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3. PERSONALIZZAZIONE E CONTESTUALIZZAZIONE OMNI-CANALE
1. Dalla micro-segmentazione alla personalizzazione e contestualizzazione
La suddivisione del mercato insegnamenti avviene
utilizzando diversi criteri, ossia variabili di segmentazione:
geografici, socio-demografici, psicografici, comportamentali
e i bisogni. La segmentazione si è evoluta nel tempo verso la
definizione di segmenti sempre più distinti. Dalla
macrosegmentazione basata su criteri definiti “a priori” si è
passati alla microsegmentazione basata sulla clusterizzazione
(aggregazione di segmenti comuni). I segmenti così
identificati vengono poi caratterizzati sulla base delle altre
variabili.
Utilizzando un numero sempre maggiore di dati cliente
(variabili) si è progressivamente giunti a individuare “segment of one”, ovvero individui che abilitano il
“marketing of one” basato sulla personalizzazione e rilevanza dell’offerta (applicazione del precision
marketing). Marketing contestuale: Giocare per vincere nel marketing digitale
2. La contestualizzazione
I “segment of one” non prendono però in considerazione il
contesto. L’assenza del contesto ci porta a situazioni simili a
quelle descritte: l’offerta era rilevante per noi, era adatta proprio
a noi, ma non era proposta nel contesto adatto. Il marketing of
one deve quindi considerare il contesto nella formulazione delle
azioni di mkt. Servono offerte sia personalizzate, sia rilevanti,
ma anche pertinenti al contesto del cliente.
Il contesto è quindi una dimensione aggiuntiva e non sostitutiva
della segmentazione che permette una visione più completa delle
esigenze del cliente.
Alcuni bisogni cambiano in base al contesto: questi bisogni sono spesso più urgenti perché determinati da
cambiamenti di situazioni (in un contesto stabile, le esigenze tendono ad essere più durevoli e più facilmente
identificate/soddisfatte con un mkt of one).
Aspetti del marketing contestuale:
1) Il contesto è una variabile “calda”, ossia generata da dati che mutano rapidamente nel tempo e generano
esigenze “urgenti” (sentite in un determinato periodo di tempo); pertanto l’automazione di mkt è chiave per
il successo del mkt contestuale in cui è fondamentale il “quando” della triade delle business rules (A chi?
Cosa? Quando?).
2) Il mkt contestuale è più efficace se si effettua sullo stesso punto di contatto utilizzato dal cliente. Sono
quindi le attività svolte dal cliente sul punto di contatto che forniscono info chiave per determinare le
esigenze derivanti dalle variazioni di contesto.
3. Le variabili di contesto
Il contesto è l’insieme di circostanze in cui si verifica un atto comunicativo. Esso è dato anche da variabili
“soft”, come per esempio la situazione emotiva (che però è difficile da rilevare in particolare su un canale
digitale), oltre che da elementi più facilmente identificabili (hard).
Individuare e gestire le variabili “soft” è molto complesso anche se, per esempio, si stanno sperimentando
software in grado di interpretare il tono di voce del cliente durante una conversazione con il call center al
fine di comprendere se il cliente si trova in una situazione emotiva adatta o meno a effettuare azioni di mkt
e/o vendita. È relativamente più facile individuare le variabili hard utilizzabili ai fini del mkt personalizzato e
contestuale. A tal fine utilizziamo un modello basato sulla triade chi, cosa fa e in che situazione.
à
1) Chi cliente che sta effettuando un’attività rilevante dal punto di vista del mkt
à
2) Cosa fa attività che il cliente sta compiendo
à
3) In che situazione permette di discernere quale esigenza è realmente sentita
4. La gestione proattiva del contatto
Nel mkt classico il cliente viene raggiunto da pubblicità e promozioni che
lo contattano attraverso un canale o un media (outbound). Il mkt outbound
si applica meglio a segmentazioni che determinano segmenti target
piuttosto ampi in quanto si può utilizzare le stesse azioni mkt per
comunicare lo stesso messaggio e la stessa offerta a una pluralità di
individui. Abbiamo visto come il digitale permetta un più facile
riconoscimento del contatto, del cliente e del contesto. Questa caratteristica
permette al marketing digitale di sfruttare i contatti effettuati dai clienti
(inbound). Il marketing inbound ha infatti significativi vantaggi: è meno
intrusivo in quanto è il cliente a iniziare il contatto che permette
all’azienda di sfruttare le esigenze che lo hanno generato. Tuttavia il mkt
outbound ha dei punti di forza tra cui la proattività, in quanto non attendo
che il contatto si generi ma lo provoco, e la scelta del momento e del
canale di contatto che permette di preparare meglio l’azione di mkt.
Marketing contestuale: Giocare per vincere nel marketing digitale
Sempre più spesso il contatto outbound, sia nel marketing tradizionale sia in quello digitale, è volto a
favorire un contatto outbound da gestire efficacemente in termini di vendita.
Nel marketing digitale il contatto outbound ricercato è spesso di tipo interattivo, ovvero una sequenza di
contatti inbound e outbound. Pensiamo alla publlicità digitale che attraverso un click-through ci porta su una
pagina di e-commerce dove approfondire la conoscenza e sviluppare l’interesse del prodotto. Dopo la prima
interazione è difficile stabilire dove finisca la gestione inbound e dove inizi quella outbound.
Il marketing personalizzato e contestuale ha come obiettivo quello di proporre la migliore specifica offerta di
interesse per lo specifico cliente nel contesto in cui si trova.
5. Ruolo degli analitici
Per gestire efficacemente i contatti in funzione del profilo del cliente e del contesto si utilizzano sempre più
spesso dei motori decisionali centralizzati governati da business rules. Questi motori decisionali sono dei
software analitici che sono in grado, anche in tempo reale, di definire la migliore azione (nex best activity)
che viene effettuata automaticamente o suggerita a un operatore.
Le azioni definite dai motori decisionali possono essere non solo di mkt e vendita (es. promozioni) ma anche
di retention (es. sconti in caso di rischio di perdita del cliente), di servizio (es. problematiche di assistenza)
oppure di profilazione (es. aggiornamento dati) per permettere una migliore comprensione del cliente o del
à
suo contesto azioni successive più efficaci.
Per far questo analizzano e prevedono, in termini di probabilità,
le relazioni eventi-risultati in funzione dei diversi profili e
contesti cliente facendo un uso estensivo di dati (in particolare
dei big data) e di metodi statistici avanzati. Sfruttano quindi le
informazioni cliente (vista unica, contact history, journey
history) e le informazioni contestuali per definire azioni sulla
base dei risultati ottenuti per profili e contesti simili.
Gli analitici possono essere suddivisi in 3 principali categorie:
à
1) descrittivi analizzano e descrivono un fenomeno
identificando relazioni causa effetto (analitici più diffusi e facili
da realizzare, utilizzati per associare iniziative di mkt a eventi).
à
2) predittivi prevedono un fenomeno futuro in funzione di
determinate azioni o cause. Si basano su modelli predittivi avanzati che utilizzano anche oltre 100 variabili
(il loro utilizzo è in espansione e sono alla base di applicazioni largamente diffuse come siti e-commerce).
à
3) adattivi adattano il modello predittivo, in termini di fine tuning, ai risultati delle azioni. Questa
modalità tende a ridurre la problematica di predire in ambienti molto dinamici gli eventi futuri sulla base di
azioni passati.
6. Pricing contestuale
L’applicazione delle logiche di mkt contestuale alla variabile del prezzo del mkt mix da luogo al pricing
contestuale: questo sta trovando spazi di applicazione sempre più rilevanti in quanto il mkt digitale permette
variazioni in tempo reale del prezzo in funzione del contesto e il prezzo è la variabile che ha il maggior
impatto sul conto economico di un’impresa.
Nel caso di curve di domanda-offerta elastiche, permette di avere aumenti delle quantità di maggiori della
riduzione dei prezzi con conseguente aumenti dei ricavi.
Nel caso di curve di domanda-offerta anelastiche (rigide) un aumento del prezzo comporta variazioni
negative della domanda d minore entità comportando a sua volta un aumento dei ricavi.
In realtà il pricing contestuale è sempre esistito come pratica commerciale. I venditori di strada ne hanno
sempre applicato il concetto in funzione dell’ora (prezzi di beni deperibili al termine del mercato), del clima
(prezzo degli ombrelli), del tempo a disposizione del cliente, etc.
Le tecniche di yield management (gestione della redditività) sono particolarmente adottate in business di
“costi fissi”, come il settore alberghiero e quello dei trasporti aerei dove l’utilizzo, il prezzo e il costo della
capacità sono i principali fattori di risultato economico. Il digitale ha permesso di applicare in tempo reale
tecniche di pricing contestuale (es. lastminute).
Si stanno inoltre diffondendo applicazioni innovative di pricing contestuale anche su canali tradizionali. Un
esempio sno i “deal negotatior” per facilitare la chiusura di trattative di prezzo: questi sono analitici
Marketing contestuale: Giocare per vincere nel marketing digitale
(tipicamente predittivi o adattivi) che gestiscono informazioni cliente e
contestuali, governati da business rules coerenti grazie alla centralizzazione
dei motori decisionali, per proporre i prezzi con maggiore probabilità di
successo dell’evento obiettivo (vendita, retention, rinnovo).
7. Valore generato
L’applicazione degli analitici a supporto del mkt automatizzato,
personalizzato e contestuale, crea significativo valore e permette di
aumentare il ROI delle azioni di mkt. Il mkt automatizzato/contestuale/personalizzato permette di creare
valore grazie a una maggiore efficienza (tramite la riduzione di costi
e tempi di analisi e decisione) e una maggiore efficacia tramite
aumento di ricavi e profilazione. La riduzione di tempi e costi deriva
dalla sostituzione di attività manuali con azioni automatiche
supportate dagli analitici: in particolare gli analitici possono
suggerire diverse azioni di pricing, vendita, cross-selling, up-selling,
rinnovo o estensione di servizio.
I miglioramenti di efficacia e di efficienza, derivanti
dall’applicazione degli analitici, si traducono in significativi aumenti
del ROI. Secondo un recente studio di McKinsey, l’utilizzo degli
analitici di marketing è in grado di generare aumenti