle commissioni vengono a vedere lo stato di
avanzamento. Fino all’anno scorso i due processi erano disgiunti mentre adesso sono stati
accorpati e unici. Siccome adesso si ragiona per processi, possiamo dire che un processo
chirurgico all’interno dell’azienda sarebbe, un esempio di processo semplice, mentre in un
azienda territoriale questa cosa è diversa ed ha la sua estrinsecazione in diversi punti.
L’accreditamento o l’autorizzazione non è l’appannaggio delle istituzioni ma coinvolge
tutti i professionisti. Ogni volta che si parla di certificazione o monitoraggio non è solo
pertinenza di una direzione, ma bisogna partecipare tutti, infatti c’è confusione nel
momento in cui si valutano i percorsi, alcune volte siamo andati in contro semplificazione e
snellimento del modello ma in realtà la maggior parte delle volte non è semplice.
Comunque tutti questi sistemi dei processi da misurare hanno degli standard a cui mirare
che sono degli indicatori di qualità. Bisogna far capire ai professionisti che bisogna
certificare ciò che fanno al fine di creare un monitoraggio adeguato. In precedenza si
accreditava il dipartimento, ma questo portava a non avere l’ idea del flusso e del
percorso del paziente. Il cambiamento che è avvenuto oggi è più in un ottica di sistema:
mira di più a una autovalutazione del monitoraggio e ad una valutazione degli esiti. I
processi che sono stati sottoposti a valutazione sono il processo emergenza-urgenza, area
critica, chirurgica, materno-infantile, oncologica e stanno lavorando sulla salute mentale,
riabilitazione, dipendenze, cure primarie. Il processo dell’emergenza urgenza rapportato al
chirurgico, è più semplice anche se non sembra perché il processo del paziente inizia e
finisce nello stesso punto, a differenza degli altri percorsi che sono molto più complessi e
dipendono da molteplici fattori (tempi di diagnostica, ecc). Quindi in un ottica di processo
ho veramente a che fare con tanti professionisti e strutture e così diventa più complesso
spacchettare un area chirurgica (che ha le sue fasi, il suo inizio e la sua fine) rispetto
all’altro. All’interno delle strutture sanitarie ci sono dei percorsi volontari come la
certificazione ISO (standard organizzativi) e degli accreditamenti professionali (standard
più focalizzati ai percorsi di diagnosi e cura), ma ci sono invece anche dei percorsi
obbligatori come l’accreditamento istituzionale: standard organizzativi e di percorso clinico
assistenziale. Gli obiettivi del percorso di autorizzazione e accreditamento sono:
confermare i mantenimento del possesso dei requisiti di accreditamento
- dimostrare il superamento delle criticità riscontrate durante la precedente verifica
- dimostrare lo sviluppo complessivo del sistema (miglioramento continuo)
- dare evidenza di capacità di governo dei vari cambiamenti intercorsi (organizzativi,
- tecnoloogie..)
dimostrare capacità di governo di processi trasversali (gestione del rischio,
- formazione e sviluppo competenze professionali)
dimostrare miglioramento complessivo della performance dell’organizzazione.
-
SOD: strutture organizzative dipartimentali (sono chiamate cos&igr