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UNIFICAZIONE LINGUISTICA DEGLI ITALIANI. FATTORI (4)
Stampa: la metà dell’800: giornalismo subisce radicale trasformazione rispetto a
quello preunitario e si avvia a diventare fenomeno di massa.
Fattori dell’importanza del giornale nella società italiana di fine ‘800:
Estensione del diritto di voto e allargamento della fascia d’utenza del giornale,
1. prevalentemente dedicato alla politica interna ed estera.
Cresciuta importanza della pubblicità.
2. Adozione di nuove tecnologie di composizione tipografica e di trasmissione
3. delle notizie (importanza del telegrafo e poi del telefono).
Svecchiamento della grafica e della leggibilità.
4. Introduzione o potenziamento di settori di più largo consumo (cronaca locale).
5.
Apertura del pubblico verso l’italiano e verso le varietà di italiano scritto
rappresentato nelle pagine del giornale.
UNIFICAZIONE LINGUISTICA DEGLI ITALIANI. FATTORI (5)
Radio e televisione
1924 avvio delle prime trasmissioni radiofoniche;
• 1930 produzione del primo film sonoro italiano;
• 1954 prima trasmissione televisiva.
•
I nuovi mezzi di comunicazione superano l’ostacolo dell’analfabetismo e possono
raggiungere potenzialmente l’intera popolazione, esercitando tra l’altro influenza
sulle abitudini di pronuncia.
Nel corso del ‘900 profondo riassestamento dei rapporti tra lingua e società; la lingua
letteraria cessa di costituire il punto di riferimento per la definizione della norma
linguistica, esaurisce la funzione modellizzante dei secoli passati.
La lingua comune, quel nuovo italiano di cui ha parlato Pasolini, cerca nuovi punti di
riferimento nelle scritture tecnico-scientifiche, nella lingua aziendale e nei media (con
effetti positivi di ritorno).
ITALIANO DELL’USO MEDIO E ITALIANO NEOSTANDARD. I TRATTI
LINGUISTICI
Morfosintassi
Normalizzazione dell’uso dell’imperfetto esteso a valori controfattuali quali
• quelli di cortesia (volevo delle mele), lucido (io facevo la guardia e tu il ladro)
e ipotetico dell’irrealtà (se venivi prima trovavi ancora posto);
Uso aggettivale di forme come bene, bis, gratis, super, ecc. che dà luogo alla
• formazione di una nuova classe di aggettivi invariabili.
Come mai interrogativo;
• Cosa interrogativo al posto di che cosa;
• Presente pro futuro
• Futuro epistemico di perifrasi sostitutive del futuro;
• Verbi pronominali con valore di intensificazione affettiva (i così detti dativi
• etici: stasera mi vedo la partita)
Morfosintassi sistema pronominale
Impiego generalizzato di lui, lei, loro come pronomi soggetto (a scapito di egli,
• ella, essi);
Uso di egli come pronome dativo di terza persona anche per plurale e
• femminile;
Fissazione del clitico ci sul verbo avere con significato di possesso (ci ho un
• gatto) e sul verbo entrare con significato di “essere pertinente” (questo non
c’entra);
Ridondanza pronominale del tipo a me mi;
• Frequente impiego di ne come clitico ridondante di ripresa anaforica (una
• questione della quale ne parleremo domani);
Estensione dell’impiego di lui/lei come pronomi anche per referenti inanimati
• (questo è un grosso problema anche lui);
Uso di loro come pronome neutro che riprende una frase o una proposizione
• (lo so, lo vedo che sei stanco);
Uso di dimostrativi (in funzione di pronomi o aggettivi) rafforzati con qui e lì
• (questo ragazzo qui mi preoccupa, quel ragionamento lì non fila);
Uso di questo e quello come pronomi neutri (quello che dici non ha senso).
•
DIATOPIA, DIAFASIA E DISTRATIA NEI TRATTI IN VIA DI ESPANSIONE
Nei tratti in via di espansione, detti “pan italiani” in quanto diffusi in tutto il territorio
nazionale nelle situazioni comunicative di media formalità, si osservano usi
sbilanciati in relazione ai vari assi della variazione linguistica:
Questo e quello come pronomi neutri e l’incremento dell’indicativo sono
• frequenti soprattutto nel parlato, mentre nelle scritture di media formalità sono
contrastati dalla vitalità di ciò e del congiuntivo;
Il dimostrativo seguito da qui e lì è spiccato soprattutto nell’oralità e stenta ad
• attecchire nella scrittura;
Il che polivalente è accettato dalla norma nelle temporali; è solo della media e
• bassa diafasia quando ha valore finale e consecutivo (vieni più vicino, che ti
sento meglio); è marcato senz’altro in distratia, verso il basso, come pronome
relativo in declinato con ripresa clitica (un ragazzo che lo studio non gli piace;
la ragazza che gli ho parlato stamattina) nota anche l’uso generalizzato di gli
per lei.
TRATTI IN VIA DI ESPANSIONE: NULLA DI NUOVO?
In molti casi si tratta di usi attestati nella nostra lingua fin da epoca molto
antica, a volte corrispondenti a tendenze del parlato che già all’inizio dell’800
cominciano a far breccia nello scritto. L’impiego di lui, lei, loro come pronomi
soggetto, ad esempio, è una delle novità introdotte da Alessandro Manzoni nella
seconda edizione dei Promessi Sposi. I cambiamenti rispetto al passato, dunque,
non possono essere definiti in termini di contraddizione, quando piuttosto di
avanzamento quantitativo e soprattutto qualitativo; nel senso cioè dell’ascesa di
alcuni tratti prima relegati alle varietà più basse della lingua fino ai registri di
maggior prestigio. Il fatto nuovo è proprio la conquistata accettabilità di questi
tratti anche in contesti in cui prima non erano permessi una “risalita verso la norma
di esiti”, in genere riscontrabili da tempo nella lingua italiana, fino ad ora
considerati non standard, normalmente non accettabili che fa di questo italiano
dell’uso medio l’equivalente di un “neo standard”.
LINGUA E GIORNALI E POSSIBILE CRONOLOGIA
Nascita del telegrafo (1866) e del telefono (prima introduzione pratica in Italia
• 1877);
Storia del giornalismo italiano suddivisibile, anche per interessi linguistici in
• tre fasi:
Dalla formazione dell0 stato unitario alla riforma fascista del 1925;
• Dal 1925 alla metà degli anni ’70 (1976 nascita di la Repubblica)
• Dalla metà degli anni ’70 ad oggi.
•
Con l’unificazione politica il quadro del giornalismo si modifica radicalmente, e si
accentua e approfondisce il ruolo della stampa periodica nell’unificazione linguistica
del paese e nella formazione di un italiano moderno.
Si pongono le basi per la nascita di un linguaggio giornalistico autonomo, quale si
formò tra ‘800 e ‘900, sulla spinta di fattori diversi, linguistici ed extralinguistici.
LINGUA E GIORNALI TRA SINCRONIA E (MICRO?) DIACRONIA
Perché interessarsi (anche) del rapporto tra lingua e giornali?
I giornali e la stampa come oggetto (in quanto insieme di testi, documento, al
• pari di altri testi “testimoniane” di lingua) di osservazione linguistica:
I giornali e la stampa come oggetto dinamico di osservazione linguistica, come
• oggetto e capitolo di storia linguistica italiana.
Per il ruolo svolto nell’unificazione Per il fatto di costruire uno
specchio
Linguistica del Paese. interessante della
caratterizzazione dell’italiano nel tempo.
Il giornale come recettore e diffusore, in vario grado, di dinamiche e tratti tipici
dell’evoluzione dell’italiano.
TRA FINE ‘800 E INIZI ‘900
Tratti del rinnovamento linguistico dei giornali
Sintassi:
• dai tradizionali periodi di stampo lett. e argomentativo a una sintassi breve,
• di tipo nominale;
frequenza di costrutti sintetici, con participi e gerundi.
•
Lessico:
• arricchimento e ammodernamento, con neologismi soprattutto politici, o
• prestiti del francese e dell’inglese.
Apertura a forme del parlato:
• nella morfosintassi con costrutti di tipo orale;
• nel lessico con voci di origine regionale.
•
Persistenza di una certa componente tradizionale nel tessuto fonomorfologico.
•
FASCISMO
Il Ventennio fascista produce una parziale interruzione del processo di
ammodernamento avviato da fine ‘800:
-notevole riduzione delle diverse componenti che caratterizzavano la lingua dei
giornali dei primi decenni del secolo e preferenza per un linguaggio selezionato,
elevato e comunque in linea con l’atteggiamento del regime nei confronti dei dialetti;
-soprattutto nel lessico e nella sintassi, predilezione per una lingua fortemente
caratterizzata in senso letterario e retorico.
DALLA FINE DELLA 2 GUERRA MONDIALE AGLI ANNI ‘70
Necessità di creare un vero linguaggio giornalistico, ormai consentito e
• richiesto dalle mutate condizioni politico-sociali del paese;
Necessità di svincolarsi dalle pastoie linguistiche del passato recente, tuttavia
• rimpiazzata di fatto:
Dal recupero di tanto di quel lessico burocratico e stereotipato che aveva
• occupato i giornali prima del Ventennio;
Dall’adozione di un lessico politico difficile e oscuro, che avrebbe svolto un
• ruolo notevole nella definizione del cosiddetto giornalese dei decenni
successivi;
Generalizzata propensione per una lingua sostenuta e sorvegliata (tenuta
• rispetto al parlato e accoglimento di lessico politico opaco contribuiscono a
creare un linguaggio innaturale, lontana dalla lingua parlata.
LINGUA E GIORNALI OGGI
Nascita del quotidiano “La repubblica” -1976
• Modifica sensibile della scrittura giornalistica, allontanamento dal giornalese
• dei decenni precedenti e avvicinamento alla lingua comune, sviluppo di uno
stile brillante ed espressivo;
Elementi di lingua e testualità coinvolti:
• Espansione del discorso diretto, che imita la vivacità del parlato
• Semplificazione sintattica;
• Esclusione del discorso riportato in forma indiretta;
• Apertura a un lessico informale;
• Espressività pervasiva in ogni settore della scrittura giornalistica;
• Raggiungimento delle punte estreme della componente parlata: lessico
• triviale, eccessiva frammentazione sintattica, uso marcato e connotativo
della punteggiatura;
Per il lessico: neologismi effimeri ed espressivi e uso insistito di traslati e
• metafore.
CARATTERI LINGUISTICI – I TESTI DEL GIORNALE
Prevalenza di generi testuali ascrivibili al tipo informativo:
• Al tipo argomentativo si rifanno gli articoli di fondo, gli editoriali e gli
• articoli di contenuto scientifico e culturale;
Al tipo descrittivo e al tipo narrativo appartengono parti di articoli;
•
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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