L’esperimento sta nel dividere il segmento in tre parti scartando la parte centrale ed
iterare questo ragionamento all’infinito, in modo da ottenere segmenti sempre più
piccoli scartando sempre più parti.
Ottengo così una sequenza di insiemi incapsulati, in quanto ognuno è contenuto
nell’insieme precedente.
Prendendo l’intersezione di tutti questi insiemi ottengo un insieme C (polvere di
cantor) . Questo C è un insieme per forza non vuoto, in quanto anche se i segmenti
vengono diminuiti per ogni iterazione non vengono mai eliminati del tutto.
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In particolare nell’insieme vi sono gli estremi dei segmenti, in quanto questi
rimangono sempre.
Supponendo che l’insieme di partenza “pesi” 1kg, ad ogni passaggio togliamo
2
3
¿
¿ kg.
¿
∞
1 ∑ ¿
3 k=0
Il limite per k che tende a infinito da 1. Quindi per iterazioni che tendono all’infinito il
peso della polvere di cantor tende a 0.
Quindi la polvere di cantor non pesa nulla nonostante ci siano degli elementi.
Oltre agli estremi, sono presenti altri elementi in C che si ottengono scendendo a
“zig-zag” tra i vari segmenti nelle iterazioni
Prendendo un numero qualsiasi e lo rappresento in binario (0,75 = 0,110000…) e
considerando questi 0 ed 1 come un’istruzione per scendere tra le varie iterazioni a
destra o a sinistra, posso associare ogni numeri di [0, 1] ad un numero di C. Essendo
ogni combinazione di 0 ed 1 differente, i due insiemi sono in corrispondenza iniettiva.
In particolare [0,1] è in corrispondenza iniettiva con C, quindi la sua cardinalità è
minore. Ma C è un sottoinsieme di [0,1], quindi la sua cardinalità è minore. Secondo il
teorema di cantor quindi i due insiemi sono equipotenti.
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Funzioni
Una funzione f: D C è una relazione tra gli elementi di due insiemi D e C tali che ad
ogni elemento dell’insieme D corrisponde uno ed un solo elemento di C.
Una funzione ha:
Dominio: ovvero l’insieme in cui la funzione è definita
Codominio: ovvero tutti i possibili valori che la funzione può assumere
Immagine: ovvero l’insieme dei valori assunti dalla funzione sul proprio
dominio
Controimmagine: ovvero l’insieme degli elementi del dominio che vengono
mandati nel codominio dalla funzione
Una funzione può avere delle proprietà:
Iniettiva: quando elementi distinti del dominio hanno immagini distinte.
Suriettiva: quando ogni elemento del codominio è immagine di almeno un
elemento del dominio. In questo caso l’immagine e il codominio coincidono.
Biiettiva (o biunivoca): quando la funzione è sia iniettiva sia suriettiva.
Una funzione è invertibile se e solo se è biiettiva.
Funzioni non calcolabili
Una funzione si dice calcolabile se esiste un procedimento effettivo per calcolarla.
Church disse che tutto ciò che possiamo calcolare lo possiamo calcolare tramite una
macchina di Turing, ovvero un calcolatore che segue delle istruzioni e ha degli stati
interni. (Tesi di Church).
Le macchine di Turing costruibili (ovvero le funzioni calcolabili) sono ω, mentre le
funzioni in generale da una macchina di Turing hanno la potenza del continuo, quindi
ω .
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Questo vuol dire che ci sono moltissime funzioni perfettamente definite ma che non
possono essere calcolate.
L’insieme dei naturali
L’insieme dei numeri naturali è legata all’antico procedimento del contare.
I numeri naturali vennero trattati come termini di un linguaggio e non come uno stato
metafisico solamente nel medioevo, così si cercò di porre degli assiomi.
Il primo a formulare veri assiomi matematici per l’insieme dei numeri naturali fu
Giuseppe Peano. Egli indicò dei concetti primitivi, ovvero lo zero, il numero ed il
successivo, definendo poi 5 assiomi:
Assioma Zero: I numeri formano una classe o insieme
Lo zero è un numero
Se a è un numero, il suo successivo è un numero
Se S è una classe contenente lo zero ed a appartiene ad S e succ(a) appartiene
ad S allora ogni numero naturale appartiene ad S (principio di induzione)
Se a e b sono due numeri e i loro successivi sono uguali, allora a e b sono uguali
Se a è un numero, allora il suo successivo non è zero
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Principio di induzione
Il principio di induzione, ovvero il terzo assioma di Peano, è un metodo molto potente
per ragionare su successioni infinite tramite un metodo finito. Esso afferma che se una
proprietà P vale per un caso base e vale per il suo successivo, allora vale in ogni caso.
Algebre
Reticolo
Un reticolo è una particolare struttura algebrica, ovvero un insieme dotato di
operazioni che soddisfano alcune proprietà (commutativa, associativa, distributiva
ecc…)
Un reticolo è un insieme parzialmente ordinato S che presenta un estremo inferiore
ed un estremo superiore. Dove il sup tra due elementi è più grande di A, più grande di
B, ma è il più piccolo tra tutti gli elementi più grandi di A.
Un semireticolo è invece un insieme dotato di una relazione d’ordine (e quindi
parzialmente ordinato) che presenta un estremo superiore (o estremo inferiore).
Oppure un insieme dotato di proprietà come l’idempotenza, commutatività ed
associatività. L’unione dei due semireticoli rispetto al Meet e al Join crea un reticolo
(algebra di Boole).
Esso è inoltre dotato di due operazioni (Join e Meet / Or e And) che soddisfano le
proprietà associativa, commutativa e di idempotenza.
Sia A un insieme, il suo insieme delle parti P(A) ordinato per contenenza è un reticolo.
Infatti dati B e C appartenenti a P(A) il sup sarà l’unione tra i due insiemi men tre l’inf
sarà la loro intersezione.
In un reticolo le funzioni (a,b) sup(a,b) ed (a,b) sono due operazioni,
inf(a,b)
rispettivamente il join ed il meet. (Che corrispondono quindi all’unione e
all’intersezione).
Il complemento di a è un elemento b tale che a and b = Bottom, a or b = Top
Un reticolo è detto limitato se ammette massimo e minimo
Un reticolo è detto distributivo se gode della proprietà distributiva (sia sull’and che
sull’or)
Gli insiemi delle parti sono sempre reticoli distributivi.
I reticoli distributivi ammettono solamente un complemento, cosa che non è vera
per i reticoli non distributivi. Esistono però reticoli non distributivi con un solo
complemento, ma non se ne conosce un esempio.
Algebra di Boole
L’algebra di Boole è un particolare reticolo limitato e distributivo, ovvero che gode
della proprietà distributiva, che è limitato da un minimo e massimo e che
aggiunge alla nozione di reticolo l’operatore unario di complemento (che è unico).
L’insieme potenza di un insieme è un’algebra di Boole.
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Le cui variabili in un’algebra di Boole possono assumere solamente i valori Vero o
Falso, che saranno rispettivamente il massimo ed il minimo del insieme.
Le proprietà di un’algebra di Boole sono le seguenti, dove il + è l’or logico ed il * l’and
logico. a+b = b+a a*b = b*a
Commutativa:
a+(b+c)=(a+b)+c a*(b*c)=(a*b)*c
Associativa:
a+(a*b)=a a*(a+b)=a
Assorbimento:
a+a=a a*a=a
Idempotenza:
a*(b+c)=(a*b)+(a*c) a+(b*c)=(a+b)*(a+c)
Distributiva:
a Join Bottom = a a Meet Top = a
Identità:
a Join b =Top a Meet b =Bottom
Esistenza del complemento:
Una qualunque funzione f da A in B che rispetta tutte e tre le operazioni dell’algebra
si chiama omomorfismo.
Non esistono algebre di Boole astratte in quanto (teorema di rappresentazione
delle algebre di Boole) ogni algebra di Boole è isomorfa ad un’algebra di insiemi.
Questo vuol dire che ciò che abbiamo chiamato algebre di Boole catturano
esattamente il comportamento dell’algebra degli insiemi. E’ vero anche il viceversa.
Gli elementi che costituiscono l’algebra dei sottoinsiemi che rappresenta l’algebra di
Boole sono tutti gli omomorfismi dell’algebra di Boole nell’algebra 2, ovvero l’algebra
di Boole costituita dai soli elementi Top e Bottom.
In un reticolo distributivo se due elementi b e c si comportano esattamente nello
stesso modo con il join ed il meet rispetto ad a, allora questi due elementi sono uguali.
Algebra di Heyting
Un’algebra di Heyting è un reticolo distributivo con minimo e massimo elemento tale
che l’implicazione sia definita per ogni coppia di elementi. Da questo si deduce che se
un reticolo possiede un’operazione di implicazione, esso è distributivo.
Relazione tra algebra di Boole e algebra di Heyting
L’implicazione può essere scritta in termini di complemento e connettivi per l’algebra
di Boole, infatti: AB = not(B) or B.
Nelle algebre di Heyting non esiste un connettivo di negazione logica, vi è però
un’approssimazione, infatti ¬A ≡ A → ⊥.
Ogni algebra di Boole è un’algebra di Heyting ma non vale il viceversa, in quanto
possono esistere elementi dell’algebra di Heyting che non presentano il complemento.
Esistono inoltre algebre di Heyting in cui non è vero che la doppia negazione di una
proposizione è equivalente alla proposizione stessa.
L’implicazione è una proposizione puramente intuizionista mentre la negazione è una
proposizione puramente classica. L’implicazione, nella logica classica, viene chiamata
“conseguenza semantica”, indicata con il doppio tornello. E significa che, se il modello
m soddisfa A, allora soddisfa anche B.
Nella logica intuizionista non esiste la negazione in quanto non può essere mai
certificata la falsità di una proposizione. 7
Logica classica vs Logica intuizionista
Per un classico una proposizione è vera quando corrisponde ad uno stato della
realtà.
Per un intuizionista una proposizione diventa vera solamente nel momento in cui ne
possiedo una prova. Nella logica intuizionista quindi possiamo esprimere il fato che
una proposizione sia vera, ma non c’è modo per esprimere che una proposizione sia
falsa.
Logica proposizionale
In logica viene definita sintassi l’insieme delle espressioni ben formate. Viene definita
semantica l’interpretazione M che viene data ad un linguaggio.
Alfabeto
L’alfabeto della logica proposizionale è formato da:
Insieme d simboli proposizionali: p, q, r…
I simboli dei connettivi logici
Le par
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