Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 8
Lo sviluppo del linguaggio Pag. 1 Lo sviluppo del linguaggio Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 8.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lo sviluppo del linguaggio Pag. 6
1 su 8
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Dichiarazione (ad es. indica il treno che passa) (12-18 mesi)

Il bambino usa l'oggetto (mezzo) per comunicare con l'adulto (scopo). Vi è intenzione comunicativa. Il gesto di indicare 8-16 mesi: il bambino indica per dirigere l'attenzione dell'adulto su oggetto/evento. Dai 18 mesi: la frequenza delle indicazioni diminuisce, il gesto si associa sempre più spesso a vocalizzi. Il controllo visivo sull'interlocutore si evolve con l'età: a 12 mesi il bambino guarda l'interlocutore dopo aver indicato il bersaglio; a 16 mesi il bambino guarda l'adulto prima di produrre il gesto.

I gesti possono essere referenziali o rappresentativi. A partire dai 12 mesi rappresentano un referente specifico e il significato del gesto non varia più in conseguenza del contesto (es. aprire e chiudere la mano per dire "ciao"). I gesti nascono all'interno di routine sociali; quando il bambino raggiunge la soglia di produzione di 50 parole,

l'uso dei gesti referenziali diminuisce. Alcune linee dello sviluppo pragmatico:
  • 1° anno di vita: il bambino impara a rivestire un ruolo comunicativo complementare a quello dell'adulto
  • 2° anno di vita: uso di strategie verbali e non verbali per sollecitare l'attenzione dell'interlocutore e iniziare uno scambio comunicativo; inoltre, i bambini ripetono il proprio enunciato se si accorgono di non essere compresi
  • 2°-3° anno: in situazioni familiari i bambini partecipano a dialoghi alternando i turni, rispettando il tema della conversazione e fornendo informazioni nuove
  • 4-5 anni: i bambini sanno argomentare la propria posizione in una disputa e adattare il proprio linguaggio parlando con un bambino più piccolo
  • Con l'avanzare dello sviluppo vi è una progressiva decontestualizzazione del discorso.
Tornando allo sviluppo linguistico propriamente detto, tra i 12 e i 18 mesi aumenta la capacità di comprensione, la

produzione di parole (sviluppo lessicale), e il bambino comincia a fare richieste; tra i 18 e i 24 mesi vi è un aumento significativo del vocabolario (detto "esplosione del vocabolario"). A questa età i bambini cominciano a combinare parole (sviluppo sintattico), a denominare oggetti familiari e a seguire semplici comandi. Tra i due e i tre anni il bambino comincia a comprendere l'alternanza dei turni, aumenta il vocabolario espressivo e recettivo, impara parole irregolari e verbi al passato. Impara a formare semplici frasi e conversare, fa domande usando "perché". Inoltre, comprende semplici concetti come sopra, grande. Intorno ai 3-4 anni aumenta il vocabolario recettivo (1200-2000 parole) ed espressivo (800-1500 parole), il bambino usa frasi di 4-8 parole, è in grado di sostenere conversazioni, formula domande utilizzando chi, che cosa e dove. Inoltre il bambino a questa età è in grado di raccontare una semplice storia, segue comandi che richiedono

Duepassaggi, è in grado di usare concetti spaziali (come sopra e sotto). Raggiunta l'età di 4-5 anni il vocabolario recettivo e quello espressivo aumentano nuovamente. La sintassi è quasi completamente sviluppata; usa varie strutture sintattiche (negative, domande, espressioni di causalità e frasi complesse), inizia a comprendere la relazione fra suono e lettera. Inoltre, il bambino di quest'età utilizza il linguaggio per esprimere idee e come parte del gioco simbolico e di ruolo. È in grado, inoltre, di seguire le regole della conversazione, come ad esempio l'alternanza dei turni e assumere il punto di vista degli altri. All'età di 5-6 anni ha acquisito un linguaggio simile a quello adulto, con un vocabolario espressivo di 5000-8000 parole e un vocabolario recettivo fino a 14000 parole. Condivide esperienze ed esprime idee verbalmente e comprende la maggior parte dei termini che indicano relazioni (come prima e dopo, primo e ultimo, stesso e diverso).

Inoltre, comprende le narrazioni. Uno schema sullo sviluppo lessicale:
  1. uso non-referenziale delle parole: i suoni vengono emessi insieme a schemi di azione abituali e non si sostituiscono agli schemi, non sono ancora in grado di rappresentarli
  2. il bambino usa parole per anticipare o evocare schemi d'azione
  3. uso di parole al di fuori del contesto originale (decontestualizzazione)
La decontestualizzazione è il passaggio dall'uso non-referenziale all'uso referenziale e indica la comprensione dello status simbolico delle parole. Durante il processo di decontestualizzazione si verificano i cosiddetti errori di sovraestensione (detta anche ipergeneralizzazione) e di sottoestensione (o ipogeneralizzazione). Nella sovraestensione, ad esempio, il bambino chiama "cane" tutti gli animali a 4 zampe. Nella sottoestensione il bambino chiama "orsetto" solo il suo peluche preferito. Vi sono poi gli errori di sovrapposizione, nei quali il bambino usa ad esempio...il bambino ad ampliare il suo vocabolario: l'acquisizione di nuove parole attraverso l'esperienza diretta, l'uso del contesto per comprendere il significato delle parole, l'uso di strategie di apprendimento come l'associazione e la categorizzazione, e infine l'interazione sociale con adulti e coetanei. Inoltre, è importante considerare anche il ruolo della memoria nel processo di apprendimento del vocabolario. Il bambino deve essere in grado di ricordare le nuove parole e associarle ai concetti corrispondenti. La memoria a breve termine svolge un ruolo fondamentale in questa fase, ma con il passare del tempo, le parole vengono consolidate nella memoria a lungo termine. Infine, è interessante notare come il contesto culturale e linguistico influenzi l'acquisizione del vocabolario. Ad esempio, in alcune lingue esistono parole specifiche per descrivere concetti che in altre lingue vengono raggruppati sotto un'unica parola. Questo può influire sulla percezione e l'interpretazione delle categorie da parte del bambino. In conclusione, l'ampliamento del vocabolario è un processo complesso che coinvolge diversi fattori, tra cui la percezione delle categorie, la memoria, il contesto e l'interazione sociale. Comprendere questi fattori può aiutare gli adulti a supportare e favorire lo sviluppo del linguaggio nei bambini.

Il principio della mutua esclusività prevede che, in una data lingua, un oggetto non possa avere più di un nome: in altre parole il bambino non prevede l'esistenza dei sinonimi.

La mappatura rapida prevede che le nuove parole vengano attribuite a oggetti per cui il bambino non possiede già un nome.

Il vincolo dell'oggetto integro indica che una nuova parola udita in presenza di un oggetto prima sconosciuto si riferisca all'oggetto nella sua integralità, e non a parti o caratteristiche di questo (es. la parola "tavolo" è intesa come oggetto nella sua interezza, non si riferisce al materiale, al colore o alla forma).

Infine, il vincolo tassonomico prevede che quando viene udita una nuova parola, il bambino la associa a una categoria di oggetti già conosciuta, piuttosto che a un oggetto specifico.

Insegnato il nome di un nuovo oggetto, i bambini restringono la loro interpretazione a una precisa categoria tassonomica. I diversi vincoli sull'apprendimento lessicale permettono di acquisire nuove parole ascoltandole una volta sola, senza dover affrontare le infinite possibilità di significato. Con l'ampliarsi del suo vocabolario, i vincoli sull'elaborazione lessicali diventano sempre più efficienti.

Anche alcune caratteristiche dell'ambiente sociale del bambino possono offrirgli utili indicazioni sul significato di una nuova parola. Un esempio è la tendenza dei genitori a nominare un oggetto a cui il bambino sta già prestando attenzione. Altri fattori importanti per lo sviluppo lessicale sono la maturazione delle capacità di memoria, la maturazione degli schemi articolatori e la maturazione delle capacità motorie, che gli consentono nuove esperienze fisiche e quindi contatto con nuovi oggetti.

Lessico e sintassi: Dalle prime parole alle...

combinazioni.Dalla fine del secondo anno di vita, vi è un rapido aumento del vocabolario, unito alla comparsa delle prime combinazioni di due o più parole. Viene raggiunta la soglia critica delle 50 parole alla quale tendenzialmente segue l'esplosione del vocabolario. Al di sotto delle 100 parole vi è una capacità combinatoria molto limitata.

Tra i 19 e i 26 mesi si può parlare di una fase pre-sintattica: gli enunciati sono telegrafici, privi del verbo e dei morfemi liberi (es. pappa più). Compaiono le frasi richiestive e imperative (es. bimbo dà) con omissione dei morfemi liberi. Compaiono esempi di concordanza tra nomi e aggettivi.

La fase sintattica primitiva compare tra i 20 e i 29 mesi: il bambino emette enunciati nucleari semplici, talvolta incompleti e le prime frasi complesse incomplete (es. bimbo prende cucchiaio mangia pappa), con omissione dei connettivi interfrasali. Compaiono i morfemi liberi come articoli e preposizioni.

Tra i 24 e i 33 mesi

vi è il completamento della frase nucleare. Il bambino pronuncia frasi nucleari con morfemi e frasi ampliate con espansioni del nucleo (es. il bambino mangia con il cucchiaio). Compaiono le frasi complesse: coordinate, subordinate e implicite. Tra i 27 e 38 mesi le frasi complesse si ampliano. Compaiono connettivi interfrasali temporali e causali: dopo, allora, invece, perché e le frasi relative. Verso la lettura e la scrittura Le prime competenze alfabetiche, su cui si costruiscono le abilità di lettura e scrittura, si sviluppano nel periodo prescolare. Queste competenze includono la consapevolezza fonologica, la conoscenza del suono delle lettere, l'identificazione dei suoni (sillabe e fonemi) all'interno della parola e le capacità linguistiche orali. Lo sviluppo di queste capacità dipende anche dal contesto socio-culturale nel quale il bambino è inserito. La lettura è un'abilità complessa: essa comprende la decodifica e la comprensione. La prima

Trasforma il testo scritto in enunciato verbale mediante graduale automatizzazione delle regole di conversione segno- suono. La seconda è lo scopo ultimo della lettura, ed è un processo psico-linguistico attraverso il quale il lettore riesce a giungere al significato del testo scritto, ricostruendo nella sua mente rappresentazioni analoghe a quelle presenti in colui che ha composto il testo; il contenuto espresso nel testo si integra con il sistema di conoscenze del lettore. Queste due abilità sono associate ma indipendenti; vi sono lettori che decodificano bene ma comprendono poco, e altri che, sebbene lenti e poco corretti, manifestano una comprensione sufficiente di ciò che leggono.

Possiamo schematizzare gli stadi dell'acquisizione della lettura e scrittura come segue:

  • Periodo prescolare: stadio logografico (riconoscimento di singole parole, ad es. proprio nome); sviluppo della consapevolezza fonologica
  • I e II primaria: stadio alfabetico; acquisizione del
  1. Principio di conversione fonema-grafema;
  2. La decodifica e la comprensione non sono del tutto integrate;
  3. III - V primaria: automatizzazione del processo di decodifica.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Viviana._ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo cognitivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Morra Sergio.