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PRELIEVO VENOSO

Il prelievo venoso consiste nell’acquisizione di un campione di sangue venoso al ne di indagare lo stato di salute del

paziente. Consiste nel pungere una vena con un ago e raccogliere il sangue con un sistema di aspirazione (vacutainer).

Le vene super ciali del braccio, in particolare i vasi situati nella fossa antecubitale, sono di solito utilizzate per il prelievo

venoso. Ove possibile, non vanno utilizzate le vene del polso interno a causa dell’alto rischio di danneggiamento delle

strutture sottostanti.

L’infermiere procede con l’accertamento infermieristico e valuta:

- quali tipi di esami sono stati prescritti dal medico, la scelta del momento per l’esecuzione del prelievo e il trattamento

del campione

- Il sito adatto alla puntura venosa, evitando vene danneggiate o zone in prossimità di infusioni per evitare l’alterazione

del campione

- L’eventuale presenza di allergie del paziente, ad esempio a sostanze contenute nel disinfettante, al cerotto adesivo o

al laccio emostatico

- Le complicazioni che potrebbero veri carsi, come rischi di emorragia

- Il livello di comprensione e collaborazione del paziente, l’eventuale presenza di paura degli aghi.

Le linee guida sottolineano che la tecnica del prelievo è asettica; quindi, tutto il materiale deve essere sterile monouso.

Materiale occorrente:

- Guanti monouso

- Tamponi con disinfettante

- Laccio emostatico

- Sistema vacutainer

- Provette adatte al tipo di esami prescritti

- Etichette con i dati del paziente

- Garze sterili

- Cerotto adesivo

- Telino

- Contenitore per taglienti

Procedura:

- E ettuare l’igiene delle mani e garantire la privacy del paziente. Identi care il paziente, spiegargli cosa si sta facendo e

come può collaborare. Suggerire di rilassarsi e posizionarsi in maniera supina o in semi-fowler.

- Sistemare il letto o il tavolo ad una altezza comoda e scegliere un sito appropriato per la puntura venosa.

- Posizionare il braccio del paziente in modo che formi una linea retta dalla spalla al polso, utilizzando un telino piegato

se serve.

- Applicare il laccio emostatico sopra circa 8-10 centimetri dal sito scelto e accertarsi della presenza del polso distale,

se non è palpabile, allentare il laccio.

- Invitare il paziente ad aprire e chiudere più volte e localizzare la vena da pungere.Deve sentirsi compatta ed elastica

alla palpazione.

- Procedere alla preparazione del lago e della camicia, detergere l’area di puntura con un movimento centrifugo e

lasciare asciugare.Rimuovere la protezione del lago e avvisare il paziente che sentirà un lieve fastidio.

- Posizionare un dito della mano non dominante 3 cm sotto il sito di puntura e tenere tesa la pelle, pungere la cute

tenendo la smussatura dell’ago verso l’alto e inserirlo con un angolo di 15° rispetto alla cute. Far avanzare la provetta

contro lago della camicia no alla perforazione del capo e accendere il riempimento della provetta. Ripetere il

procedimento in base a quante provette sono previste.

- Rimuovere il laccio emostatico, applicare una garza sterile sul sito di puntura e senza esercitare pressione estrarre

lago dalla vena.

- Esercitare pressione sul sito della puntura e ssare la garza con un cerotto, smaltire il materiale utilizzato, rimuovere i

guanti.

- Gli esperti di gestione del rischio raccomandano di applicare le etichette prima di eseguire il prelievo venoso.

È necessario evitare: vene trombizzate, vene con ebite, vene degli arti inferiori a causa di un aumentato rischio di

trombo ebite, arto con stole, aree infette o edematose, prelevare sangue da un accesso venoso, non lasciare il laccio

emostatico oltre i due minuti.

L’infermiere, nella fase successiva all’esecuzione: controlla che il paziente non manifesti cali di pressione arteriosa,

monitorare l’insorgenza di ematomi o dolore, controlla che le provette abbiano la giusta etichettatura, e ettua l’igiene

delle mani, invia i campioni in laboratorio, registra sulla documentazione infermieristica la procedura eseguita e ripristina

il materiale.

- Le provette con il tappo di colore azzurro contengono sodio citrato, un anticoagulante che permette l’esecuzione di

analisi sulla coagulazione. È sconsigliato iniziare un prelievo venoso partendo da questa provetta, nel caso fosse

l’unica, riempire prima una provetta qualsiasi e gettarla. Va conservata e trasportata a temperatura controllata, intorno

ai 20 °C. Capovolgerla delicatamente 4-5 volte subito dopo il prelievo. Alcuni esami prevedono: analisi della

protrombina, analisi della tromboplastina, aggregazione piastrinica, fattori della coagulazione, brinogeno, farmaci

anticoagulanti.

- Le provette di colore viola contengono un agente chelante usato per analizzare: la genetica, la ricerca di virus come

epatite C o B, indici in ammatori. Viene consigliato come tra gli ultimi nelle priorità di riempimento, va capovolto 4-5

volte dopo il prelievo e va conservato e trasportato a temperatura controllata intorno ai 20 °C

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- Le provette per la sierologica sono molte, di diverso colore e dimensioni, con diverso additivo a loro interno. Possono

essere: beige lunghe, blu lunghe, gialle con gel o rosse. Hanno spesso, a loro interno, un attivatore della

coagulazione, quindi non possono essere usate per il controllo dell’assetto coagulativo. Le analisi prevedono lo studio

di: enzimi, ormoni, sierologia trasfusionale, il titolo anticorpale e moltissimi allergeni.

- Le provette con il tappo di colore verde contengono eparina di litio, un additivo che impedisce la cascata coagulativa

con la sua azione anticoagulante. I suoi esami più comuni comprendono: l’analisi di metalli nel sangue, genetica,

determinazione dei bicarbonati o elettroliti plasmatici.

- Le quattro provette quantiferon, sono invece utilizzate per la ricerca della tubercolosi. Il test rivela se i linfociti

dell’individuo, sensibilizzati agli antigeni del micobatterio, producono interferone gamma. Ognuna delle quattro

provette va riempita solo di 1 ml e vai a capovolta 4-5 volte.

SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI

È una procedura infermieristica fondamentale che coinvolge abilità tecnica e valutazione dello stato di salute e sicurezza

del paziente.

Gli errori nella somministrazione possono essere commessi in qualunque fase: errori nella prescrizione, nella

trascrizione/interpretazione della terapia, nella preparazione e nella somministrazione.

L’infermiere, quando somministra i farmaci, dovrebbe osservare i tre controlli. I tre controlli si riferiscono al fatto che le

etichette dovrebbero essere controllate tre volte durante la preparazione e la somministrazione. Una volta quando si

prende il contenitore con la dose e lo si compara con la scheda di terapia, una seconda volta quando si prepara il

farmaco è una terza volta quando si ripone il contenitore nel cassetto o nello sca ale.

È importante anche rispettare le 10 “G” della giusta somministrazione:

- Giusto farmaco

- Giusto paziente

- Giusto dosaggio

- Giusta via di somministrazione

- Giusta ora

- Giusta motivazione

- Giusta documentazione

- Giusto ri uto da parte del paziente

- Giusta istruzione al paziente

- Giusta valutazione (monitoraggio dei parametri vitali)

La via di somministrazione del farmaco è indicata nella prescrizione medica, ma l’infermiere deve comunque veri care

che la preparazione farmacologica sia appropriata per la via di somministrazione speci ca.

Via orale

I farmaci somministrati per via orale sono studiati per l’assorbimento a livello dello stomaco e dell’intestino tenue.

Questa via è la più comunemente usata anche se l’azione del farmaco è lenta con e etto prolungato.

Per via orale i farmaci possono essere:

- Sublinguali

- Da sciogliere in bocca

- Da deglutire

- Per via enterale (SNG, PEG)

Materiale occorrente: farmaco in un bicchierino o in una siringa orale, farmaco disciolto in acqua o succo di frutta anche

con cannuccia, cartella della somministrazione dei farmaci o scheda di terapia computerizzata.

Valutazione: valutare la pertinenza del farmaco rispetto al paziente, valutare la capacità di deglutire, valutare se è digiuno

o se presenta nausea, valutare la conoscenza dei pazienti rispetto ai farmaci.

Procedura:

- Raccogliere il materiale e conoscere la procedura di somministrazione, compresi gli e etti negativi

- E ettuare il lavaggio delle mani e spostare il carrello dei farmaci davanti alla stanza del paziente

- Preparare i farmaci per un solo paziente alla volta

- Trasportare i farmaci a letto del paziente non lasciandoli mai in custoditi e assicurarsi che il paziente riceva il farmaco

allora giusta, quindi identi care il paziente

- Far assumere una posizione confortevole in posizione laterale o eretta, o rire acqua o altro liquido permesso con le

pillole

- Restare col paziente no a quando l’ultimo farmaco è stato assunto e controllarlo entro 30 minuti successivi per

veri care la risposta all’assunzione.

Nella somministrazione sublinguale il farmaco viene posizionato sotto la lingua o nella guancia, dove viene assorbito dai

vasi sanguigni in un periodo relativamente breve.

Nei pazienti che non possono assumere nulla per bocca e sono portatori di un sondino naso gastrico o gastrostomia

percutanea (PEG), i farmaci possono essere somministrati tramite queste due ultime vie. Veri care se il farmaco può

essere dato tramite preparazioni liquide, se queste ultime non sono fattibili possono essere frantumate le compresse in

almeno 30 ml di acqua tiepida.

Via topica

I farmaci topici sono applicati localmente sulla cute (via transcutanea), sul canale auricolare (via otologica), sulle

membrane mucose dell’occhio (via congiuntivale), sulle membrane mucose del naso, dei polmoni (via inalatoria), della

vagina e del retto.

Via parenterale

Per somministrare i farmaci tramite via parenterale si utilizzano siringhe e aghi, sia per aspirare il prodotto sia per

iniettarlo. La scelta di un ago o una siringa si basa sulla misura del diametro (espressa in Gauge) e secondo la lunghezza

dell’ago espressa in pollici. Tanto più piccolo è il numero del Gauge, tanto più grande è il diametro. Infatti un ago da 24

Gauge è più piccolo di un ago da 18 Gauge. La scelta del diametro può dipendere dalla viscosità del farmaco: un

farmaco denso, come un ormone, necessita di un ago di grosso calibro; un farmaco più uido, come la mor na,

necessita di un ago più piccolo.

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La scelta della misura della siringa dipende dal quantitativo di farmaco da somministrare: se il quantitativo è inferiore ad

1ml si usa una siringa da 1ml.

Prevede l’uso di una delle seguenti vie:

- Intradermica

- Sottocutanea

- Intramuscolare

- Endovenosa

iniezioni intradermiche

Le sono somministrazioni nel d

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
15 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Aurora.twin20 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia infermieristica 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Di Blasi Maria.