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L'origine dello Shogunato e lo Stato guerriero Pag. 1
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Il titolo di Shogun di Yoritomo

Yoritomo indebolito l'esercito e la forza militare di Kiyomori, attaccò e sconfisse le forze militari del rivale e si insediò a corte. Non intendeva minimamente assumere il ruolo di imperatore, anche se effettivamente ne aveva la forza, sia militare che politica. Quello che a lui interessava era l'effettivo controllo del Paese e la legittimazione da parte della nobiltà. Per questa ragione prese il titolo di Shogun, confermato dalla corte e dall'Imperatore, che lo rendeva comandante in capo di tutte le forze militari imperiali, nonché governatore dell'intero territorio giapponese.

Ottenne questo titolo con decreto dell'Imperatore Go-Toba nel 1192, titolo che divenne poi ereditario, e cioè legato indissolubilmente alla sua famiglia. Yoritomo voleva si mantenesse una certa continuità con il passato, e per rendere possibile tutto questo occorreva far coesistere il nuovo e il vecchio sistema, sfruttando, per l'appunto, la legittimazione.

da parte dell'Imperatore e della corte di Kyoto. Bakufu, il governo di Yoritomo, che mescolava i due sistemi, prese il nome di Shogunato, che indicava il quartier generale dei comandanti sul campo durante le battaglie. Questo a significare il carattere militare del nuovo regime. Le cariche amministrative rimasero così intatte, come la corte che risiedeva nella capitale, ma ora avevano una funzione ben specificata ed erano sotto il controllo dello Shogun che pretendeva l'efficienza dello Stato. La burocrazia e la casta religiosa rappresentata dai sacerdoti Shintoisti e i monaci buddisti, fu molto attiva in questo periodo, e sia i religiosi che i funzionari pubblici cooperarono con il nuovo governo, tanto che gli storici che si sono occupati delle faccende giapponesi parlano di "periodo di cooperazione". Kamakura, il periodo prese il nome di periodo Kamakura dal nome della fortezza e quartier generale di Yoritomo, ove risiedeva lo Shogun, appunto per tenersi lontano dagli intrighi e le

Cospirazioni del palazzo e della corte imperiale. Inoltre non voleva cadere nello stesso tranello del suo predecessore, che finì per adagiarsi nella piacevole vita del cortigiano a scapito dello spirito guerriero, essenziale per chi prende il potere con la forza delle armi.

Il territorio giapponese era suddiviso in province amministrate dai governatori locali, che ricevevano terre e poteri in base ai servigi resi allo Shogun. Questi furono nominati da Yoritomo in persona e amministravano la giustizia secondo le consuetudini locali e le istituzioni militari. Non vi era quindi una legge unica per tutto l'Impero, bensì c'erano tanti piccoli stati, dipendenti dallo Shogunato ma con ampie autonomie legislative e tributarie. Naturalmente ogni provincia doveva fornire tributi all'Imperatore e fornire soldati allo Shogun.

Per non correre rischi di essere spodestato, Yoritomo eliminò tutti i possibili avversari, tra cui Yoshitzune, fratello dello Shogun.

generale e stratega dell'esercito e principale artefice della sua vittoria in battaglia. Alla morte di questi, l'Imperatore Go-Toba, che aveva nominalmente riconosciuto il titolo di Shogun, tentò di restaurare il potere imperiale, ma ormai la famiglia Minamoto era troppo potente e l'imperatore fu esiliato. La famiglia della moglie di Yoritomo, gli Hojo, aveva ora intenzione di gettare le mani sullo shogunato, visto che gli unici esponenti forti della famiglia shogunale erano proprio loro. Lo shogunato passò quindi dai Minamoto agli Hoja, che riuscirono a respingere i tentativi di invasione mongola che si protrassero dal 1275 al 1294. I guerrieri giapponesi, inferiori in numero e per armamento e tattiche militari ai Mongoli, riuscirono a respingere eserciti anche di 140000 uomini, grazie alla poca organizzazione dei Mongoli, che contavano tra le loro fila guerrieri coreani e cinesi, che erano stati di recente sottomessi. Inoltre non mancò l'aiuto dei kamikaze.

I venti terribili che spazzarono via gran parte della flotta mongola che fu così costretta a ritirarsi con parte dell'esercito. La resistenza del Giappone contro i suoi invasori fu dovuta anche al fatto della conformazione del territorio, che non permetteva alle navi provenienti dal continente di poter attraccare agevolmente e di scagliare un attacco deciso contro l'isola. Inoltre la coesione dei guerrieri giapponesi, quando si trovavano a combattere contro invasori stranieri, ha dell'incredibile, in quanto ogni divisione veniva messa da parte quando gli stranieri mettevano piede sul suolo nipponico. La guerra contro gli invasori teneva infatti unito il Paese, anche se il malcontento verso la famiglia degli Shogun Hojo cresceva sempre di più.

Dettagli
A.A. 2021-2022
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher robespierre1979 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Mattera Paolo.