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CAPITOLO 12: GESTIONE DEL PROCESSO DI SVILUPPO DI UN NUOVO PRODOTTO
12.2. Obiettivi del processo di sviluppo di un nuovo prodotto
Perché lo sviluppo di un nuovo prodotto abbia successo occorre raggiungere tre obbiettivi:
1. massimizzare la soddisfazione del cliente;
2. ridurre i tempi del ciclo di sviluppo;
3. controllare i costi di sviluppo.
12.2.1. Massimizzare la soddisfazione del cliente
Per raggiungere il successo, il nuovo prodotto deve creare valore per il cliente, offrendo caratteristiche
superiori, più qualità o un prezzo più conveniente. Molti progetti non riescono a soddisfare tali requisiti: la
impresa potrebbe avere un’idea confusa degli attributi del prodotto che possiedono valore per il cliente, o
potrebbe sopravvalutare la disponibilità del cliente a spendere per ottenere determinate caratteristiche, o
ancora potrebbe non riuscire a fronteggiare l’eterogeneità della domanda del cliente.
Molti prodotti offrono delle caratteristiche tecnologiche avanzate rispetto a prodotti già esistenti, ma non
riescono a soddisfare le richieste del cliente, fino ad essere rifiutati dal mercato.
12.2.2. Ridurre la durata del ciclo di sviluppo
I prodotti che riescono a soddisfare il cliente rischiano di “fallire” se arrivano sul mercato troppo tardi.
L’ingresso in una fase embrionale del CVP potrebbe favorire l’impresa nella costruzione della brand loyalty,
mentre se l’impresa produce troppo tardi i clienti potrebbero essere già legati da relazioni di fiducia ad altri
prodotti. Il lancio del prodotto in una fase iniziale permette di disporre di maggior tempo per sviluppare
beni complementari, di conseguenza i prodotti introdotti per primi tendono ad acquisire un vantaggio in
termini di base di clienti e di installazioni, nonché di disponibilità dei beni complementari.
Altro aspetto riguarda i costi corrispondenti e l’effetto esercitato dal fenomeno di riduzione costante nella
durata del ciclo di vita del prodotto. In primo luogo, molti costi di sviluppo sono direttamente correlati al
tempo; in secondo luogo, un’impresa con tempi rallentati nello sviluppo e nella commercializzazione
difficilmente sarà in grado di ammortizzare del tutto i costi fissi dello sviluppo prima che la generazione a
cui appartiene il prodotto sia rimpiazzata. Le imprese con tempi di sviluppo troppo lunghi rischiano che,
quando introdurranno i propri prodotti, la domanda si stia già orientando a quelli della generazione dopo.
Da ultimo, un’impresa con cicli di sviluppo brevi può rapidamente modificare la proprio offerta a mano a
mano che l’esperienza rileva i limiti del progetto o se il progresso tecnologico offre nuove opportunità. Tali
imprese sono in grado di godere dei vantaggi sia del first mover sia dei secondi entranti.
Alcuni studiosi hanno messo in luce i rischi collegati a una strategia di riduzione del CVP e a una corsa al
lancio sul mercato dei nuovi prodotti. Debhar ha osservato che un’introduzione prematura può causare
reazioni contrarie da parte del consumatore, che potrebbe rimpiangere gli acquisti passati e mostrarsi
diffidente. Altri hanno sostenuto che la rapidità del processo di sviluppo rischia di compromettere la qualità
del prodotto o causare lanci deludenti e approssimativi. Nonostante questi limiti si ha però correlazione
positiva tra la velocità del CVP e il successo commerciale dei nuovi prodotti.
12.2.3. Controllare i costi di sviluppo
A volte, le imprese si impegnano nello sviluppo e nel lancio di prodotti al di là delle aspettative del cliente,
per poi scoprire che i costi di sviluppo si sono gonfiati tanto da rendere impossibile il recupero degli
investimenti. Si comprende quanto sia importante che i processi di sviluppo siano non solo efficaci ma
anche efficienti.
12.3. Processi di sviluppo sequenziali e paralleli
Negli anni ’90 le imprese procedevano lungo le fasi successive del processo di sviluppo in modo sequenziale
in un percorso che prevedeva una seria di traguardi “intermedi”, con momenti di verifica che imponevano
al management di decidere se far passare il progetto alla fase successiva, o rinviarlo a una fase precedente
per una revisione o per interromperlo. Erano le unità di R&S e di marketing a fornire la maggior parte delle
informazioni e degli elementi di analisi.
La debolezza del modello emergeva nella fase di design del prodotto, qualora l’unità di R&S non fosse
riuscita a stabilire una forma di comunicazione diretta con l’area della produzione, perché il design di
prodotto procedeva senza tenere conto delle esigenze della produzione. I processi lineari non dispongono
di un sistema di allarme, e di conseguenza il ciclo di sviluppo tende ad allungarsi a causa dei ripetuti
passaggi del progetto tra lo stadio di design del prodotto e la fase di ingegnerizzazione del processo di
produzione in entrambe le direzioni.
Per abbreviare il processo di sviluppo, molte imprese hanno adottato un modello noto come sviluppo
parallelo, che prevede una sovrapposizione temporale di alcune fasi del processo. Il design di prodotto ha
qua inizio prima che si completi il concept development, mentre l’ingegnerizzazione di processo comincia
prima che la definizione del design di prodotti sia ultimata, consentendo maggiore coordinamento.
I processi di sviluppo simultanei o paralleli, però, non sono sempre vantaggiosi. L’adozione del modello può
comportare un aumento dei rischi o dei costi del processo di sviluppo: se ad esempio le variazioni del
design di prodotto implicano cambiamenti del design di processo, la simultaneità delle fasi potrebbe
provocare una costosa revisione del processo di produzione.
12.4. Project champion
Alcuni studi hanno suggerito che all’interno dell’impresa dovrebbe essere designato un manager esperto
col compito di difendere il progetto di sviluppo di un nuovo prodotto, definiti “champion di progetto”.
I project champion hanno potere ed autorità di sostenere un progetto e di battersi per la sua realizzazione,
possono influire sull’allocazione delle risorse umane e finanziarie riferite al progetto, per evitare che la
durata del ciclo di sviluppo si allunghi, assicurandosi che il progetto mantenga lo slancio per superare gli
ostacoli. Il project champion può incoraggiare comunicazione e collaborazione tra le unità organizzative che
partecipano al processo, e il suo ruolo può contribuire notevolmente al successo del processo.
12.4.1. Rischi dei champion di progetto
Il modello dei champion di progetto non è privo di rischi. I champion possono fornire un giudizio offuscato
riguardo all’effettivo valore del progetto, indulgendo all’ottimismo. Oppure il management potrebbe farsi
coinvolgere, rimanendo intrappolato all’interno di una spirale definita escalating commitment, fino a non
essere più in grado o disposto ad ammettere che il progetto debba essere eliminato.
Son numerosi i casi di fallimento dovuti alla fiducia eccessiva riposta nei progetti di sviluppo. Per i manager
che hanno scommesso la propria carriera sulla realizzazione di un progetto potrebbe essere difficile limitare
le proprie perdite. Se l’autorevolezza di un project champion è un fattore chiave per accedere alle risorse,
dall’altra potrebbe scoraggiare altri membri dell’organizzazione a opporsi al progetto anche quando ormai
esso difficilmente potrà creare valore. Per questo, le imprese possono trarre beneficio istituendo anche una
figura contrapposta, cioè un antichampion col ruolo di “avvocato del diavolo”.
12.5. Coinvolgimento dei clienti e dei fornitori nel processo di sviluppo
Molti prodotti non generano un ritorno economico perché non soddisfano le esigenze del cliente in termini
di performance o di prezzo, o perché i tempi di sviluppo e di commercializzazione sono troppo lunghi.
L’impresa può tentare di risolvere entrambi i problemi coinvolgendo i clienti e i fornitori.
12.5.1. Coinvolgimento dei clienti
Il management spesso prende decisioni relative ai progetti di sviluppo basandosi su considerazioni di ordine
finanziario e non sempre di marketing. Ciò può determinare un’eccessiva enfasi posta sul miglioramento
incrementale del prodotto, con un orientamento a soddisfare le esigenze delle attività che l’impresa già
svolge.
I processi di valutazione invece, dovrebbero focalizzarsi sul vantaggio del prodotto e sulla capacità di creare
un valore superiore per il cliente, nonché sulla crescita del mercato-obbiettivo: nessuno meglio del cliente è
in grado di indicare le prestazioni massime desiderate e la qualità minima attesa. Coinvolgere il cliente è
una scelta che permette all’impresa di concentrare i propri sforzi di sviluppo su progetti in grado di
soddisfare le esigenze della domanda di mercato.
Allo scopo di ottenere informazioni e suggerimenti, molte imprese ricorrono al beta testing: con le versioni
beta, l’impresa segnala al mercato le caratteristiche base del nuovo prodotto prima di pervenire alla
versione definitiva, potendo anche riuscire a convincere i clienti a rinviare l’acquisto di prodotti concorrenti
fino a quando sarà disponibile il nuovo prodotto.
Altre imprese coinvolgono i clienti consentendo loro di co-creare il prodotto finale. Talvolta i lead user,
utilizzatori che sperimentano i nuovi prodotti, sono fondamentali per testare le nuove tecnologie,
correggere gli errori di progettazione, perfezionare la soluzione definitiva.
In altri casi, la capacità di “leggere” in anticipo i segnali del mercato, il confronto con gli utilizzatori, sono
elementi essenziali del processo di innovazione, fornendo stimoli, suggerimenti e nuove idee.
Nei processi di sviluppo, le imprese tendono a concentrare l’attenzione e a basare le strategie sulle
indicazioni che ricevono dai propri lead user piuttosto che lasciarsi guidare dalle informazioni acquisite da
un vasto campione di clienti. I lead user, o “clienti pilota”, esprimono le stesse richieste ed esigenze del
mercato di massa, ma con un anticipo di mesi o anni.
12.5.2. Coinvolgimento dei fornitori
La logica che suggerisce il coinvolgimento dei fornitori è simile a quella che spiega la decisione dell’impresa
di coinvolgere i clienti. La base di conoscenze dei fornitori rappresenta una fonte di informazioni a cui
l’impresa può attingere, e il management può decidere di includere i fornitori nel team di prodotto o di
consultarli in qualità di partner. I fornitori possono contribuire con nuove idee al miglioramento del
prodotto o all’aumento dell’efficienza del processo di sviluppo. Inoltre, coordinando i processi operativi
dell’azienda con le attività svolte dai fornitori, il management può minimizzare i tempi di sviluppo.
Molte imprese riescono a produrre nuovi prodotti in tempi più