Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Lo sviluppo della Francia Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LO SVILUPPO DELLA FRANCIA

Rivoluzione industriale del 1789

Le caratteristiche generali dell’industrializzazione francese sono:

Popolazione a crescita molto lenta dovuta anche al controllo preventivo delle nascite.

Economia a crescita media; Forte centralizzazione del potere statale

Affermazione delle libertà individuali, che rimasero una costante della cultura francese post­rivoluzionaria.

A differenza dell’Inghilterra, la Francia aveva dei vincoli di natura sociale.

Infatti, in Francia c’erano dei vincoli legati alle corporazioni.

Le corporazioni erano associazioni di mestiere che impedivano il libero accesso nel mercato del lavoro se non

dopo un rigido apprendistato. La finalità era quella di difendere il campo di lavoro.

I fisiocratici erano convinti che:

Solo l'agricoltura produce ricchezza, in quanto genera materia dal nulla (“produit net”)

L'industria è sterile in quanto non fa altro che trasformare materie prime di provenienza agricola.

La ricchezza non dipende dalla moneta, ma dai beni materiali

Era necessario liberalizzare il commercio interno ed estero dei cereali al fine di ottenere il prezzo

remuneratore.

Lo Stato non doveva intervenire nella economia a vantaggio delle libertà individuali.

La popolazione era classificata: in agricoltori, che rappresentavano la classe più produttiva.

La popolazione cittadina, costituita da artigiani, funzionari ed esercenti le professioni liberali.

I proprietari fondiari, che hanno una posizione di equilibrio del sistema sociale in quanto perseguendo il loro

obiettivo di accrescere il prodotto netto assicurano la prosperità di tutte la società.

Poiché il ruolo essenziale del prodotto netto è quello di alimentare l’erario, i fisiocratici sostenevano la tesi

dell’imposta unica sulla terra dei proprietari terrieri.

Il principale esponente politico della fisiocrazia fu Turgot, ministro delle finanze di Luigi XVI.

Adottò una serie di misure, quali l’abolizione delle dogane interne che limitavano il commercio dei cereali;

L’abolizione delle prestazioni gratuite a vantaggio dell’aristocrazia e lo scioglimento delle corporazioni.

Queste misure provocarono malcontenti tra i nobili e i ceti privilegiati, cosicché Turgot fu costretto a dimettersi

e subito dopo furono ripristinate le corporazioni.

A questo punto però, insorse la popolazione e iniziò la Rivoluzione.

I contadini si sentivano oppressi dai diritti feudali che dovevano continuare a pagare ai signori nonostante

questi non garantissero più i corrispettivi di difesa, amministrazione e giustizia che fornivano un tempo.

La borghesia, che stava accumulando ricchezze grazie al commercio e all’industria, era desiderosa di

un’ascesa sociale, che le veniva negata dall’ordine feudale esistente.

La prima importante conseguenza della Rivoluzione francese in campo economico fu l’abolizione definitiva

delle corporazioni.

Fisiocratici, industriali e contadini, infatti, lamentavano gli effetti della presenza delle corporazioni sui prezzi,

mantenuti artificiosamente alti dal monopolio corporativo.

Così, furono prese diverse misure: primo tra tutte l’abolizione delle corporazioni medioevali.

Fu imposto il divieto di costituire qualunque altra forma di ostacolo alla libera concorrenza professionale.

Fu abolito il feudalesimo attraverso delle particolari misure:

Furono aboliti i diritti signorili(diritti di caccia e pesca, diritti di imporre gabelle e tasse ecc.)

Successivamente, furono aboliti anche i diritti reali(rendite, tasse sulle terre coltivate, diritti sui trasferimenti

delle terre) cioè quelli connessi ai beni materiali e non all’individuo.

Una volta aboliti i privilegi nobiliari si effettuò una riforma ed ai contadini furono assegnate le terre che

coltivavano senza pagare alcun riscatto.

La politica anti fisiocratica fu praticata durante il cosiddetto periodo del terrore, che va dalla caduta della

monarchia (1792) a quella di Robespierre (1794).

La misura più significativa fu il maximun dei prezzi, ovvero dei provvedimenti legislativi che obbligarono i

proprietari e i produttori a dichiarare le merci e le derrate di prima necessità e sottoporle ad una tariffazione

fissa.

Il risultato fu la paralisi del commercio interno, che portò, alla decisione di abolire tutte le leggi relative al

maximum.

Napoleone Buonaparte

Da un punto di vista storico­economico, possono essere diverse le misure intraprese da Napoleone a suscitare

interesse.

La più rilevante è la guerra commerciale intrapresa con l’Inghilterra, o Blocco Continentale.

Bonaparte sottopose l'intero territorio francese al controllo del governocentrale tramite l'azione dei prefetti e dei

sindaci che erano di nomina governativa.

In ambito giuridico realizzò un'imponente opera di omogeneizzazione degli ordinamenti legislativi, ponendo

fine alla molteplicità delle fonti del diritto che aveva caratterizzato la Francia di antico regime.

In particolare fu di grande importanza il Codice civile che, esteso a tutti gli stati annessi o vassalli, sancì i

principi della libertà individuale, dell'uguaglianza giuridica e della proprietà privata.

Il Codice napoleonico legittimò le conquiste della rivoluzione francese, fu esportato in tutti i paesi dove

giunsero le armate di Napoleone, fu preso a modello da tutti gli Stati dell'Europa continentale e ancora oggi è

la base del diritto italiano.

Esso eliminava definitivamente i retaggi dell'ancién régime, del feudalesimo, dell'assolutismo, e creava una

società prevalentemente borghese e liberale, di ispirazione laica, nella quale venivano consacrati i diritti di

eguaglianza, sicurezza e proprietà. Di eguale valore e importanza sono anche gli altri codici: quello di

procedura civile, emanato nel 1806, quello del commercio (1807), quello di procedura penale (1808) e il codice

penale del 1810. Napoleone si sforzò di riorganizzare le finanze pubbliche e istituì la Banca di Francia,

liberando lo stato dalla dipendenza dai banchieri privati. all’Inghilterra non piacevano le mire espansionistiche

di Napoleone e alla Francia non piaceva l’egemonia economica dell’Inghilterra. Per invertire la posizione delle

due nazioni, Napoleone pensò di arrestare il processo di forte crescita economica inglese attraverso delle

particolari misure che andassero ad intaccare quello che sembrava il principale punto di forza dell’industria

britannica: il commercio senza di esso non avrebbe avuto sufficienti approvvigionamenti così come sufficienti

sbocchi.

Napoleone ritenne che la Francia avrebbe potuto avere occasioni di sviluppo a danno dell’Inghilterra proprio

interferendo nel commercio. Se l’Inghilterra fosse stata esclusa dai commerci europei ne sarebbe stata

sicuramente danneggiata e al contempo la Francia, al riparo della concorrenza, avrebbe potuto sviluppare

industrie interne.

Per realizzare queste aspettative, Napoleone decretò nel 1806 il Blocco Continentale, confidando soprattutto

sulla sua potenza politica.

Con il Blocco Continentale, in pratica veniva vietato alle navi provenienti dalla Gran Bretagna e dalle sue

colonie l'accesso ai porti dei territori sottoposti al controllo dell'impero francese.

Gli effetti del Blocco sull’economia inglese furono inizialmente negativi: all’Inghilterra furono impediti gli

sbocchi in Europa (che consumava 1/3 della produzione manifatturiera inglese) e contemporaneamente negli

USA (che per motivi indipendenti dal Blocco dichiararono l’embargo).

Tuttavia, di fronte a questi impedimenti l’Inghilterra reagì da una parte ricorrendo al contrabbando e dall’altro

cercando nuovi mercati di sbocco, che trovò in Centro e Sud America.

In sintesi, quindi, il Blocco danneggiò l’Inghilterra solo inizialmente, ma poi l’economia britannica riprese a

crescere grazie ai nuovi sbocchi.

L'apparato industriale francese, ancora debole, non fu in grado di soddisfare la domanda europea,

tradizionalmente soddisfatta dall’Inghilterra, così come l'agricoltura perse i suoi tradizionali sbocchi inglesi

senza trovare compensazioni adeguate in Europa.

Infine l'economia dei porti francesi, soprattutto della costa atlantica, fu rovinata dall'inattività.

Nel periodo in cui rimase in vigore il Blocco, le industrie francesi, al riparo della concorrenza inglese poterono

svilupparsi.

la situazione di guerra contribuì ad aumentare la domanda, che per essere soddisfatta si dovette ricorrere alla

produzione di beni alternativi.

Restaurazione

I regnanti europei, vedendosi costantemente minacciati dalle mire espansionistiche di Napoleone, riunirono i

loro eserciti nel 1815 a Waterloo, dove sconfissero definitivamente l’esercito imperiale.

Terminate le guerre napoleoniche iniziò il Congresso di Vienna (1814­1815). I rappresentanti di tutti gli stati

europei si riunirono nella capitale austriaca con lo scopo di ripristinare l’assetto territoriale e restaurare la

legittimità delle case regnanti di prima.

Per la Francia, la Restaurazione significò il ritorno della monarchia può essere scomposta in due fasi: la

Monarchia Costituzionale e, a partire dal 1830, la cosiddetta Monarchia di Luglio.

La crescita economica francese nel periodo della Restaurazione è caratterizzata prevalentemente dalla

produzione di ghisa, dalla filatura del cotone e dalla costruzione ferroviaria.

Fu soprattutto durante la Monarchia di Luglio che fu data una notevole spinta alla costruzione ferroviaria,

anche se la rete si presentava alquanto disarticolata.

Dopo il Congresso di Vienna la dinastia dei Borbone ritornò a regnare in Francia con Luigi XVIII. Questi, già

nel 1814, per assecondare la volontà popolare concesse una carta costituzionale, che istituiva una monarchia

parlamentare e riaffermava le riforme sociali contenute nei codici napoleonici.

I Borbone cercarono di creare stabilità e ordine nel Paese, seguendo prevalentemente la volontà dei grandi

proprietari terrieri, che appunto erano gli unici ad avere diritto di voto. In economia l’intervento statale fu

alquanto ambiguo. Da una parte si professava il credo liberista, eredità rivoluzionaria, ma dall’altra si

caratterizzava per un forte interventismo statale e per una politica economica di tipo protezionista. La

protezione doganale può essere considerata come la causa per cui gli imprenditori francesi mostrarono scarsa

dinamicità. si può ritenere che la presenza di alti dazi abbia garantito una situazione di continuità per

l’industrializzazione. Giornalisti e deputati denunciarono la violazione della Costituzione e così iniziò la

cosiddetta Rivoluzione di Luglio a seguito della quale il re Carlo X fu costretto ad abdicare. proclamarono re

Luigi Filippo, duca d

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
5 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Crikia95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Marcelli Angelina.