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CHIRURGIA TORACICA: MESOTELIOMA PLEURICO Prof. Luetti
Il mesotelioma pleurico è una patologia relativamente frequente, dico relativamente perché è una
malattia strettamente collegata, purtroppo, con determinate zone, perchè c’è un’esposizione diretta
non tanto con cancerogeni ambientali, quanto con cancerogeni legati ad attività lavorative
industriali. Il caso più eclatante ultimamente è stato quello dell’Ilva, ma in Italia ci sono stati
numerosissimi casi, numerosissime esperienze di “fabbriche di tumore”, il Porto Marghera,
Civitanova Marche, ora c’è l’Ilva , ma dove c’è un petrolchimico, dove si lavora l’amianto c’è un
aumento di incidenza di questo tipo di malattia. Tra l’altro bisogna dire che questa malattia è
ancora in fase evolutiva, in crescita nella popolazione, cioè, nonostante le forme di prevenzione,
non siamo ancora arrivati al picco della manifestazione patologica della malattia stessa. Si calcola
che il picco d’incidenza in Italia avverrà orientativamente nel 2020, ora le ultime stime dicono
intorno al 2030, quindi, questo tumore è ancora in crescita per arrivare al picco e poi iniziare piano
piano a decrescere. E’ una malattia che dimostra direttamente un’esposizione e quindi una sua
insorgenza, è una malattia che fondamentalmente tende ad insorgere dopo circa 30-40 anni di
esposizione con le fibre di asbesto.
Il cancerogeno principale per il mesotelioma pleurico è l’asbesto, poi tutti gli altri agenti patogeni
che possono essere l’inquinamento, il fumo di sigaretta, l’argon, il radon, ma fondamentalmente la
prima causa di insorgenza del mesotelioma pleurico è l’asbesto. L’asbesto è costituito da fibre
particolarmente sottili, dette aghiformi, che per via inalatoria raggiungono gli alveoli e poi, tramite i
linfatici, vanno a depositarsi sulla pleura viscerale e parietale; da qui, se si è fortunati, si sviluppa
una patologia benigna, che è quella dell’asbestosi. L’asbestosi è una patologia benigna, dove c’è
una reazione che porta ad una reazione fibrotica e non c’è una reazione neoplastica, mentre se si
è più sfortunati c’è un’attivazione del mesotelio che porta alla cancerizzazione e quindi alla
formazione del cosiddetto mesotelioma pleurico.
Nel 98’ c’erano 5000 nuovi casi/anno, nel 2018 ci saranno 9000 nuovi casi/anno in Europa, queste
stime sono state riviste a rialzo e si calcola a 12000 casi/anno nel 2028-2030. Quindi, come vi ho
detto prima, è una malattia che sta ancora crescendo come incidenza, nonostante sia una malattia
relativamente rara. È ovvio che ci sono delle zone di incidenza maggiori. Se voi pensate alla zona
vicino a Taranto, l’incidenza è elevatissima rispetto a zone dove la produzione di amianto non c’è
stata per nulla. È rarissimo il mesotelioma pleurico in natura. A questo picco seguirà un plateau e
quindi la fase decrescente della malattia, tuttavia essendo una fibra che è stata utilizzata
largamente, ed è purtroppo ancora utilizzata nei paesi in via di sviluppo, pensate all’India, alla Cina
(non conclude la frase). La nostra legislatura dice che l’amianto è assolutamente da vietare. Sono
state fatte numerose campagne di bonifica, prima l’amianto veniva utilizzato pure per isolare i
finestrini degli aerei oppure utilizzato nelle trombe degli ascensori perché ignifugo, insomma per
tanti motivi, quando era stato scoperto, l’amianto era un materiale rivoluzionario, dopo 10-15 anni
si è iniziato a vedere che però chi era esposto all’amianto iniziava ad avere dei seri problemi e
quindi sono state fatte partire delle campagne epidemiologiche di bonifica che hanno fatto togliere
l’amianto dall’ambiente e, ancora oggi, se voi pensate l’eternit è ancora molto presente nelle case
vecchie, nei vecchi capannoni abbandonati, dismessi, è ancora molto presente. Ci sono delle fibre
aghiformi di asbesto che si depositano negli alveoli, passano nei linfatici, sono naturalmente delle
fibre molto piccole per essere assorbite dai linfatici e andarsi poi a deporre all’interno delle pleure
dove si attiverà la reazione cancerogena. Tuttavia vi sono anche degli altri elementi patogeni: uno
particolare è quello del virus SV40, perché era utilizzato come vettore del virus anti-poliomelitico e
in particolare nelle scimmie aveva fatto sviluppare il mesotelioma pleurico, però fondamentalmente
siamo davanti a qualcosa che è ancora qualcosa da dimostrare e sono delle inezie, non è che
siano cause vere e proprie di insorgenza del mesotelioma pleurico.
Generalmente il mesotelioma pleurico si presenta:
• Macroscopicamente : nelle fasi iniziali come un lieve ispessimento pleurico. E’ ovvio che
l’ispessimento pleurico non viene evidenziato, non viene riconosciuto fin da subito. Molte
volte è importante raccogliere l’anamnesi lavorativa del paziente, né tanto meno con la
radiografia del torace si riesce ad evidenziare l’ispessimento pleurico stesso. A volte la
comparsa di un lieve e sottile versamento costo frenico o l’obliterazione del seno costo
frenico possono far sospettare la presenza di una patologia pleurica. Inizialmente abbiamo
un’alterazione della pleura, dapprima viscerale poi parietale, che inizia ad ispessirsi e pian
piano inizia ad aumentare nelle dimensioni e nel volume. Quindi inizia a manifestarsi con
delle placche, a “macchie di cera”, e alla fine si mostra come se fossero delle cotenne
fortemente lardacee, bianche strettamente aderenti alle strutture circostanti. Ovviamente
questa è una malattia che non si va a localizzare solo ed esclusivamente sulla pleura,
perchè la pleura riveste non solo il polmone ma anche la gabbia toracica, il pericardio, il
diaframma, quindi le pleure sono a stretto contatto con tutti gli organi endotoracici e
mediastinici. Quindi molte volte si viene a determinare infiltrazione e interessamento di
strutture mediastiniche come il vago, il pericardio, il diaframma, c’è una diffusione nelle
strutture circostanti.
• Microscopicamente invece distinguiamo tre tipi di mesotelioma pleurico:
1) epiteliale
2) sarcomatoide
3) misto, desmoplastico o bifasico.
È fondamentale distinguere i tre differenti aspetti istologici, perchè mentre nella forma
epiteliale si ha un atteggiamento molto più aggressivo dal punto di vista terapeutico, su quello
sarcomatoso da un punto di vista chirurgico c’è ben poco da fare. In altre parole la forma meno
aggressiva è l’epiteliale. La sarcomatosa è la più aggressiva. La forma mista è ovvio che ricalca un
andamento che si pone tra le due. Questo è molto importante perchè nella forma epiteliale vi può
essere un atteggiamento terapeutico di tipo chirurgico, nella forma mista bisogna valutare bene
l’estensione della malattia ma può essere suscettibile di terapia chirurgica, la forma sarcomatosa
prende in considerazione la chirurgica solo esclusivamente per la tipizzazione della malattia, vuol
dire identificare la malattia e avere una certezza diagnostica di tipo istologico. Fortunatamente la
forma più frequente è quella epiteliale con quasi più della metà dei casi dei pazienti.
COME SI FA LA DIAGNOSI? La diagnosi viene posta con il prelievo bioptico, ma dal punto di vista
microscopico parliamo di una diagnosi di immunoistochimica. L’immunoistochimica consiste
nell’utilizzazione di sonde marcate cioè autoanticorpi, delle sonde che vanno a colpire particolari
recettori, queste sonde saranno colorate con dei particolari traccianti, se si legheranno al tessuto
prelevato permettono di fare diagnosi o meno di mesotelioma. In altre parole se io ho un anticorpo
“x” che si lega al pezzo prelevato, mi fa dire in maniera specifica che quel pezzo prelevato,
bioptizzato, è mesotelioma. E’ un indicatore selettivo di malattia, di una determinata malattia,
perchè vi sono determinati recettori specifici di mesotelioma ben individuati, che rispondono a
determinate sonde.
CLINICA. Il mesotelioma pleurico si manifesta con vari quadri clinici: bisogna dire che molte volte il
quadro clinico è un quadro di difficile interpretazione, perchè abbiamo una clinica che può essere
dovuta a sintomi locali e generali, ovviamente dovuti alla presenza di una patologia neoplastica,
mentre per quanto riguarda i sintomi locali sono dovuti all’interessamento delle strutture circostanti.
Nella quasi maggioranza dei casi la sintomatologia è già tardiva, vuol dire che la clinica si rende
evidente quando ormai la malattia si trova in uno stato avanzato e quindi gli accorgimenti
terapeutici sono limitati. Il primo segno clinico è il dolore, perchè la pleura è innervata. Quindi
essendo innervata, il tumore del polmone non fa male, fa male quando infiltra la pleura o la parete
toracica altrimenti non fa male. Quindi il primo segno è il dolore che spesso è ingravescente e
refrattario agli anti-dolorifici, che porta il paziente ad avere un iniziale affaticamento e difficoltà
respiratoria, quindi dispnea. Dispnea perchè il mesotelioma può interessare tutta la pleura e
quindi, ovviamente, ogni lato dx o sx, e quindi determinerà una riduzione della forza elastica del
polmone oppure perché per il dolore il paziente tende a ipoventilare, quindi l’escursione
diaframmatica sarà minore e quindi va incontro a dispnea oppure negli stadi più avanzati il tumore
tende a infiltrare le strutture parenchimali e negli stadi ancora più avanzati la struttura bronchiale e
quindi conseguentemente a dare dispnea. Gradualmente viene esclusa quell’area di polmone. Un
altro segno che si correla con il mesotelioma pleurico è il versamento pleurico, che si determina
clinicamente con dolore toracico, dispnea e si fa diagnosi con Rx torace, perchè la pleura, che è
una sierosa, produce liquido che viene normalmente riassorbito. Quando la produzione di liquido è
particolarmente abbondante, come avviene nel mesotelioma perchè c’è un’alterazione
architetturale anche delle strutture ghiandolari, si ha un aumento della porzione liquida e il paziente
si presenta con un versamento pleurico massivo, dove tutta la pleura viene occupata da liquido.
Altro segno particolare è la tosse per irritazione pleurica diretta, a volte non è tanto il dolore,
quanto la tosse il primo segno. E poi tutti quei segni tipici di una neoplasia: astenia, anoressia e
dimagrimento. Un paziente con un cancro tende ad alimentarsi di meno e inoltre il tumore tende
ad avere una “necessità calorica”, di nutrim