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Queste due guerre sono una degli elementi per capire gli accordi di Oslo.

Gli accordi israelo-palestinesi di Oslo

Questi accordi sono sembrati dare una svolta alla vicenda israelo-palestinese. L’intifada genera uno stato di

insicurezza e di conflitto interno con influenza importante nei governi israeliani che bisogna negoziare.

La fine della guerra fredda genera un’ondata di immigrazione che mette in discussione gli equilibri

demografici di Israele. Gli ebrei hanno paura di essere superati dagli arabi. Nello stesso tempo ad Israele le

migrazioni spingono ad utilizzare di più il territorio del paese. Si creano maggiori insediamenti che

all’interno del governo creano delle tensioni sulla colonizzazione sistematica dei territori occupati dal

momento che la comunità internazionale non le riconosce. Ci sono delle condizioni locali e delle condizioni

regionali come la guerra contro il Kuwait. Durante la guerra, Hussein (Iraq) cerca di allargare il conflitto

modificando il senso del conflitto coinvolgendo Israele attraverso il lancio di razzi contro il territorio di

Israele. Israele non reagisce, verrà garantita la sua sicurezza dagli Usa nonostante vi sia tentazione a

controbattere. Nel caso della guerra del golfo, Israele non reagisce dal momento che l’Iraq si trova da solo

dopo l’attacco al Kuwait. Se Israele rispondesse all’Iraq gli altri paesi arabi farebbero fatica a schierarsi dalla

stessa parte di Israele contro un paese arabo. Il successo americano di difesa impedisce che questo attacco ed

Israele acquisisce un credito per il futuro nel momento in cui a guerra conclusa si aprono dei negoziati che

vedono Israele in una posizione di forza anche perché convinto che bisogna trovare una soluzione per la

politica di occupazione. l’OLP si trova invece in debolezza dal momento che era l’unica forza che si schiera

con Hussein. Perfino la Siria vicina all’Iraq, alla fine si unisce alla coalizione internazionale che si oppone

all’invasione e sostiene politicamente l’operazione militare contro Hussein. l’OLP quindi è sola per

debolezza politica ma anche per il taglio dei finanziamenti dalle monarchie del golfo che sostentavano i

palestinesi. Le monarchie del golfo erano infatti molti ostili ad Hussein. Inoltre molti palestinesi sono

lavoratori migranti nelle monarchie del golfo in Giordania ed in Egitto. In queste comunità di lavoratori,

durante la guerra del Golfo, lavorano molti migranti e durante gli anni ’80 dalla ricchezza generata dal

petrolio, si formano questi spostamenti migratori verso i paesi del greggio. La crisi del golfo quindi si deve

organizzare con l’evacuazione di queste persone che scappano dall’area del golfo. Durante la guerra i

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palestinesi vengono espulsi dai paesi dove lavoravano per essersi schierati con l’OLP e Hussein. Il fatto che

vengano esclusi avrà un effetto negativo nell’economia nel lungo periodo. Ciò ci aiuta a capire come la firma

del governo di Oslo non venga accettata dal mondo arabo ma alla fine si arriva alla firma. Nella conferenza

di Madrid USA e URSS sono sponsor di questa anche se il dialogo fra Israeliani e Palestinesi non andrà

bene. Solo un’iniziativa segreta condotta dal governo norvegese farà si che si arrivi ad un accordo.

Nei primi accordi firmati a Washington nel 1993 (OSLO 1) viene riconosciuta la formazione di un’entità

politica, l’autorità nazionale palestinese, che viene riconosciuta, come istituzione legittima che rappresenta la

popolazione palestinese, da Israele. A questa Israele accetta di cominciare a cedere ,in un progresso

graduale ,la responsabilità di amministrare piccoli pezzi separati dei territori separati. Questa cessione

progressiva di amministrazione interna viene accompagnata dall’avvio del ritiro degli israeliani da queste

piccole porzioni. Via via che si attribuiscono delle responsabilità si tolgono gli israeliani da quei territori. Si

rinvia però quello che è più complicato come la questione dei migranti che vivono fuori da Israele e che

rivogliono le proprie case e possedimenti , la questione di Gerusalemme, gli insediamenti israeliani e la

definizione dei confini.

Tutto questo viene lasciato in sospeso ma si avvia un processo graduale dove i territori occupati

(Cisgiordania e Gaza) vengono divisi in 3 territori: A, B, C. A pieno controllo palestinese; ….

Con le lettere di mutuo riconoscimento tra Israele ed OLP si instaura un processo di riconoscimento mutuo e

l’OLP dichiara di lasciare il terrorismo.

Nel 1994 avviene un negoziato al Cairo come processo intermedio di pacificazione sulla striscia di Gaza e

sull’area di Gerico.

Nel 1995 ad OSLO 2 vengono firmati dei patti dove vengono identificati una serie di villaggi che sono

sparpagliati nell’area occupata (+450) in cui viene ceduta ai palestinesi la libertà di autogovernarsi.

Intorno al governo di pace vengono assicurate delle garanzie economiche. L’Europa era riuscita ad entrare in

gioco come collettività ne conflitto in medio oriente. A partire dal 1973 gli europei si schierano con gli arabi

ed Israele da quel momento in poi tende a cercare appoggio negli Usa rifiutando il coinvolgimento della

comunità Europea e degli stati europei. Nel 1976 la CE dà sostegno economico ai palestinesi che da un lato

va bene per Israele ma sono anche delle forme d’aiuto con diretta ricaduta politica ed Israele sarà sempre

diffidente nell’Europa.

Questa entra in gioco nella conferenza di Madrid nella commissione economica del medio oriente. Alla

sottoscrizione degli accordi l’Europa verrà riconosciuta come partner economico e finanziario attraverso una

politica regionale che vie e concepita come il contenitore dentro al quale si portano avanti delle politiche che

mirano alla riconciliazione arabo - israeliana condividendo aspirazioni ed obiettivi. Il ruolo dell’Europa

viene quindi visto come finanziatore di una ricostruzione condivisa (1995). La fine del processo di pace

vedrà finire anche l’iniziativa europea sul campo della politica estera che serviva a proiettare nel medio

oriente una capacità di pacificazione oltre mediterraneo.

A partire dagli anno 2000 il processo di pace è in una situazione di stallo ed ogni presidenza americana

propone una pace ma i risultati fin ad ora sono stati minimi.

La prima guerra del golfo - Iran - Iraq 1980-1988

Quesa guerra rappresenta il primo manifestarsi di una instabilità politica nel medio oriente frutto della scarsa

legittimità dei confini regionali stabiliti nella guerra fredda dove sono nati degli stati con delle scarse

fondamenta linguistico culturale. Accanto a questa dimensione a partire dagli anni ’80 l’insieme dei

movimenti politici in medio oriente segna l’inizio della storia globale, quello in cui l’Islam Politico diventa

un fattore fondamentale di politica internazionale.

La prima guerra del golfo riguarda 2 delle principali potenze dell’area medio orientale. I paesi che hanno una

dimensione demografica ed economica significativa sono Iran ed Iraq. Per entrambi i paesi gli anni ’70 sono

anni floridi che permettono politiche economiche di affermazione internazionale. Sono paesi molto

ambiziosi. L’Iran erede dell’Impero Persiano, Bagdad grande capitale del mondo arabo, sede di importanti

entità politiche. Hussein che arriva al potere alla fine degli anni ’60 vuole imporsi come leader del mondo

arabo. Il mondo arabo si ritrova nell’ostilità contro Israele ma è diviso.

La politicizzazione dell’Islam viene data per scontato ma la rivoluzione porta un senso di precarietà nel

controllo politico per l’acuirsi del senso religioso. I paesi arabi sono contrari al nuovo regime islamico che si

afferma in Iran. I rapporti fra sciiti e sunniti non sono mai facili. Gli sciiti vengono visti come dissidenti

rispetto ai sunniti. Il nuovo governo iraniano è fortemente militante ed incomincia ad offrire sostegno ai pioli

gruppi con i quali condividi gli obiettivi religiosi. E’ un rischio potenziale ed il regime iraniano viene isolato.

In questo isolamento si innesta l’ambizione irachena nel voler espandere la propria potenza. Ci sono delle

controversie di confine che riguardano delle aree dove vi è molto petrolio. Una delle zone più ricche di

petrolio è vicina a Kirkok. Vi è quindi una rivalità religiosa ed ideologica. C’è un area di instabilità a Nord e

soprattutto nel Sud (foce del fiume Eufrate) dove vi è anche qui molto petrolio.

Il conflitto ideologico è tra tradizione e modernizzazione ma anche religioso appunto all’opzione sciita o

sunnita. La preoccupazione è che la rivoluzione in Iran porti alla nascita di un’opposizione interna al paese.

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Il regime iraniano sembra quindi deboli visto che isolato dal resto del mondo. Hussein, uomo più armato del

medio oriente grazie a Francia ed URSS, è espressione del mondo militare dopo il colpo di stato che attuò.

In una situazione come questa la guerra contro l’Iran sembra la via per definire i confini, acquisire maggiori

risorse (vista lo shock petrolifero) ed affermare un nuovo ordine basato sulla supremazia geopolitica del

Golfo. Hussein crede di essersi guadagnato un appoggio dall’Occidente e le prime operazioni militari

sembrano andare bene. La risposta iraniana è però molto pronta. E’ una guerra molto cruenta e lunga che

vede molte campagne ed avanzate con ritirate da ambo le parti. Non ci sono grandi avvenimenti, è una guerra

di logoramento. La guerra fa il beneficio economico di molto paesi fra cui la Turchia, che anche se neutrale

commercia con entrambi i paesi. E’ anche il caso dell’Italia, della Francia che diventano interlocutori

dell’Iraq visto le grandi quantità di greggio. Molti occidentali gli fanno credito.

Nel 1988 la guerra arriva ad esaurirsi. Non ci sono modifiche territoriali particolari ma un’armistizio che

sottolinea una forte divisione all’interno del mondo islamico stesso ma anche pesanti conseguenze

economiche anche per il calo del prezzo del petrolio. l’Iraq è sull’orlo della crisi finanziaria ed guarda alla

nuova fase storica come opportunità per consolidare il proprio potere dopo la disfatta della guerra.

La nuova vittima è il Kuwait che viene scelto dall’Iraq per conflitti dati dai confini. Nel periodo fra le due

guerre la GB stacca un pezzo dall’Iraq e crea il Kuwait per far si che l’accesso all’Iraq al mare sia più stretto

creando una dipendenza nel paese. La GB lo tiene separato sotto un controllo diretto. Dopo poco il Kuwait

diventa indipendente e l’Iraq ha sempre contestato la legittimità della sua esistenza.

Nel momento in cui finisce la guerra persa contro l’Iran dopo 8 a

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A.A. 2018-2019
6 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Accademico99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Calandri Elena.