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A
2) Caso del lapsus Si vuole il tagliacarte, ma si dice “Dammi il
A quaderno” oppure c’è un’imperfetta ricezione del
destinatario, che capisce una parola per un’altra:
“lana” per “rana” . X non figura tra i sensi
ammessi dalla fonia e pertanto è diverso da A
X
3) Caso del fraintendimento Il senso inteso dal mittente non è quello favorito dalle
A
circostanze. Si vuole una cosa ma ce ne danno
un’altra, c’è un’imprecisa valutazione delle circostanze
X da parte del mittente. Es: l’Emittente dice “Datemi il
tagliacarte” e intende quello nero nel cassetto,
mentre il Ricevente ha sul tavolo il tagliacarte rosso
4) Caso dell’ambiguità X Ci sono due tagliacarte sul banco: A, A’ e quindi
A due possibilità favorite dalle circostanze. La
comunicazione non va a buon fine anche se si
A’ pensa di essersi capiti benissimo.
***Prieto quando qualcuno parla ha una DUPLICE INTENZIONE:
- INTENTION NOTIFICATIVE (intenzione comunicativa), manifestazione dell’intenzione
di comunicare;
- INTENTION SIGNIFICATIVE (intenzione significativa), è il senso concreto che si vuole
comunicare;
Il ruolo della fonia (dal punto di vista semantico funzionale)
La fonia non arriva mai ad un senso determinato, il suo apporto alla costituzione del senso è
un circoscrivere una classe di sensi, che Prieto chiamerà SIGNIFICATO (=classe di sensi
circoscritta dalla fonia). La fonia agisce in modo oppositivo, cioè ammette o esclude
(aggancio più forte al pensiero di Saussure). Le circostanze non agiscono così perché i
significati sono tutti ammessi, ma favorendone uno determinando un senso nel significato.
Fonie diverse possono rendere lo stesso senso.
Ma come può accadere concretamente questo? Si tratta del fenomeno della SINONIMIA.
Rapporti che possono esistere tra i significati di diverse fonie spiegano come fonie diverse
possano esprimere lo stesso senso. I rapporti sono 4:
1) RAPPORTO DI IDENTITÀ (↔ : rapporto biunivoco) , tutti i sensi che costituiscono il
significato di una fonia, costituiscono anche quello di un’altra. A*
B*
Esempio: “Si sieda qui”, “Si segga qui”
*A = significato di una fonia, *B = significato di un’altra fonia
2) RAPPORTO DI INCLUSIONE (→ : rapporto univoco, dal punto di vista logico si
parla di rapporto di implicazione “se…allora”) , tutti gli elementi di uno (B) sono
elementi dell’altro (A), ma non tutti gli elementi di A sono parte di B. Se un elemento
A → B, ma non viceversa.
A
Esempio: A= insieme inclusivo (animale)
B B =insieme incluso (cane)(capra)(oca)…
O
“Datemi il tagliacarte”, “Dammi il tagliacarte”
3) RAPPORTO DI INTERSEZIONE , una parte è in comune e una totalmente estranea.
Esempio: “Datemi il tagliacarte nero” A
“Datemi il tagliacarte” “Datemi il nero”
B 4) RAPPORTO DI ESCLUSIONE , neanche un senso in comune.
Esempio: “Datemi il tagliacarte”, “Datemi il quaderno” A =
B =
Come si spiega l’esistenza di questi rapporti?
Tutti i significati che costituiscono i significati sono costituiti da vari TRATTI, quindi possiamo
analizzare:
Rapporti che esistono tra i tratti di significati diversi
Rapporti che esistono tra i tratti di uno stesso significato
RAPPORTI TRA I TRATTI DI SIGNIFICATI DIVERSI:
1) RAPPORTO DI IDENTITÀ: rapporto tra due fonie (x e y) che hanno gli stessi
tratti:
X = A = A + B
Y = B = A + B
2) RAPPORTO DI INCLUSIONE: rapporto tra due fonie dove:
X = A = A + B (insieme inclusivo)
Y = B = A + B + C (insieme incluso) A (generico) –
tratti di B (specifico) NB: C è la specificità dell’insieme incluso
3) RAPPORTO DI INTERSEZIONE
X = A = A, B, C
Y = B = A, B, D
NB: purché tutti i tratti di C e D non siano esclusivi, altrimenti non è più un’intersezione
( C non può escludere D)
4) RAPPORTO DI ESCLUSIONE
X = A = A, B, C
Y = B = A, B, D
NB: C e D non devono essere esclusivi in questo caso, altrimenti si ha un’intersezione