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DOMANDE APERTE LIVI

1. Teoria delle sinergie

se l’operazione di crescita esterna è in grado di creare dei risultati più che proporzionali

rispetto alla somma di quelli che otterrebbero le singole unità autonome, si ha la produzione

di sinergia che permette di avere una riduzione delle risorse impiegate o un miglioramento dei

risultati a parità di risorse. Le sinergie possono essere razionalizzate in tre categorie:

- collusive: derivate dall’aumento delle quote e del potere di mercato

- operative: collegate al livello di efficienza produttiva e commerciale

- finanziarie: conseguenti alla riduzione del costo del capitale e variabilità di risultati e rischio.

Queste si determinano con operazioni di acquisizioni di imprese che operano in business non

correlati, e principalmente si usano per migliorare la struttura finanziaria o ridurre il rischio

residuale.

Le sinergie create da operazioni di crescita sono determinate da fattori tra loro interagenti in

grado da inficiare il rischio complessivo.

2. teoria delle economie dimensionali

Un’ulteriore motivazione che porta all’uso di operazione di crescita esterna riguarda la

possibilità di raggiungere dimensioni rilevanti tali da consentire lo sfruttamento di economie

dimensionali. La crescita dimensionale, infatti, consente di far fruttare a pieno le potenzialità,

il know-how e la struttura esistenti nelle singole unità aziendali. Inoltre, l’incremento delle

dimensione può favorire la riduzione dei costi unitari, nonché un’efficiente utilizzo delle

risorse.

Le economie dimensionali si raggruppano in due macro categorie principali:

1. Economie di scala: consentono una riduzione del costo unitario di un bene

all’aumentare della scala di produzione. Sono fondamentali nei settori in cui vi è una rigida

struttura di costi fissi che necessitano di essere spalmati su un elevato numero di output.

2. Economie di scopo: consentono la riduzione dei costi derivanti dalla produzione

congiunta di prodotti diversi, utilizzando fattori produttivi comuni che non devono essere

duplicati.

Le economie di scopo possono originare da diverse situazioni:

- Dalla produzione congiunta di due beni che può consentire lo sfruttamento completo

di risorse materiali che rimarrebbero sottoutilizzate;

- Da un determinato processo produttivo che può realizzare congiuntamente due o più

prodotti secondo rapporti relativamente fissi;

- Dalle conoscenze produttive sviluppate a un’impresa o dall’immagine conquistata per

un certo prodotto che possono essere sfruttabili vantaggiosamente per altri output.

Le risorse condivisibili tra più attività possono essere sia tangibili che intangibili. Economie di

scopo tangibili si possono ottenere, ad esempio, dalla produzione congiunta di beni che

utilizzano la stessa materia prima. Le economie di scopo di tipo intangibile sono generate

dalla condivisione di risorse intangibili quali il know-how acquisito da un’impresa nella

produzione e commercializzazione di uno specifico prodotto, che in certi casi può essere

facilmente trasferito alla produzione e alla commercializzazione di prodotti correlati.

Le economie dimensionali possono riguardare anche le attività di approvvigionamento dei

fattori produttivi e delle risorse finanziarie, di distribuzione, R&S e marketing, di gestione e

organizzazione in senso ampio, di razionalizzazione tecnica amministrativa e tecnologica.

Le economie dimensionali ottenibili a livello di fonti di finanziamento sono composite: possono

riguardare sia il capitale proprio, sia quello di debito. In relazione al puro aumento

dimensionale, i costi fissi relativi alle operazioni di raccolta possono essere ripartiti su una

maggior volume di fondi, riducendo così il costo medio del reperimento. Inoltre, all’aumento

delle dimensioni si accompagna solitamente anche quello del potere negoziale dell’impresa,

che può essere sfruttato per l’ottenimento di migliori condizioni di finanziamento.

Relativamente alla rete distributiva, una volta costituita, il costo addizionale per inserirvi

prodotti simili o complementari può essere trascurabile o in alcuni casi persino negativo, se i

nuovi prodotti completano la gamma di vendita e migliorano il servizio reso al cliente.

Le diverse forme di aggregazione

Le forme di impresa possono essere classificabili in base al grado di integrazione che

possono raggiungere e in base alla tipologia di transazione posta in essere tra le due

imprese.

Fusione: presuppone un massimo grado di concentrazione. Può essere di due tipi: per

incorporazione se una delle due imprese perde identità e viene completamente incorporata

nell’altra; fusione in senso proprio se entrambe si fondono in una nuova impresa.

Acquisizione: le acquisizioni proprie sono rappresentate da transazioni in cui si assiste alla

cessione di partecipazioni di alcune imprese in altre. Spesso l’acquisizione del controllo di

un’impresa preclude una successiva fusione.

Joint venture: sono forme di concentrazione parziale in cui due o più imprese apportano nuovi

capitali o risorse per una nuova entità a cui partecipano al capitale sociale. Le imprese che

originano un jv non perdono la loro identità giuridica.

Consorzi: sono forme di concentrazione parziale, in cui delle imprese, partecipando al

consorzio, devolvono lo svolgimento di determinate attività.

Accordi: più imprese perseguono integrazioni parziali. Gli accordi possono prevedere scambi

azionari tra gli aderenti (accordi equity) oppure cooperazione senza scambi (non equity).

Le direzioni delle acquisizioni

Le M&A possono prendere diverse direzioni strategiche a seconda dell'obiettivo: - verticali - orizzontali

- conglomerali e concentriche.

Le operazioni verticali tendono a mettere in pratica processi di M&A con fornitori o clienti. Con una

operazione verticale, si racchiude all'interno di una impresa le varie fasi produttive che prima lasciava

ad altre imprese. Il punto cruciale della integrazione consiste quindi nella sostituzione degli scambi di

mercato con scambi interni alla impresa.

Le decisioni di integrazione verticale sono prese valutando la convenienza economica dell'alternativa

make or buy, da una parte esaminando i risparmi di costo che l'integrazione consentirebbe

(diminuzione dei costi di transazione) e dall'altra si contrappongono gli investimenti necessari

per dotarsi internamente della capacità produttiva di un determinato bene o servizio.

Le operazioni orizzontali

Le fusioni e acquisizioni orizzontali avvengono tra imprese il cui business è fondamentalmente

analogo. Esse quindi appartengono allo stesso settore produttivo e l'identità di business si

ripercuote sugli assetti strutturali, sulle logiche di gestione e sulle caratteristiche culturali. Si

da luogo ad una operazione orizzontale quando tra le due imprese c'è convergenza dei

mercati ed ancora una coerenza tra i prodotti e processi tecnologici utilizzati. Al fine di

raggiungere tali obiettivi, le operazioni orizzontali vengono il più delle volte effettuate con

acquisizione del controllo del pacchetto i maggioranza.

Le operazioni conglomerali e concentriche.

Le operazioni conglomerati e concentriche sono entrambe ricollegabili ad una strategia di diversificazione

anche se tra loro restano numerose differenze. La diversificazione rappresenta una

caratteristica naturale dello sviluppo dell'impresa, e consiste nell'aggiungere una nuova

attività a quella che l'impresa già svolge. Un'operazione si dice conglomerare quando

un'impresa ne acquisisce un'altra ma fra le due entità non c'è nessuna relazione in termini di

mercati, servizi, canali distributivi, know-how. L'obiettivo è allora spesso quello di ricercare

sinergie finanziarie o mantenere una composizione di business che generi flussi di cassa tra

loro funzionali. Da un punto di vista manageriale, quindi le acquisizioni conglomerali si

rivelano più semplici da gestire, rapide e meno costose. Le operazioni concentriche attivano

un processo di diversificazione mantenendo sinergie operative con il business di base.

Le vie dello sviluppo

La crescita esterna dell'impresa è una modalità di sviluppo attuata da lungo tempo nelle economie

capitalistiche più avanzate e si hanno quando il controllo di una impresa viene acquisito a un'altra,

dando luogo ad una singola unità giuridica ovvero ad un gruppo di imprese. Il fine immanente delle

M&A aziendali, resta quello di acquisire, conservare e sviluppare un vantaggio competitivo che si

contrappone ad una serie di rischi riconducibili alla difficoltà di realizzare l'integrazione tra le

imprese che entrano in competizione tra loro. Da questo punto di vista si individua una categoria

definibile di "operazioni di amministrazione straordinaria", termine usato per allargare la

prospettiva di analisi oltre le considerazioni più strettamente tecniche, per arrivare poi alle c.d.

"operazioni di finanza straordinaria", intendendo per tali quelle azioni che non influiscono in modo

diretto ed immediato sulle attività tipiche dell'oggetto sociale.

La crescita come frutto di una decisione strategica

Non c'è dubbio che la decisione di acquisire una impresa rientri nelle decisioni strategiche

aziendali, perché al pari dell'effetto di un investimento ad esempio in beni strumentali, con

l'acquisizione si raggiungono obiettivi imprenditoriali. Eventi che possono risvegliare una

particolare attenzione alla strategia sono relativi alla presenza di extra risorse rispetto al normale

fabbisogno oppure al contrario al verificarsi di un pericolo esterno che minaccia la sopravvivenza o

la redditività della impresa stessa. Si ha allora che a seconda che l'impresa acquisita operi o meno

in aree strategiche già presidiate dalla impresa acquirente, le acquisizioni possono collocarsi a due

livelli di decisioni strategiche. Se l'impresa opera in aree già presidiate dalla acquirente si parla di

acquisizioni a 'livello di area strategica d’affari (business acquisition). Il fine principale di tali

operazioni è il rafforzamento competitivo su uno specifico business. Considerato l'apporto dato,

potremmo configurarle tra: 1) acquisizione di una capacità specifica, quando l'acquisizione è

finalizzata a completare il pacchetto di competenza ritenute necessarie per operare sullo specifico

business 2) acquisizione di una posizione nel business, nel caso invece in cui l'obiettivo è

l'acquisizione di rilevanti quote di mercato, detenute dall’impresa acquisita.

Nel caso invece in cui si procede ad acquisire imprese operanti su nuove aree strategiche di affari,

per ampliare il portafogli di attività si parla di acquisizioni a livello aziend

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A.A. 2018-2019
26 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jordyfox di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ristrutturazione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Sancetta Giuseppe.