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Infezioni delle vie urinarie
L'urocoltura può essere eseguita dopo prelievo diretto o con campioni di lavaggio vescicale. Se le colture risultano positive bisogna adattare il regime antibiotico alla sensibilità dimostrata dai microrganismi. In caso di negatività dell'urinocoltura, la causa di febbre e di disuria deve essere rivalutata; è opportuno controllare l'esatto posizionamento del catetere stesso e la sua pervietà.
In caso di piuria, la terapia antibiotica deve essere iniziata in modo empirico con una cefalosporina di prima generazione, un aminoglicoside od un chinolone, naturalmente dopo aver ottenuto un campione di urine per l'urocoltura. È inoltre necessaria la rimozione o la sostituzione del catetere, in quanto nei pazienti con infezione urinaria è stata dimostrata la presenza di un biofilm di glicocalice batterico colonizzato da patogeni che riveste il lume del catetere. Il mantenimento di un elevato
- flusso urinario mediante idratazione per 05. infusioni o diuretici si rivela un accorgimento utile per ridurre la carica batterica urinaria.
- INFEZIONI DELLE VIE URINARIE
- Una volta che il patogeno viene identificato, nella maggior parte dei pazienti l'urina diviene sterile con una terapia antibiotica mirata e un periodo relativamente breve di cateterizzazione vescicale postoperatoria.
- In qualche caso il germe responsabile non viene identificato; se il sospetto di coinvolgimento delle vie urinarie è consistente è opportuno considerare la presenza di un'infezione nosocomiale da particolari microrganismi, quali il pseudomonas, o da miceti.
- INFEZIONI DELLE VIE URINARIE
- Una infezione urinaria refrattaria alla terapia o che recidiva rapidamente dovrebbe rappresentare un segnale d'allarme circa eventuali problemi meccanici, spesso ostruttivi, che possono promuovere l'infezione.
- Più del 35% dei pazienti con infezioni urinarie persistenti o recidivanti, nonostante
cicliripetuti di antibiotici, presenta malformazioni del parenchima renale o dell'uretere.
INFEZIONI DELLE VIE URINARIE
Per i pazienti con infezioni urinarie recidivanti un esame ecografico sovrapubico o transrettale è fondamentale; la nefrostomia percutanea realizzata tempestivamente può rappresentare un intervento salvavita in caso di una sepsi da ostruzione delle vie urinarie. La conferma diagnostica di idronefrosi in un paziente con infezioni urinarie recidivanti, soprattutto dopo procedure chirurgiche a livello dello scavo pelvico, indica il posizionamento di una endoprotesi temporanea o il reimpianto dell'uretere leso. In caso di litiasi ostruente è indicata la rimozione del calcolo con ESWL o per via chirurgica; in caso di prostatite o vescicolite la diagnosi deve essere perfezionata con la coltura del secreto uretrale ottenuta per spremitura o tramite tampone, e la terapia impostata sulla base dei risultati ottenuti.