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La durata del parto
Riguardo alla durata della gravidanza, il parto si dice:
- Pretermine: se si verifica tra la 26° e la 37° settimana
- A termine: se avviene tra la 37° e la 41° settimana
- Postermine: se avviene oltre la 41° settimana
Le cause del parto
Il parto viene indotto dall'ossitocina e dalle prostaglandine (cause del parto) che provocano le contrazioni uterine, da cui deriva il travaglio.
Le contrazioni uterine sono essenziali per l'espletamento del travaglio ed hanno le seguenti caratteristiche:
- Involontarie: in quanto dipendenti dall'azione dei centri nervosi cerebro-spinali
- Intermittenti: in quanto si succedono ritmicamente intervallate da una pausa
- Dolorose: per stiramento ed ipossia transitoria delle fibrocellule del miometrio e per la compressione delle terminazioni nervose
L'attività contrattile uterina viene considerata:
- Normale: se le contrazioni durano 30-60 secondi ogni 3-4
- Ipercinesia: se le contrazioni durano >90 secondi al ritmo di 2 contrazioni al minuto
- Ipertono: se la contrazione è protratta
I rapporti estrinseci tra il feto e l'utero e il bacino sono:
- Situazione: rapporto tra il maggiore asse del corpo fetale e il maggiore asse della cavità uterina, se è longitudinale è una situazione normale, se è trasversa o obliqua è una situazione patologica
- Presentazione: prima grossa parte fetale in rapporto con lo stretto superiore del bacino.
Le presentazioni cefaliche sono 4: vertice (95% dei parti), bregma, fronte e faccia (0,5% dei parti).
Inoltre la presentazione può essere podalica (4% dei parti) o di spalla (0,5% dei parti).
Posizione: rapporto tra indici della parte presentata e indici materni, rappresentati da determinati punti di riferimento sul perimetro dell'ingresso pelvico.
Gli indici fetali sono: vertice (piccola fontanella), bregma (grande fontanella), fronte e faccia.
fontanella),faccia (mento), fronte (naso), podice (osso sacro) e spalla (acromion).
Gli indici materni sono le estremità dei due diametri obliqui che attraversano il canale del parto.
- Livello della parte presentata: rapporto fra l'indice della parte presentata e della sua maggiore circonferenza con i vari piani del canale del parto.
I FATTORI DEL PARTO
I fattori del parto o elementi del parto sono:
- Corpo mobile: è il feto che in travaglio a causa della pressione endoamniotica assume una forma cilindrica (ovoide fetale). Il feto per progredire correttamente attraverso il canale dovrà effettuare una rotazione di 45° circa per adattare i suoi diametri con quelli più favorevoli del canale del parto.
- Forza: è la causa efficiente del travaglio ed è realizzata dalle contrazioni della muscolatura uterina, dei muscoli addominali e del diaframma (torchio addominale).
- Canale: il canale osseo o piccolo bacino e il canale molle o
La contrazione uterina parte da una soglia ben definita, il tono basale, che incrementa gradualmente fino ad arrivare all'Acme (periodo di massima intensità e di minore durata), quindi decresce lentamente fino a ritornare al tono basale e realizzando la pausa che è l'intervallo tra due contrazioni.
Le contrazioni aumentano di frequenza man mano che il travaglio progredisce e l'unità di misura dell'attività contrattile del miometrio è l'Unità Montevideo (UM = intensità x frequenza).
Le contrazioni generano un aumento della pressione endoamniotica, infatti il tono basale ha una pressione di 10 mmHg, l'inizio del travaglio 20-25 mmHg e il periodo espulsivo 60 mmHg, inoltre nel periodo espulsivo alla forza generata dalle contrazioni uterine si somma quella generata dai muscoli addominali e dal diaframma, quindi raggiunge i 150-180 mmHg.
La spinta efficiente è quella capace di espellere il feto e
sarà tanto più agevole quanto maggiore è il rilassamento del pavimento pelvico. I FENOMENI DEL PARTO I fenomeni del parto sono: - Fenomeni dinamici (materni): sono le modifiche del canale del parto per effetto del passaggio del feto. Nel periodo dilatante si hanno l'appianamento del collo uterino, la rottura delle membrane amnio-coriali e la distensione di vagina, perineo ed anello vulvare. - Fenomeni meccanici (materni e fetali): sono le modificazioni fra il corpo mobile e il canale del parto per effetto della forza e si svolgono cronologicamente in 6 tempi: riduzione ed impegno della parte presentata (è il tempo in cui la parte presentata adatta i suoi diametri con quelli dell'ingresso pelvico), progressione (è il tempo nel quale la parte presentata avanza lungo il canale del parto sotto l'azione della forza), rotazione interna (è il tempo nel quale la parte presentata viene sollecitata a disporre il suo diametro piùlungo nella stessa direzione del diametro del canale del parto), disimpegno della parte presentata (è il tempo nel quale la parte presentata supera il piano perineale e l'anello vulvare), rotazione esterna o restituzione (è il tempo in cui la parte presentata compie una rotazione contraria al movimento della rotazione interna) e espulsione totale del feto (è il tempo della fuoriuscita del feto dal canale del parto). - Fenomeni plastici (fetali): sono le modifiche alle quali la parte presentata va incontro nell'attraversare il canale del parto, infatti nella presentazione cefalica ci sono modificazioni plastiche delle ossa della volta cranica più modificazioni delle parti molli, mentre nella presentazione podalica o di spalla ci sono solo modificazioni delle parti molli. I PERIODI DEL PARTO I periodi del parto sono 4: - Periodo prodromico: è caratterizzato da diminuzione del peso corporeo nei giorni immediatamente precedenti, contrazioni.- Periodo preparto: sintomi come contrazioni uterine sporadiche, espulsione del tappo gelatinoso, piccola perdita ematica e stimolo frequente alla minzione.
- Periodo dilatante: inizia con contrazioni regolari ogni 2-3 minuti e termina quando il collo della cervice uterina ha raggiunto la dilatazione completa di 10cm. La durata di questo periodo è molto variabile, più lenta al primo parto (13 ore), più veloce nei seguenti (5-7 ore).
- Periodo espulsivo: inizia dalla dilatazione completa della cervice o meglio con il premito (sensazione di defecare) e termina con l'espulsione del feto. La sua durata è variabile (di solito < 2 ore), periodi espulsivi prolungati sono causa di preoccupazione circa le condizioni del feto.
- Periodo del secondamento: periodo durante il quale avviene l'espulsione o l'estrazione degli annessi fetali (placenta) e può essere spontaneo o artificiale. La durata dell'intero periodo è di circa 20 minuti e in caso di espulsione manuale.
infezioni e dalle allergie, è sempre pronto a costozero e alla temperatura ottimale.
L'allattamento materno è il processo con il quale la donna nutre il proprio bambino dalla nascita, attraverso la produzione e l'emissione di latte dal seno, grazie alla suzione diretta del bambino dalle mammelle.
L'allattamento soddisfa oltre al desiderio della fame, anche quelli della sete, del bisogno di consolazione ed è l'unico alimento digeribile per il neonato.
Il latte funziona come un vaccino naturale sicuro al 100% infatti contiene notevoli quantità di anticorpi (immunoglobulina secretoria A o IgA, che lo protegge dagli attacchi di microrganismi (attraverso gola, polmoni, intestino).
Si distinguono 3 tipi di latte materno:
- Colostro: prodotto dal 1° al 6° giorno di vita, è molto ricco di fattori nutritivi come proteine, sali minerali ed oligosaccaridi, ma anche di anticorpi come iglobuli bianchi
- Latte di transizione:
prodotto dal 6° al 14° giorno, più ricco di grassi e lattosio epiù povero di proteine e minerali•
Latte maturo: prodotto dal 15° giorno in poi
La prolattina entra in circolo dopo la poppata per produrre il latte della poppatasuccessiva, è secreta in maggiore quantità durante la notte e sopprime l’ovulazione.
Il riflesso dell’ossitocina agisce prima e durante la poppata e permette la fuoriuscitadel latte, provoca contrazioni dell’utero, inoltre è stimolato dal semplice pianto delbambino mentre è inibito da preoccupazioni e stress.
Le caratteristiche dell’allattamento al seno sono:
- Allattamento e farmaci: l’escrezione di farmaci nel latte dipende dallacomposizione chimica del farmaco, dalla dose, dalla liposolubilità e dallacapacità di produzione del latte.
Consigli per diminuire l’ef